Capitolo 10

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Scendendo di sotto trovai Oliver che serviva i piatti della cena con sguardo truce mentre guardava Abby. Greg sembrava stanco ma si sforzava di sorridere ad Abigail con la sua gentilezza fuori dal normale. Non credo che la odiasse ma che semplicemente fosse il momento sbagliato di comparire e non ancora capivo questo momento sbagliato, Abby me lo stava genuinamente rivelando. Andai a sedermi e Greg mi sorrise facendomi un occhiolino.

«Greg, al giorno di ringraziamento andremo da mamma e papá. Tutti.» commentó piatto Oliver iniziando a mangiare.

Greg lo guardó piuttosto confuso per poi trasformare la sua espressione in turbamento puro. Guardó Abigail accigliato sospirando.

«É una tua idea, Oliver?» chiese infine Greg

«No, di Abby.» rispose nervoso.

«Se non te la senti...» cercó di dire Greg

«Me la sento, Greg. A me non frega niente dei miei ma a quanto pare a lei si» disse innervosendosi.

Greg gli accarezzó un braccio preoccupato, sia io che Greg guardammo Abby in cagnesco.

«Insomma questa ostilitá. Lo dobbiamo fare, se ne lavano le mani, fanno finta che non esistiamo. Caspita, Oliver é l'unico che ha un lavoro stabile, un marito e anche una figlia decente. Gli altri stanno a spese di mamma e papá e pensano di fare la bella vita! Non é giusto, ci hanno trattati sempre di merda, basta!» commentó lei.

«Abigail... Io non devo vantarmi di nulla con loro né rivendicare i miei diritti da prole, se ho accettato di venire e perché hanno il diritto di conoscere Christine e di sapere che sono sposato. Se le tue intenzioni sono altre, le mie sono queste.» annunció Oliver

«Certo. Oliver sei uno smidollato!» esclamó lei ridendo.

«Abigail... Non sono affari miei ma credo che dovresti lasciar perdere con questa storia» aggiunse Greg.

«MAI!» urló lei «Tu... Hai sempre vissuto con buoni e bravi genitori, una sorella splendida, tanto di cappello Gregory ma... Tu non sai quanto ho sofferto, quanto abbiamo sofferto, lui sembra dimenticare.»

«Non ho dimenticato, sono andato avanti. Non posso essere legato per sempre al pensiero di mamma e papá. E noi non abbiamo fatto chissá che cosa per farci amare o apprezzare» aggiunse Oliver.

«Sei impazzito?» chiese lei ridendo.

«Io... Provo un sacco di rancore per loro ma sono stufo di fare resistenza. Andiamo, comunico del matrimonio e di Christine e dopo non li sentiró mai piú.» esclamó Oliver sospirando.

«Francis ti ha lasciato fuori casa a 14 anni senza farti rientrare, per tutta la notte al freddo» inizió lei con le lacrime agli occhi.

«Abby...» cercó di dire Oliver

«Jefferson ti ha rotto la bici... Gabriel ti ha rotto il naso... Mamma ti ha sempre detto che fossi insensibile» continuó piangendo.

«Abigail» biascicó preoccupato Oliver.

«Papá ti ha sempre detto che non saresti stato amato da nessuno. Poi quando avevi 6 anni Jeff ha preparato la cena per tutti tranne per noi... Gabe ti ha rotto la bici... Franz ti dava del frocio..»

«Abigail, basta. Io non ho scordato tutto quello che ci hanno fatto ma basta. Non di fronte a Christine, non adesso. Non c'é bisogno di ricordarmi chissá che cosa, non centra piú nulla. Io sono andato e mi sono fatto una vita senza di loro, non becco un quattrino da loro a differenza dei nostri fratelli, mi sono comprato una casa, ho adottato una ragazzina, tutto con il mio lavoro e i miei sacrifici. É ora che anche tu vada avanti e trovi qualcosa da fare, un lavoro, qualcuno a cui vuoi bene.» rispose Oliver abbracciandola.

Come se fosse un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora