CHAMPAGNE
Diciannove
(1 di 2)Non sono mai stato meglio
Domenica 10 Febbraio
Filippo delle volte si perde a guardare Einar: è sempre un misto di incredulità e amore. Amore. In fondo, lui, ti amo lo ha detto - che l'altro lo abbia sentito o meno è un altro paio di maniche. Hanno finito di mangiare da poco ed il cantautore sta osservando il cubano fare foto su foto al panorama che ci si può godere da quella terrazza. Aspetta ancora un po', prima di avvicinarglisi di soppiatto ed abbracciarlo da dietro (ha questa voglia di abbracciarlo da quando ha parlato con Joele).
"Ehi, cosa fai?"
Joele e Lorenzo sono partiti da poco (Lorenzo non senza un non fare cazzate per il cantautore) ed Einar, mentre aspettava Filippo, si è messo a fissare e a fotografare il mare, quella tavola piatta che riflette i raggi del sole e che gli ricorda tanto casa - Cuba ed il suo calore. Blu, anche qui il mare è blu come i suoi occhi, occhi che diventano più splendenti del sole nel momento in cui le braccia del cantautore gli cingono la vita - respirare, ad Einar pare di tornare a respirare in quell'abbraccio e, paradossalmente, trattiene il fiato. Posa una mano sulla sua, nell'altra il cellulare con l'applicazione della fotocamera aperta - la terrazza è praticamente deserta e lui non vuole aspettare un momento di più per toccare il cantautore.
"Volevo fare qualche foto" risponde, allora.
Quello gli posa un bacio sul collo e dondola un po'. "Facciamoci qualche foto, dai." incita, inspirando profondamente il suo profumo.
"Sei sempre el solito egocéntrico" lo prende in giro Einar facendosi meglio spazio contro il suo petto. Torna ad alzare il braccio e lo piega un po' dopo aver inserito la telecamera interna - inquadra i loro visi. Quanto cazzo sono perfetti insieme.
Filippo vuole imprimere quell'immagine nella mente, Dio, chissà perché sono così belli l'uno accanto all'altro - così, come se si rendessero più belli solo avvicinandosi. "Guarda che belli, va."
"Grazie a me" ride quello voltandosi un po' col viso per dargli un bacio sulla guancia, la mano che stringe un po' di più la sua. "Facciamoci una foto e mandala a chi vuoi" fa piano.
Il cantautore gli dà un bacio sulla tempia e sorride divertito. "Vero. Sei tu quello bello." ed appoggia la fronte contro la sua tempia, contento.
Einar scuote un po' la testa, divertito e inquadra meglio le loro figure. "Pronto?" schiaccia il tasto, l'autoscatto inserito. "Tres, dos -"
E nel momento esatto in cui c'è lo scatto, il ventitreenne fa la linguaccia, arricciando un po' il naso, con quell'altro spalanca le labbra, oltraggiato da quella smorfia.
"¡Niño!" sbuffa, dando un colpetto all'indietro, col sedere, per spingerlo un po'. "Niñito eres."
Filippo scoppia a ridere. "Stavo ricordando il rabo encendido, sai com'è..." scherza.
Già, quel pomeriggio a la Cava di Saturno. "Sei un sussurellone" sbuffa Einar un po' indispettito facendo partire subito dopo il timer dell'autoscatto. "Estai serio, adesso" si raccomanda e si mette in posa con un bel sorriso.
Il cantautore fa lo stesso, ma poi lecca una guancia dell'altro nel momento dello scatto. "Scusa, ma sai di buono."
Einar si volta tra le sue braccia con l'espressione più oltraggiata del mondo - incrocia le braccia al petto, un broncio sulla bocca. "Sei un niño - un niño dispecioso" sospir ancora, che si dice così, no? Dispecioso, giusto? La parola gli è rimasta in testa così, da sempre.
Filippo ridacchia e stringe le braccia intorno alla vita del cantante. "Sono dispeciosissimo, vero?" fa, inspirando profondamente per mandar via la voglia di baciarlo - si morde un labbro.
"Sì" annuisce lui, la mano che gli accarezza un po' la schiena, solo per qualche secondo, quasi per distrarlo - un attimo dopo gli infila indice e pollice sotto la giacca di pelle (leggera - come faccia, così, mezzo svestito lo sa solo lui...) e gli pizzica il fianco con fare dispecioso.
Il ventitreenne espira lentamente e poi gli dà un bacio sulla punta del naso - quanto sta bene con lui. "Dai, proviamo a farne un'altra. Giuro che sarò serissimo." promette, sorridendo piano.
"Oye, lo so che menti" alza il dito indice Einar, poi glielo preme un po' sulla punta del naso fino a farglielo arricciare - gli piace tanto quando è tutto arricciato. "Ma proverò a crederti por davvero" dice tornando a voltarsi di schiena, tutte le vu che diventano morbide bi.
Quello lo abbraccia ancora e gli dà un altro bacino. "Vado bene così?" dice con la solita faccia seria da foto.
"Sì, ma estai così" mugugna il cubano facendo partire, ancora una volta, il timer dell'autoscatto - sorride, adesso, le fossette sulle guance e sotto, fuori dell'inquadratura, i loro tatuaggi uniti: cubalibre.
Filippo distende le labbra in un sorriso leggero, quasi istintivo - gli occhi fissi sul viso dell'altro attraverso lo schermo. Ed Einar si sente finalmente soddisfatto dalla foto che viene fuori: loro due che si riflettono uno nell'altro, gli occhi che brillano, quei sorrisi splendenti - diventa subito la sua preferita, senza dubbio. "Feli -" fa d'un tratto, che la sua testa sta facendo piccoli collegamenti. "Quando hai escoperto la cartella de foto che avevo fatto de nascosto a Cuba?"
"Le ho viste sull'aereo." ricorda, leccandosi le labbra. "Mi sono piaciute tutte subito."
Quello ride, una risata bassa e gli occhi posati sulla sua bocca - schiocca la lingua contro il palato. "Tanto lo sé cosa ci hai fatto, con quelle foto."
Il cantautore ride, puntando gli occhi sulle labbra dell'altro. "Cosa ci ho fatto?"
"Las pajas - muchísimas pajas" mormora Einar sentendo la bocca secca - passa la lingua sui denti, che vorrebbe avere la minima capacità di trattenersi quando Filippo gli è così vicino. Impossibile, però, che si sente attratto come una calamita - Dio, è sempre stato così. Sempre, fin dalla loro prima notte.
Filippo si lecca le labbra e manda giù un po' di saliva - non sa cosa voglia dire, ma riesce a intuirne il significato.
"Che ne dici di aiutarmi a fare le valigie?"
"Ay, no, mejor que no" fa lui con la sua cadenza esotica. "Non usciremmo dalla stanza prima de mañana, amore - lo sai" mormora, la mano che risale lungo il fianco del ragazzo e quella tentazione alla quale sta cercando di resistere: loro due in un luogo chiuso per più di cinque minuti? Dai, lo sanno entrambi benissimo come finirebbe, letto o non letto presente. Allora prova a concentrarsi su quei tanti piccoli dolori che gli sono rimasti, sui muscoli indolenziti, sul coprifuoco che deve rispettare per tornare al residence, sul lungo viaggio che li aspetta. "È meglio se le fai da solo."
Quello stringe le labbra e sospira. La verità è che vorrebbe baciarlo, ma non può in pubblico così, cazzo, non finché la gente potrebbe pensar male di Einar. "Aspettami."
"Nel efratiempo, vado a comprare qualcosa de comer" decide Einar, che le ore di macchina fino a Roma gli faranno venire fame - ne è certo, che conosce bene Filippo e pure se stesso. "Anzi, se me dai le chiavi della tua macchina, te espero al parcheggio" propone con mezzo sorriso. "Te fidi?"
Filippo prende le chiavi dalla tasca del pantalone e gliele passa. "Tanto so che me la rubi." lo prende in giro.
Quello gliele sfila di mano e finge uno sbuffo. "Mi hai beccato" dice, le infila nella tasca della giacca e fa un passetto indietro con un sorrisetto obliquo. "Non posso più escappare da te, allora."
"No, non puoi." dice il cantautore, dandogli un bacio sulla guancia. "Non te lo lascio fare."
Einar ride - ignora il vuoto allo stomaco per il significato dietro a quella risposta - e lo spinge appena, la mano sulla sua spalla, poi indietreggia un altro po'.
"Vete, dai, che la estrada per Roma è lunga, sai" butta lì. "Muy lunga..." e gli fa occhiolino - completa il tutto con un sorrisetto malizioso e ancora un passo all'indietro.
Filippo sorride un po' ed annuisce, alzando un po' le spalle. "Prendi qualche provvista per il viaggio e - ah! Fai mettere sul conto della camera." si raccomanda, pizzicandogli una guancia. "Ci vediamo al parcheggio."
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Champagne || Eiram
FanfictionCONCLUSA - Eiram | Sequel di Cubalibre | 2018 ed Einar vede la sua realtà sgretolarsi e la sua leggerezza andare via. Ma Milano è diversa da Cuba, la vita è diversa - anche Filippo ed Einar sono diversi, adesso. In un viaggio tra flûte di champagne...