CHAMPAGNE
Epilogo
"Ciao."
Einar sorride mentre le labbra si muovono lentamente articolando quel saluto - ciao. Non serve urlare, basta sussurrare o forse basta semplicemente schiudere le labbra e mimare il ciao: sono così vicini. Lui e Filippo sono tanto vicini da condividere, forse, un'unica anima: Einar ormai ne è convinto, se ne è convinto col tempo, se ne è convinto in questi giorni di caldo e di sole, di sabbia e di mare. Sposta appena le gambe piacevolmente incastrate tra quelle del cantautore - vicinissimi. I loro corpi, forse, sono nati per essere complementari, per incastrarsi perfettamente come fossero pezzi di un puzzle.
E hanno mantenuto la promessa e sono volati fino alle Azzorre, in una villetta affacciata su una piccola spiaggia privata. E sono lì, adesso, sereni e rilassati.
Nudi, sotto gli ultimi raggi di sole.
Filippo struscia il naso contro il suo con un sorriso assonnato sulle labbra: perfino il fastidio della sabbia attaccata sulla pelle non gli leva quella sensazione di felicità da dosso.
"Ciao."
"Ci siamo addormentati" fa Einar piano, un sospiro lento e gli occhi che tornano a socchiudersi. "Non teniamo più el ritmo" sorride poi, che hanno fatto l'amore praticamente per tutto il giorno: tra le onde, sul bagnasciuga, rotolandosi tra i granelli di sabbia - gemendo forte uno il nome dell'altro e raggiungendo il piacere sempre più lentamente.
Il cantautore lo stringe, divertito. "Stiamo già invecchiando?" chiede, lasciandogli dei baci umidi sulla guancia.
Quello ride piano, reclina appena la testa all'indietro, i ricciolini pieni di sabbia. "Ay - creo que si" fa.
"Tu prima di me" sussurra Filippo contro il suo collo. "Io sono un niño."
"Siempre me lo dimentico" scherza Einar, poi torna col capo dritto e si accoccola contro il petto dell'altro - le mani che scivolano sulla sua schiena. "Te hai bruciato le spalle?" domanda sentendo la pelle un po' calda al tatto.
"Forse" risponde quello, baciandogli la fronte. "Non ricordo se mi sono messo la protezione solare."
"No sé - el champagne vale como protezione?" chiede il cubano, un sorriso divertito che gli piega le labbra verso l'alto. Che ne hanno bevuto tanto, di champagne, davvero tanto: bevuto champagne e mangiato pizza con l'ananas.
Filippo gli prende il viso tra le mani e lo bacia. "Tu dovresti valere come protezione, ma mi fai sempre bruciare."
"Ay - qué caraculo soy" fa Einar, la bocca premuta contro la sua e poi un bacio lento, lentissimo - profondo. Lascia scendere le mani lungo la schiena di Filippo (i granelli di sabbia contro il palmo delle mani), fino al sedere perfetto: lì stringe la presa (un sospiro dentro al bacio) e un attimo dopo con l'indice scivola nel solco caldo tra le natiche - preme appena il polpastrello, proprio lì, in quel calore incredibile. "Vero?"
"Sì" geme piano il cantautore contro la sua bocca, mordendogli poi un labbro. "Caraculo."
Quello sorride ed ingoia il sospiro del fidanzato in un nuovo bacio, ora che scivola dentro di lui con il dito - piano. "Joder - sei caldissimo" sussurra estasiato, un sorriso enorme che gli si disegna sulla bocca. Non sa spiegarla questa voglia continua che ha di toccare Filippo - forse è quasi una dipendenza, la sua.
"Amore" sospira contro la sua bocca, forse dentro. "Ti prego" sussurra, dandogli un bacio - non sa neanche cosa gli sta chiedendo.
"¿Qué?" fa Einar con quel sorriso obliquo mentre si spinge più in profondità e gli sospira contro le labbra - aggiunge un secondo dito e spinge il bacino verso il suo. Non si bastano mai. Mai.
Il cantautore sospira e si preme contro di lui, socchiudendo gli occhi. "Lo sai."
"Così?" gli chiede piano l'altro, una piccola spinta in avanti - certo che lo sa. "Vuoi che lo faccia così?" insiste in un altro bacio mentre si muove piano in lui e contro di lui - gli ultimi raggi di sole sulla pelle, i granelli di sabbia appiccicati ovunque.
Filippo passa le dita tra i capelli del cantante e sospira, stringendo un paio di ciocche. "Sì" mormora, baciandolo ancora - è così bello avere così tanto tempo da passare insieme.
Einar gli morde la bocca, il bacino che si spinge contro quello dell'altro, i movimenti che si completano, che si rincorrono e quella scossa di piacere che li fa tremare. "Joder" sussurra, poi le dita che premono più in profondità - il tempo che si ferma, si dilata, i minuti che scorrono lenti ed i loro corpi che si inseguono in quella danza diventata, adesso, quasi febbrile.
Il cantautore piega la testa in avanti, appoggiando la fronte contro la tempia dell'altro. "Amore" ripete più e più volte, senza fiato.
"Vieni" mormora lui mordendogli la guancia, poi scivolando con le labbra lungo l'orecchino d'oro. "Vieni, papi - vieni" geme, i movimenti che si fanno più intensi e decisi e lui che si sente già magnificamente sull'orlo del piacere. "Eres tan sexy, papi."
Filippo trema piano, lasciandosi sopraffare dall'orgasmo - morde la bocca dell'altro provando a soffocare un gemito più forte.
Ed il cubano ride senza fiato. Ride pianissimo e viene lentamente anche lui, quasi senza forze - chiude gli occhi e bacia il fidanzato. "Hai durato due minuti, hai durato due minuti" lo canzona divertito, la voce roca, il respiro spezzato - sorride felice. E innamorato, pazzamente innamorato.
L'altro sbuffa divertito e si fa più vicino a lui. "Anche tu" gli fa notare, baciandogli il collo.
"Sì" è d'accordo Einar, le mani che adesso accarezzano il corpo di Filippo, che scivolano lungo la pelle arrossata e ricoperta di sale e sabbia. "Pero - adesso non ho davvero più fuerzas."
"Dovremmo dormire ancora un po'" risponde Filippo, chiudendo gli occhi. "Giusto un pochino, per riprenderci."
Quello inspira forte il suo profumo premendo le dita sui suoi fianchi, quasi non avesse sentito le sue parole. "Ti amo" dice allora a caso, forse per la centesima volta in quel giorno - gli morde la bocca, poi gli bacia la fronte, gli occhi, il naso.
Il cantautore sorride - un sorriso piccolo e contento - e si lascia baciare. "Anche io."
Allora Einar gli dà un altro morsetto - adesso sulla guancia - e poi allunga il braccio oltre il corpo di Filippo per afferrare la bottiglia di champagne dentro al secchiello - il ghiaccio ormai sciolto. Si tira appena su - la sabbia appiccicata alla schiena - e porta bottiglia alla bocca, ne prende un sorso. "È ancora fresco" fa soddisfatto.
L'altro gli ruba la bottiglia e si tira su quanto basta per bere senza rischiare di soffocare e ne prende un sorso. "Buonissimo."
Quello, dispettoso, gli lecca la guancia, poi cerca la sua bocca per un bacio allo champagne - sospira contro le sue labbra. "Como la pizza con piña" asserisce e ne approfitta per prenderne una fetta dal cartone poco più in là - quasi si spalma su Filippo per farlo. E ride.
"Caraculo" lo prende in giro Filippo, dandogli uno schiaffetto sul fianco. "Sei un caraculo."
"Déjame comer en paz, Irama" gli restituisce lo schiaffetto lui. Gli si siede sulle gambe e dà un morso abbondante alla fetta di pizza - un po' di pomodoro gli scivola sul mento insieme al succo dell'ananas.
Il cantautore lo osserva ed avverte il cuore martellargli in petto. "Sei bruttissimo" scherza, ammirandolo. "Davvero tanto."
"Tu más, papi" ride Einar avvicinando il pezzo di fetta verso Filippo e sporcandogli la punta del naso. "Ay -" sospira scuotendo un po' la testa con finto disappunto. "Y no sabes comer - eres un niño" gli fa notare annuendo con aria grave. "Te hai esporcato tutto" e mentre lo dice gli preme un po' di più la pizza sul viso.
Filippo scoppia a ridere e volta la testa per leccargli il polso. "Puliscimi, allora. Sono solo un niño" lo incita, stringendogli i fianchi con le mani.
"Ay - hai ragione, devo pulirti" è d'accordo quello e gli tira una ciocca di capelli per allontanarlo dal proprio braccio e farlo tornare col viso di fronte al proprio - lo osserva con attenzione. "Pues, da dove encomincio?" si domanda tutto concentrato e finge di calcolare davvero da dove iniziare - un secondo dopo spiaccica l'intera fetta di pizza sul viso del cantautore.
"Stronzo!" lo apostrofa Filippo, una smorfia di disappunto sul viso. Si allunga per strofinare la guancia contro quella dell'altro. "Un grandissimo stronzo."
Einar si dà una spinta all'indietro divertito sottraendosi al sugo di pomodoro - rotola (ancora così nudo) sulla sabbia e si tira su un po' goffamente. "Estronso y caraculo" si dice da solo annuendo (il dito indice alzato come se si stesse rimproverando) e cercando di mantenere un'espressione seria, però poi scoppia a ridere. "Dai, amore - proprio non sai mangiare senza esporcarti" sospira tornando a sgridare l'altro.
L'altro si pulisce il viso con una mano e poi si alza, facendo un passo verso il fidanzato. "Scusa, amore, lascia che ti dimostri quanto sono dispiaciuto" dice, avvicinandosi un po' di più. "Fatti accarezzare" fa, mostrandogli la mano tutta sporca di sugo.
Quello nega vigorosamente col capo - un passo indietro. "Escusa - no te conozco" ridacchia, un altro passo all'indietro, i piedi che affondano nella sabbia calda, il sole che ormai è quasi tramontato del tutto.
"Non mi conosci?" domanda Filippo, avvicinandosi ancora di più. "Allora posso stringerti la mano."
Einar ingoia una risatina e si allontana di un altro passo. "Non parlo con le persone con la faccia esporca de pizza - lo siento."
Il cantautore fa ancora un altro passo in avanti, guardandolo dritto negli occhi. "Allora dovrai scappare, perché voglio anche abbracciarti."
Quello sussulta divertito a quelle parole, l'adrenalina che gli esplode ovunque - fa un saltello e poi inizia a correre verso il mare. "Non me prendi" urla ridendo, i piedi che ora affondano nella sabbia bagnata.
Filippo scuote il capo e comincia a rincorrerlo, ridendo. "Guarda che ti prendo!"
Einar si volta per dirgli che non è vero con quella vu che diventa una bi - allarga le braccia e corre lungo il bagnasciuga. Leggero - si sente magnificamente leggero.
Il cantautore si ferma per un attimo, giusto per riprendere fiato (non si sente più le gambe, diamine), poi riprende a correre - un po' più veloce di prima.
Ed è lì che Einar si lascia acchiappare, si lascia afferrare al volo sul bagnasciuga (perdono appena l'equilibrio ma lo riacquistano un secondo dopo) e scoppia a ridere - poi prova a sgusciare via, ma la risata gli toglie il respiro.
"Ti ho preso" fa vittorioso Filippo, stringendolo a sé.
"Me ho lasciato prendere" chiarisce quello divertito, le mani su quelle del fidanzato ed il corpo che pende leggermente in avanti, giusto per lasciarsi sorreggere a peso morto.
Il cantautore ride e gli bacia il collo, sporcandolo un po' di pomodoro. "Certo."
L'altro lascia andare un mugolio, le labbra un po' imbronciate per quella scia di pomodoro, poi si rende conto di avere anche il ventre sporco di sugo e sbuffa divertito - dà un colpetto all'indietro col sedere. "Sai che non me dispiace più de molto questa posizione?" scherza.
Anche Filippo sbuffa divertito, appoggiando il mento sulla sua spalla. "È molto comoda" è d'accordo, dondolando un po'.
"Me sembra de averla già provata oggi" ridacchia malizioso stringendo la presa sui suoi polsi ed inspirando il suo profumo: Filippo sa di salsedine proprio come quando erano a Cuba e questo rassicura Einar come null'altro.
"Anche a me" sussurra quello, socchiudendo gli occhi. "Vorrei restare qui per sempre."
Il cubano lascia andare un mugolio infelice a quella frase: gli torna in mente che, tra qualche giorno, dovranno per forza tornare a Milano, al lavoro, agli impegni e, chissà, forse alle loro stupide discussioni quotidiane. Anche se adesso non dovranno più nascondersi - sorride un po' e si volta tra le braccia di Filippo. "Possiamo tornare" dice piano, poi con la punta della lingua lecca via un baffo di sugo dall'angolo della bocca del cantautore. "Qui, dico."
"Potremmo comprare una casa qui" butta lì Filippo, sorridendo un po'. "Così possiamo tornarci quando vogliamo."
"Una casa?" sussurra quello sorpreso, gli occhi blu che si fanno grandi e velati di felicità.
Il cantautore sorride e gli bacia il naso. "Sì, una casa."
"Metà per uno" patteggia subito Einar riferendosi all'acquisto della casa - struscia un po' la guancia contro quello dell'altro per addolcire la frase - non è una polemica, non è nemmeno un attacco, vuole solo esprimere il desiderio di pagare la casa insieme.
"E verremo qui ogni volta che ne abbiamo bisogno" fa Filippo, baciandogli la guancia. "Ogni volta che vogliamo - quando lo stress è troppo."
"Promesso?" domanda l'altro, gli occhi che si socchiudono ora che con le labbra gli sfiora l'orecchio, poi l'orecchino d'oro - si raddrizza nuovamente e cerca lo sguardo di Filippo per poter sigillare la promessa.
"Promesso" ripete lui, dandogli un bacio sul mento. "È una promessa."
"Con la playa davanti a casa?" chiede Einar, un respiro lento ed un sorriso che si disegna sulla bocca. "Y el espejo en camera?" scherza un po' - non troppo, in realtà. Che ama fare l'amore con Filippo e, nel frattempo, poterlo osservare da un'altra angolazione, poter vedere il modo perfetto in cui i loro corpi si fondono e producono musica.
"Soltanto uno?" domanda divertito Filippo, lasciando scivolare le mani lungo la sua schiena.
Quello butta fuori un miagolio estasiato. "Toda la parete piena de especchi" decide mordendogli la guancia. "Così escoperemo continuamente" ride pianissimo. "Y estarai contento" lo prende in giro, come se non si saltassero entrambi addosso ogni volta.
Il cantautore scuote il capo e gli dà una leggera spinta. "Sì, certo - a te non piacerebbe per niente."
"Esatto - para nada" conferma Einar annuendo con aria serissima - un sorriso sghembo che gli increspa le labbra un secondo dopo. "Escopare? Bleah" fa, adesso quasi ridacchia.
"Che caraculo" ride Filippo e lo spinge un po' di più, facendolo cadere in acqua.
Il cubano, ormai fradicio dall'ombelico in giù, allunga le gambe ed intreccia i piedi attorno alle caviglie del cantautore, così da farlo finire in acqua con lui - gelida, è già fottutamente gelida. Che strano, quando era a Cuba sopportava le temperature dell'oceano senza alcun problema.
Adesso accoglie Filippo contro di sé, i corpi che cozzano uno contro l'altro e loro che finiscono avvinghiati proprio lì dove si infrangono le piccole onde. "Ramarro marrone" protesta un po' allacciando, però, braccia e gambe al suo corpo.
Il cantautore gli si spinge contro, facendolo cadere sulla schiena. "L'acqua è sempre gelata."
Quello batte appena i denti in risposta, si fa un po' più piccolo sotto il corpo di Filippo - i brividi ovunque. "Più che a Cuba" dice poi.
Filippo lo stringe un po', poi si alza e lo aiuta a tirarsi su. "Vieni" dice, leccandosi le labbra. "Accendiamo un fuoco."
Einar gli si spinge contro, un braccio attorno alla vita dell'altro - gli lascia un bacio sul collo, lì dove raccoglie qualche gocciolina salata con le labbra. Una folata di vento e lui che trema un po', poi stringe di più la presa sul fianco di Filippo. "Wow - il mio uomo selvaggio" ride piano, che hanno già tentato l'impresa la sera scorsa ed il cantautore è stato abbastanza in gamba. "Molto sexy" aggiunge, la voce frammentata da un brivido di freddo.
L'altro sbuffa divertito e raccoglie la coperta da terra, scuotendola un po'. "Sì, sì" dice e gliela posa sulle spalle - poi, comincia a prendere il necessario per il falò.
Einar si siede accanto a lui e si arrotola la coperta attorno al corpo - ne passa un lembo a Filippo, posa le labbra contro il suo braccio osservandolo mentre si adopera per far prendere fuoco al ciocco di legno. "Amici en versione naufraghi" fa inventando un nuovo titolo per un programma. "Sesto giorno: Irama, todo desnudo, ententa accendere el fuego - quello vero, però, che quello della passione è già stato acceso" commenta divertito - un morsetto sulla spalla del ragazzo.
Filippo ride, mentre prova a far partire la prima scintilla. "Trasmissione vietata ai minori" fa e, un secondo dopo, riesce ad accendere un fuocherello.
"Oh si" annuisce quello, mentre allunga le mani verso la fiammella e si lascia pervadere dal calore - butta fuori un mugolio soddisfatto. "Sexo todas las noches - bajo de las estrellas" continua a commentare il programma inventato. "Nessun vestito - solo pizza con piña, champagne y anche del Porto" va avanti, che negli ultimi giorni hanno provato questo cocktail tipico portoghese composto da vino mischiato a Brandy - il sapore dolce e la gradazione alcolica piacevolmente alta.
"Sarebbe un bel testo per una canzone" scherza il cantautore, dandogli un bacio. "Possiamo pensarci."
A quelle parole, Einar gli morde il labbro prolungando il bacio, l'aria pensosa. Poi, d'un tratto spalanca gli occhi e si allunga immediatamente verso la chitarra appoggiata poco più in là - ne afferra il manico e la tira a sé. La imbraccia e posa sulle gambe incrociate all'indiana - è vestito solo della sua chitarra e sa quanto Filippo ami questo dettaglio. Sa quanto lo faccia impazzire.
"Un duetto?" sussurra, allora, quel sorriso obliquo (ed innamorato) sulla bocca - suona qualche nota a caso.
Filippo si allunga per baciarlo ancora con un sorriso simile sulle labbra. Un duetto è una meravigliosa idea, bellissima, fantastica. "Lo scriviamo ora?"
"Sì" risponde Einar entusiasta - si passa le dita tra i ricci bagnati ed abbassa lo sguardo sulla chitarra suonando, poi, qualche altra nota - annuisce convinto e ripete di nuovo le stesse. "Nananana" canticchia un secondo dopo, dando un ritmo esotico a ciò che sta componendo e muovendo la testa lentamente. "Nana - nanana."
Il cantautore sorride ed appoggia la testa sulla spalla dell'altro. "Qualcosa del tipo..." comincia, pensandoci su. "Hai quello sguardo assorto, ora che butti giù altro Porto" butta lì.
La voce di Filippo è calda e roca e scalda Einar fin in fondo al cuore: ammira da sempre la capacità del fidanzato di inventare strofe, di seguire il ritmo di una musica per un po' e poi costruirci sopra un testo - sorride e continua a muovere le dita sulle corde tese della chitarra, le note che risuonano nella loro spiaggia.
"Un succhiotto sul collo - y yo me ne fotto, me ne fotto" canticchia anche lui preso dall'ispirazione, poi inspira forte senza smettere di suonare. Si lascia accarezzare dalla brezza marina, dall'odore di legna bruciata, dalla coperta di stelle che è il cielo - dalla musica che lui e Filippo producono semplicemente stando insieme. Amore.
"Il mare, sai, ti assomiglia" sussurra canticchiando Filippo, dandogli un bacio sul collo. "Ti guardo - dai, passami la bottiglia."
Einar continua a suonare, sorride ad ogni parola che scivola via dalle labbra di Filippo - perfette, sono tutte perfette come la sua voce. Volta il viso e cerca la sua bocca, gliela morde piano e poi lo coinvolge in un bacio lento e profondo - le note che si ripetono ancora una volta.
"Vuoi sapere come la intitolerei?" gli sussurra a fior di labbra - un altro piccolo bacio.
"Azzorre?" propone il cantautore, mordendogli piano un labbro.
Quello nega piano col capo, il movimento che diventa un altro bacio - sbuffa un sorriso contro alla sua bocca.
"No" dice piano. "Porto."
Filippo lo guarda negli occhi, pensandoci: porto come il cocktail, ma anche come quello che sono l'uno per l'altro da quando si sono conosciuti. Porto sicuro.
"Sì" fa e lo bacia. "Porto."*
Fine
*
Ben arrivati alla fine di questa storia!
Vi ringraziamo per averci fatto compagnia in questi ultimi mesi e per aver apprezzato Champagne.
Presto arriveranno nuovi aggiornamenti per ¿Qué horas son mi corazón? (Il profe) ed una nuova avventura dal titolo Ad occhi chiusi.Fateci sapere se l'epilogo vi è piaciuto e qual è stato il vostro momento preferito dell'intera storia.
A presto,
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Champagne || Eiram
FanfictionCONCLUSA - Eiram | Sequel di Cubalibre | 2018 ed Einar vede la sua realtà sgretolarsi e la sua leggerezza andare via. Ma Milano è diversa da Cuba, la vita è diversa - anche Filippo ed Einar sono diversi, adesso. In un viaggio tra flûte di champagne...