TREDICI

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CHAMPAGNE
Tredici

Sarà una lunga serata

Sabato 5 Gennaio

Einar sta camminando per le strade di Roma con le mani (coperte da guanti caldi) infilate a fondo nelle tasche del piumino: è stata una giornata lunga e mentalmente sfiancante: l'ha passata a letto, a nascondersi dal mondo, sotto le coperte, cercando di ricreare la bolla che lo ha fatto stare meglio durante la notte con Filippo - invano, non è riuscito a ricreare proprio un bel niente. Filippo è dovuto andare via presto per impegni di lavoro e, scoprire che oltre al mondo sotto la coperta ne esisteva pure un altro - orribile e troppo freddo -, per Einar è stato disorientante.
Eccolo di nuovo lì, quel sentirsi disorientato e senza un punto fermo - gli è pesato addosso per tutto il giorno, tenendogli il cuore e lo stomaco stretti in una morsa ferrea. Tuttora si sente oppresso e stanco, tanto stanco. Per tutto il tempo in cui è rimasto nascosto nella Cava di Saturno con Filippo si è sentito di nuovo leggero, senza pensieri - di nuovo a Cuba. Ha giocato, parlato, canticchiato con Filippo, si sono baciati - beh, baciati proprio tanto, finché non è sopraggiunto il sonno e si sono addormentati abbracciati: al risveglio, Filippo stava letteralmente morendo di caldo, eppure non ha osato spostarsi finché non è stato Einar a scostare la coperta e decidere di tornare al mondo reale. Male, malissimo, tornare al mondo reale è stato davvero una sorta di trauma: tutti i pensieri, tutti i ricordi del pomeriggio precedente - Jo, Jo, Jo di nuovo in testa e quella maledetta voglia di piangere che gli è caduta addosso immediatamente, subito dopo aver chiuso la porta alle spalle del cantautore.
Ha fatto un'altra doccia per scaldarsi (e provare a lavare via i pensieri - invano anche questa volta) ed ha acceso solo dopo il telefono: ha ricevuto alcuni messaggi, tra cui uno di Joele che gli ha fatto andare il cuore in gola, poi di traverso - poi gli ha fatto tornare il mal di stomaco e, ancor prima di leggerlo, lo ha fatto scoppiare in un pianto frustrato: "Dove sei? Sei a Roma? Volevo accompagnarti alla stazione.", diceva il messaggio e Einar ha pianto più forte, tornando a nascondersi sotto le coperte (ancora la vana speranza di trovare un modo di infilarsi di nuovo nella bolla di spensieratezza nella quale era rimasto fino a poco prima - con Filippo, certo), che davvero sentiva di non meritare Joele e tutta la sua dolcezza, la sua tenera apprensione. No, davvero, quel messaggio lo ha fatto stare male. "Sì, estò a Roma. Dormivi y non volevo svegliarti - non potevo, non sarei riuscito a ripartire, lo sai", ha risposto e poi ha atteso invano una risposta che non è arrivata.
Si è praticamente girato e rigirato sotto il piumone per tutto il giorno, rannicchiato per scacciare un freddo strano, che veniva da dentro - un freddo che non se n'è andato e tuttora ha addosso. Verso l'ora di cena, poi, ha ricevuto un messaggio di Filippo che gli chiedeva di raggiungere lui, Lorenzo e Simone in un locale non troppo lontano da lì, per stare un po' assieme. In realtà Einar ha faticato a trascinarsi giù dal letto e ha faticato anche a guardarsi allo specchio, infastidito da tutto, da se stesso, da un Einar pallido e con le fottutissime occhiaie - gli occhi gonfi di chi ha pianto.
E adesso è lì, che sta andando, all'appuntamento con i tre ragazzi: non ne ha tanta voglia (oddio, sì che ha voglia di vedere Filippo, ovviamente, ma non ha voglia di relazioni sociali - soprattutto delle smorfie infastidite di Lorenzo quando guarda lui e Filippo fare qualcosa di palese) e non ha nemmeno voglia di mangiare o di bere - no, un attimo, di bere ne ha tanta, sì. Allora affretta il passo adesso che vede i tre aspettarlo all'angolo della strada e cerca di mettere su un sorriso, un sorriso che sa già che non convincerà nessuno - non con quella faccia.
Sopraggiunge e si ferma davanti a loro: il suo sguardo, comunque, accarezza la figura di Filippo con cura, poi si sofferma appena sugli altri due. "Ciao."
Filippo lo studia e nota le occhiaie, gli occhi gonfi ed il viso un po' bianco. È evidente che stia ancora male, allora gli si avvicina e lo abbraccia.
"Ehi." lo saluta, nascondendo la preoccupazione. "Lori lo conosci già." fa, indicando il fotografo. "Lui è Biondo, cioè Simone." ed indica il romano.
Einar prende un grosso respiro (l'abbraccio è stato breve, ma forse gli ha messo ancor più sottosopra tutte le emozioni) e sorride ai due ragazzi.
"Ciao Lorenzo" fa, poi allunga la mano per stringere quella di Simone e gli ripete il proprio nome, aggiungendo un piacere de conoscerti - mucho gusto.
"Ho sentito tanto parlare de te, sai?" fa il romano con un sorriso. "Flaco m'ha riempito er cervello."
Il cantautore scuote il capo e posa un braccio intorno alle spalle del cubano, per tenerlo stretto a sé.
"Immagino" scherza Einar facendosi un po' più vicino al corpo di Filippo - ignora un'occhiata di Lorenzo. "Chissà quante brutte cose te ha dicho" aggiunge ancora rivolto a Simone, un mezzo sorriso sulla bocca.
"Solo cose belle." corregge Filippo, prima che l'altro possa rispondere.
"Certo, come no" ribatte il cubano, il sorriso che si rilassa appena, incontrando lo sguardo dell'altro.
"Beh, entriamo? Si gela" fa Lorenzo sfregandosi le mani e poi soffiandoci un po' sopra - meglio infilare quei due in un posto chiuso, piuttosto che in mezzo alla strada a scambiarsi quegli sguardi. Subito dopo dà una pacca sulla spalla del romano e lo prende sottobraccio - lascia indietro Filippo ed Einar, che per ora non vuole vedere quale scatafascio faranno della serata quei due con tutti i gesti poco accorti che faranno davanti a mezza città.
"Speriamo che tu abbia scelto un locale decente, non come l'altra volta che ci hai portato in un posto del cazzo" scherza, allora, e si avvia con Simone verso l'entrata, gli altri un passo indietro rispetto a loro.
A quel punto, il cantautore si allunga a baciare una guancia di Einar e sospira un po'. "Come ti senti? Sei un po' pallido."
Quello scrolla appena le spalle e sorride un po', quasi fosse una risposta alla sua domanda. "Tu?"
"Ho tanta sete." confessa, cominciando a seguire gli altri due, senza staccare il braccio dalle spalle dell'altro. "Tanta tanta tanta."
"Anch'io" ribatte il cubano spingendosi appena contro il suo fianco. "Non sai quanta" fa, che probabilmente ha solo voglia di smettere di pensare per qualche ora e bere, bere, bere - bere fino a star male. Scivola via dalla presa di Filippo solo quando gli altri due ragazzi si voltano verso di loro, ormai dalla porta del locale.
"Filo, questo locale ti piacerà tanto" fa il fotografo ridendo, che Simone ha appena finito di spiegargli la particolarità di quel posto (e Lorenzo non ha visto Einar e Filippo tutti abbracciati - ecco perché riesce a ridere).
Quello lo guarda sospettoso. "So già che mi state prendendo per culo."
"Ma che stai a dì." gli fa Biondo, ridendo. "Ce vorrai tornà sempre, ce metto la mano sur foco."
"No, bro, fidati! Sai che set fantastico per le foto?" si esalta poi Lorenzo tornando a guardare Simone. "Dici che c'è possibilità di affittarlo?" continua mentre avanzano all'interno e - oh. Einar si guarda attorno con aria interessata, che sono piombati in un locale illuminato solamente da candele, con i tavoli rustici, di legno: è una sorta di taverna antica, particolare, ed è tutto così buio che il cubano si sente già più rilassato. Buio, buio, buio - come ieri notte. Buio come la Cava.
"Potremmo parlare col gestore, ma penso de sì." risponde Simone a Lorenzo guidandoli ad un tavolo libero, mentre Filippo osserva tutto incantato.
"No, ma ci verrebbero foto fighissime." commenta - la mente che lavora già ad un concept da proporre all'amico. "Ti piace, Ein?"
Einar aspetta che quello si sieda, poi gli si accomoda accanto, sulla panca di legno appoggiata al muro - sul tavolo una candela nuova ed una quasi finita che illuminano appena appena lì intorno. "Sì, molto" ammette lasciando scivolare la mano su quella di Filippo, posata sul suo ginocchio, che lì è un po' difficile che vengano notati e riconosciuti - quasi non si vedono tra loro, in quella luce tremolante.
Lorenzo scoppia a ridere per una battuta del romano e si stropiccia il viso con le mani. "Ma magari" ribatte semplicemente quando la risata si è esaurita - non può vedere quei due e non sa se sia un male o un bene: dovrebbe semplicemente godersi la serata e basta.
Il ventitreenne stringe la mano di Einar e si allunga a baciargli di nuovo la guancia, approfittando della poca luce. "Ma che state dicendo?" chiede ai due, ma Simone scuote il capo e fa segno di stare zitto.
"Nun sò fatti tuoi." dice e Filippo scuote il capo.
"Dovrebbero essere miei amici e mi trattano così." si lamenta con l'altro.
Einar accenna una risata appoggiandosi con la schiena al muro, il ginocchio premuto contro il suo e le dita che gli accarezzano il palmo della mano.
"Taci, che stamattina sei arrivato in ritardo all'appuntamento" fa Lorenzo rimbeccando il cantautore ed aggiungendo un calcetto: colpisce due stinchi, invece di uno e lascia andare uno sbuffo appena udibile - sono già appiccicati, quei due. Sì, decisamente meglio non vedere.
"Io arrivo sempre in ritardo. Quanti anni sono che ci conosciamo?" scherza lui. "Comunque, avevo da fare."
Einar ripensa a quella mattina, a Filippo che non ha osato muoversi finché non è stato lui ad alzare la coperta e a decidere di tornare al mondo reale - sorride un po'.
"Colpa mia" ammette allora, schiarendosi la voce, senza rendersi conto di quanto, effettivamente, possa sembrare ambigua quella risposta. Che non hanno fatto niente, alla fine, no? Ma lui ha in testa Filippo con le guance arrossate, che stava morendo di caldo, con lui addosso e poi quella coperta pesante - per questo risponde così: colpa mia perché Filippo non ha voluto svegliarmi.
"Fra', qui nessuno lo dubitava, eh." risponde il romano in tono scherzoso.
"Non in quel senso, cazzone." fa Filippo, stringendo la mano dell'altro. "Pensa sempre a quello, oh."
"Tu ci pensi sempre" corregge Lorenzo, che è rimasto sinceramente stupito del fatto che quei due non si siano saltati addosso nella notte. Quanto t'è costato, eh, bro?, ha scherzato (sollevato) stamattina con Filippo dopo che questi gli ha spiegato tutta la situazione e come si erano evolute le cose. Ed il cantautore, per tutta risposta, ha fatto spallucce, ha riso (una di quelle risate belle) e gli ha fregato la sigaretta - poi sono tornati a lavorare, con Lorenzo con una sorta di leggerezza addosso che si ripeteva che il fatto che Einar si sia mollato con Joele non significa che lui e Filippo decideranno di mettersi insieme... vero?
Nel frattempo, Einar si è distratto dalla conversazione, non ha più seguito le ultime battute tra i due migliori amici, no: gli ha vibrato il telefono in tasca e il cuore gli è andato in gola un secondo dopo - salivazione azzerata. Lo prende e sblocca il display lasciando che la testa assimili il nome Jo che campeggia sullo schermo - un respiro profondo, poi apre il messaggio appoggiando il cellulare sul tavolo (forse, sapere che anche Filippo può leggerlo, lo fa sentire più rassicurato - forse perché gli tremano le mani): "Sono felice che ci sia qualcuno con te. Quando scendo a Roma ti porto un po' della lasagna che ti piace tanto. È stato strano svegliarmi da solo" c'è scritto ed il cubano trattiene il respiro per un - lunghissimo - attimo e sente mille emozioni nella pancia. Non si concentra subito sulla prima frase, si concentra sulle altre due: fanno male, ma fanno anche tanto bene. Ti porto un po' della lasagna che ti piace tanto - è stato strano svegliarmi da solo, si ripete in testa e deve deglutire la voglia di piacere. Respira, si dice, anche se tutti i pensieri che era riuscito a mandare via in parte, stanno tornando alla carica.
"Ma sta' zitto!" esclama Filippo verso il fotografo. "Non penso solo al sesso - vero, Ein?" domanda al cubano, per avere qualcuno dalla sua parte, ma quello non risponde. Si volta verso di lui e nota la sua espressione. "Ohi, che succede?"
Einar spinge il cellulare verso di lui, lascia andare un respiro spezzato. "Solo questo" mormora. Non sa come descriversi, in questo momento, non sa che dire. Però, appunto, fa male ma anche tanto bene. Strano svegliarmi da solo.
Il cantautore lo guarda, poi prende un mano il cellulare e legge il messaggio. "Ma come fa a sapere che -" oh, la foto. Gli posa un bacio sulla guancia. "Stai bene? Ti dà fastidio che l'abbia vista?"
"Cosa?" mormora inizialmente lui massaggiandosi appena le tempie e ragionando: ripercorre a ritroso tutti gli avvenimenti della sera prima e - "Ah, la foto" fa, ma subito dopo scrolla le spalle, che ha collegato la prima frase del bresciano alla foto in stazione. "No. Non mi parece arrabbiato, no?" gli chiede voltandosi un po' verso di lui e cercando il suo sguardo in quella semi oscurità. "Vero?" fa, provando a trovare una conferma negli occhi del cantautore.
"No, credo sia sollevato. Magari era preoccupato di saperti da solo." risponde Filippo, accarezzandogli la mano, mentre Simone guarda confuso Lorenzo.
"Il fidanzato" sussurra quest'ultimo al romano, che ha seguito il discorso. "Cioè, ex fidanzato, no?" si corregge, voltandosi verso di lui. "Si sono mollati ieri" spiega ancora, che in quella semi oscurità non può notare Einar appoggiarsi con la fronte alla spalla del cantautore.
"Sì. Sì" fa proprio il cubano. "E poi ha detto delle lasagne, no?" continua, la mano che accarezza il polso di Filippo per calmarsi un po'.
"Ti piace tanto la lasagna?" domanda curioso il ventitreenne, baciandogli la fronte. Evita di chiedere quello che vorrebbe davvero: sono rimasti amici? Torneranno insieme? Vuole tornare con lui?
Biondo annuisce e fa spallucce. "Quindi c'aveva davvero un tipo." riflette. "Ma te 'sta foto di cui parlano l'hai vista?"
"Sì" fa Lorenzo con mezzo sbuffo. "E non è l'unica cosa che ho visto" aggiunge, che la foto l'ha scoperta un'ora fa, mentre aspettava che Filippo si vestisse per uscire: non ha niente di ambiguo quella foto se non - beh, togliendo il fatto che Irama ed Einar si trovavano di sera tardi in stazione a Roma, città nella quale il cubano sarebbe dovuto tornare solo tra qualche giorno. Comunque, togliendo il fatto che è strano, si conoscano quei due, togliendo il fatto che, da lì, sono partite delle teorie da parte del web (teorie che, probabilmente, di teorico hanno poco e di pratico molto), togliendo tutto questo (ed altro che è meglio ignorare), la foto non ha nulla di ambiguo.
"- mamma di Joele la cucina benissimo - riquísima, sai" sta dicendo, invece, Einar a Filippo, ignaro dei pensieri che scorrono nella mente del fotografo. Si appoggia meglio al muro e si preme contro il corpo caldo del cantautore - ancora il display illuminato, mentre pensa a cosa rispondere al bresciano. E il cuore batte un po' più forte - calmati, cazzo.
Filippo si lecca le labbra e gli bacia il naso, che ha tutto lo stomaco in subbuglio e non gli piace per niente. "Richisima." ripete.
"Oh, famme vedé un po'." fa il romano al fotografo quasi rubandogli il telefono.
"La foto non è ambigua in sé" ripete Lorenzo a voce alta (ma tanto quei due non li stanno ascoltando) passandogli il cellulare e chinandosi un po' su Simone per guardarla insieme a lui. "Non è la foto, no? Solo, è che -" e si interrompe, che il cameriere è arrivato a chiedere loro le ordinazioni.
"Mi suggerisci tu algo de beber? Buono. E forte, muy forte" mormora Einar contro la guancia del cantautore, la sua voce coperta un po' da quella di Simone, che sta dando un po' di spettacolo per ordinare quel cocktail strano che c'avete sempre voi.
Filippo finge di pensarci e poi volta il viso per dargli un bacio sulla fronte (avrebbe tanto voluto baciarlo sulle labbra, Cristo.). "Non è molto forte, ma - un cubalibre?" fa, divertito.
Quello gli dà una piccola spinta, la mano sulla sua spalla. "Sei proprio un caraculo" sbuffa (il messaggio di Joele che è momentaneamente sparito dai suoi pensieri), fingendosi indispettito ed attirando l'attenzione degli altri due (e forse pure del cameriere, ancora lì in piedi col suo tablet, che sta aspettando queste benedette ordinazioni).
Simone scuote il capo e guarda il cubano. "Cuba, nun te preoccupà. Ce pensa Biondino a te." dice, fissando poi Filippo con una finta faccia schifata. "Senti, bello, famo che me porti due - anzi, quattro de quel cocktail che fate voi. Hai capito quale, no?"
Il cameriere ride e annuisce in quella penombra - molto ombra, in realtà. "Sì, la specialità della casa. Perfetto" segna tutto sul tablet. "Arrivano subito" fa, ringrazia e si allontana dal tavolo inghiottito dal buio.
"Volevi rifilarme un cubalibre fatto da un italiano qualsiasi, mh, caraculo?" domanda Einar divertito, il viso così pericolosamente vicino a quello dell'altro - fanculo, nessuno può vederli in quell'oscurità. "Chissà con quanti hai tradito el tuo barman preferito, eh?"
"L'ho sempre fatto io, sai?" fa Filippo, strusciando il naso contro il suo. "Come me lo hai insegnato." gli bacia l'angolo della bocca.
"Y quante bottiglie hai roto?" chiede l'altro con un sorrisetto, la mano ad accarezzargli il viso e, fanculo, adesso lo bacia piano - appena uno sfiorarsi di labbra. E il cuore che batte fortissimo.
Lorenzo, che non sente più Filippo parlare (ma riesce a vedere in parte le sagome dei due appiccati), torna a focalizzarsi sulla foto. "Hai visto tutte le teorie che sono nate in tipo - che so - tipo venti minuti?" domanda a Simone tornando a concentrarsi sulla questione della foto (il cantautore accarezza una guancia del cubano con la mano mentre continua a baciarlo con un sorriso sulla faccia).
"Famme vedé. Roba de ship?" domanda Simone, sbirciando lo schermo ed ignorando gli altri due. "In effetti una foto del genere fa venì dubbi, se non sai le cose."
"Perché, tu lo sai, come stanno davvero le cose, Simo?" sospira Lorenzo aprendo Twitter, che questa storia non lo fa stare tranquillo proprio per niente e forse può condividere le sue preoccupazioni con Simone, no? Forse può farsi aiutare da lui per riuscire a convincere Filippo a non buttare via la carriera con qualche stronzata, no? Dio, ha bisogno di bere anche lui qualcosa di forte ed essere un po' meno lucido per smettere di rimuginare.
Nel frattempo, continuerà ad ignorare i movimenti dall'altra parte del tavolo, lì da dove arriva la risata appena accennata (e subito dopo soffocata da quello che dev'essere un bacio) del cubano.
"Guarda" fa allora indicando al romano il primo tweet che gli esce scrivendo "Irama e Einar" nella barra di ricerca. C'è questo utente, questo Lucasworld che ha pubblicato la foto di lui, Filippo ed Einar in stazione scrivendo che: "Incontri inaspettati a Roma Termini: Filippo ed Einar insieme - scopa!" e, da lì, una sfilza di risposte (alcune anche maliziose) da parte di altre persone.
"A me pare chiaro come stanno le cose, sai?" fa lui, indicando con un cenno del capo gli altri due che stanno palesemente per limonare. "E non solo a me." aggiunge, dopo aver cominciato a leggere i commenti.
"Ma che ci fanno insieme?" ha risposto una ragazza sotto alla foto (una icon di Filippo nel tondino) guadagnandosi una risposta di quel Lucasworld che: "Non ne ho idea, anche perché Amici riprenderà tra qualche giorno e tutti gli altri ragazzi sono ancora a casa loro o comunque non a Roma. Non vorrei insinuare ma - li ho visti parecchio vicini." continua sotto e Lorenzo inizia a sperare che quel cocktail arrivi davvero presto.
"È un bel casino, vero, Simo?" chiede ancora il fotografo, che non sa più che pensare, non sa più come tutelare Irama (e forse anche un po' il cuore di Filippo).
"Te stai davvero a preoccupà?" chiede quello, incredulo. "Sono soltanto un gruppo di - eh? Eiram?" fa, curioso, cliccando sull'hashtag. "Ah, i tatuaggi." dice un attimo dopo, osservando la foto dei due tatuaggi accostati.
"Eh, quel tatuaggio..." sospira Lorenzo che sì, si che si preoccupa. Cazzo se si preoccupa.
Alla parola tatuaggio Einar alza la testa (scostandosi dalla bocca dell'altro, una gamba adesso appoggiata sulla sua) e guarda oltre la candela. "Quale tatuaggio?" domanda ammorbidendo le gi, intontito di baci.
Filippo si lascia scappare un lamento a quell'interruzione e gli morde una guancia. "Tatuaggio." ripete con la giusta pronuncia, provando a baciarlo di nuovo.
"Quello che c'avete sui polsi. Cubalibre, no?" risponde il romano, ridendo un po' del comportamento del cantautore.
"Cubalibre" conferma Einar tappando con due dita il naso a Filippo. "È estata un'idea de Filippo" svela a Simone sorridendo un po', che quei baci lo hanno rimesso - almeno un pochino - al mondo.
"Non avevo dubbi" borbotta Lorenzo continuando a scorrere la pagina di Twitter sotto quell'hashtag, quell'eiram ("Beh, Einar è cubano, no? Non so se tutte queste coincidenze siano proprio dei casi, eh. E la piuma che ha tatuata Einar? Dai!").
"Avevo voglia di ricordarlo." risponde il ventitreenne non appena Einar lascia andare il suo naso. Si volta verso gli amici, mentre accarezza la gamba del cubano e sospira un po'. "Cosa state leggendo?"
Lorenzo volta il telefono verso di lui: "Il casino scatenato da -" si blocca, che il cameriere sta servendo loro i cocktail (ma come fa senza vedere quasi niente?, si chiede Einar, che il suo lavoro lo ha fatto e non sa se sarebbe capace di farlo praticamente al buio) - ringrazia e se ne va.
"Il casino scatenato dalla foto di ieri sera" finisce di dire, allora, il fotografo, senza un tono in particolare (Einar dentro di sé che: ah, ecco perché Jo diceva che era felice che non fossi solo - ha visto la foto), poi si mette a giocherellare con la fiamma della candela, in attesa che qualcun altro dica qualcosa.
"Praticamente se so fatti tutto un film sul fatto che state insieme." chiarisce Simone, prendendo un sorso del drink. "Roba del genere."
"Oh" commenta solo Einar grattandosi un po' la testa, una gamba ancora a cavallo di quelle di Filippo, poi la mano che accarezza la sua, lentamente. "Forse avremmo dovuto fare la foto singola, ieri" butta lì e Lorenzo scuote la testa, in disaccordo - strano, è sempre in disaccordo col cubano. "Sarebbero uscite ugualmente delle stupide teorie" fa, che chissà quanto sono teoria e quanto pratica.
"Ma chi se ne frega, no?" fa Filippo, bevendo un po'. "Ci ho anche pensato a non farla insieme, ma ci ha visti e non ci sarebbe stato nulla di male." dice e fa spallucce.
"Brindiamo, va" interrompe il discorso Lorenzo, che ha una lista di motivi che fanno pensare a qualcosa di male e non ha voglia di rovinarsi del tutto la serata - vuole godersela, no? Almeno un po'. Il cubano annuisce ed impugna il bicchiere. "Sì, brindiamo" è d'accordo (strano, di solito non sono mai d'accordo, se ne è accorto anche Einar stesso) e gli dedica un piccolo sorriso - e quello ricambia, quasi decretando una tregua su quell'argomento. Godersi la serata.
Allora Einar butta giù un gran sorso di quel cocktail e - cazzo quanto brucia.
"Abbastanza forte, bro?" lo prende in giro il romano, osservandolo.
"Joder" risponde quello sentendolo bruciare giù, giù, giù che - ah, è completamente a stomaco vuoto. Beh, almeno così smetterà di pensare più velocemente - ne prende un altro sorso abbondante e chiude gli occhi, registrando in testa tutti gli ingredienti utilizzati. Sorride (che già si sente un po' confuso) e inizia ad elencarli a Biondo. "¿Correcto?" chiede dopo aver finito.
Simone lo fissa, impressionato. "Ammazza, oh- chi sei? Come hai fatto?" domanda, mentre Filippo ridacchia bevendo un altro lungo sorso.
Anche Einar ride, i polpastrelli a scivolare contro il polso di Filippo, poi ad accarezzargli il palmo. "Ho trabajado come barman" spiega all'altro ragazzo.
"Vedi che sei 'na merda?" fa quello al cantautore. "Mica m'avevi detto che c'avevi er barman personale."
Il ventitreenne ride e passa una mano tra i capelli di Einar. "Me lo avresti rubato, poi. Ti conosco."
Einar si spinge un po' verso quella carezza, gli lascia un bacio sul palmo della mano - sente l'alcool salire, salire e improvvisamente ha caldo. "Posso prepararte quello che vuoi" dice a Simone, guardandolo oltre la piccola fiammella.
"Ma serio? Ho un sacco di cose che -" comincia Biondo, ma Filippo lo interrompe.
"- no." fa, allungandosi verso il cubano. "No, no, no, no." ripete, baciandogli l'angolo della bocca. "Solo a me."
Quello lo morde, che deve chiudere gli occhi che gli gira tutto attorno - merda, avrebbe dovuto mangiare qualcosa, non è più abituato a bere così. Risale con la mano lungo la sua coscia, su, su, su, sentendosi leggero e disinibito, Dio sì.
A quel punto, ignorando deliberatamente quello che sta accadendo oltre la candela in mezzo al tavolo, Lorenzo si riprende il telefono (e quelli nemmeno se ne accorgono) e mostra a Biondo una roba qualsiasi su Instagram, giusto per distrarsi. E poi butta giù un sorso enorme di quel cocktail e sì, finalmente anche lui può smettere di pensare.

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