VENTI

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CHAMPAGNE
Venti

Tre minuti

Sabato 23 Febbraio

Il Frecciarossa viaggia ad alta velocità verso Roma da più di un'ora e Lorenzo non ne può già più di lavorare al computer - per non dire che la connessione internet funziona piuttosto male e lui sta iniziando ad innervosirsi. Forse non dormire decentemente da giorni non lo aiuta a mantenersi paziente e ogni piccola cosa lo irrita ancor più del normale. Con gesto, stizzito, allora, chiude il portatile e sbuffa forte - niente, Filippo non si accorge nemmeno del suo movimento o del rumore, che sta con gli occhi fissi sul telefono e con quel (cazzo di) sorrisetto scemo sulla bocca. Dio, sarà che Lorenzo si sente nervoso, ma gli sta sembrando di viaggiare da solo: capisce, ovviamente, quanto il cantautore possa essere stanco e abbia bisogno di rilassarsi con la sua musica e con il telefono, che anche gli ultimi giorni sono stati un susseguirsi di impegni post Sanremo ed Irama è praticamente diventato una trottola - per non aggiungere che non si ferma da quasi un anno a riprendere fiato. Lo capisce, davvero.
Però - però gli manca passare del semplice tempo con il suo migliore amico, quel tempo che pur se poco è di qualità, quel tempo che magari trascorrono al bar a bere una birra o a casa sua a giocare alla Play. O il tempo di un viaggio noioso in treno, verso una nuova avventura - tempo che avrebbero passato a fare i cazzoni, di solito, no?
Lorenzo sa che tutto ciò manca anche a Filippo, che Irama adesso è richiesto ovunque e continuamente e che anche lui vorrebbe tirare il fiato. Però - di nuovo però: però, i piccoli intervalli di tempo che prima erano solo loro, adesso sono diventati piccoli intervallo di tempo di Filippo ed Einar. Che sì, Filippo corre a Roma non appena può, oppure si chiude in camera in videochiamata per sentire il suo Ein, o ancora messaggia con lui per tutta la sera quando è l'unico modo per rimanere in contatto, a chilometri di distanza. E Lorenzo ci patisce un po'. Infantile, non è vero? Probabile, eppure lui non riesce a non sentirsi messo da parte e a soffrirci un pochino.
E poi - poi. Poi fosse solo questo, a preoccuparlo, riuscirebbe a passarci sopra, no? In fondo sarebbero solo problemi suoi e del modo che ha di gestire le emozioni. In fondo dovrebbe parlare un po' con Filippo e si scioglierebbe tutto in una risata e in una birra, no? In fondo. Sì, in fondo, in realtà, c'è un'altra cosa che lo preoccupa - e questa cosa dovrebbe preoccupare anche Irama. Eppure...
All'ennesimo sorrisetto scemo del cantautore (chissà per cosa, poi), Lorenzo prende un grosso respiro e si umetta un po' le labbra - allunga un calcio verso la gamba di Filippo e lo colpisce.
"Certo che viaggiare con te è proprio un piacere, eh" fa, che Rombo è in giro a telefonare e fa avanti e indietro per il corridoio da venti minuti e lui e Filippo sono rimasti soli nella cuccetta.
Filippo finisce di scrivere un messaggio (Spero riusciamo a vederci ora che sono lì) e poi alza la testa dal cellulare per guardare l'amico. "Cosa?" chiede - era così perso che non è riuscito a sentirlo. Dio, Einar gli manca da morire.
Lorenzo lascia andare un altro sbuffo - ignora il display (ancora una volta) illuminato del telefono di Filippo ("Lo espero anch'io. Oggi è andata de nuovo male a lezione - con Zerbi, entiendo").
"Ho detto che viaggiare con te è proprio un piacere" ripete allora.
"Scusa, non volevo ignorarti." risponde il cantautore, mentre digita un altro messaggio (Sempre la pronuncia?). "Ein sta avendo problemi per via della pronuncia e - ti ho già detto che non capisco questa situazione, vero? L'anno scorso nessuno ne faceva un problema con Emma." dice, poi blocca lo schermo. "Forse dovrei parlarne con Stash..." inizia, poi nota lo sguardo del fotografo.
"Forse sarebbe meglio che ti facessi i cazzi tuoi" butta lì quello cercando di limitare la punta di acidità nella voce - ci manca che Filippo si immischi a questo modo per mitigare la situazione. "O tanto varrebbe dirgli che scopate - ammesso che Anto non lo abbia già capito" conclude. Che forse lo hanno capito tutti - tutti e basta.
Quello sospira ed abbassa lo sguardo - perché Lorenzo ha sempre ragione? "Sì, dovrei star fermo e lasciare che se la sbrighi da solo, no?"
Finalmente lo hai capito - "Sì. Sarebbe meglio" risponde invece e si stropiccia un po' il viso con le mani - un altro respirone. "Sarebbe meglio stare più attenti in generale" lascia cadere lì.
Filippo lo guarda confuso per un attimo ed ignora il telefono che vibra sulla sua coscia - nuovo messaggio. "In che senso, Lo'?"
"In che sen - me lo stai chiedendo davvero?" fa quello alzando un po' il sopracciglio, che sarebbe già pronto a snocciolare un bel po' di motivi per i quali preoccuparsi ed essere più cauti, ma forse - forse - Filippo riuscirà ad arrivarci da solo.
Dio, si riferisce ancora alla foto alla stazione Termini? Il ventitreenne prende un respiro profondo e lo osserva. "Se è ancora per la foto di Gennaio -"
"Gennaio?" lo interrompe Lorenzo - scuote la testa con aria un po' sarcastica. "Oh, no. Io mi riferisco alle altre."
"Altre?" chiede lui, alzando un sopracciglio. Quali?
Il fotografo afferra nervosamente il cellulare e sblocca lo schermo, cercando le foto - se le ritrova ovunque, cazzo, ci taggano pure lui come se c'entrasse qualcosa. Ne trova una quasi subito e passa il telefono a Filippo.
"Questa, ad esempio" fa con tono nervoso, mostrandogli la foto della mattina successiva a Sanremo: c'è Filippo appoggiato alla ringhiera della terrazza con una sigaretta in mano ed un sorriso sulla bocca e, davanti a lui, un Einar imbacuccato (ma pur sempre riconoscibile) che allunga la mano per dare uno schiaffetto scherzoso al cantautore. Se lo ricorda, Lorenzo, quel momento: Filippo ed Einar si erano alzati per andare a fumare una sigaretta (come se nella veranda dove si erano seduti con Joele non fosse possibile fumare) e si erano allontanati con un sorriso complice - voglia di stare insieme, da soli, ecco cos'era quella sigaretta. E lui li aveva guardati, da lontano, rendendosi conto (con una certa ansia) di quanto cazzo fossero palesi i loro sguardi.
Filippo osserva la foto con un sorriso: in quel momento aveva appena fatto una battuta stupida sul materasso ed Einar gli aveva dato quel buffetto, prima di guardarlo negli occhi e costringerlo a star zitto con un solo sguardo. Se solo ci ripensa, sente il cuore in gola come in quel momento. "Sono giusto un paio di foto, dai." commenta, non riuscendo a cacciar via quel piccolo sorriso.
"Un paio di foto" ripete Lorenzo inspirando con forza - deve cercare di stare calmo, che quel sorrisetto lo sta innervosendo. "E come spiegheresti la presenza di Einar a Sanremo la mattina successiva alla finale del Festival? Concorreva pure lui e non ce ne siamo accorti?"
Ah, cazzo. "È un fottuto casino, lo so, ma - ma se non sai che è Einar può sembrare chiunque, no?" riprende in mano il cellulare dell'amico. "Potrei stare con - oh, ma abbiamo sul serio lo stesso taglio? Non me n'ero accorto."
"Cazzo!" sbotta quello riprendendosi malamente il cellulare. "È possibile che tu non capisca cosa - dannazione" e si obbliga a prendere un enorme respiro - profondo, profondissimo. "Irama non ha fatto tutta questa strada per - per cadere in uno scandalo da rotocalchi."
"Che non è importante!" esclama Filippo, fissandolo incredulo. "Cazzo, Loris, quante volte ti dovrò dire che non me ne frega un cazzo del gossip?" domanda, prendendo un respiro profondo. "Possono scrivere il cazzo che vogliono - Dio, c'eri anche tu quando ho rifiutato quella proposta del cazzo per vendere di più, no?"
Lorenzo lo fissa per un lungo attimo e si umetta le labbra. "E alla carriera di Einar non pensi?"
Il cantautore lo guarda e resta in silenzio, gli occhi puntati in quelli dell'amico. Certo che ci penso, vorrebbe dire, ma non riesce a farlo. Ha un nodo in gola che glielo impedisce - e poi, il suo stomaco si è d'improvviso svuotato a quella domanda e... Dio. Sto per mandargli a puttane la carriera prima che inizi: il momento in cui quel pensiero lo coglie è lo stesso in cui abbassa lo sguardo e nasconde il viso tra le mani. Dio, sono un casino. Un casino. Forse dovrebbe - dovrebbe...
Merda, merda. "Sono attento." fa, in tono sommesso, quasi volesse convincersene. "Ho guidato da Sanremo a Roma per stare attento - per evitare che..." ma non riesce a credersi. Che merda, che fottutissima merda.
Lorenzo è ancora lì che lo fissa - vorrebbe allungare la mano e fargli una carezza, dirgli lo faccio per il tuo bene. Ché fa male vedere Filippo così, fa male sapere che è proprio il suo migliore amico, suo fratello, che lo sta ferendo - tu quoque...
Ma Lorenzo sa che se si fermasse ora, se smettesse ora di premere su quel tasto, sarebbe come aver sprecato tempo. Allora rincara la dose: "Certo, sei stato attentissimo" fa con sarcasmo. "Avete scopato in autostrada, Filo. Ma che vuoi che sia, uh? Avrebbe solo potuto fermarvi la stradale e denunciarvi e - cazzo, sareste solo stati sulla bocca di tutti. Ma che vuoi che sia."
Quello alza lo sguardo giusto per guardare il soffitto. "Cosa vuoi sentire? Che sono un coglione?" chiede, grattandosi il naso.
"No, non cambierebbe i fatti" risponde lapidario il fotografo - si umetta le labbra e prende un altro respirone. Ferirlo per fargli del bene, ecco cosa deve continuare a fare - è per il suo bene, Lori.
"Filo, tu -" come un cerotto, Lori, come un cerotto. "Danno ad Einar del raccomandato" fa, anche se ha il sentore che Filippo già sappia.
"Lo so." sospira Filippo, stringendo le labbra. "Ma non vale un cazzo, non - Einar è capace di dimostrare che non è vero." che io non c'entro un cazzo.
"Può dimostrare il cazzo che gli pare, Filo, ma certi marchi sono difficili da lavare via."
"Credi che non lo sappia?" sbotta l'altro, indicandosi. "A chi davano del raccomandato lo scorso anno in quel fottutissimo programma?" domanda, retorico. "Guardami, guardami - non ho nulla più di lui ed ho fatto ricredere qualcuno."
"Cazzo, lo so!" geme Lorenzo sbattendo il palmo della mano sul tavolino. Ed è vero: quanto cazzo lo sa - c'è stato lui, vicino a Filippo, in tutta quella merda, dopotutto. "Dovete solo - Dio, cercare di stare più attenti e di non... Dio, di non essere così fottutamente palesi."
Filippo si passa una mano tra i capelli e poi inforca gli occhiali da sole. "Starò più attento." risponde, pensando al giorno dopo durante la diretta.
Scusa, vorrebbe dire quell'altro, che si sente uno stronzo. "Sarà meglio" lascia invece uscire, con tono leggermente acido (il cellulare di Filippo che vibra di nuovo: "Non capisco cosa voglia da me. Sto facendo del mio meglio, joder - è frustrante") e scuote appena la testa.
Il cantautore risponde al messaggio (Pensa soltanto a studiare, tranquillo.) e poi sospira. "Comunque non dovrai più preoccuparti." rompe il silenzio dopo un po', quasi sbottando. "L'altro giorno gli ho detto che lo amo."
Ah. Cazzo. Lorenzo rimane impassibile all'esterno, gli occhi di ghiaccio immobili sul cantautore - dentro, un casino, mille pensieri. Filippo ha detto ti amo ad Einar, gli ha detto ti amo, lui - "Ah."
Quello sorride a labbra strette, gli occhi puntati sulla chat di Einar. "Già." dice. "Mi ha risposto: 'cazzo'." continua, bloccando lo schermo del cellulare.
"Ah" fa ancora Lorenzo (un altro messaggio: "È quello che estò facendo, niño. Io - non lo so, ma mi manchi") che non sa esattamente cosa dire e, ad essere sinceri, non gli pare nemmeno una gran risposta quella che Einar ha dato al cantautore - quasi gronda insicurezza. "E basta? Voglio dire -"
Filippo ha il tempo di digitare un anche tu, poi si infila il cellulare in tasca. "Non ne abbiamo parlato più e forse è meglio così. È la seconda volta che glielo dico - forse dovrei solo smetterla."
Lorenzo sospira pesantemente ("Tanto, niño"), si alza e si lascia cadere sul sedile accanto a quello di Filippo - allunga un braccio e lo posa sulle sue spalle, lo stringe un po' a sé. Gli bacia la tempia delicatamente e sospira di nuovo, questa volta più piano.
Il ventitreenne lo abbraccia a sua volta e chiude gli occhi - la testa piena delle parole dell'amico e di inutili pensieri.
"Un abbraccio di gruppo senza di me?" fa Andrea, appena entrato nella cuccetta. "Dai, su, su, fatemi spazio, non siate cattivi." scherza e si butta sui due, abbracciando entrambi, ignaro di tutto.

Champagne || EiramDove le storie prendono vita. Scoprilo ora