Capitolo 43 (Christine's POV)

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Quella notte faticai a dormire. Il sonno mancava, e con quello andavano avanti come torrenti turbinosi i pensieri. Come sempre, anche se notte, la stanza era illuminata attraverso l'inquinamento luminoso proveniente dal quartiere. Era tutto silenzioso, non si sentiva nulla, era tarda notte, soltanto fruscio degli alberi. Quel giorno sarei partita per il Texas con la zia Abigail. Erano passati diversi giorni e vedevo pian piano scemare la freddezza tra i miei genitori, ma c'era ancora qualche rimasuglio di rancore. Oliver aveva difficoltà a dimenticare. Incontrare mia madre, era un pensiero strano. Lo volevo e non lo volevo in egual misura. Guardando il soffitto mi ritrovai a fissare come le soffici prime luci dell'alba creavano figure particolari, creando giochi di ombre e di luci. Chiusi gli occhi beandomi del buio che era venuto a mancare. Ricordo ancora le memorie più umili e ingenue della me di un tempo, erano differenti di quelle di adesso. Sembra che tutti i miei pensieri e i fatti di un tempo avessero cambiato chiave di lettura. Mi comportavo e pensavo in modo differente: sabotavo le visite psicologiche, trattavo male tutti; erano i riesumi di una ragazza frustata a causa di cosa? Dal fatto che non avessi i genitori, del fatto che sapessi che mi avevano lasciato su un ciglio della strada quando ero piccola. Tutto quello che ero era semplicemente scaturito da questo semplice dato, da questo rancore che pian piano andava scemando crescendo con dei genitori amorevoli e vivendo una vita normale come tutti gli altri eppure ci sta ancora una parte di me che prova ancora collera e furia su quello che avevano fatto che combatte costantemente con l'altra che vuole sapere almeno il loro aspetto. La rabbia di Oliver al solo pensiero che volessi cercarli è comprensibile, i suoi genitori non sono stati tanto migliori dei miei, probabilmente nutre ancora astio, come biasimarlo, chi meglio di me poteva capirlo. Greg era molto permissivo, lui ha avuto una buona famiglia. Ogni giudizio e discorso è condizionato dalle nostre memorie più recondite. Al solo pensarci mi viene un forte dolore al petto, un giorno consideravo casa un istituto dove eri un numero e merce che produceva denaro, diverso dagli schiavi, proprio come oggetti. Mi misi a sedere e mi alzai sbadigliando. I capelli si stavano facendo piuttosto folti, diventavano ingestibili. Li tirai tutti indietro scoprendomi il viso e scesi scalza sotto in cucina. Oliver era seduto sul davanzale della finestra aperta mentre si portava la sigaretta in bocca con mani tremanti. Mi strinsi nelle spalle, faceva freddo.

«Papà, ma che stai facendo, chiudi la finestra» dissi con un gemito

«Ho dato da mangiare a Spike. Fumo» rispose con disinvoltura.

«Quand'è che smetti una volta per tutte?» Gli chiesi.

Non ricevetti risposta. Sbadigliando presi del succo d'arancia e misi a scaldare il latte. Era nervoso e in pensiero che sarei partita, evitava di guardarmi. Diventa così candido quando ha confidenza con qualcuno. La mano gli tremava quando si portava la sigaretta alle labbra.

«Papà non essere nervoso.» dissi sistemando le tovagliette.

«Te ne vai in un altro stato con chi? Con mia sorella. Dovrei fare i salti di gioia?» commentò buttando la cicca in giardino con un'espressione arrabbiata.

Scese dal bancone chiudendo la finestra. Si avvicinò a me e mi prese un braccio guardandomi. ricambiai lo sguardo divertita.

«Non puoi lasciarmi da solo adesso!» sogghignò a denti stretti.

«Papà, senti, hai bisogno di stare da solo con Greg per risolvere le vostre divergenze, vedila come un'opportunità. Io starò bene con Abby» lo rassicurai mettendo il latte nella tazza.

«È proprio il fatto che vai con Abby che mi mette più ansia!» affermò seguendomi passo passo mentre mi sedevo al tavolo «Non c'è bisogno di stare da soli per... riappacificarmi con lui, va meglio, te lo giuro»

«Sei insistente. Ti sto dando un'occasione» replicai iniziando a mangiare.

«Va bene, vattene con mia sorella! Non hai una minima considerazione per me» disse andandosene

Come se fosse un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora