DIECI

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CHAMPAGNE
Dieci

Voglio tornare a Cuba

28 Dicembre

Einar non è sicuro che riuscirà mai ad adattarsi al gelo di fine dicembre di Milano: dopotutto, per uno che sotto Natale ha sempre vissuto con una minima di ventiquattro gradi, ritrovarsi, adesso, con tre equivale a tremare continuamente per il freddo - o forse lui è sempre stato un tipo freddoloso e non ha mai avuto modo di capirlo, no? D'altronde, con le temperature calde e afose di Cuba...
Uno che anche ad agosto dorme con il copriletto, amore, aveva detto Joele l'estate passata, non mi stupirebbe vederlo, in inverno, girare avvolto nel piumone anche per casa. Sì, beh, Joele ha avuto ragione, che Einar ha passato la prima parte delle vacanze natalizie ad arrotolarsi in ogni coperta calda che trovasse per casa.
In realtà, capita ben poche volte che il suo fidanzato perfetto abbia torto. Perfetto fidanzato, sì - l'aggettivo perfetto non è spuntato a caso nella testa del cubano. Joele è perfetto sempre, è perfetto in tutto: è romanticamente perfetto, è elegantemente perfetto, sempre con la parola perfetta da dire, sempre con l'idea perfetta da proporre, sempre col menù perfetto da cucinare per l'occasione perfetta. Il suo è un fidanzato perfetto.
Lui e Joele hanno trascorso il Natale a casa dei genitori di Jo: sono stati tre giorni di festa, di tanto cibo e di tante coccole per Einar che ha un po' patito il cambio radicale di tradizioni (suo papà, poi, gli è mancato immensamente), ma che è stato anche super viziato dalla mamma di Joele (la madre perfetta del figlio perfetto), dai regali (perfetti anche quelli) e dai complimenti che guarda che ti seguo tutti i giorni su Realtime, sei sempre il più bravo. In realtà, è stato piacevole sentire di nuovo l'affetto di una famiglia, ne aveva bisogno.
E allora Einar ha assorbito tutto il calore di quella casa, lo ha tenuto con sé per confortarsi anche nelle notti più fredde, ché sotto il piumone del letto matrimoniale suo e di Joele, invece, c'è un gelo terribile. Già, non ha aiutato nemmeno rivedersi dopo tanti giorni e poter finalmente rimanere in intimità - freddo, freddissimo sotto quelle coperte, freddissimo tra i loro abbracci, tra i baci.
Einar si sente frustrato a dei livelli indescrivibili, si sente stanco e stressato - vorrebbe solo che il suo fidanzato lo guardasse, che lo guardasse e lo vedesse davvero. Joele non gli fa mancare niente, però: è il suo primo sostenitore, lo sprona, lo aiuta, lo riempie di piccole attenzioni - è perfetto, no? Ma non fanno sesso, loro - joder, loro non si sfiorano da così tanto tempo che il cubano ha iniziato a pensare di poter impazzire: ha bisogno di fisicità, ha bisogno di farsi toccare, ha bisogno di intimità.
Ed è così che si sente ora nel bel mezzo del gelo di Milano: frustrato, insoddisfatto ed infreddolito - Dio. È imbacuccato fino al naso, pieno di vestiti caldi, coi guanti, la sciarpa ed il cappello e sta in piedi davanti al fidanzato - gli accarezza piano i capelli. Stanno aspettando Filippo ed il suo amico, Lorenzo, da una decina di minuti: li hanno invitati a mangiare una pizza insieme per passare una bella serata. Einar non vede Filippo da prima di Natale e lo ha sentito poco e, forse, questo ha fatto crescere il suo livello di frustrazione: meglio che non ripensi alla notte sulla terrazza, al modo in cui si sono rifugiati a Cuba, a come hanno fatto l'amore nella loro testa. Meglio, sì, e meglio anche che non veda Filippo da qualche giorno, no? Meglio così, sì: meno tentazioni.
"Amore -" fa piano Einar, lasciando scivolare la mano lungo la schiena di Joele e premendo il palmo per farsi sentire. "- si muore di freddo..."
Joele gli sorride un po', mancando di interpretare correttamente il linguaggio del suo corpo, e lo abbraccia, appoggiando le labbra contro il cappellino. "Così sei un po' più caldo?" domanda, strofinando una mano contro la sua schiena - nonostante sia così freddoloso, Einar è una stufa umana: per questo lo ha sempre fatto un po' ridere l'idea che avesse così spesso freddo.
"Poquito" risponde lui, un sospiro appena appena accennato: chiude gli occhi e preme di più la mano sulla schiena dell'altro - poco dopo alza lo sguardo verso il suo e gli fissa le labbra, poi quegli occhi scuri che gli piacciono tanto. "Sono contento di estare un po' di tempo fuori con te. Mi sei mancato tanto, en queste settimane" ammette, anche se in quei giorni gliel'ha già detto.
"Anche tu, piccolo." risponde il bresciano, sorridendo un po' e dandogli un bacio sulle labbra. "Il letto era freddissimo senza di te." perché gli piaceva tanto dormire un po' abbracciati, baciargli la guancia per svegliarlo, condividere il suo respiro - era tutto così... Piacevole.
Einar ricambia piano il bacio, socchiude gli occhi e poi sospira appena. "Anche con me dentro, lo è" butta lì. "Esta noche avevo i piedi freddissimi."
"Dovrò tenerti più vicino allora." mormora lui, baciandolo ancora e dondolando un po'.
"Quanto vicino?" gli sussurra quello dandogli un morso delicato sul mento, la barba ordinata a pungergli un po' la pelle.
Joele gli afferra il viso tra le mani e lo bacia dolcemente, guardandolo negli occhi. "Vicinissimi, non riuscirai neppure a respirare." risponde, in tono scherzoso.
Un sorriso nasce spontaneo sul viso del cubano, che sente quel peso allo stomaco alleggerirsi un po'. "Interessante" mormora dentro ad un altro bacio, più passionale, incurante di chi sta giungendo da in fondo alla via.
Quello sorride e ricambia il bacio, perdendosi l'arrivo di Filippo e Lorenzo che sono a pochi metri da loro - e che avrebbero fatto volentieri a meno di quella scena o, per lo meno, il cantautore sarebbe vissuto anche senza.
Filippo si schiarisce la gola non appena si avvicinano alla coppia e dà una gomitata all'amico perché parli per primo.
Lorenzo, invece, regala un'occhiataccia a Filippo: lo ha capito, sì, che è ovvio che il cantautore voglia far rompere il ghiaccio a lui e - oh, a proposito di ghiaccio.
"Freddo, eh?" fa a mo' di saluto, attirando l'attenzione di Einar che si volta: ha le guance arrossate per il vento e gli occhi leggermente lucidi e Lorenzo riesce a notarlo anche se è buio.
"Troppo. Como fate a sopravvivere in inverno, qui?" sbuffa quello e si scosta appena dal fidanzato - cerca lo sguardo di Filippo e gli rivolge un sorriso amplio: "Ciao."
Filippo lo osserva: ha le labbra rosse quanto le guance, il cappellino un po' storto (quei bellissimi ricciolini lasciati scoperti) e, Dio, capisce quanto cazzo gli è mancato in quei lunghissimi giorni. Gli sembra di averlo baciato su quella terrazza giusto oggi. Fa per allungare la mano verso di lui, ma Joele gli sorride e lo abbraccia a mo' di saluto, prima di stringere la mano di Lorenzo.
"In effetti fa freddissimo, che ne dite di entrare?"
"Meglio, sì, finiamo dopo i convenevoli" risponde Lorenzo e dà una pacca sulla spalla al bresciano invitandolo a precederli per entrare nel locale - lascia gli altri due un passo indietro appositamente (nella speranza che Filippo non faccia qualche colpo di testa, che si è rincoglionito dietro al cubano).
Einar, fermo sul marciapiede, adesso fissa di nuovo Filippo ed allunga la mano per accarezzargli il braccio - sorride un po', che quel pellicciotto nero gli sta così bene, Dio. "Estrano, oggi ti sei vestito pesante."
"Mi andava così." risponde Filippo, poi fa un passo in avanti e lo abbraccia. "Sei bellissimo."
"Ho troppi vestiti addosso per essere bellissimo" ride quello stringendo le braccia attorno al suo corpo - quanto cazzo gli è mancato in quei giorni.
"Non mi rendi facile la serata così." scherza il ventitreenne. "Passerò il tempo ad immaginarti nudo."
"Como se non lo avessi mai fatto" ride dandogli un bacio sulla tempia e subito dopo avviandosi verso l'entrata. "Estai bene, comunque?" chiede dolcemente.
Quello lo segue ed annuisce, stringendo le labbra. "Bene, bene. Tu?" chiede, immaginando che vada tutto di sicuro bene: il bacio di prima parlava di una bella complicità - già.
Einar scrolla un po' le spalle e sfoggia un piccolo sorriso. "Il Natale me pone malinconia."
Filippo gli prende una mano e la stringe nella sua, infilando entrambe nella tasca del pellicciotto. "Sai che puoi chiamarmi sempre, quando sei un po' così, no? Ci sono."
"Sì" gli risponde quello e gli regala un sorriso più disteso - serra le dita sulle sue, forte, e le lascia lì finché non sono dentro al locale, finché non devono raggiungere il tavolo dove Lorenzo è già seduto, mentre Joele sta aspettando il fidanzato prima di accomodarsi.
Einar gli si avvicina, si sfila il cappellino, i guanti, la sciarpa e poi si slaccia la giacca (la felpa in più che ha aggiunto prima di uscire) e rimane con un maglioncino dello stesso colore degli occhi - glielo ha regalato la mamma di Jo, per Natale. Allora Joele gli sorride e gli sposta la sedia per farlo accomodare prima di sedersi accanto a lui. Filippo lancia un'occhiata a Lorenzo, poi si leva il pellicciotto e si siede di fianco al fotografo - quel maglioncino addosso ad Einar sta benissimo, cazzo.
Lorenzo, invece, che ha notato lo sguardo con cui l'amico ha accarezzato la figura del cubano (palese, Filippo è palese), gli passa il braccio attorno alle spalle e gli lascia un bacio sulla tempia, gli sfrega un po' la schiena con la mano e gli sorride: osserva Einar - al quale quel gesto non passa inosservato (e nemmeno gli occhi di Filippo su di sé) - che si sistema le maniche del maglioncino, i polsini della camicia bianca sotto - aspetta che sia qualcun altro ad avviare il discorso.
Filippo dà un bacio sulla guancia all'amico e sorride un po', sospirando poi, mentre il bresciano lancia uno sguardo al fidanzato.
"Beh." inizia proprio Joele. "Com'è andato il Natale? Ha nevicato un po', vero?"
"Un po', sì, niente di che qui in città" risponde Lorenzo scivolando via dalla presa di Filippo e giocherellando con uno dei menù che la cameriera ha appena consegnato loro. "Però siamo tornati ieri mattina dalle terme, siamo stati in Valle d'Aosta - lì sì che ce n'era di neve, eh, Filo?" fa, coinvolgendo l'amico nel discorso, con Einar che, con le mani strette per scaldarsi le dita, ascolta la conversazione appena iniziata.
Quello annuisce e ride un po' ad un ricordo che gli balza in testa. "Siamo anche riusciti a pattinare un po', ma Lori è praticamente negato. Si è fatto tutta la pista col culo a terra." racconta, facendo ridere Joele.
"Che merda" fa il fotografo dando uno schiaffetto sulla nuca all'amico. "Però non lo dici che sei stato battuto da un bambino giù per una pista da sci, eh?" sbuffa e, adesso, è Einar a scoppiare a ridere. "Ay, otra cosa que non sai fare, Filippo - como el fútbol" fa e si copre la bocca con la mano, che ricorda bene quella partita a calcio, a La Habana, coi bambini che avevano stracciato Filippo e lo avevano lasciato stravolto a bordo campo.
"Ancora?" fa il cantautore, guardandolo. "Li ho fatti vincere, lo sai!" esclama. "So giocare benissimo a calcio." e sorride, ché ricorda perfettamente tutto - ogni cosa.
Il bresciano li guarda confuso. "Cosa? Cos'è successo?"
Einar scrolla le spalle. "Sai com'è La Habana, Jo, con los niños por las calles: hanno visto un turista -" hanno visto un altro niño, aggiunge tra sé con mezzo sorriso "- y hanno voluto giocare con lui al fútbol. Solo che -"
"Questa storia non la sapevo!" esclama Lorenzo dando una gomitata a Filippo. "Non me l'hai mai raccontata!"
"Tanto non te avrebbe dicho com'è andata veramente, Lorenzo" ride Einar dando un calcetto sotto il tavolo al cantautore.
Filippo scuote il capo. "Io gli avrei detto la verità, cioè che li ho fatti vincere." si difende lui, leccandosi le labbra. "Tu eri quello scarso!"
Joele ride e scuote il capo. "È impossibile, Einar è bravissimo a giocare." ribatte.
"Visto?" fa Einar e dà un altro calcetto al cantautore, poi gli fa l'occhiolino, sentendosi particolarmente sicuro di sé, come quella prima notte a Cuba, mentre ballava nel locale e poi, beh, aveva visto Filippo. "Y poi yo aiutavo la niña - come si chiamava più?" chiede ancora a Filippo, aggrottando la fronte, che proprio non riesce a ricordare il dettaglio.
"Yanet." risponde subito quello, un piccolissimo sorriso sulle labbra. "Era così carina."
"Yanet" ripete Einar, un sorriso di rimando - subito dopo si riscuote. "Sì, ma -" e si volta a guardare prima il fidanzato, poi Lorenzo "- mi ha chiesto se esistesse el fútbol in Italia, dato che Filippo non sapeva giocare" e ridacchia.
Joele scoppia a ridere, scuotendo il capo. "No, dai. Era così scarso?" chiede, facendo incrociare le braccia al cantautore.
"Loris, racconta la mia performance nella nazionale cantanti." esorta con un gesto della mano.
Quello sbuffa una risatina - ha deciso di godersi appieno la serata, che la compagnia di quei due non è nemmeno malaccio. "Ma se a fine partita per poco non collassavi" lo prende in giro e poi si allunga a dargli un bacino, la mano che scivola sulla sua per un attimo. Einar segue il movimento, ma lascia che il suo sguardo venga catturato da altro - posa la sua, di mano, sul ginocchio del fidanzato.
Anche il bresciano nota il movimento e stringe le dita del cubano, mentre Filippo guarda indispettito il fotografo.
"Sei un fottutissimo stronzo." e gli pizzica la mano.
Lorenzo butta la testa all'indietro e ride, la mano che si sposta sulla sua nuca e gli accarezza i capelli. "Dico solo la verità."
Ad interromperli è la cameriera che, arrivata al tavolo, chiede loro se sono pronti ad ordinare: "Forse meglio se ripassa tra qualche minuto" fa gentilmente il fotografo che ha smesso di ridere a stento - lei ringrazia e fa dietrofront, ricordando indirettamente alla tavolata che sarebbe meglio decidere cosa ordinare.
Imitando gli altri tre, anche Einar inizia a sfogliare svogliatamente il menù con la mano libera - si imbroncia appena subito dopo aver finito di leggere la lista delle pizze.
Joele posa il menù e gli pizzica piano una guancia, guardandolo curioso. "Non c'è nulla che ti piace?"
Quello appoggia la testa alla mano. "Non capisco porqué es così difficile trovare una pizza con la piña in Italia" ammette, che sono mesi che prova a trovarne almeno una fettina, ma lì sembra davvero una cosa impossibile.
Lorenzo alza la testa dal suo menù (tanto prenderà una pizza di quelle condite con qualsiasi ingrediente) e guarda la coppia.
"Piña? Cos'è?"
"Ananas." traduce il bresciano. "A Cuba si mangia spesso pizza con l'ananas." fa con una smorfia.
Filippo guarda Einar. "Te l'avevo detto che non l'avresti trovata, no? Che è come una bestemmia." ricorda, divertito. "Buona, ma un peccato mortale." scherza un po'.
"Buona? Con l'ananas?" arriccia il naso Lorenzo e colpisce l'amico con uno schiaffetto sul braccio. "L'hai mangiata!" deduce dalle sue parole, che si capisce che gli è pure piaciuta. "Traditore della patria! Dovrebbero strapparti la cittadinanza italiana e niente più eventi a Napoli!"
Il cantautore lo indica e guarda divertito Einar di fronte a lui. "Vedi?"
"No, chicos, è davvero buonissima!" si difende il cubano, leggermente indispettito. "È che voi siete prev - previe - Dios, ¿cómo se dice, Jo?"
Joele scuote il capo, ma lo aiuta comunque. "Prevenuti." dice. "Ma non siamo prevenuti."
"Prevenuti" ripete il cubano e poi sbuffa: "Lo siete, invece, porqué se solo provaste ad assagg -"
"No, no, no. Capisci che non possiamo assaggiare una roba che distrugge le nostre tradizioni?" lo interrompe Lorenzo per poi scompigliare i capelli a Filippo, tirandogli un ciuffo (Einar si indispettisce per quel gesto, vorrebbe poterlo fare solo lui). "Vedi: Filippo l'ha assaggiata ed apprezzata. Beh, allora Filippo da oggi non è più italiano."
"Loris è davvero buona." risponde quello, pizzicandogli una gamba. "Sai cosa? Ora chiedo gentilmente alla cameriera se ce ne fa fare una, così ci darete ragione." dice e poi usa il cellulare come uno specchio per aggiustarsi i capelli.
"Ma figurati, ci cacciano a calci in culo" si ribella ancora il fotografo ed Einar alza le mani in segno di resa (il maglioncino che sale un po' fino a scoprire il tatuaggio sul polso - libre). "Va bene, niente piña. Facciamo così: estasera decidete voi una pizza por me, così io l'assaggio y poi un giorno sarete voi ad assaggiare la pizza con piña - d'accordo?" propone e fa un sorriso enorme voltandosi verso il fidanzato.
Joele annuisce ed acconsente. "Va bene, sono d'accordo." dice e prende di nuovo il menù. "Vediamo che pizza potrebbe piacerti."
"Meno male che non sceglie Filo, eh" scherza Lorenzo e dà una piccola manata a quello che sta bevendo un po' d'acqua, mentre Einar cerca di agganciare proprio lo sguardo del cantautore per sorridergli. "Porque, che pizza sceglieresti per me?"
Filippo alza lo sguardo ed incontra il suo, sorride un po'. "Beh, quella con su il kebab ovviamente."
"Non ascoltarlo, Einar: Filippo non è più italiano, quindi non fa testo" ribatte Lorenzo senza accorgersi del modo in cui gli sguardi dei due ragazzi si sono fatti complici, ricordando quella notte di qualche mese prima, a mangiare kebab seduti su un muretto della periferia milanese. Einar si lecca le labbra, un movimento minimo ed impercettibile - fissa Filippo per un lungo attimo.
Quello fa lo stesso - gli occhi caduti per un attimo sulle labbra dell'altro. Il sorriso si espande, mentre Joele chiude di nuovo il menù.
"E poi..." fa il bresciano. "Einar non ha mai mangiato kebab. Non sa se gli piace o meno."
Il cubano si volta a guardarlo e schiude le labbra, per un attimo interdetto: fortunatamente subito dopo gli viene in mente che non gli ha mai detto di aver cenato (si può chiamare cena un kebab alle due del mattino?) con Filippo, che aveva parlato di una festa privata che gli aveva fatto fare piuttosto tardi senza menzione al resto (a tutto il resto). "Già" dice allora alzando un po' le spalle e tornando a fissare Filippo. "Ma mi piacerebbe assaggiarlo."
Filippo gli rivolge un sorrisetto confuso e manda giù ancora un po' d'acqua. "Allora puoi ordinarla." consiglia, ma quello gli dà un altro calcetto (forse sarà il quinto da quando sono lì), uno sguardo serio stampato sul viso, che quel cretino di Filippo mica lo ha capito che Einar vuole trattenere il ricordo del loro kebab insieme e non mangiarlo su una pizza. "Meglio qualcosa de diverso" dice, guadagnandosi un assenso di Lorenzo.
Joele si volta verso di lui e gli accarezza i capelli. "Che ne dici di scegliere quella che non mangeresti mai? Quella che proprio non ti ispira." propone. "E non puoi fingere, perché conosco i tuoi gusti, sai."
Einar alza le mani in segno di resa (ancora una volta) e sbuffa con mezzo sorriso. "Está bien, fate voi. Ma niente kebab o sushi."
Lorenzo scoppia a ridere a quella frase e scuote piano la testa. "Praticamente tutto quello che mangerebbe Filo per sopravvivere" gli posa la mano sulla coscia dell'amico mentre la risata si esaurisce.
Il cantautore scuote il capo. "Ma è solo perché non li ha assaggiati, se li avesse mangiati saprebbe che -"
"- in realtà, ha assaggiato il sushi. Vero?" lo interrompe il bresciano lasciando che qualche dito si incastri tra i capelli dell'altro.
Einar annuisce sedendosi meglio e schiarendosi la voce: ricorda quella cena organizzata da Joele pochi giorni dopo il suo arrivo a Brescia - uno di quei locali eleganti che lui avrebbe volentieri evitato, no? E poi il sushi non era nemmeno niente di speciale, secondo la sua opinione, ma a Joele aveva detto che gli era piaciuto molto. "Una sorpresa di Jo" chiarisce.
"Ti è piaciuto?" domanda Filippo, studiando la sua espressione.
No - "Sì, è un po'... estrano" fa, che non vuole dire davanti a Joele (e di conseguenza ricordarglielo) che a Cuba esistono tanti piatti simili - più buoni e meno costosi.
Allora no, traduce il cantautore con un piccolissimo sorriso. "È questione di abitudine, credo." spiega, poi guarda Lorenzo. "Scegli tu, vediamo se meriti la cittadinanza, uh?" e gli pizzica la guancia.
"Io la merito solo perché ti sopporto continuamente, Filo" e gli blocca la mano delicatamente, le dita a sfiorargli il tatuaggio sul polso - quel tatuaggio ha attirato fin troppe attenzioni, negli ultimi tempi, e meno male che nessuno lo ha ancora collegato ad Einar... forse.
Joele osserva il cantautore baciare la guancia dell'amico, con tanto di sta' zitto che mi ami, che lo spinge a chiedersi se non - "Ho deciso." fa. "Radicchio e gorgonzola? Che ne dici?"
"Che cos'è el radichio?" chiede il cubano, che ha una mezza idea che possa essere qualche verdura (dato che Jo ne mangia di tutti i tipi), ma proprio non ce l'ha presente adesso. E sì, ignora tutti quei bacini tra Lorenzo e Filippo, che ammettere a se stesso di esserne un po' geloso potrebbe essere abbastanza pericoloso.
"È quella verdura un po' amara e viola che ho messo nell'insalata l'altra sera." spiega il bresciano. "Con lo zola dolce ci sta benissimo."
Einar fissa Filippo prima di voltarsi verso il fidanzato e sorridere. "Va bene, prendiamo quella" gli dice con una nota di dolcezza nella voce, mentre Lorenzo fa cenno alla cameriera che sono pronti ad ordinare e lei si avvicina con un sorriso enorme - quei due seduti a destra li ha già visti da qualche parte e forse anche l'altro, quello col maglioncino azzurro.
"Allora ragazzi, avete deciso?" chiede allora con un altro bel sorriso.
Filippo le sorride a sua volta e si lecca le labbra. Non è così sicuro della scelta del cubano: ha l'impressione che il gorgonzola potrebbe essere troppo forte per lui - magari può ordinare una specie di pizza di scorta.
"Una margherita, grazie." dice, allora, tutto sorridente - le rughette d'espressione intorno agli occhi -, mentre osserva gli altri ordinare (per Joele una rucola, crudo e grana che stranamente non lo sorprende molto) e, quando la ragazza sta per andarsene la ferma. "E birra. Tanta, tanta, tanta birra." chiede col tono di chi potrebbe morirne senza.
"Scelgo io per te?" propone lei con tono civettuolo - gli fa l'occhiolino ed Einar si ritrova a serrare la mandibola, che ricorda bene di quella notte a ballare, quando aveva mandato via il ragazzo e la ragazza che stavano appiccicati a Filippo. Vete a la mierda, aveva detto al tizio, desiderando tirargli un pugno su quel fottuto naso. Questa volta, il calcio che assesta sul ginocchio di Filippo è bello forte.
"Dici che posso fid-ah." il cantautore trattiene appena la smorfia, sorridendo a denti stretti. Finge un colpo di tosse e lancia uno sguardo al cubano. "Volevo dire - scegli tu, ma niente Corona." ed il sorriso è più piccolo, a labbra strette.
"Niente Corona" gli assicura la ragazza, poi si allontana dando modo a Lorenzo di esprimersi: "Scelgo io per te?" la imita. "Insieme alla birra ti porterà pure il suo numero, sta' a vedere" sospira con mezzo sorriso.
"Non è poi così carina" fa Einar, fingendo noncuranza riguardo all'argomento.
Joele sorride e dà un colpetto col gomito al fidanzato - prova ad ignorare il vistoso fastidio di quello. "Io conosco qualcuno di più carino." gli dice facendo roteare gli occhi al cantautore.
"Lo passiamo ad Andre? Il numero." scherza, appoggiando la testa sulla mano - Dio, la gamba gli fa un male cane.
"Non è il tipo per Rombo, mi sa" decreta Lorenzo.
Einar fissa Filippo ancora e ancora, poi si obbliga a voltarsi verso il fidanzato: gli sorride, gli accarezza il braccio e posa la testa sulla sua spalla cercando di regolarizzare il respiro e mandare via quel fastidio che ha sentito nello stomaco da quando ha notato che la cameriera sta flirtando con Filippo. Deve stare calmo, dopotutto lui è lì con Joele e dovrebbe fregarsene di tutto il resto: è lì con il suo fidanzato. Dio. Spera comunque che il ginocchio, a Filippo, faccia male, ma male davvero.
Non appena il bresciano distoglie lo sguardo, Filippo si volta verso il cubano e lo osserva, mentre Joele gli accarezza la testa e gli dà un bacio sulla fronte. Il cantautore si volta verso l'amico e sorride un po'. È Einar a scostarsi poco dopo dal fidanzato, i gomiti appoggiati adesso sul tavolo e le dita a massaggiarsi le tempie, che tutti quei pensieri gli stanno facendo venire il mal di testa, soprattutto perché li sente sbagliati, in questo momento, perché non dovrebbe nemmeno averli - non col suo fidanzato lì. E poi, se Filippo si scopasse quella mica sarebbero fatti suoi, no? Ecco, sì - deve riprendere il sorriso che ha avuto sulle labbra fino a poco prima: lo fa quando alza la testa vede lo sguardo indagatore di Lorenzo fisso su di sé (le labbra serrate e gli occhi chiari fastidiosamente curiosi).
"Creo que mi está venendo la febbre" inventa allora, ché è la sciocchezza più sensata che gli sia venuta in mente per giustificarsi, dato che ha anche sempre freddo.
A quelle parole, il cantautore torna a guardarlo, mentre Joele gli posa una mano sulla fronte.
"Te la senti addosso? Non sei caldo." dice e Filippo si rilassa un po', cercando il suo sguardo.
"Forse è solo un'impressione" fa il cubano rassicurando il fidanzato (e anche Filippo, che l'ha visto il suo sguardo e lo stomaco ha fatto una capriola caldissima) la mano sulla sua gamba. Il piede, invece, si muove sotto il tavolo proprio fino alla gamba di Filippo, questa volta ad accarezzarla un po': non riesce ad evitarlo, non riesce a non sfiorare Filippo e un po' si detesta (si sente sbagliato e coi pensieri pesanti), mentre continua a muoversi piano per attirare l'attenzione del cantautore - non si lascia nemmeno distrarre dalla cameriera che serve loro birra e acqua.
Quello sorride un po' ("Sicuro?" fa Joele subito dopo aver ringraziato la cameriera) e scopre i polsi alzandosi le maniche, lasciando scivolare gli occhi su quelli dell'altro.
"Quindi -" si schiarisce la voce Lorenzo, che la situazione a quel tavolo sta diventando bollente - è possibile che quei due deficienti non riescano a smettere di flirtare? Cazzo. Sono così fottutamente palesi che scrollerebbe Filippo per le spalle per farlo rinsavire (anche il bresciano, in realtà, che forse finge di non accorgersene) e urlargli che sono in pubblico. "- Avete dei programmi per Capodanno?" chiede alla coppia e attira Filippo a sé, il braccio sulle sue spalle, che lo ha capito benissimo che sotto al tavolo sta succedendo qualcosa, dati quegli sguardi - deve assolutamente interrompere quel contatto. "Pensate: questo stronzo qui mi fa lavorare pure il trentuno."
"Che coglione che sei. Mi cerco un altro Lori." fa il cantautore sbuffando.
Il bresciano sorride. "Credo lo passeremo con degli amici." confida. "Vorrei far vivere ad Einar qualcosa di davvero italiano, dato che è il suo primo capodanno qui."
("Non ne trovi come me, che dividano il letto con te quando hai le paranoie", fa quello).
"Per davvero italiano, Joele intende molto freddo y molto nevicoso" svela il cubano inventando una parola senza accorgersene, la mano tesa al lato della bocca, quasi stesse davvero confessando un segreto.
"Nevoso." corregge il fidanzato, divertito, mentre Filippo ignora il fotografo e guarda i due.
"Quindi lo passerete in montagna?" chiede, immaginando Einar coperto fino agli occhi e pieno di piumoni.
"Non proprio." risponde il bresciano. "Credo che in montagna farebbe davvero troppo freddo per lui."
"Vuoi uccidermi, Filippo?" fa proprio Einar fingendosi sconcertato ed immaginandosi al gelo, tra gli orsi polari e i lupi - scaccia un brivido di freddo al solo pensiero.
Il ventitreenne scoppia a ridere e si versa della birra. "Credo abbiate dei modi per scaldarvi, no?" lo prende in giro facendogli l'occhiolino e manda giù la birra - non male.
"Cómo faresti con -" aquella zorra de "- la cameriera, giusto?" gli risponde Einar fingendo a malapena che non gli interessi e cercando di mantenere il tono il più neutro possibile - e se se la scopasse?, si chiede (ignora la fitta allo stomaco), non sarebbero fatti suoi. Buon per lui, no?
A quel punto, Lorenzo fa una domanda a Joele, una qualsiasi, giusto per creare una conversazione parallela che vada a distrarlo da quello che stanno combinando quei due cretini: Einar è palesemente geloso e quel deficiente di Filippo continua a dargli corda - è frustrante e pericoloso e si sente pure stronzo a distrarre Joele a quel modo.
Filippo sorride al cubano e gli versa da bere, poi torna a guardarlo negli occhi. "Come me ed il barman." risponde, a bassa voce, sicuro che possa sentirlo soltanto lui e poi si versa ancora un bicchiere ("Sai, mi interessa da morire il montaggio. È difficile, vero?" domanda, nel frattempo il bresciano a Lorenzo).
Einar lo fissa, si sente così geloso, infastidito, frustrato che deve imporsi di smetterla. Deve smetterla, deve farlo sul serio. "Cameriera, barman - non trovi che siano poi tutti uguali?" fa invece - Dio, non si riconosce e nel frattempo non riesce a mettere a freno la lingua: non è collegata al cervello ed il buon senso sta andando a puttane.
("Lo è, ma se sei appassionato sopporti le fatiche senza troppi problemi. Ti è piaciuto il corto che ho creato per l'annuncio della data al Forum di Filo?")
Il cantautore scuote il capo, divertito e gli dà un colpetto sulla caviglia. "Non tutti. A L'Avana c'era un barman davvero carino." risponde con lo stesso tono basso di poco prima. "Faceva davvero caldo lì."
("È bellissimo! Anzi, volevo farti i complimenti. Lui che corre per lo stadio vuoto, che si arrampica. È pieno di significati nascosti, no?")
È, fortunatamente, in quel momento che la cameriera ed un collega si accingono a servire le loro quattro pizze: Einar ne approfitta per non rispondere a Filippo (e per riprendere un barlume di controllo di sé) e Lorenzo si sbriga a terminare il discorso sul cortometraggio.
"Vuoi cambiare lavoro, Jo?" domanda allora il cubano tornando a rivolgere l'attenzione al fidanzato, che ha captato un pezzo del discorso - non può focalizzarsi su quello che ha detto Filippo, lo farebbe impazzire e fare qualche passo falso. Sei qui con Joele, Einar, con il tuo fidanzato.
Quello ringrazia la cameriera e scuote il capo, mordendosi un labbro. "No, ero solo interessato a capire come funzionava tutto." confessa. "Per prepararmi per quando toccherà a te." dice, accarezzandogli la gamba.
"Per quando canterò al Forum anch'io?" scherza Einar e prende coltello e forchetta pronto ad assaggiare la sua pizza. "Li apri tu i miei concerti?" chiede a Filippo, ora che quell'ondata di gelosia è scomparsa - probabilmente grazie alla birra bevuta quasi alla goccia.
Filippo sorride e dà un morso ad una fettina. "Me lo stai chiedendo sul serio?" domanda, divertito. "E se non sapessi cantare? Ti rovino il concerto."
"Lo rovineresti per certo" scherza Lorenzo.
"Ay, esto es un problema serio, vero?" fa Einar, poi assaggia la sua pizza e fa una faccia terribile - quanto cazzo è forte quel formaggio?
"Serissimo." fa il cantautore, tagliando una fettina dalla propria pizza e mettendola di nascosto dagli altri due sul piatto del cubano.
"Pensa se se ne andassero tutti per colpa di Irama." scherza Joele, bevendo un po' - si è accorto del gesto di Filippo, ma lascia correre.
Einar nemmeno sente ciò che dice il fidanzato, che è rimasto immobile ad osservare il gesto di Filippo - il cuore batte così forte che ne sente il rimbombo nelle orecchie. Ed è stupido, no?, per un qualcosa di così semplice, ma forse è proprio la semplicità di ciò che ha appena fatto il cantautore a fargli stringere lo stomaco in modo così piacevole. Lo fissa negli occhi ed accenna un sorriso, un sorriso che diventa enorme quando assaggia la sua pizza - si lecca le labbra.
"Te ne do un'altra." mima quello con le labbra, tagliandone un'altra e passandogliela, mentre Lorenzo dice chissà cosa. "Aspetta." dice al fotografo. "Raccontala bene, però. Non è andato così lo shooting."
Lorenzo, che con la coda dell'occhio ha notato quello scambio di pizze tra i due (adesso Einar sta passando una fetta della sua nel piatto di Filippo con un sorriso enorme), inizia a riempire Joele di qualche chiacchiera sul funzionamento di un servizio fotografico - un po' gli dispiace nei confronti del bresciano, ma per Filippo farebbe questo ed altro, anche se si sta comportando da coglione da mezz'ora.
Il cubano sfiora il piede del cantautore, con la punta della scarpa risale lungo il polpaccio - quel sorriso che non riesce a togliersi dalla bocca. Dio, Dio, Dio. "Voglio tornare a Cuba presto" si lascia scappare, mimando la frase lentamente con le labbra.
Joele sorride a Lorenzo, annuendo e si allunga a versare un altro po' di birra nel bicchiere di Einar, rompendo non così tanto involontariamente il contatto visivo dei due. "Ein, sono stato troppo cattivo, vero? Vuoi fare a cambio?" chiede, dandogli un bacio sulla tempia. "Ti ho lasciato solo il prosciutto e il grana, che so che ti piacciono." fa, lanciando uno sguardo al cantautore e poi tornando sul suo fidanzato.
Einar sorride un po', dentro qualcosa di simile ad un senso di disagio: si è fatto beccare e si sente uno stronzo. Joele non merita che lui si metta a fare queste stronzate. Dopotutto sono stati bene negli ultimi giorno, no? "No, amore, me gusta - davvero" prova, allora, a recuperare. "Volevo solo assaggiare quella di Filippo" fa, poi posa la mano sulla sua e gliela stringe forte - deve smetterla di fare lo stronzo così, si sente malissimo. Pesantezza, si sente così fottutamente pesante.
"Dai, che hai su una smorfia disgustata." dice lui e scambia i piatti. "La prossima volta ordiniamo wurstel e patatine, que es perfecta para los niños como tú." lo prende in giro e gli pizzica una guancia per farlo sorridere un po'. Filippo, intanto, alza la mano per chiamare la cameriera ed ordinare un'altra birra - pensare che la serata stava quasi migliorando.
Il cubano, invece, prende la mano del fidanzato e lascia che le loro dita si uniscano e rimangano intrecciate sotto il tavolo, appoggiate alla gamba di Joele. "Lo siento, amor" fa piano, voltato verso di lui - si sente in difetto, si sente orribile e forse vorrebbe piangere un po'.
Quello scuote il capo e sorride, baciandogli la fronte. "Va tutto bene." risponde. "Può non piacerti una pizza, basta che me lo dici, però."
"Lo sé, ma non volevo -" scrolla le spalle lui, ancora girato verso il suo viso. "- che ci rimanessi male" ammette, che, alla fine, la verità (forse) è quella, però la questione della cameriera lo ha mandato totalmente fuori strada - joder. Torna a guardare gli altri due poco dopo, in tempo per intercettare la cameriera fare l'occhiolino a Filippo - si impone di rimanere immobile, con la mano stretta a quella di Joele, mentre lei ride e con un altro sorriso lascia il tavolo. Non deve dargli fastidio - non deve. Non può, joder.
Il cantautore sospira non appena la cameriera va via: si è quasi pentito di averci flirtato un po'. Continua a pensarci per il resto del tempo, quanto gli basta per finire la pizza e la seconda bottiglia di birra e, quando la vede avvicinarsi, si appoggia a Lorenzo e gli bacia una tempia - gesto che viene prontamente equivocato anche da Joele che non riesce proprio a capire che rapporto ci sia tra quei due.
Il fotografo tiene il braccio sulle spalle dell'amico, la mano che stringe la sua schiacciandogli insieme le dita, che si diverte a rompergli quando ha quegli anelli addosso - sa che gli dà fastidio mentre lui lo trova tanto divertente.
"Quella ti vuole scopare" sussurra voltato verso di lui, sfiorandogli l'orecchio con le labbra per fare in modo che solo Filippo possa sentirlo. Einar, comunque, vuota il suo bicchiere e si sente, finalmente, abbastanza accaldato per sopravvivere a quel gelo - e poi, forse, la cameriera se n'è andata con la coda tra le gambe, quindi...
"Ma non mi dire." scherza Filippo, provando a scrollare via la sua mano. Guarda gli altri due e sorride. "Cosa mi dite? Venite con noi a ballare un po', dopo?" chiede con un bel sorriso sulle labbra.
Einar lo fissa (anche Lorenzo, che ha un'espressione addosso tipo: ma sei scemo?) per un lungo attimo, mentre nella sua testa si aggrovigliano pensieri vari: quanto vorrebbe andare a ballare, una notte. Non balla da troppo tempo, da quando ha lasciato il lavoro al locale. Vorrebbe tanto tornare una notte a ballare, sentire la musica pompare nelle orecchie, chiudere gli occhi in quel mare di luci, in quel mare di gente - sentirsi di nuovo leggero, leggero davvero. Ma Joele non è un tipo da discoteca, è più uno da cene fuori e poi film al cinema, o da serie tv sul divano: ad Einar non è mai dispiaciuto nemmeno più di tanto, soprattutto dopo una settimana piena di lavoro al ristorante. Joele è perfetto, perfetto davvero e lui gli deve tanto. Ma dev'essere sincero, gli sarebbe piaciuto, però, andare una volta a passare una notte diversa, un po' fuori dagli schemi del fidanzato. E forse è proprio per questo che la proposta di Filippo potrebbe essere - no, Einar, la proposta di Filippo è decisamente una pessima idea: lui e Filippo a ballare insieme? E magari con un bel po' di alcol in circolo? E rischiare di perdersi in qualche ricordo di Cuba come tutte le volte che rimangono soli per più di cinque minuti? No, pessima pessima idea. Pessima sul serio. Allora sorride, ricordandosi delle dita ancora intrecciate a quelle del fidanzato - stringe di più la presa e rende il sorriso più amplio.
"Gracias, pero meglio di no: abbiamo un po' de cosas da fare domattina y poi Jo ha trabajado tanto oggi e -" si schiarisce la voce. "- un'altra volta, magari" declina l'invito cortesemente e Lorenzo - che è sollevato da quella risposta - dà una pacca sulla spalla dell'amico e lo attira a sé cercando di dargli un bacino sulla guancia.
Per quanto lo riguarda, Lorenzo è piuttosto felice, che almeno non dovrà tenere a bada Filippo e controllare che non faccia cazzate con Einar, che non si scambino i cocktail come si sono scambiati la pizza (in maniera piuttosto sgamabile) fino ad ora, sotto il naso del fidanzato del cubano. No, è davvero sollevato, che il massimo che dovrà fare sarà dirigerlo o meno verso qualche tipa adatta a lui o, in alternativa, verso altro alcool. Ecco, forse Filippo dovrebbe scoparsi qualche tipa - lo aiuterebbe decisamente. E lui spera sul serio che la serata finisca a questo modo.
"Beh, pare proprio che passeremo tutta la notte insieme: io e te, te ed io. Non sei felice, Filo?"

Champagne || EiramDove le storie prendono vita. Scoprilo ora