Capitolo 11

129 6 0
                                    

Risposi al messaggio che forse la camera doveva essere sostituita del tutto alludendo alle altissime finanze della sua famiglia. Abby gridó che fosse pronto e alzandomi a malincuore, avevo ancora i dolori reduci della corsa, scesi di sotto a passi pesanti. Abby aveva sistemato la tavola come se fossimo in un ristorante, con carne, verdure e frutta sparsi in diversi piatti. Presentazione 10/10. Ero la prima ad essere scesa, Oli e Greg non ancora si vedevano, ma mi misi al solito posto aspettando che arrivassero.

«Come sei educata, ma dai il tempo a quelli di rivestirsi.» commentó provocandomi una smorfia.

«Non dovresti fare allusioni del genere con me» risposi guardandola storto.

«Oh, scusa, non so come si trattano i bambini» replicó lei guardandomi torva

«Non sono una bambina!» borbottai iniziando a mangiare.

La carne era cotta al punto giusto e le verdure, che ho sempre odiato, erano splendidamente buone. Sorrisi mentre mangiavo con calma per assaporare il tutto, dovevo ammettere che era piuttosto brava a cucinare, davvero tanto. La carne era succosa e saporita, forse un po' al sangue e le verdure non sapevano di verdure perché erano buone. Dopo qualche boccone scesero i miei due e sconsiderati padri. Mi girai per guardarli ma erano entrambi sistemati perfettamente, li guardai accigliata e Greg mi confermó ció che disse Abigail: mi fece un sorriso imbarazzato guardandosi intorno. Oliver lo guardó e roteó gli occhi.

«La cucina di Abby!» esclamó Greg facendo un sospiro ammirato.

«Sono ancora single e disponibile, Greg» disse lei con sguardo ammiccante.

«Guarda Abby, sei una splendida ragazza ma come ti dissi 12 anni fa, non sei il mio tipo» rispose Greg sedendosi con un sorrisino.

Oliver borbottó qualcosa storcendo la bocca in una smorfia che trovavo carina, non minacciosa.

«Continua a rispondermi cosí e Oliver avrá un altro fratello al piú presto» commentó sarcastica Abby.

Il resto del pranzo si trascorse in silenzio, il cibo di Abby era pressoché magico, Greg era felice come una Pasqua mangiando ed Oliver guardava il suo solito punto fisso in un'altra dimensione. Abby lo guardó sorridendo e gli accarezzó un bracciof acendolo sussultare per poi guardarla interrogativa.

«In questa casa é il muro, a casa nostra era l'attaccapanni» disse sorridendo.

«Di cosa parli?» chiese lui confuso.

«Niente»

Ero prettamente sicura che si riferisse al punto fisso, quindi era un'abitudine che aveva da tempo, chissá a cosa pensava, probabilmente a riflessioni fin troppo difficile per me da comprendere. Greg finí tutto con sollievo e sorrise come se fosse un bambino appena arrivato ad un parcogiochi. Sará un mese o piú che sto qui ma Greg aveva il talento di mostrarti tutte le sue emozioni attraverso il viso, come dissi in precedenza un vero e proprio libro aperto, un'esplosione di energia positiva che mi chiedo cosa abbia trovato nel spento Oliver per sposarselo. Forse glielo chiederó ma trovavo piú sensato che Oliver andasse dietro a Greg visto l'esplosione di luce ed empatia che emana ma il contrario non lo avrei mai giurato, io avrei paura che pian piano mi sarei spenta stando accanto ad una persona del genere. Non mettevo in dubbio l'affetuositá di Oliver, scopri piano piano che é una persona molto sensibile, forse piú di Greg e questo lo noti dalla sua rabbia, unica emozione che mostra. Abigail si arricciava una ciocca di capelli nera mentre guardava profondamente negli occhi me. Mi guardai intorno imbarazzata e per scappare da quello sguardo iniziai a sparecchiare con l'aiuto di Greg. Io sciacquavo e lui metteva nella lavastoviglie. Notavo un segno violaceo appena vicino alla clavicola, sarebbe interessante se lo stuzzicassi.

Come se fosse un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora