"Signora Conforti. La prego non mi mandi via. Ho bisogno di parlarle."
Tutto mi sarei aspettata tranne di trovarmi davanti la signora Caterina, la mamma di Lucia, che mi prega di lasciarla parlare. D'impulso vorrei solo aprire la porta ed entrare lasciando lei e tutto il male passato fuori da questa porta. Ma mi volto.
"Signora non mi sembra il caso. Non abbiamo niente da dirci ed è tardi sono le 17 sono stanca e sono appena tornata da lavoro."
"La prego solo poco tempo ma me lo conceda. Prometto che sarò breve ma io devo parlarle"
Così davanti ad una madre come me il mio cuore vince contro la razionalità e la lascio entrare.
***
Che situazione curiosa. Questa è la prima cosa che mi è venuta in mente appena ho visto che Amanda Longhi, la nuova specializzanda, era la stessa ragazza che mi aveva molto veemente apostrofato come stronzo energumeno stamattina, che poi in fondo aveva ragione per poco finisce a terra a causa mia; ed ora eccoci qua nella mia macchina davanti all'istituto dove l'ho riaccompagnata dopo il sopralluogo. Mi volto per salutarla e la guardo, mi soffermo a guardarla per la prima volta.
Mora, occhi marroni, simile, tanto simile fisicamente, e quanto pare non solo, ad Alice, poi le labbra, carnose come piacciono a me, e un viso pulito, poco trucco e trasparente."Allora io vado. Grazie per il passaggio dottore Einardi."
"Sergio"
"Sergio?"
"Si chiamami Sergio non servono tanti appellativi."
"Bene...dott...Sergio. Allora Lei...tu puoi chiamarmi Amanda."
"Ottimo Amanda. Spero di aver rimediato almeno in parte all'intoppo di stamattina. Spero vorrai scusarmi"
"Beh si dai. Sei scusato"
"Fiu... Grazie ahahhaha ci vediamo Amanda."
"Ci vediamo Sergio"
"Stammi bene e buon lavoro"
"Grazie"
Scende dalla macchina e si... È proprio bella... È proprio pericolosa.
***
"Prego signora si accomodi. Giulia piccolina tu vai di la con Michele giocate un po'"Così l'ho fatta entrare. Forse è sbagliato, forse non lo meriterebbe per quello che sua figlia ci ha fatto e per come lei stessa non ha neanche per un attimo pensato all'innocenza di Claudio, condannando sin da subito.
"La prego di essere celere signora. Se Claudio rientrasse e la trovasse qui non credo ne sarebbe felice"
"Ed avrebbe ragione. Ho sbagliato con lui, con voi. Ho sbagliato a condannarlo subito. Le dico innanzitutto che ho scoperto per caso che Giulia era vostra figlia. Lei e il mio piccolo Michele giocano ogni giorno insieme al parco. Assurdo vero? Per loro non è successo niente. Per voi però si. Per colpa di mia figlia avete subito tante ingiustizie e io ho contribuito a peggiorare la vostra situazione, soprattutto quella di suo marito. Ma lei è madre. E da madre capisce cosa vuol dire anche solo pensare di perdere una figlia in quel modo. Cercavo un colpevole. E suo marito era il colpevole perfetto, prova quei maledetti messaggi ricattatori inviato da mia figlia, quella sciagurata.
Vorrei tanto odiarla sa. Ha rovinato la vita a me, a se stessa, e a quel piccolino che aveva così tanto bisogno di lei. E l'ha rovinata a voi. Ma non posso odiarla. È mia figlia, era mia figlia. Non c'è niente che io possa più fare per lei, ormai è tardi. Ma posso ancora chiedere scusa per i suoi errori e per i miei. Lo faccio con lei stasera. Le chiedo scusa umilmente. Perché ho saputo quanto ha sofferto, perso e rischiato per scagionare suo marito da quell'accusa così infamante che io stessa ho accolto . La prego da madre mi perdoni."
***
E così scendo dalla macchina di Sergio Einardi ancora mezza imbambolata da questo strano approccio. Non so se imbambolata è la parola giusta per descrivermi. Sicuramente lo è sorpresa, stupita. In poco più di 5 ore sono passata da insultarlo e apostrofarlo come energumeno, maleducato, cafone a gentile, disponibile e poi... bello... Ma che dici Amanda andiamo non cominciare con i tuoi sogni ad occhi aperti, Si bello, moro con quegli occhi profondi e quella voce così "da uomo". Insomma sarà che non sono abituata alla galanteria ma a me ha conquistata già da quando mi ha aperto lo sportello! Ma dove lo si trova più un uomo che ti apra lo sportello.
Basta Amanda. Scendi sul pianeta terra e torna immediatamente a lavoro! Ricorda sei qui per questo non per farti i tuoi sogni d'amore con il pm.
***
"La prego da madre mi perdoni."E io da madre ho perdonato.
La signora Caterina è andata via da poco più di un quarto d'ora e ancora ho nelle orecchie le sue parole. Quelle di una donna e di una madre ancora sconvolta per la morte di sua figlia, e di una donna pronta a chiedere scusa per aver dubitato della persona sbagliata. Io l'ho compresa, da madre non ho potuto non mettermi nei suoi panni. Le hanno strappato una figlia, una figlia sbagliata, una figlia cattiva ma pur sempre una figlia; e io come lei avrei voluto la verità, avrei forse reagito nel suo stesso modo di fronte a quello che sembrava essere l'assassino della sua bambina. Io ci sono riuscita. Claudio mi direbbe che sono ingenua, troppo buona, che io nn ho esitato a mettermi nei suoi panni ma lei nei panni di lui, un uomo innocente accusato ingiustamente di un delitto così schifoso non ci si è mai messa.
Prima di andare via c'è stata una sola cosa che mi ha chiesto. Di provare a convincere Claudio a parlarle perché lei non starà bene fino a che non si sarà scusata con lui.
Ci proverò. Anche se non so come. Anche se so che non sarà contento. Si arrabbierà forse anche con me per la mia ennesima dimostrazione di ingenuità ma ci proverò. Perché lui merita delle scuse. E le deve avere.
***
Torno a casa insieme ad Amanda che nel frattempo che la sua casa presa in affitto sia sistemata vive con noi a casa nostra.
Vengo accolto da Alice che mi viene incontro e mi bacia. Niente di strano fin qui non fosse che per il suo atteggiamento che sin da subito mi sembra strano. È come se volesse parlarmi di qualcosa ma non sa da dove iniziare."Tutto apposto?"
"Si amore tutto apposto! E tu? Come è andato il rientro?"
"Bene bene tutto bene. Dopo l'iniziale "paura" mi sono subito sentito di nuovo a casa. E per di più domani partiamo alla grande con un bell'esame. Indovina un po' chi cadrà per primo sotto le mie grinfie?"
"Chi? Amanda?
"Ma no! Povera! No non lei. Ma quelle due gentili donzelle che l'altro giorno avevano tanto da sparlare di me. Domani vedremo come se la caveranno"
"Cosa hai in mente?"
"Lo vedrai"
***
Claudio è rientrato ed è di ottimo umore. Talmente ottimo che non me la sono ancora sentita di rivelargli il mio incontro con Caterina.
Ci sediamo a tavola insieme ad Amanda e i bambini"Allora Amanda come è andato questo primo giorno? Che te ne pare del nostro pazzo istituto?"
"È fantastico! Sono tutti simpaticissimi e molto disponibili. Anche in questura. Calligaris è proprio un bravuomo e si vede, e visone che dire è fantastico. Tutti davvero."
"Quel povero clochard chissà chi è stato a ridurlo così. Amanda domani mattina avremo l'autopsia. Mi rendo conto che sarà la prima volta per te . Ma vorrei farlo con te."
"Vabbene Alice. Sono pronta. Almeno spero di esserlo. Mi ha chiesto Sergio di fargli avere i risultati il prima possibile"
"Sergio?"
Dice Claudio con un sorriso beffardo. E anche a me viene da sorridere. Vuoi vedere che....
"Si... il pm einardi"
"Siamo passati al tu. Bene. Avete fatto conoscenza?"
"Si diciamo che stamattina al bar per poco non mi buttava a terra. E poi ho scoperto che era il pm e poi è stato così gentile con me. Mi ha riaccompagnata in istituto e diciamo che si è fatto perdonare. Voi siete amici no?"
"Si. Si diciamo che anche da me si è fatto perdonare. Però Amanda vacci piano."
"Claudio ma che vai a pensate no! Sergio.. Einardi è un collega. Niente altro."
"Vedremo"
Dico piano. E nessuno sembra sentire.
"E tu Giulia? Sei andata al parco con Marina?"
"Titi! E ho ziocato con Michi"
No Giulia no... cavolo...
"Con Michi! È chi è un nuovo amichetto?"
È il momento. Ora o mai più
"È Michele Bianchi Claudio"
"Cosa?"
"Il figlio di lucia"
Spero che questo capitolo vi piaccia! Non so se riuscirò a pubblicare giovedì è un periodo un po' particolare e non ho ancora pronto il capitolo. Spero di riuscire!
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L'Allieva...Fidati Di Me (#Wattys2019)
FanficClaudio e Alice finalmente moglie e marito sono pronti a godersi la loro felicità. Ma qualcosa rischia di cambiare per sempre la loro vita.