Conoscenze e consapevolezze

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È come quando da bambina i miei mi dicevano domani andiamo al luna park. Io ero elettrizzata. Felice. Mi sentivo così fortunata così piena di vita. Subito correvo nella mia camera, mi preparavo in fretta e furia e correvo da loro col mio zainetto in spalla e gli occhiali da sole da figa agli occhi.
Oggi non sono più quella bambina, sono cresciuta da un pezzo, sono moglie, mamma, donna.
Ma oggi sono anche un po' quella piccola Alice. È proprio come allora che mi sento, le sensazioni sono le stesse identiche. Claudio non poteva fare gesto più bello. Tornerà a Roma con noi, la sua famiglia, ma prima vuole farmi conoscere quello che è stato il suo mondo seppur per un breve periodo e mi sento così felice e onorata che lo voglia condividere con me. Sembra assurdo in fondo non è niente di sensazionale ma io adesso forse è proprio di piccole cose che ho bisogno. Ho bisogno di rientrare nella mia vita e nella sua, nella nostra vita di coppia. E questo è un primo passo fondamentale per farlo.
Indosso un maglioncino corto con un paio di jeans molto semplici ma che , me lo dico da sola, mi stanno una meraviglia. Trucco poco come al solito, giusto un po' di rossetto e un bel sorriso come non ne vedevo più da un pezzo sul mio viso. Sono pronta.
Esco dalla Camera e lui mi sta già aspettando pronto con la sua valigetta da lavoro. Mi guarda.

"Sei bellissima"

"Ma che dici! Non indosso niente di particolare!"

"Sei Alice è questo che ti rende perfetta"

Mi fisso a guardarlo. Questa è una delle dichiarazioni più belle che ho sentito uscire dalla sua bocca e  sono sbalordita. Come ho potuto pensare di rinunciare a tutto questo? Come ho potuto anche solo immaginare una vita lontano da questi occhi?

"Che facciamo? Rimaniamo impalati qui o andiamo Allevi?"

"Andiamo. Andiamo non vorrei farti far tardi!"

Tende la sua mano verso la mia e la afferra. E usciamo di casa... Sono pronta a conoscere la sua vita qui. Non vedo l'ora.
***
Alice è bellissima e emozionatissima. Sembra come se debba sostenere un esame. Ma non lo è. E non voglio che sia così

"Alice sta un po' tranquilla! Andiamo solo a conoscere i miei colleghi non al patibolo"

"Beh ma è una cosa importante. Spero di essere all'altezza."

Probabilmente si aspetta quello che ho intenzione di fare una volta li. Mi ha chiesto di tornare e io... tornerò. Tornerò perché è quello che voglio. Al diavolo il lavoro al diavolo la via più semplice. Il mio posto è a Roma nel nostro istituto con mia moglie e i miei figli.
Entriamo in istituto. un istituto che fino ad ora non avevo mai sentito così mio.
Un istituto che mi sembrava un posto estraneo, è stato così da quando ho messo piede qui per la prima volta circa quindici giorni fa. Oggi no. Oggi lo sento più mio con alice al mio fianco. Perché forse ha ragione chi dice che qualsiasi posto diventa casa se sei con la persona giusta. ecco oggi con la mia persona giusta al mio fianco questo posto è meno estraneo, è un po' casa.

non lascio mai la sua mano nemmeno quando mi si avvicina il dottor Francini direttore dell'istituto

" Dottor Conforti! salve. come mai qui anche oggi non era libero? E questa meravigliosa ragazza a suo fianco?"

"dottore le presento Alice Allevi. Mia moglie"

È emozionata e fiera. Orgogliosa di essere al mio fianco.

"anche lei è una nostra collega."

"piacere signora Conforti. È un onore conoscerla"

"piacere mio dottore"

Stringe la mia mano e mi guarda con amore. non smettere più di guardarmi così amore ti prego.

Sono io a lasciare la sua mano. E rivoglendomi al dottore dico sicuro

L'Allieva...Fidati Di Me (#Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora