Capitolo 4

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Andai di nuovo fuori osservando se il terriccio era apposto e quando rientrai trovai Oliver in piedi di fronte alla persona che accarezzava i capelli di Greg con aria affranta. Restai a guardarlo finché non se ne accorse e smise lasciando un cipiglio infastidito di Greg.

«Eddai, continua» disse aprendo un occhio.

«Non dormivi, eh?» borbottó Oliver venendo verso di me.

Greg si mise seduto sbadigliando e stirandosi. Oliver mi guardó negli occhi per poi sorridere subito dopo andando in cucina per cucinare o meglio preparare l'insalata. Io andai in camera a farmi di nuovo una doccia, avevo sudato molto per preparare l'orto, con calma scesi in sala da pranzo con una salopette di Jeans con una spallina abbassata e andai a sedermi al tavolo dove trovai un piatto con una insalata mista molto invitante.

«Oliver é bravo a fare le insalate» disse Greg.

Guardai Oliver per aspettare un suo responso ma lo trovai come al solito a guardare la parete di fronte a lui assorto e annoiato. Assaggiai e Greg non stava esagerando, ma forse il mio gusto era contaminato dalla sbobba che ho mangiato per anni. Soltanto in questi due giorni mangiavo come una persona normale o dei pasti quantomeno decenti. Ritornai di sopra avendo finito tutto a sentire la radio dalle casse bluetooth aspettando il momento in cui Oliver mi avrebbe chiesto di uscire a prendere la bicicletta e mostrandomi dove fosse la scuola. Mi agitavo ancora all'idea della scuola ma cercai di calmarmi in qualche modo, non potevo evitare che domani arrivasse, né tantomeno uccidermi, dovevo solo stare rilassata e pensare positivo. Presi il pc e cercai tutte le scuole private nei paraggi almeno per scoprirne l'estetica ed una in particolare stava a 2 km di distanza da qui, si chiamava Joyce Junior high school. Non era enorme bensí piccolina, aveva un grande giardino con delle panchine, immagino per il pranzo e la ricrezione, un grande campo da baseball e da pallavolo, le classi non erano enormi e i corridoi nemmeno. Sembrava piccola per una scuola ma immaginavo che il salario da pagare permettesse solo ad un tot di persone di frequentare questo inferno. Guardai affranta la locandina e chiusi il computer buttandomi sul letto. Notai che Oliver mi guardava scocciato alla porta.

«Vuoi andare, allora?» chiese sbadigliando.

«Non andremo a sbattere per un tuo attacco di sonno?» chiesi alzandomi e guardandolo.

«Perché non vieni a scoprirlo» ribatté con tono provocatorio.

Salii nella macchina non troppo economica di Oliver e menomale che non andava alla stessa velocitá delle nonne in carrozzina o alla velocitá Chaterine con le scartoffie quando ci prova con qualche marito come al suo solito. Guardai i tratti della mascella ben definiti di Oliver e oggi non si era sistemato piú di tanto i capelli, infatti gli ricadevano disordinatamnente sulla fronte. Era vestito elegante come al solito: soprabito bianco, camicia rosso scuro sotto, pantaloni bianchi e il nuovo rolex luccicante al polso.

«Sai andare in bici?» chiese spezzando il silenzio.

«Certo che si» risposi sbuffando.

«Non ti scaldare, che mio fratello alla tua etá non sapeva ancora andare in bici» rispose con tono aspro.

«Vedo che ti vanno a genio i tuoi fratelli» commentai guardando la strada.

Lui non rispose che accolsi come se affermasse ció che dicessi. Mi sembra strano soltanto pensare che Oliver ami qualcuno, ma anche se con Greg non ci stavano gesti chissá quanto eclatanti notavo che gli volesse per lo meno bene. Prima gli accarezzava i capelli pensando che stesse dormendo, forse é una di quelle persone che si vergognano ad esporre i propri sentimenti, ma immaginai che Greg facesse finta di dormire apposta per ricevere qualche carezza. Guidava sciolto e disinvolto giocando con un ciuffo di capelli mentre andavamo in centro che pian piano era sommerso dal traffico. Borbottii di Oliver a parte, riuscimmo ad arrivare in centro pacificamente e trovare parcheggio. Scesi camminai al fianco di Oliver che si piazzó gli occhiali da sole sugli occhi con le lenti a specchio ma non c'era traccia di sole...

Come se fosse un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora