VENTICINQUE

292 20 17
                                    

~ Attenzione ~
Gli aggiornamenti di Champagne tornano domenica 5 gennaio.

Ma non vi lasciamo soli: durante le vacanze di Natale ci terrà compagnia il Profe con gli aggiornamenti di ¿Qué horas son mi corazón?

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CHAMPAGNE
Venticinque

Vieni a mangiare con noi

1 Aprile

Filippo ha invitato Joele a casa non appena ha saputo che quello aveva un appuntamento a Milano. Ha invitato anche Lorenzo e per pranzo hanno ordinato da mangiare fuori.
Chissà perché passare tempo col bresciano lo fa sentire come se avesse Einar un po' più vicino: forse per le storie che quello racconta, per i ricordi condivisi col cubano.
Ora stanno guardando il daytime di Amici, mangiando la pizza ordinata e commentando le varie scene.
C'è Lorenzo che addenta un pezzo di hamburger e poi si ficca alcune patatine in bocca - le gambe che penzolano dallo sgabello della cucina. Forse sarebbe ripetitivo e scontato dire quanto, da quando Einar è rinchiuso in quella (benedetta) casetta bianca, lui si sia rilassato: egoisticamente si sente anche più contento, che finalmente riesce a godersi un po' il suo amico, stare con Filippo e starci davvero, senza che quello stia attaccato al telefono o in videochiamata a fare chissà cosa - non lo vuole sapere.
"Lei mi piace" butta lì con un cenno di mento alla cantante in tv, quella con i capelli cortissimi. "Giordana, no?"
"Sì" risponde Joele, addentando una fetta di pizza. "Piace anche a me" dice, annuendo un po'.
Filippo li ascolta senza farlo per davvero: ha appena intravisto Einar passare con un pacco di sigarette in mano, mentre Giordana parla in giardino con l'altra cantante (Ludovica?) e riesce solo a pensare a quello.
"Ha un che di Filippo" aggiunge il fotografo continuando a fissare lo schermo, mentre con la coda dell'occhio gli sembra di vedere il cantautore sospirare innamorato nel guardare Einar che passa nell'inquadratura - rotea appena appena gli occhi soffocando uno sbuffo.
"Cosa?" domanda il cantautore, voltandosi verso l'amico non appena sente il proprio nome.
"Giordana" ripete Lorenzo pazientemente (lo sbuffo ingoiato, mandato giù giù con della birra). "Mi ricorda te - non so bene come mai, forse il fatto che siate entrambi cantautori, no? E poi - boh, ha qualcosa di te e basta" e morde un altro pezzo di panino scrollando le spalle.
"Dici?" chiede, pensandoci su. "Non so, ma mi piacciono i suoi pezzi" confessa, rubandogli una patatina.
"Ehi!" borbotta quello riprendendosene una e mangiandola. Proprio in quel momento, sullo schermo appare Einar: sta fumando in giardino, appoggiato all'albero con la schiena, la giacca chiusa fino al collo nonostante sia già più caldo - il piumino gli scivola bene addosso, scendendo fino ai fianchi, lì dove l'elastico dei pantaloni della tuta gli accentua la linea della vita. Il cubano porta la sigaretta alle labbra, poi soffia via il fumo, pensieroso.
"Sta fumando troppo da quando è in casetta" butta fuori Joele, osservando lo schermo. "Non ha mai fumato così tanto."
Filippo non commenta, ma osserva: il cantante sembra quasi dimagrito tutto d'un botto - di sicuro lo stress, come per le sigarette. Lui aveva messo su peso, Einar lo sta perdendo.
La telecamera indugia ancora sul cubano. Lui stende un po' il braccio e si osserva la mano con attenzione, la sigaretta posata tra le labbra: guarda l'anello con la pietra, lo fissa e lentamente pare farsi ancora più malinconico. A quel punto, la voce fuori campo di Marcello interrompe la musica di sottofondo, lasciando l'immagine di un Einar ancora lì, che fuma. "Viste la malinconia e le difficoltà che sta affrontando Einar negli ultimi giorni, Ricky Martin ha deciso di incontrarlo" spiega mentre la scena cambia inquadrando il coach della squadra bianca seduto sul divanetto ed Einar che entra nella stanza (tutto imbacuccato).
"Hola querido" fa il portoricano andando incontro al ragazzo - Einar si lascia abbracciare ed accenna un sorriso. "Hola - ¿qué tal?" fa (è l'unico a cui Einar sia riuscito a smettere di dare del Lei), poi entrambi si perdono in piccoli convenevoli - i sottotitoli in italiano che appaiono sullo schermo.
"Sono contento che ci sia qualcuno che possa capirlo" fa il bresciano, riferendosi sia al coach che al ballerino. "Gli fa bene."
Einar, ora, siede sul divanetto con i gomiti appoggiati alle ginocchia, gli occhi velati di una sorta di malinconia che si acuisce nel momento in cui Ricky Martin gli domanda cosa gli manchi di Cuba. Che domanda stupida, pensa Lorenzo, guardando il ragazzo alzare un po' le spalle e poi fare quel sorriso appena accennato.
"Todo" risponde Einar in quel momento. "Los colores, los sabores, las playas, el clima relajado - el calor."
Sempre de corsa, anche quando se mangia sono state le prime parole che Filippo ha sentito dire da Einar la prima volta che si sono visti a Milano, quando gli ha chiesto come stesse. È qualcosa che ancora gli pesa molto ed il cantautore può capirlo benissimo.
Il coach sorride alla risposta del cantante e per qualche minuto si perde a raccontare di un episodio del suo passato a Puerto Rico - "El calor de nuestra tierra" conclude, poi, e l'espressione di Einar pare affondare nella malinconia.
"È qualcosa che qui non riesco a trovare" dice il cubano, guardandosi le mani: scivola col polpastrello a sfiorare l'anello di pietra al dito, quasi avesse un significato ben preciso quel movimento - quasi lo rassicurasse. "Come se fosse rimasto tutto a Cuba."
Filippo sfiora il proprio anello, quasi contemporaneamente all'altro e la cosa non sfugge a Joele, che sorride un po'.
"Non è rimasto tutto a Cuba" si ritrova a sussurrare, come se stesse cercando di tirare su l'amico.
Proprio no, sbuffa Lorenzo nella propria testa Lorenzo, salvo sgridarsi un secondo dopo per quel pensiero cattivo: sì, ma se solo Einar se ne fosse rimasto a Cuba...
"Háblame de tu vida en Cuba" propone Ricky Martin interrompendo i pensieri del fotografo. Adesso il coach sta sorridendo al cubano quasi volesse invogliarlo a raccontare qualcosa di più - dopotutto, che Einar non sia uno molto aperto (soprattutto se si parla del suo passato) è piuttosto risaputo.
"Lavoravo" se ne esce invece Einar (i sottotitoli che traducono le sue parole veloci ed in spagnolo). "Facevo il barman in un locale e scaricavo casse al mercato - non c'è molto da raccontare" e prova a chiudere lì il discorso.
"E la tua famiglia?" incalza un po' il coach, ma a quel punto Einar si irrigidisce raddrizzando la schiena - alza gli occhi verso quelli dell'uomo e lo fissa per un lungo attimo.
Joele abbassa lo sguardo, ripensando alla situazione, convintissimo che l'altro non avrebbe risposto. Il cantautore fissa invece lo schermo, che non vuole perdersi nemmeno un respiro di Einar: è un argomento difficile, sofferto - no, non risponderà, lo sa. Quasi odia il coach per averglielo chiesto.
"No quiero hablar de esto" dice, infatti, Einar, un sorriso tirato sulla bocca - la malinconia negli occhi che si è fatta ancora più presente. "Possiamo parlare di musica?" svia, allora, il discorso ammorbidendo un po' l'espressione sul viso. "Vorrei chiederti dei consigli per la preparazione di alcune canzoni."
Il cantautore sorride un po' a quella domanda ed alla luce negli occhi del cubano all'idea di poter avere dei consigli da un mostro sacro come quello che ha davanti. Mentre lo vede illuminarsi un po' di più per le parole dell'altro, ora coperte dal tappeto musicale, butta fuori un po' d'aria che aveva inconsapevolmente trattenuto.
Allunga la mano per rubare ancora una patatina e poi finisce la fetta di pizza in un morso solo.
Dio, quanto cazzo gli manca.

Champagne || EiramDove le storie prendono vita. Scoprilo ora