Capitolo 20 (Oliver's POV)

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Nel caso non fossero partiti i feed ci sta il capitolo 19 prima di questo, avviso anche per chi non sa contare nel caso

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Avevo voglia di demolire tutta la casa ma mi andai a sedere tranquillo come una lucertola sotto il sole, ero piuttosto bravo a nascondere le emozioni ma Christine mi guardava preoccupata ed era la cosa che mi faceva infuriare di più grazie al pensiero che Abigail parli con lei e non con me che sono suo fratello.

«Sai, ho incontrato Gabriel l'altro giorno quando sono andata a Los Angeles per lavoro» disse lei sorridendomi.

«E non gli hai tirato un calcio da parte mia?» risposi arcigno

Gabriel tra tutti i miei fratelli era quello per cui provavo più rancore per diverse cose che mi fece durante la nostra convivenza, tutt'altro che pacifica, familiare. La persona per cui sono diventato particolarmente violento, avevo scoperto a dure spese che per farlo fermare da commenti stupidi, violenze di ogni tipo era rispondere con pugni e calci. Andava a finire che correva con la coda delle gambe dalla mamma e lei mi sgridava perché non potevo essere così sgarbato con mio fratello, a lui andava bene però quando mi insultava tutto il giorno, mi rubava le cose e mi metteva la camera in disordine per infastidirmi. Guardai il bicchiere con la voglia di lanciarlo contro la parete ma feci un grosso sospiro per calmarmi.

«Vedo che non andate ancora d'accordo» affermò lei guardandomi.

«Ho fatto "pace" con Jeff ma non sono il tipo che dimentica» risposi cinico.

«Jefferson è sempre stato particolarmente educato» commentò Brigit.

«Si, anche quando mi ha rotto il braccio era particolarmente educato. Comunque cambiamo discorso?» chiesi con un tono nervoso.

«Sei un figo!» disse April sorridendo «Cioè ho letto il tuo articolo sui sogni e sull'affermazione di se stessi, è da vera ispirazione.»

Mi accigliai guardandola, quella era l'opera che aveva avuto meno successo visto che criticava Freud e sicuramente quella più complicata da comprendere, per quale motivo quella ragazzina era riuscita a trovarla e leggerla, scommetto che nemmeno sulla mia pagina Wikipedia ci sia quel titolo.

«Dove l'hai trovata?» chiesi curioso.

«Ho trovato il pdf su un sito strano sinceramente, non sapevo fosse rara come opera finché non controllai ovunque per acquistarne una fisica. Come mai non é andata?» disse lei sorridendo.

«Troppo cospirativa e sopratutto i libri di critica vanno bene solo per gli intellettuali, sono lusingato che tu l'abbia letto e apprezzato quel libro» commentai sorridendo.

Christine la guardava confusa, l'espressione confusa di quella ragazzina mi faceva venir voglia di tirarle le guance, le gonfia appena stringendo le labbra e tirandole leggermente verso il naso, sembra come se ti dovesse soffiare in faccia. Perso nel quanto fosse carina mia figlia mi son perso il dettaglio e il significato di quella espressione, sembra come se stesse vedendo una persona del tutto diversa e dalla sua descrizione me l'aspettavo diversa. Spesso ragazze sottoposte a violente tendono a chiudersi in loro stesse ma lei andava oltre secondo il mio punto di vista. Nasconde le violenze varie rendendosi subdola, proprio come le opere di Pirandello, ne ero affascinato.

«Hai un'altra fan al di sotto dei diciott'anni, complimenti» si congratulò Greg ridendo.

«Ah, poi avrei una domanda. Nel famoso saggio sulla psicoanalisi e l'ambiente parlavi di una certa pedagogista femmina, come si chiama per esteso? Perché non trovo nulla su di lei, se mi puoi dare una mano? So che è partita discriminata da tutti a causa del fatto che faceva medicina ed era una donna e ai tempi nessuna donna la frequentava.» disse lei provocandomi un altro sorriso.

Come se fosse un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora