(1 di 2) TRENTACINQUE

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CHAMPAGNE

Trentacinque
(1 di 2)

Ti amo

24 Agosto

"Ay - te quiero, niño."
Il sospiro di Einar arriva lento, basso, come un'onda pigra che si infrange sul bagnasciuga la mattina. Mare, spiaggia e Filippo - chissà perché nella testa del cubano questi elementi vanno sempre di pari passo? Forse la sua mente li ha uniti fin dalla prima volta che lui e Filippo si sono ritrovati su quella che è subito diventata la loro spiaggia, fin da quella volta in cui Einar aveva tentato di far tranquillizzare Filippo con il respiro del mare - come faceva suo padre con lui, da piccolo.
Un altro gemito, adesso la schiena che si inarca ed Einar che accoglie ancora una volta il cantautore in sé - perfezione, non gli viene in mente altra parola. Perfezione. La perfezione è Filippo dentro di lui, Filippo che fisicamente affonda nel suo corpo, Filippo che affonda nella sua testa e nel suo cuore con il suo amore, con la loro relazione a tratti imperfetta, con la loro musica. Sceglimi.
Stanno facendo l'amore lentamente, quasi con pigrizia, i loro corpi pressati insieme, gli sguardi che non si mollano se non per lo spazio di un secondo, se non per chiudere gli occhi per il piacere intenso. Casa del cubano e quello specchio che riflette le loro figure avvinghiate: un Einar sdraiato tra le lenzuola sfatte ed un Filippo premuto contro in un altro movimento calmo ma profondo, preciso - un gemito più forte e le mani di Einar che stringono il cuscino sopra la testa.
"Te quiero" ripete.
Filippo sorride contro il suo collo: ama fare l'amore con Einar così, lentamente - in realtà gli piace in qualsiasi modo. Gli stringe i fianchi con le mani e continua a spingersi piano, così piano che quasi sembra una tortura.
"Anche io."
"Quanto?" sospira ancora quello, gli occhi che adesso si chiudono in una scossa di piacere. "Ay, papi - ¿cuánto me quieres?" e sorride piano in un nuovo bacio allacciandogli le braccia al collo.
Il cantautore gli morde piano un labbro, poi sospira. "Troppo" ammette, ché si è reso conto che quel sentimento lì fin troppo - e tantissimo, così tanto che gli annebbia i sensi. Forse è questo che rende il loro rapporto così perfetto ed imperfetto allo stesso tempo.
"Sì" fa Einar quasi a caso e le dita che risalgono fino alla nuca di Filippo, gli tirano alcuni ricciolini ed un altro sospiro lento gli scivola via dalla bocca. "Joder - yo también te quiero demasiado" geme tendendo ogni muscolo sotto a quel piacere pungente - si serra con forza su Filippo. "Demasiado - ¿entiendes?" butta fuori senza fiato.
Filippo geme piano, troppo preso da quel piacere per rispondere (o capire) qualcosa. Serra le labbra sulla pelle della spalla dell'altro, cercando di farsi forza, ora che lo sente sempre più vicino. E quello cerca il suo viso, cerca di baciarlo ovunque riesca ad arrivare mentre sente il corpo tremare sempre più forte. "Amore" geme. "Amore, amore, amo -"
Il cantautore gli dà un bacio, ora che i loro corpi sembrano suonare all'unisono, ora che l'orgasmo coglie entrambi con una naturalezza che fa sospirare Filippo. Allora Einar spalanca gli occhi blu: si perde a guardare il fidanzato venire con lui, schiudere le labbra con lui, lasciarsi colpire dal piacere con lui, tremare con lui - insieme. Sono musica, loro, sono uno lo strumento dell'altro.
"Amore" sospira stancamente.
"Amore mio" risponde quello, dandogli ancora un bacio.
"Ciao" ride piano il cubano, i denti a serrarsi piano sulla sua bocca - rilassa piano i muscoli sotto gli ultimi spasmi di piacere e sorride, sorride in quel modo compiaciuto.
"Ciao" sussurra l'altro - un sorrisino stupido sulle labbra.
Einar gli passa le dita tra i capelli facendogli reclinare appena la testa all'indietro - gli lecca la gola, poi rincorre la sua bocca per baciarla lentamente, prolungando il contatto quasi volesse rallentare il tempo. "È estato - è estato maravilloso."
"Maravilloso" ripeté il cantautore, divertito - lo bacia ancora, accarezzandogli i fianchi. "Tu lo sei."
Quello ride piano e lascia scivolare lentamente via Filippo da sé - si volta a pancia sotto con calma stirandosi con cura ed affondando la fronte nel cuscino. "Ven" fa ed allunga un braccio all'indietro per cercare il suo corpo.
Filippo gli si stende accanto e porta la mano ad accarezzargli i capelli, giocando con qualche ricciolo, poi Einar volta il viso fino a poterlo guardare negli occhi - sorride. "Más cercano" mugola facendogli segno di andare più vicino.
Il cantautore gli si fa il più vicino possibile e gli dà un bacio sulla fronte.
E quello socchiude gli occhi, inspira il suo profumo dopo essersi voltato su un fianco e spinto contro il suo petto - lascia scivolare le labbra sul polso di Filippo, lì dove c'è scritto Cuba in caratteri d'inchiostro.
Filippo lo stringe a sé, sospirando. "Possiamo stare così per sempre?"
"No, no, no" lo prende in giro lui mordendo appena quella porzione di pelle. "Lo siento."
"Guarda che ti costringo" ride il cantautore, dandogli un bacio tra i capelli. "Ti costringo a stare qui."
"Ah sì?" fa Einar. "¿Y cómo?"
"In qualsiasi modo."
E lui ride, ride e lo bacia alzando un po' il mento per raggiungere meglio la sua bocca - gli tira la punta del naso tra indice e medio. "Non so se me convinceresti tanto facilmente."
Filippo sorride divertito e gli morde un labbro. "So come convincerti" afferma. "Ti conosco."
"Joder, te amo" sussurra Einar quasi a caso, le dita a stringere il mento del cantautore e gli occhi piantati nei suoi - blu, blu come il mare di Cuba.
Il cantautore sospira e sorride. "Io di più."
"Niñito" lo prende in giro il cubano tirandogli di nuovo un ciuffo di capelli sulla nuca. "Sei siempre un po' niñito - tutte le volte che te lo digo y sei più niñito" canticchia divertito sulle note di Arrogante.
Filippo ride e lo bacia, soprattutto per zittirlo. "Caraculo" lo apostrofa, accarezzandogli il viso. "Hai deciso, poi?"
"Cosa, amore?" domanda piano lui, la bocca che si muove a tradimento per mordere un dito dell'altro.
"Lo sai" risponde quello, baciandogli la punta del naso. "La festa."
Einar si umetta le labbra due volte di seguito - la festa. Da qualche settimana, la questione uscire allo scoperto è scemata leggermente: o meglio, Filippo non ne ha più parlato ed Einar ne ha approfittato per sfuggire all'argomento - ha ignorato internet, le teorie, le ipotesi, le foto scattate ed anche i fotomontaggi eiram.
Ieri, però, Filippo gli ha parlato di una festa, di una festa alla quale vorrebbe tanto che Einar andasse con lui, che lo accompagnasse. Ma, ancora una volta, Einar non ha dato una risposta precisa - ha tergiversato. Ora, però, guarda il fidanzato negli occhi e torna ad umettarsi le labbra. "No sé, niño."
Filippo stringe un po' le labbra, poi le distende e le poggia contro la sua fronte. "È solo una festa" dice, provando a convincerlo.
Quello lascia andare un respiro lento e stringe più forte le braccia attorno al corpo del cantautore - la testa posata contro la sua bocca calda. "Lo so..."
Filippo non aggiunge altro - sospira appena e prova a non sembrare troppo deluso dalla cosa dandogli ancora un bacio. "Va bene" dice solo.
Einar osserva l'espressione infelice del cantautore e sente una stretta allo stomaco, un velo di tristezza cadergli addosso e farlo sentire assolutamente colpevole - colpa tua, si dice, colpa tua se Filippo è infelice. "Amore -" lo chiama piano, le labbra che scivolano contro il suo mento. "- Es che vorrei lavorare un poquito alla mia musica estasera" gli spiega con tono di voce dolce. "Sai che no tengo mucho tiempo para farlo."
Il cantautore gli bacia il naso e sorride piano, un po' divertito - ignora il fatto che sia l'ennesima scusa per dargli buca alla festa. "Mi stai cacciando?" prova a scherzare, tirandogli qualche ciocca di capelli.
"Claro que si" risponde lui con un sorrisetto stringendosi con più forza al suo corpo - inspira forte il suo profumo, quel senso di colpa che continua a colpirlo allo stomaco. "Cómo hai fatto a capirlo?"
"C'era qualche indizio, qui e lì" butta lì, ridendo. "Sai, il modo in cui mi stai spingendo via..." sussurra e gli bacia ancora la fronte.
"Così?" chiede Einar serrando, invece, con più forza le braccia attorno alla vita di Filippo. "Vero?"
Filippo ride più forte ed appoggia la fronte contro la sua. "Vuoi proprio che vada via."
Quello gli si rannicchia più contro, gli occhi chiusi ed un sospiro profondo. La sua testa ha cominciato di nuovo a lavorare a ritmo serrato sull'argomento festa: festa, tante persone, la stranezza di vedere Einar lì proprio con Irama, con gli amici di Irama, così vicino ad Irama. Non si sente pronto a dirlo a tutti, non si sente pronto per uscire allo scoperto (come se fosse una novità, poi, che la sua relazione con Joele è sempre stata piuttosto palese), a lasciarsi ripetere ancora che è solo un raccomandato, che è arrivato dove è arrivato grazie alle spinte di Irama - ma soprattutto non è pronto a sentire la società additare negativamente Irama come "frocio". Sarebbe la cosa peggiore, sarebbe ciò che gli potrebbe fare più male, perché non vuole che la figura di Irama si riduca ad essere solo il cantautore con una relazione omosessuale. Ecco perché ha paura che tutti lo sappiano - vuole solo proteggere Filippo, la persona che ama. E vorrebbe solo che Filippo lo capisse.
"Ti amo" mormora Filippo, quasi a caso, piegando il viso per baciarlo sulle labbra.
A quelle parole, Einar fa un sorriso enorme - torna ad aprirsi col corpo, a sdraiarsi senza nascondersi più e prende un respiro più libero, come se il peso sullo sterno fosse improvvisamente sparito. Eppure ha bisogno di spezzare appena quell'attimo, come quando erano a Cuba e non poteva prendersi il lusso di innamorarsi di lui. "Me ami por mi culito."
Il cantautore ride piano e scuote il capo. "No" risponde, ammirando la linea dritta del naso dell'altro. "Ti amo perché sei un bravissimo barman."
"Ah, ecco" annuisce lui. "Porque te faccio i cocktails gratis."
"Beh, sai - mi hai conquistato così" lo prende in giro quello.
"En realtà ti ho conquistato facendomi escopare per bene" ci tiene a correggerlo Einar - sorride al ricordo della prima notte, della confusione negli occhi di Filippo, dei suoi movimenti inizialmente inesperti, a tratti grezzi. "Recuerdo ancora la tua espressione mentre venivi en me - por tu primera vez" sussurra trasportato dai ricordi - gli bacia la guancia, poi la bocca. "Eri così - così preso, niño, così sexy."
Filippo sorride, la mente che vola a quella prima notte insieme. "Tu eri bellissimo" sussurra. "Forse per questo sono durato nemmeno un minuto."
E l'altro scoppia a ridere. "Sì - creo que si" fa, poi lo abbraccia di nuovo. "Ma andava bene, era la tua prima volta."
"Avevo di nuovo tredici anni."
Einar lo bacia, lo bacia lentamente socchiudendo gli occhi, sorridendo contro la sua bocca - le mani sul suo viso. "Yo che ho perso la virginidad a tredici anni al mare" canticchia.
Filippo sorride appena e lo guarda negli occhi. "Io per te ci morirei, come ha fatto Kurt Cobain" continua, baciandogli poi il naso.
"Lo conosci? Es un chico de qui" gli sussurra quello, le labbra che sfiorano la sua pelle ad ogni parola.
Il cantautore lo bacia, come l'altro aveva fatto poco prima: lentamente, sorridendo piano. "Quanto è comodo questo letto" sussurra contro le sue labbra. "Comodissimo."
"Vero?" scherza Einar mordendogli la bocca - scivola meglio sotto di lui, le gambe leggermente divaricate. "¿Y te gusta el espejo, no?" chiede, che sa quanto gli piaccia.
"È fantastico" risponde quello, stendendosi su di lui - lì, incastrato tra le sue gambe. "Mi piace da morire."
"¿Y te gusta mirarnos mientras hacemos el amor?" continua quello, la bocca che risale lungo il suo collo, poi il mento - adesso le labbra.
"Lo sai" risponde Filippo, mordendogli piano la guancia. Per un secondo resta con le labbra lì, a riempirlo di baci, poi sospira. "Dai, amore, vieni alla festa."
Einar prende un piccolo respiro a quella richiesta - socchiude gli occhi per il tempo di un altro respiro, il tempo di una fitta densa di senso di colpa. "¿Para ver todas las perras bailar contigo?" mormora, allora, mentre lascia scivolare la mano lungo il suo fianco - spera lo distragga. "Y después litigare contigo? No, gracias."
"Ma se venissi, ballerei solo con te" prova quello, spingendo il bacino contro il suo. "Sai, come a Cuba."
Quello sorride un po', ma lascia cadere la questione - lo so, amore, vorrebbe dirgli, ma non risponde. Socchiude gli occhi dentro ad un altro bacio e stringe le mani sui fianchi di Filippo. "Facciamo de nuovo l'amore, niño" mormora invece, quasi a spostare l'argomento, quasi a provare ad evitare quel senso di colpa.
Il cantautore lascia cadere il discorso per l'ennesima volta, ormai totalmente scoraggiato. "Sì" soffia nella sua bocca. "Sì."
"Y estasera -" lo bacia Einar. "- estasera torna qui da me - dopo la fiesta" fa dentro ad un altro sospiro. "Canterò per te la mia canción nueva" gli promette scendendo con le mani fino al suo sedere.
"Todo desnudo - solo con mi guitarra."

Champagne || EiramDove le storie prendono vita. Scoprilo ora