35.

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Un profumo buono, che sapeva dell'unica persona che consideravo casa si fece spazio nelle mie narici. Avvertì quell'odore dolce percorrere le vie della mia anima. Dove passava nascevano colori e fiori, suoni e musica. Quel vento pregno del suo profumo sgombrava le strade del mio essere da ogni ostacolo o ricordo triste. Li ammassava sul ciglio dei miei pensieri. Inspirai ancora e il grigiore che mi era rimasto dentro fu scacciato definitivamente.
Un refolo del suo respiro si infranse sul mio petto, scaldò la mia pelle di un calore benefico.
Mi sentivo in pace con me stesso, un sospiro sonnolento da parte sua mi donò quella serenità che non provavo da una vita.

Percepì qualcosa solleticarmi il viso e lentamente sollevai le palpebre. Delle lunghe ciocche di capelli castani mi ricoprivano il volto. Abbassai lo sguardo e incontrai il viso della ragazza schiacciato sul mio petto.
Le sue braccia mi circondavano il busto e le mie circondavano lei.
Percepì il suo corpo nudo premuto sul mio e le immagini del giorno prima mi tornarono in mente. Avevamo fatto l'amore e ci eravamo baciati per ore, poi avevamo cenato e dopo avevamo riniziato da capo fino ad addormentarci sfiniti uno tra le braccia dell'altra.

Era stata una delle sensazioni più belle che avessi mai provato.
Ricordavo tutto perfettamente, il suo viso dolce, gli occhi lucidi, le sue forme fatte su misura per incastrarsi con le mie. Ricordavo tutte le volte che aveva sussurrato il mio nome, che mi aveva stretto. Ricordavo quella dichiarazione nel suo sguardo, mi aveva comunicato che io, soltanto io ero il suo unico punto di riferimento. Che si era donata a me con tutta se stessa, anima, mente e cuore e lo stesso avevo fatto io.
E così si era creato un legame incrollabile, solido, duraturo, inconsumabile. Un vincolo indistruttibile, una sorta di morbido filo, che non aveva niente a che fare con una catena, che però non si poteva minimamente scalfire.
Si era creata un'interdipendenza tra i nostri cuori, tra le nostre mani, tra i nostri corpi che era così vera e reale da fare paura. Ma dopo tutto ciò che mi aveva confessato, dopo tutte le lacrime che aveva versato e che si era lasciata asciugare, questa dipendenza reciproca non faceva più paura. Anzi mi rassicurava, ora sapevamo di provare le stesse identiche cose, un amore sconfinato da entrambe le parti.
E non avevo certo dimenticato tutte le sofferenze che aveva subito, si erano incise dentro di me sotto forma di ferite sanguinanti, che però si erano rimarginate e cicatrizzate quando ci eravamo uniti insieme.

Eravamo noi, noi e basta ora. E sulle labbra mi spuntò un sorriso che più spontaneo, sincero, vero e felice non poteva essere.
Il mio cuore batteva, batteva con un voglia di vivere e di amare così forte da indurmi a stringere Valentina tra le mie braccia ancora più forte. E poi la mia voce uscì senza controllo.

«Ti...» sussurrai interrompendomi subito dopo.
No, non potevo dirlo ora. La prima volta che avrei detto quelle due parole sarebbe stato guardandola in faccia.

Strinsi il suo capo a me e sorrisi come mai avevo fatto.

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Un mugolio basso uscì dalla mia gola, mi stavo svegliando. Avevo sognato Jungkook, mi aveva stretta e mi aveva sussurrato una parola. Ancora lo ricordavo.
"Ti..." aveva pronunciato prima di interrompersi.
Lo avevo sentito abbracciarmi.
Mi era parso così reale da rubarmi il sonno.

«Buongiorno» una voce bassa, roca, mascolina mi fece sorridere.

Un altro mugolio uscì dalle mie labbra e poi percepì il mio seno premuto contro qualcosa, le mie gambe intrappolate e un calore sulla guancia sinistra. Con un sospiro mi scrollai di dosso il torpore e aprì gli occhi.
A un centimetro dal mio naso c'era un pettorale grosso quanto la mia faccia. Dopodiché una percezione insolita mi colpì il cervello.
Sotto le coperte... noi... eravamo completamente nudi.

Deglutì piano, lentamente tirai indietro la testa e sollevai il mento. Il sorriso e gli occhi premurosi di Jungkook mi diedero il buongiorno.
Abbassai nuovamente lo sguardo sui nostri corpi, deglutì e tornai a guardare in viso il ragazzo.
Un timido sorriso affiorò sulle mie labbra, Jungkook fece scivolare la sua mano dalla mia schiena alla mia guancia e mi accarezzò.

My roomie ಌ [J.Jk]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora