Capitolo 37 (Christine's POV)

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C'era tensione nell'aria. Non mi ero mai accorta di quanto fosse pesante avere i sensi di colpa prima di stare al bar con April e Arthur. Io, Genevieve e Aaron dovevamo star zitti su quello che stavamo facendo sottobanco, eppure mi sentivo morire dentro quando incrociavo lo sguardo di April.

«Arthur è più antipatico del solito oggi» disse Genevieve facendo fare un cipiglio arrabbiato ad Arthur.

«Oggi sei più irritabile del solito» commentò lui sospirando.

La conversazione di ieri lo ha reso veramente nervoso, sta tenendo ancora il muso. Ma solitamente ci mette un po' per riprendersi da queste situazioni eppure non facevo altro che riflettere sul fatto che molto probabilmente dovevo parlare con lui. È una brutta situazione perché volevo che ci fosse stato qualcun altro in questa situazione, non di certo lui, e invece sono bloccata.

«Dai, non prendetelo in giro, oppure gli si creeranno le rughe sulla fronte a star sempre arrabbiato!» lo sbeffeggiò Aaron facendolo sospirare.

April si accigliò confusa e ci guardò nervosa mettendosi a braccia conserte. 

«Ma che avete tutti contro Arthur, è successo qualcosa?» chiese nervosa April

«Vorrei saperlo anche io, ormai sarà un mese che mi stuzzicate!» aggiunse Arthur.

«Dai non ti arrabbiare, scolaretta» disse Jennie ridendo.

Forse la situazione stava sfuggendo di mano, non capivo la tensione di Genevieve con Arthur, nè tantomeno quella di Aaron che lo guardava spesso in cagnesco. Che non sappiano cosa è successo quella sera? Deglutii e potevo affermare con certezza che April era l'unica che sicuramente non sapeva niente, gli altri stavo avendo dei forti dubbi. Guardai Aaron e poi Arthur che si innervosiva sempre di più.

«Che bulla. Tutti i modelli fanno così?» chiese Arthur facendo deglutire Genevieve.

«Tutti... i modelli?» chiese titubante.

«Tua madre fa la bulla e sbeffeggia come te, perché di aspetto siete identiche, davvero.» disse avvicinandosi a lei.

Genevieve inclinò la testa con un espressione furiosa e lo guardò fisso negli occhi, ma a quanto pare erano tutti e due piuttosto nervosi. Aaron era probabilmente più spaventato e turbato di me. April guardò Jennie come per studiarla. Sapevo che appena le si nominava la mamma si innervosiva, o almeno diventava nervosa ma spesso lo riusciva a nascondere ed io ero abbastanza perspicace da cambiare discorso.

«Tua mamma è anoressica come te?» continuò Arthur facendola sbiancare.

«Non... Ti azzardare!» biascicò lei stringendo i pugni.

«Ehi, amico, vacci piano, eddai!» disse Aaron mettendogli un braccio sulla spalla che scansò immediatamente.

Ero allibita, non sapevo che fare o dire, Arthur diventava sgradevole se provocato e realmente non avevo mai visto Genevieve arrabbiarsi ma credo si trovasse per quella strada perché stava diventando rossa dalla rabbia.

«Non. Nominare. Mia. Madre!» affermò stoica lei.

«Genevieve Lacroix, vi chiamate allo stesso modo, chissà, a tutte e due piace prendere il giro gli altri. Chi ti credi di essere?» disse lui nervosamente.

«Arthur smettila!» esclamò April

«Tu chi ti credi di essere, Cox!» urlò lei spingendolo «Sei solo un viscido bastardo, che credi che non sappia che cosa hai combinato? So tutto, l'unica che non sa niente è proprio Christine!»

«Di cosa state parlando?» Chiesi titubante.

«Ehi, Jennie!» esclamò Aaron.

«E tu la ami? E TU LA AMI?» disse tirandogli dei pugni sul petto «Forse hai ragione, mia madre è una stronza, ma se ti senti offeso per come ti tratto, fatti un esame di coscienza. Mi dispiace che non so nasconderlo, mi dispiace davvero, ma tu sei veramente un bastardo.»

Come se fosse un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora