«Luca-» le lacrime mi annebbiavano la vista e il respiro corto mi faceva boccheggiare.
Perché dovevo salutare l'unica persona a cui tenevo? Un sapore amaro mi intrise la lingua mentre mi fissavo negli occhi fermi di mio cugino.
Non ci riuscivo, eravamo in aeroporto ed era ora. Lo sapevo.«Ciao piccola mia...» mi strinse a se mentre mi regalava la sua voce dolce come una carezza che avrei dovuto imparare ad immaginarmi d'ora in poi.
Gli ero così profondamente e irrimediabilmente legata che separarci faceva un male atroce al petto.
«Il volo diretto a Seoul delle ore 14:30 partirà tra pochi minuti» annunciò la voce gracchiante dell'altoparlante.
Luca mi abbracciò, lo fece con ogni parte del suo corpo. Mi strinse a se, donandomi tutto il calore che poteva. Mi ripeteva che sarebbe andato tutto bene. E io ero certa che lui mi sarebbe rimasto accanto. Nonostante tutto, nonostante la distanza e tutto ciò che si sarebbe mai messo in mezzo a noi due.
Era tremenda la tristezza che mi pervadeva all'idea di lasciarlo, ma non potevo nel modo più assoluto perdere l'aereo. Era la mia unica possibilità di fuggire.
Un anno all'estero avevo detto a tutti si, come un exchange student.
E forse, sarebbe stato più di un anno. Magari il tempo di finire la scuola, magari il tempo di imparare a vivere.
Lasciai tra le mani calde del ragazzo a cui dovevo tutto, il mio profondo affetto e attaccamento per lui. La mia più sincera gratitudine, e infine la speranza che mi aveva instillato dentro. Era stata la mia salvezza e l'unico appiglio della mia vita.«Ciao» fece la mia voce sottile.
E mentre lui mi passava le valigie, io serravo le labbra per trattenere le lacrime.——————
Mi svegliai di soprassalto, le cuffiette nelle orecchie mi procurarono un dolore fastidioso. Sentì il filo scollarsi dalla guancia mentre raddrizzavo la testa. Era stato l'avviso delle hostess a farmi svegliare, dovevo mettere la cintura per l'atterraggio. Non che me la fossi mai tolta in realtà.
Ci misi qualche attimo a realizzare di essere su un aereo dall'altra parte del mondo. E prima che me ne accorgessi mi dovetti alzare per scendere. Non avevo idea di quanto fosse durato il viaggio ma quando guardai l'orologio notai che erano le 8 della mattina.Prima di partire avevo cercato per mesi degli annunci di qualche stanza dove potessero ospitarmi. Dopo estenuanti e minuziose ricerche avevo trovato una signora disposta a farlo. Luca si era preoccupato così tanto dell'affidabilità di quell'appartamento sconosciuto dove mi sarei trasferita.
Sorrisi e trattenni un sospiro triste al suo ricordo.Ritirai per prima cosa i bagagli e quando finalmente uscì dall'aeroporto rimasi a bocca aperta per la quantità di macchine e gente di fronte ai miei occhi. La vista mi fece momentaneamente dimenticare di tristezza, ansia e trepidazione. Solo un gelo paralizzante mi bloccò per qualche istante.
Quando fui in grado di muovermi, iniziai a sentire una certa irritazione nella mia incapacità di fermare un taxi. Ci misi un'eternità e mi meravigliai quando constatai di avercela fatta. L'autista brontolò per parecchi minuti prima di riuscire ad evadere dal traffico di arrivi e partenze.Passò parecchio tempo e nonostante avessi dormito per ore e ore fu difficile non addormentarsi nuovamente. Ero troppo scossa per prestare attenzione all'ambiente totalmente nuovo. Persi la cognizione del tempo e solo quando il veicolo si fermò mi accorsi di essere arrivata. Con lo stomaco sottosopra per l'agitazione pagai la corsa e scesi dalla macchina.
Di fronte a me si trovava lo stesso identico palazzo che la gentile signora coreana mi aveva descritto al telefono. Sollevai lo sguardo sempre più su fino a scorgere il limitare col cielo. Piano tornai giù, studiai la facciata di lastre grigie e i balconi verdi di piante. Di fronte a me un portone dall'aria pesante determinava l'ingresso. Era aperto, fortunatamente.
Con le gambe molli e le dita tremolanti feci un piccolo passo. La testa mi pesava un po' e la nausea per il lungo viaggio non mi faceva camminare in maniera molto dritta e dignitosa. Lenta e instabile mi avviai insicura all'interno.
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My roomie ಌ [J.Jk]
RomanceValentina conosce il coreano sin da bambina, sua mamma glielo ha insegnato con pazienza. Proprio per questo lei sogna di poter vivere nello sviluppato paese della Corea del Sud. I motivi sono vari: la curiosità, l'interesse, la voglia di provare c...