9.

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«Eccola» esordì Jin.

Stava osservando una macchina che si era fermata davanti a noi.
La portiera si aprì e dall'interno dell'auto sbucò una gamba lunga e nuda, subito dopo uscì la seconda e poi la ragazza poté mettersi ritta.
Risalì fino alle mani appese alla portiera bianca e poi al viso.
Mi si spezzò il fiato di netto, la bocca mi rimase leggermente socchiusa. Mi rallentò il cuore e sgranai gli occhi. Era bella come un angelo e risplendeva come un sole. Valentina.

Sbattei le palpebre e inconsciamente cominciai a studiarla. Sorrideva timidamente con le palpebre un po' abbassate e le dita che si contorcevano a vicenda, in quel modo che avevo imparato a riconoscere.

Seokjin e Namjoon andarono da lei, la baciarono sulle guance e poi Nam le porse una mano e le fece fare una giravolta su se stessa.
Quello fu il punto di non ritorno. Sbiancai senza fiato. Era straordinaria, la sua bellezza era assordante. E Dio, quella schiena sinuosa coperta da nient'altro che pelle mi azzerò la salivazione.

I miei due amici la coprirono di complimenti, ma poi... lei sollevò lo sguardo e nella confusione dell'entrata della discoteca incrociò il mio per puro caso. Si incagliò nei miei occhi, o forse fu il contrario. Qualcosa ci incatenò in un gioco di sguardi. Finché lei non portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio con le sue dita piccole.
E in quel gesto le mie pupille scesero a guardare tutto, tutto quello che aveva.

Avanzò piano verso di me, lenta, flemmatica, mortalmente splendida. Le sue clavicole spigolose sotto le ossa della gola. Quelle spalle piccole e gracili. E poi, il seno, in quella stoffa preziosa. Sentivo l'autocontrollo sgretolarsi sofferente. I fianchi, fasciati, stretti, attillati in quel vestito. Le cosce nude a metà, le gambe lunghe. Troppo sensuali per non farmi diventare tutto un fremito.
Chiusi i pugni con uno sforzo immane, avevo la lingua totalmente attaccata al palato.

Si fermò di fronte a me e io abbassai il mento e le spinsi gli occhi nei suoi, brusco e violento.

«Buon compleanno Jungkookie» me lo sussurrò leggera con il fiato caldo che mi si infrangeva sul mento.

Ingoiai un sospiro. Le iridi immobili nelle sue. Alzai un braccio mentre tremavo, raggiunsi la sua tempia con l'indice. La sfiorai in un soffio, scesi a circondare una ciocca di capelli intorno al dito. E giù ancora a tracciarle il braccio. Poi afferrai il suo fianco e annebbiato la tirai vicino a me. Mi appoggiò le mani sulla maglia e sorrise luminosa.

La tirai ancora più vicino, le feci scivolare la mano sulla schiena e le delineai la spina dorsale con un polpastrello.

«Tutto per il festeggiato?» domandai roco.

Lei ridacchiò e io sentì gli organi marcirmi.
«Indovina» la voce che mi sfidava giocosamente.

Le portai di nuovo la mano sulla mandibola, me la attirai addosso mentre mi nascondevo tra i suoi capelli per non vederla più.

«Grazie Vale» le trasmisi tutti i miei brividi e lei mi tremò in mano.

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Non sapevo come facessi a essere ancora viva. Non lo sapevo davvero. Cosa era successo? Era impazzito di fronte a me. E si, mi aveva guardata. Per più di un irrisorio secondo. Ora mi stava portando da qualche parte con un braccio a circondarmi la vita.

Solo un secondo prima mi premeva il respiro sul collo e mi percorreva la schiena con un dito facendomi crollare su me stessa come un castello di carte.

Al bar ordinarono tutti da bere, avevo fatto un cenno di saluto agli amici di Jungkook mentre entravamo. Credevo che qualcuno avesse ordinato anche per me ma non avevo idea di cosa fosse. So solo che mi ritrovai con un bicchiere in mano a un tavolo pieno di gente. Ero tra Jimin e il mio caro coinquilino.

My roomie ಌ [J.Jk]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora