Ero sveglia, ero sveglia da tanto. Non capivo nemmeno più se mi fossi addormentata o no. Era stato terribile stare da sola con i miei pensieri, come ogni volta. Avevo cercato di convincere me stessa che in fondo non fosse successo nulla di che, ma continuavo ad arrivare alla stessa conclusione: non avrei più visto Jungkook nello stesso modo.
Per lui non sarebbe cambiato nulla nei miei confronti, ero solo una delle tante. Una tra le tante.Dopo che finalmente il sole apparve tra le fessure della tapparella io trovai la forza di alzarmi, lenta e rotta. Andai in bagno, dovevo togliermi l'impasto di trucco e lacrime che avevo sugli occhi e svestirmi da quel pezzo di stoffa troppo stretto che non ero riuscita a togliermi via. Mi coprì solo con una delle tante maglie che Luca mi aveva lasciato portare con me e il tessuto largo e fresco fu come una doccia e una carezza insieme per la mia pelle di brividi. Lavai i denti e mi sciacquai la bocca con il collutorio due volte per togliermi via quel sapore schifoso che avevo sulla lingua. Tornai sul letto ancora più lenta di come ero arrivata nel bagno. Era presto, troppo presto perché Jungkook si alzasse. L'avevo sentito tornare a casa un paio d'ore prima e io mi ero immobilizzata sentendo i suoi risolini caotici. Avevo perso ogni voglia di muovermi e avevo anche trattenuto il respiro con la paura che facesse irruzione nella stanza.
Poi a poco a poco il silenzio era sceso di nuovo sovrano e io avevo aspettato l'alba.La mia voglia di uscire era inesistente ma quella di trovare Jungkook in salotto quando sarei uscita era ancor meno. E così avevo preso un pantaloncino e mi ero infilata una felpa nel caso la brezza mattutina mi avesse fatto infreddolire. Avevo afferrato una banconota per la colazione, o forse solo per un caffè. Il telefono tra le dita e le chiavi ad aprire la porta. Sgusciai fuori, a quell'ora non proveniva un suono da nessuna delle porte e infatti non incontrai nessuno uscendo dal palazzo.
Ero arrivata vicino a una sorta di parcheggio, uno stand delle crepes aveva appena spento le luci e il proprietario all'interno si strofinava un occhio. Mi ero avvicinata piano e quello mi aveva subito accolta con un sorriso.
«Ciao, una porzione?»
Avevo annuito mentre quell'odore buono di dolce mi faceva tornare un po' di appetito.
Mi sedetti su un muretto vicino a un canale di acqua piccolo. Mi ci misi a cavalcioni e spiluccai le mie crepes in silenzio.
C'era troppo silenzio perché non sentissi i miei pensieri. Aprì spotify quasi immediatamente. Feci partire una playlist di canzoni inglesi e alzai il volume fino a superare quello della mia testa. Continuai a fare colazione mentre il mio stomaco protestava un po' contro quel cibo. Il sole aveva iniziato a scaldare tutto molto velocemente e io mi ero alzata le maniche della felpa che portavo. Come una stupida sotto non avevo messo niente e ora non potevo toglierla. Ci era voluto poco perché cominciassi a sudare. Così avevo cercato un posto all'ombra. Ero entrata in un parco, e mi ero seduta sulla panchina più lontana dalla strada.
E li, lontana da qualsiasi movimento mi era stato impossibile non pensare a Jungkook. Mi chiedevo se ci stesse pensando anche lui al nostro bacio. Anzi, mi chiedevo con ansia se se ne ricordasse. Non riuscivo a calcolare cosa mi avrebbe fatto stare peggio. Da una parte sarebbe stato tutto più facile se lui fosse stato troppo ubriaco per registrare qualsiasi cosa avesse fatto. Non avrei dovuto spiegare perché fossi scappata, non avrei dovuto dirgli di far come se non fosse successo mentre mi spezzavo dentro. Non avrei dovuto guardarlo a disagio, preoccupandomi di avergli fatto male o di essere stata solo delle stupide labbra da baciare. Ma sarebbe anche stato tutto più difficile, lui avrebbe fatto finta di niente perché non poteva fare altro. Avrebbe ignorato categoricamente quello che mi aveva provocato, causato, fatto, come mi aveva stravolta. E ancora non avrebbe potuto fare nient'altro.
Ma se se lo fosse ricordato, allora avrei preferito non tornare più a casa. Me l'avrebbe detto lui di far come se non fosse successo? Mi avrebbe confermato che non era significato niente?
Non volevo scoprire come sarebbe proseguita quella giornata.
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My roomie ಌ [J.Jk]
RomanceValentina conosce il coreano sin da bambina, sua mamma glielo ha insegnato con pazienza. Proprio per questo lei sogna di poter vivere nello sviluppato paese della Corea del Sud. I motivi sono vari: la curiosità, l'interesse, la voglia di provare c...