Se dovessi dare un nome a questo giorno lo chiamerei il giorno della verità. Sono convinta, o forse mi sto convincendo, che Pilati sia il padre del bambino di Lucia. Non c'è un perché a questa convinzione ma forse l'aver saputo della loro possibile relazione è della predisposizione del Dottore ad intrattenersi con le studentesse mi ha portato a pensare che sia proprio lui il padre di Michele... ora non mi resta che fare il test. Passo la giornata con i miei compagni di corso che dopo quasi un mese non ho ancora imparato a conoscere, forse perché non sono interessata a farlo. Vi sembrerà strano io non sono così, sono una estroversa una che si affeziona subito a tutti una che si fida di tutti, ma sto cambiando, ora la cosa importante per cui sono qui sono le mie personali indagini, indagini che spero porteranno un po' di chiarezza e un po' di tranquillità nella nostra vita. Sono le 18 quando rimango sola in istituto. Stando attenta a non farmi scoprire nel caso qualcuno sia rimasto in giro, mi reco in laboratorio, tiro fuori dalla borsa la busta ermetica con dentro il preziosissimo bicchiere ed inizio a svolgere le indagini... sto diventando piuttosto brava a veloce ad eseguire test di paternità Claudio sarebbe fiero di me... isolo il dna di Pilati e lo confronto al pc con quello del bambino
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POSITIVO. Lo sapevo... Lo sapevo cazzo lo sapevo! È suo. Mi sbrigo a rimettere tutto come lo avevo trovato ed esco di corsa dall'istituto con i risultati. Devo subito chiamare Claudio. Deve sapere.
***
Sono giorni che ci penso. forse da quando mi hanno comunicato dell'inizio della mia libertà vigilata, ma mai ho avuto il coraggio di fare quello che sto per fare. Mi trovo qui, davanti alla scalinata che ho percorso ogni giorno in questi anni.. eppure mi sembra di percorrerla per la prima volta. Mi sento agitato... cavolo io Claudio Conforti sempre sicuro di me, sempre stabile, sempre pronto ad espormi e a prendere a pugni il mondo, mi trovo qui davanti a questo portone e ho paura. Ho paura di sentire gli occhi di tutti addosso, di tutti quelli che mi hanno gia da un pezzo condannato. Sto per desistere, sto per voltarmi e tornare a casa quando sento chiamarmi.
"Claudio!"
"Lara"
"Ma che ci fai da queste parti? Ma che fai non entri? se fossi passato senza salutare ti avviso che non te l'avrei mai perdonato! dai forza entra con me"
"non mi sembra il caso Lara.. è una follia..."
"una follia? e perchè?"
"perchè questo posto non è più il mio... perchè entrando li dentro mi sentirei gli occhi di tutti addosso, sentirei le loro voci basse parlare di me, e io non me la sento, non ce la faccio"
"lasciali parlare claudio! tu sei sempre stato uno sicuro di te. Uno che se ne è sempre fregato delle cazzate che dice la gente! falli parlare. Dimostra che le loro chiacchiere non ti toccano. Entra li dentro a testa alta come hai sempre fatto..."
"non riesco... scusami... saluta gli altri e .... ciao lara"
Le do un bacio su una guancia e vado verso la macchina
