CHAMPAGNE
VentiquattroIsla bonita
Domenica 17 Marzo
Joele è arrivato leggermente in anticipo al locale cubano dove ha prenotato per festeggiare l'entrata al serale di Einar con l'interessato, Filippo e Lorenzo. È uno dei pochi ristoranti di cucina cubana di Milano, se non l'unico, ed il bresciano lo ha scoperto grazie ad una cena fatta con gli altri del corso di salsa - sì, ha ripreso a frequentare il corso. Voleva tornare a sentire un po' di leggerezza - si è sentito troppo pesante, troppo giù nei giorni successivi alla rottura e, poi, ballare lo diverte.
E, a dirla tutta, lo rende sereno anche sapere che il cantante (cantante! Ufficialmente cantante!) cubano abbia anche qualcun altro a cui appoggiarsi, oltre la loro amicizia - qualcuno come Filippo.
È un bravo ragazzo ed è simpatico, poi sa perfettamente che al primo passo falso, Joele potrebbe ammaz - oh! Ecco Lorenzo.
"Ciao Lore." lo saluta dandogli una pacca sulla spalla.
Lorenzo non è per niente sorpreso di vedere già Joele all'appuntamento, anzi, avere indovinato che sarebbe stato il primo ad arrivare lo fa sorridere: Joele è davvero di quelle persone precise e sulle quali si può contare - non come un certo Filippo Maria Fanti che è sempre in ritardo. Pensare che lui stesso si è raccomandato con il cantautore (più e più volte e con molti messaggi che non sono nemmeno stati visualizzati - Lorenzo non vuole chiedersi perché) di arrivare in orario e smettere, giusto per un attimo, di scopare in continuazione. È abbastanza sicuro che siano state parole vane dato che Filippo ed Einar non riescono a staccarsi quando sono insieme, devono sempre almeno sfiorarsi - il fotografo spera che almeno per questo pranzo si trattengano un minimo data la presenza di Joele e, soprattutto, dato il luogo pubblico nel quale si troveranno. La sola idea lo rende piuttosto nervoso.
"Jo, ciao!" fa, adesso, dando un piccolo abbraccio al bresciano - lui gli sta simpatico. "Trovato traffico?"
"Oggi stranamente non ce n'era molto." alza le spalle quello. "Tu? Come va?"
"Bene" risponde il fotografo stiracchiandosi un po' e dando di sfuggita un'occhiata all'orologio al polso (cinque minuti di ritardo - niente per Filippo). "Domani si torna a lavorare al tour. Tu? Non ci vediamo da -" ci pensa su per un attimo. "Sanremo, giusto?"
Joele gli fa un sorriso ed annuisce. "È passato un po'." commenta. "Tra poco ci sarà il concerto al Forum, no?" quell'annuncio è una delle cose che difficilmente dimenticherà.
"Già" sorride a sua volta Lorenzo, lo stesso identico pensiero che gli attraversa la testa - che serata, quella. "Verrai?" chiede, poi, che sa che Filippo ha lasciato un pass da parte, in caso il bresciano decidesse di partecipare.
Quest'ultimo lo studia per un attimo, poi alza le spalle. "Mi farebbe piacere venire, ma credo di essere un po' in ritardo per comprare un biglietto." scherza un po'.
"Filo ha riservato un pass per te - in caso ti avesse fatto piacere venire" confessa ed accenna un altro sorriso. "Ma penso che te lo dirà oggi lui stesso. Doveva essere il suo, l'annuncio in anteprima, ma -" e ride scrollando le spalle.
"Davvero?" chiede il bresciano, leggermente stupito. "È carino da parte sua - potrei scusargli il ritardo per questo." fa, ridendo piano.
"Vorrei potere avere il tuo stesso spirito nello scusargli i ritardi" fa Lorenzo divertito, che ha visto quanto Joele si sia stupito per la storia del concerto - prende il telefono e legge un partiti ora nell'anteprima della notifica.
"Sarà che lo conosco da meno tempo di te." ride lui e controlla il cellulare - anche per lui lo stesso messaggio.
Lorenzo si issa sul muretto e si siede ("Già"), che sa che avranno da aspettare (già immagina quante inutili pause faranno quei due prima di salire in auto). "Hai deciso, alla fine, per quel corso di fotografia?" domanda, giusto per distrarsi un po'.
"Credo che lo seguirò a settembre." risponde, stiracchiandosi. "Ho ripreso quello di salsa, quindi non avrei tempo per quello estivo."
"Di salsa?" chiede quello. "Sai che ti ci vedo davvero?" aggiunge un secondo dopo con sincerità -i palmi delle mani sulle cosce, ad lisciare la stoffa dei pantaloni (di Filippo). "Se hai bisogno di qualche consiglio, comunque, per quello di fotografia..." butta lì.
Joele annuisce ed infila le mani in tasca. "Grazie mille." fa e lo guarda. "Se tu vuoi imparare qualche passo di salsa - anche se Einar mi ha sempre detto che sono un tronco." dice, divertito.
"Non sarai mai tanto tronco quanto lo è Filo, credimi" ride Lorenzo.
Lasciano passare così qualche altro minuto, a chiacchierare del più e del meno: Lorenzo si trova bene con Joele e sa che anche Filippo ha costruito un buon rapporto col bresciano: non che fosse scontato dato che dividevano lo stesso ragazzo. Chissà se Einar ha detto a Joele di aver quasi fatto sesso con il cantautore quando erano ancora fidanzati? Chissà.
Finalmente, Filippo ed Einar spuntano da in fondo alla via: stanno ridendo e si stanno spingendo a vicenda - il cantautore splende, cazzo, e al fotografo si scalda lo stomaco per la felicità di vederlo così (poi torna a dolergli quando pensa che cazzo, stanno per pranzare in un ristorante e a quei due si legge sulla fronte abbiamo scopato tutta la cazzo di notte). "Beh, dai, solo venti minuti" fa a Joele, riferendosi al ritardo degli altri due - mantiene il tono quasi neutro.
"La esmetti?" sta ridendo il cubano, adesso che è quasi finito giù dal marciapiede per l'ennesima spintarella di Filippo - gli fa ancora male la schiena per la botta della notte passata, quando sono caduti dal letto mentre, beh. "Te ho detto che è vero."
Joele ride osservandoli, mentre Filippo scuote vigorosamente la testa ed intreccia per un attimo le dita con quelle del cubano, prima di notare Lorenzo ed il bresciano.
"Oi, scusate, ma Einar ha sbagliato strada - si perde praticamente sempre."
Quello si volta a guardarlo con la bocca spalancata, offesissimo. "Non è vero!" esclama chiudendosi di più la giacca sulla gola e dando un altro colpetto sulla nuca del cantautore - l'anello lì, esattamente dove glielo ha messo Filippo qualche ora fa.
"Certo, come se non fossi tu a guidare" borbotta Lorenzo, mentre Einar alza gli occhi (quel sorriso enorme sulla bocca) verso Joele e sente un calore piacevole all'altezza del cuore.
"Dettagli." risponde il cantautore, accarezzandosi la parte lesa. "Certo che mi ha fatto un male cane."
"Hola, tío." sorride il bresciano avvicinandosi ad Einar ed abbracciandolo. "Sei più magro." nota, stringendolo piano.
"Solo un poquito" ribatte in risposta Einar, ma poi praticamente gli si butta ancora più addosso: lo stringe forte a sé e chiude gli occhi - nasconde la testa contro la sua spalla e sorride dentro a quel piccolo silenzio confortevole che si è creato tra loro. "Mi sei mancato, pequeñito" sussurra, allora, le labbra a sfiorare il suo orecchio - lui che si perde dentro all'abbraccio.
"Anche tu." mormora quello, accarezzandogli la schiena. "Sono così felice per te." dice, dondolando un po'.
"Jo" sussurra Einar rimanendo lì, abbandonato contro di lui. "Jo, Jo, Jo" ripete ed inspira forte. "Pensavo di non - joder, è estato così stressante" ammette poi.
"Ma ce l'hai fatta, no?" ride piano Joele. "Ed io lo sapevo, lo sapevo."
Filippo li osserva e dà un pizzicotto sulla coscia di Lorenzo. "Da quanto stai qui?"
"Ahia! Cazzone" ringhia quello restituendo il colpetto: si è distratto nell'osservare l'abbraccio di Joele ed Einar - uno di quegli abbracci piuttosto... affettuosi. "Che?" fa, poi, verso Filippo. "Ah. Venti minuti - quando sono arrivato Joele era già qui" risponde parlando piano, gli occhi ancora fissi sui due ex fidanzati abbracciati.
Il cantautore si accarezza la fronte e torna a fissare i due. "Immaginavo." commenta, mentre sente salirgli dallo stomaco dell'acidità. Joele mette fine lentamente all'abbraccio e sorride. "Sai, anche Marisol ne è felicissima."
Le mani del cubano salgono dalle spalle del ragazzo fino al suo viso - sorride a sua volta. "Sì? Lei è siempre così carina, vero?" fa, i pollici che accarezzano un po' gli zigomi dell'altro, finché l'occhio non gli cade sull'anello che adesso porta all'anulare e si rende conto che lì, a mezzo metro c'è - "¿Viajaste bien, tío?" domanda allora, schiarendosi la voce (un altro passo indietro), inconsapevole che sia stata la stessa domanda che gli ha porto Lorenzo poco prima.
Il bresciano lo guarda per bene (la maglia nera a collo alto che intravede sotto la giacca sembra stargli aderente e così anche i jeans - troppo stretti). "Non posso lamentarmi." risponde, poi rivolge uno sguardo agli altri due. "Dato che ci siamo tutti, che ne dite di entrare?"
"Sì - sto morendo di fame" risponde Lorenzo prendendo Joele sottobraccio e precede gli altri due verso il locale (finché può non vuole vedere quei due fare pucci pucci), mentre il cubano si volta a guardare Filippo con un piccolo sorriso. Hanno dormito, stretti insieme sul pavimento, abbracciati sotto il copriletto e, una volta svegli, Einar ha deciso di mantenere la parola data qualche ora prima - Dio, hanno fatto l'amore così a lungo, così passionalmente, così... così. Filippo gli ha lasciato togliere la felpa verde solo per fare la doccia, che continuava a ripetere quanto sexy fosse con quella addosso ed Einar, nei fumi del piacere, continuava a gemere papi, más. L'ultima volta, poi, è stato tanto magnifico quanto frustrante, incastrati tra le piastrelle ed il getto d'acqua caldo, a rincorrere l'orgasmo a lungo, stremati. Adesso Einar si schiarisce di nuovo la voce e manda via quei pensieri erotici, mentre passa al dopo, a quando il cantautore gli ha aperto la cabina armadio e prego, scegli tu, ché il cubano era partito da Roma senza nessun cambio. Ecco perché ora indossa pantaloni neri molto aderenti e quel maglione (sempre nero) a collo alto che gli scivola aderente sul corpo allenato - sopra, la giacca.
"Estai stanco, amore?" sussurra a Filippo, prendendolo un po' in giro - sono esausti e ogni parte del loro corpo grida, intorpidita e dolorante.
"Un po'." mormora quello, dandogli una pacca sul sedere. "Tu? Ti fa male qualcosa?" chiede con un sorriso innocente - lo sguardo già perso nel suo.
Quello gli restituisce lo schiaffetto, che il sedere sì, che gli fa male e si sente tutto intorpidito. E poi anche - "La eschiena, sì" ribatte, glissando sul resto con un sorrisetto, che tanto non è necessario specificarlo. La última vez, la última ve, la última vez que - papi, papi, oh ha ansimato sotto la doccia, quasi senza ritegno, mentre accoglieva Filippo in sé ancora e ancora, consapevole che sarebbe stata l'ultima volta e poi non avrebbero più potuto fare l'amore per troppo tempo - allora si erano praticamente consumati.
Filippo ride e stringe la mano intorno al polso dell'altro accarezzandogli il tatuaggio (Libre). "Sei così bello con i miei vestiti addosso." che sarà la centesima volta che lo dice col sorriso sornione e soddisfatto. "Bellissimo."
"Non trovi che i pantaloni siano troppo aderenti?" chiede quello con un sorrisetto, che lo sa bene quale sarà la risposta, dato che continua a chiederglielo per provocarlo, mentre Lorenzo, qualche metro più avanti, scoppia a ridere per qualcosa che ha detto Joele.
"Sono perfetti - su di te in particolare."
"Y posso tenerli?" scherza il cubano entrando, finalmente, nel ristorante che - oh.
Einar spalanca gli occhi con lo sguardo che scivola dappertutto: il bancone di legno, le mensole piene zeppe di bottiglie di alcolici di ogni tipo, le pareti ricoperte da quadri di stampe tipiche cubane, di personalità cubane, un musicista sul piccolo palco che sta suonando una canzone che Einar conosce - lui la conosce, ne ricorda ogni parola.
Einar si sente così tanto a casa, in questo momento, che si immobilizza cercando di immagazzinare ogni dettaglio - e quel profumo di cibo, quell'atmosfera e tutto che sa così tanto di casa. Sente gli occhi lucidi, di una malinconia, a tratti, felice.
Joele sorride, guardandolo: sapeva gli sarebbe piaciuto. "Non sembra di essere a L'Avana?" domanda per poi dare il proprio nome ad un cameriere che gli si è avvicinato.
Sì, il cantautore non può negare di sentirsi a Cuba in quell'esatto momento - allunga una mano a stringere quella di Einar quasi d'istinto.
Ricorda ancora quando il cubano lo ha portato in un locale simile a L'Avana: ricorda ancora le foto e gli autografi di Pablo Neruda ed Ernest Hemingway - lì, poi, ha ascoltato Einar raccontare delle vecchie storie che giravano ancora per la città proprio sullo scrittore americano. Dio, forse si chiamava proprio come questo locale...
"Jo è - es maravilloso" fa pianissimo il cubano, mentre ricambia la stretta di Filippo ed inizia a camminare praticamente appiccicato a lui per non mostrare le loro dita intrecciate. "Es maravilloso" ripete continuando a guardarsi attorno con occhi enormi - blu e lucidi.
Anche Lorenzo si sta guardando attorno, piacevolmente sorpreso. Ma il suo sguardo si blocca su un dettaglio non può che metterlo in allerta immediatamente: Filippo ed Einar stanno avanzando incollati, petto contro schiena, le mani unite tra i loro corpi. E lui che mai, mai riesce a rilassarsi in pubblico con quei due - Dio, spera che almeno si siederanno dalla parte del muro, a tavola, così che saranno più riparati da occhi curiosi.
"Non potevo crederci quando mi hanno portato qui, sai?" risponde Joele, prendendo posto a tavola. "Quante volte ci siamo andati a quel locale a L'Avana?"
"Muchísimas" sorride Einar accomodandosi lì dove Lorenzo gli sta indicando con un cenno del mento, con le spalle al muro e accanto a Filippo - è troppo preso da quei bei ricordi per potersi rendere conto che il fotografo sta cercando di orchestrare al meglio i posti a tavola e comprendere anche che non si tratta di dare loro la chance di stare più vicini, ma di un modo per salvare le apparenze in pubblico.
"Te ricordi de quella señora che cantava le poesie de quel poeta cubano?" chiede a Joele slacciandosi un po' la giacca e mostrando sotto il maglioncino nero a collo alto prestato da Filippo - Lorenzo lo riconosce immediatamente e lascia andare una smorfia malcelata.
"Ricordo di quando tu le hai gettato per sbaglio un cocktail addosso." ride il bresciano, scuotendo il capo. "È stato bellissimo."
Filippo posa una mano sulla coscia del cubano, sorridendo divertito. "Cosa? Come hai fatto?" gli chiede.
"¡Mentiroso!" insorge Einar (la mano che si posa automaticamente su quella di Filippo) verso Joele. "¡No es verdad!" fa rivolto verso la tavolata, giusto per chiarire che non è per niente vero. "Fue culpa de un borrachero que me empujó" si difende ancora, che si ricorda perfettamente di quel tipo ubriaco che lo aveva spinto - Lorenzo lo guarda (prova ad ignorare il fatto che indossi i vestiti di Filippo) ed aggrotta le sopracciglia, che non ha capito mezza parola.
"Dice che è stata colpa di un ubriaco che lo ha spinto." traduce velocemente Joele, per poi indicare l'altro. "Io ricordo che sei inciampato, sai?"
Il cubano emette uno sbuffo divertito, alza gli occhi al cielo (con la mano libera si sistema un po' il collo alto - lì dentro c'è un bel caldo e lui si sente così a casa, joder) e scuote la testa. "No tropezé" insiste. "Pues, comunque la señora aveva riso mucho" ci tiene a precisare.
"Certo, perché poi ci ha provato con te - o con me?" fa, che non si ricorda più.
Il cantautore appoggia il mento su una mano e sorride. "Anche Lori una volta ha gettato un drink addosso ad una."
("Contigo, pequeñito" risponde Einar al bresciano e gli regala un sorriso). Il fotografo scuote la testa e sbuffa un po'. "Primo: è stato un errore. Secondo: è stato una vita fa! Avremmo avuto... boh, diciassette anni?"
Filippo prova ad ignorare il fastidio per il vezzeggiativo (sempre quell'acidità che non sparisce) e guarda l'amico. "Forse sedici." scherza, intrecciando le dita della mano nascosta con quelle di Einar.
"Sai che non riesco a immaginarti -" inizia il cubano con le gi morbidissime "- a sedici anni?" fa, le dita che scivolano un po' sulla sua coscia e quel respiro più profondo, che la vicinanza di Filippo lo fa sentire calmo
"Non ti perdi niente, Einar. Faceva il cazzone proprio come ora."
"Avevo dei capelli di merda." ricorda il ventitreenne, annuendo. "Ed ero molto più cazzone."
"Più caraculo?" chiede Einar voltando un po' il viso a guardarlo - Dio, quanto è bello, pensa, mentre nell'angolo del locale il musicista ricomincia a suonare ("Con candor el alma intera yo le di, pensando nuestro idilio consagrar, sin pensar que ella, lo que buscaba en mi, era el amor de loca juventud") ed il sorriso sulla bocca del cubano si allarga.
"Ti sembra impossibile?" scherza Filippo, puntando gli occhi nei suoi - potrebbe starci giorni interi, solo a guardarlo.
"Sì" ammette Einar e scoppia a ridere, quella bella risata, mentre Lorenzo indica il cantautore ed annuisce: "Vedi? Vedi che non sono l'unico a pensarla così?" fa sentendosi un po' più rilassato - leggermente, ma forse è il clima che si respira lì dentro.
"La maggior parte delle cose che ti ho raccontato sono successe a sedici anni, sai?" confessa divertito il cantautore, mentre Joele dall'altra parte prende in mano il menù.
"Sì, come quella volta che hai mostrato il culo a tutti, a quella festa in spiaggia - Dio, eri così ubriaco" ricorda il fotografo, nella sua testa l'immagine di quel ricordo divertentissimo.
"Ay, qué caraculo, niño" scuote la testa Einar (un pizzicotto sulla coscia di Filippo) e poi imita Joele afferrando un altro menù: man mano che i suoi occhi scorrono l'elenco dei piatti, il suo sguardo si illumina ed il suo sorriso si allarga - casa, quel posto sa di così tanto di casa. "Oh. Los camarones" mormora quasi sognante.
Joele annuisce. "Sono buonissimi, sai? Ve li consiglio."
"¿Son como los cubanos, Jo?" gli chiede, il dito indice fermo a quella riga del menù e gli occhi (luccicanti di felicità) puntati nei suoi.
"Cosa sono los camarones?" fa invece un Lorenzo confuso, che il menù è tutto in spagnolo e lui è riuscito ad individuare solo le birre - ottime birre, però.
"Gamberi." risponde Filippo, sorprendendo gli altri tre. "Sì, dai. Li abbiamo già mangiati." fa verso il fotografo (quasi volesse interrompere gli sguardi degli altri due).
"Va bene, va bene, mi fido" risponde quello e si appunta mentalmente di ordinare proprio quella pietanza. "Prenderò quelli e birra .- tanta birra" aggiunge. A quelle parole, Einar si rende conto di quanta sete abbia - infinita sete: tra le due bottiglie di champagne e beh, tutto il resto, è quasi sicuro di essere sul punto di disidratarsi. Sete, sete, sete - "Per me, invece, acqua, tanta acqua" fa allora, imitando la frase di Lorenzo ed ignorando un ricordo di qualche ora prima, quando lui e Filippo avevano bevuto l'ultimo sorso di champagne e poi... - si schiarisce un po' la voce.
"Io credo prenderò..." comincia il cantautore, scorrendo gli occhi sul menù. "- oh. Ropa vieja - non avevi detto che non lo avrei trovato da nessuna parte?" prende in giro Einar e Joele li osserva divertito.
Einar spalanca la bocca fingendosi offesissimo (una risata gli rotola via dalle labbra un secondo dopo) dalle parole di Filippo e gli dà un colpetto sulla nuca con la mano che nascondeva sotto il tavolo fino ad un attimo prima, unita alla sua - un piccolo tonfo tra i ricciolini e poi torna a posarla sulla sua coscia, torna ad intrecciare le loro dita. "Pues, non en locali non cubani" ritratta, allora, con finta aria serissima.
Quello gli fa la linguaccia e scuote il capo, stringendogli la mano.
Il bresciano si schiarisce la gola e posa il menù. "Che ne dite se prendiamo anche una porzione abbondante di arroz con todo da condividere - sarebbe riso con..." comincia a spiegare a Lorenzo, venendo interrotto da Filippo.
"... è come la paella."
"Es como la - ¡Felipe!" esclama Einar ancora più oltraggiato di prima (Felipe - Lorenzo rotea annoiato gli occhi a quel nomignolo) - gli pizzica l'interno coscia con indice e pollice.
"Beh, se è come la paella..." rincara la dose il fotografo, giusto per far indispettire un po' Einar. "Se è come la paella allora lo prendiamo."
Il ventitreenne si morde un labbro per nascondere un gemito infastidito. "Ammettilo, dai." esorta verso il cubano, mimando un amore con le labbra.
"Non è como la paella" sbuffa ancora il cubano, anche se quell'amore già lo ha intenerito. "Díselo, Jo" fa, ma poi lascia perdere perché - "Es como se io dicessi che la pizza vera ha la piña sopra" ricorda loro, ma un secondo dopo ridacchia, che sa quanto l'argomento sia delicato per gli italiani - Lorenzo fa una smorfia.
"No, no. Sono d'accordo con te, ma il paragone è azzardato." fa Joele, alzando le mani.
Filippo ride. "Va bene, va bene. Non lo dirò più."
"Beh, comunque a Filo la pizza con l'ananas piace - e anche fin troppo" rivela il fotografo con un sorrisetto, mentre sulla bocca di Einar, a quella frase, si distende un altro tipo di sorriso, uno particolarmente innamorato: Lorenzo lo vede sfiorare la scritta libre da sopra il maglioncino nero - chissà quale connessione hanno pizza con ananas e tatuaggio, a lui proprio sfugge (nel dubbio rotea nuovamente gli occhi).
Il cantautore guarda Einar con lo stesso sorriso. "Già - è che mi ricorda la prima volta che l'ho mangiata." subito prima dei loro tatuaggi, subito prima di fare l'amore al locale. Già.
Il giovane cameriere interrompe quegli sguardi e la divertente diatriba sulla pizza e sulla paella dando loro il benvenuto al locale in un italiano esotico e chiedendo cosa gradissero da bere e da mangiare.
"Beh -" fa Lorenzo "- io farei ordinare tutto ad Einar."
Il cameriere, un po' confuso, guarda dapprima il fotografo e poi quello che è stato indicato come Einar che - ah, forse non gli è nemmeno poco familiare quel viso.
"Ay, solo lo dice porque soy de Cuba" chiarisce subito Einar al ragazzo.
"¿De Cuba?" si illumina quello e sorride. "¿Y de dónde?"
"Santiago. Pero también ellos estuvieron en Cuba - La Habana" precisa lui indicando col capo Joele e Filippo.
"Ay" fa il cameriere. "¿Y os gustó?"
"Es un lugar maravilloso." risponde Joele con un sorriso nostalgico. "Yo fui allí para trabajar algunos meses pero la visité casi toda." ricorda. "Fue una pena irme."
Il ventitreenne guarda i tre senza sapere cosa dire, si volta verso il fotografo, poi torna a guardare il cameriere. "Isla bonita." fa, totalmente random, sperando sia la risposta giusta.
Lorenzo, per un attimo, pensa di essere capitato al tavolo sbagliato - forse ha capito solo la risposta del cantautore, ma del resto zero totale. Il cameriere, però, sembra così entusiasta da quella chiacchierata ("¿Isla bonita? Estoy de acuerdo, señor") che ha un sorriso più grande sulla bocca, adesso: inizia a prendere il lungo ordine che sta facendo Einar, tutto nella propria lingua, che sta parlando velocissimo e Filippo lo sta guardando tutto adorante - gli dà un calcio per fargli togliere quello sguardo innamorato di dosso. Quanto cazzo sono palesi?
"- gracias, tío" completa Einar ed il ragazzo lascia il tavolo per allontanarsi verso il bancone.
"Isla bonita, uh?" sussurra a quel punto a Filippo, che Joele sta spiegando al fotografo gli avvenimenti degli ultimi tre minuti.
"Ho imparato qualcosa stando con te, no?" mormora, sorridendo. "A proposito -" dice, avvicinando la bocca al suo orecchio. "- eri così sexy mentre ordinavi." fa, in modo che possa sentirlo solo lui.
"Ah sì?" gli risponde quello, la mano posata sulla sua coscia che ora si sposta sul suo stomaco - sorride. "Molto?"
("- che se ci pensi è figo che ci sia solo staff davvero cubano" dice Lorenzo continuando a catturare l'attenzione del bresciano).
"Moltissimo." dice Filippo con un sorrisetto, voltandosi poi verso gli altri due.
"Sono rimasto davvero sorpreso quando ci sono venuto l'altra volta." conferma Joele al fotografo, versandosi dell'acqua.
"Strano che Filippo non sapesse di questo posto" fa Lorenzo, un po' divertito. "Meglio, a pensarci: mi ci avrebbe trascinato tutti i giorni" aggiunge, adesso sarcastico, ma inconsapevole delle dita di Einar, che sono rimaste lì, ferme sullo stomaco del cantautore, ad accarezzare la stoffa della camicia, lentamente.
Il cantautore prende un respiro profondo, ché la mano dell'altro gli ha fatto perdere il fiato per un attimo, poi scuote il capo. "Ti sarebbe piaciuto, ne sono sicuro!"
Einar lascia un'ultima carezza sul ventre di Filippo, poi porta di nuovo la mano sulla tavola - si versa un po' d'acqua lanciando una piccola occhiata a Lorenzo che, ora che la sua mano è di nuovo in vista, pare aver tirato il fiato. "Non quanto a te" fa proprio il fotografo, che, davvero, ora è più tranquillo, ora che può vedere le dita del cubano e non deve avere l'ansia che stiano facendo chissà cosa - Dio, si sente un po' una balia.
"Pensa se fossi venuto a Cuba con me." ride il ventitreenne, pensandoci su.
"Dodici ore in aereo con te, Filo? Mai" ribatte Lorenzo con un sorriso più spontaneo, mentre Einar si allunga un po' per prendere un pezzetto di pane dal cestino (ha una cazzo di fame, ché non hanno fatto colazione - ne hanno fatto un altro tipo) - "Ahia" gli scappa in un mezzo gemito, che la schiena gli fa male più della notte scorsa, dopo la botta che hanno preso cadendo dal letto.
Filippo gli accarezza la schiena ed avvicina il cestino del pane all'altro quasi automaticamente. "Dai, sarebbe stato divertente."
Il bresciano osserva il movimento e sorride piano. "Perché? Ha paura dell'aereo?"
"Non io, lui" precisa Lorenzo ed indica Filippo. "All'andata si è praticamente imbottito di tranquillanti" svela divertito, che ricorda ancora alla perfezione quando lo aveva accompagnato in farmacia ("No, bro, non hai capito: voglio qualcosa che mi faccia crollare addormentato e risvegliare all'atterraggio" - "Se mai ci sarà l'atterraggio, Filo") la sera prima del volo per Cuba - quanto lo aveva preso in giro.
"¿De verdad? Ay, nunca me lo dijiste" fa Einar con un sorrisetto voltandosi verso il cantautore, mentre sente il calore delle sue dita irradiarsi per tutta la schiena.
"Sai, del mio primo giorno a Cuba non ricordo un cazzo. Solo un tassista che parlava e parlava e parlava." confessa, divertito.
"Eri praticamente fatto." scherza Joele ed il cantautore annuisce.
"Chissà che cazzo gli hai risposto a quel poveretto" ride Lorenzo scuotendo la testa, proprio mentre il cameriere inizia a servire las tapas che hanno ordinato per antipasto riempiendo la tavola di piatti: empellas y chicharrones, croquetas de pollo y jamón, papas fritas e tostones de plátano - tutte leccornie che fanno illuminare gli occhi blu di Einar.
"El paraíso" fa con tono sognante.
Filippo sospirò. "Ho così tanta fame che mangerei tutto il locale." geme, cominciando ad assaggiare un po' di tutto.
"Tu hai sempre fame" precisano Lorenzo ed Einar all'unisono - si guardano e ridono un po' (forse con un filo di imbarazzo) per quella loro esclamazione unanime.
Joele guarda divertito il cantautore fissare i due incredulo, quasi offeso. "Sai -" dice, mangiando una croqueta. "- ho visto l'intervista l'altro giorno."
Einar, che si sta servendo un po' di tutto nel suo piatto, alza gli occhi a guardare il bresciano - sorride. Dal tono morbido che ha usato, sa che sta per dire qualcosa di riconoscente (dopotutto, Joele è a conoscenza di quella settimana di stress e crisi del cubano).
"Si sentiva il tono incazzoso?" scherza un po' Lorenzo, che in realtà vorrebbe capire quanto fosse palese la rabbia di Filippo verso Rudy, quel giorno.
"Un pochino." minimizza il bresciano, divertito. "Ho adorato il sorriso che hai fatto, prima di rispondergli su cosa avresti fatto se fossi stato un insegnante - è il tuo sorriso da va a quel paese, vero?" ride ed il cantautore annuisce.
"Sì, sì. È proprio quello." conferma.
"Sei così politically correct, Filippo" fa il fotografo, imitando il professore alla perfezione - alza anche il dito indice per rendere la scenetta più completa. Einar si umetta le labbra con mezzo sorriso, la mano libera che, sulla tavola, sfiora quella di Filippo, quasi per caso, mentre il cameriere serve da bere ed una caraffa di mojito.
"Su questo, almeno, aveva ragione." fa Joele ridendo, dopo aver ringraziato il cameriere prima che se ne andasse.
Il ventitreenne si versa un po' di mojito e mangia ancora una croqueta. "È stato molto difficile, non so se si notava." dice e finge di mettersi il tovagliolo sulle gambe giusto per accarezzare quella del cubano.
"Sai, Jo, che non si era nemmeno reso conto che stessero mandando la diretta Instagram?" fa Lorenzo seguendo di sfuggita il movimento delle mani dei due - di nuovo giù, sotto il tavolo e lui che si versa del mojito.
"Sul serio?" chiede quello, bevendo un po' - ignorando qualsiasi cosa stiano facendo gli altri due. "Eri completamente fuori." fa, rivolto a Filippo.
Lui annuisce. "Avevo molte ore di sonno da recuperare, non ero proprio lucido."
"Colpa mia" ammette Einar tornando con entrambe le mani sul tavolo e poi prendendo un lungo sorso dal bicchiere. "Mi ha aiutato a estudiare per tutta la notte, quel fin de semana" fa ed aggiunge mezzo sorriso. "Estavo proprio en crisi."
"Lo ricordo." fa Joele, bevendo un po'. "Eri intrattabile." lo prende un po' in giro.
"Intrattabile? Lui? Ma va." risponde ironico il ventitreenne.
"Ay, esta es una coalición" si lagna il cubano, ma dentro di sé sorride per il modo in cui Joele e Filippo vanno d'accordo - non se lo sarebbe mai aspettato, soprattutto dopo la rottura col bresciano. "Me sono escusato con entrambi, però" borbotta poi - mezzo sorriso ancora indosso, che quel rapporto tra i due gli scalda davvero il cuore.
"Sì, sì. Ma è divertente prenderti in giro." scherza Filippo, mentre Joele riempie i bicchieri di tutti.
"Per farci perdonare." dice il bresciano. "Propongo un brindisi ad Einar che è finalmente al serale."
Einar fa un sorriso enorme mentre alza il bicchiere insieme agli altri (anche Lorenzo pare quasi contento del traguardo del cubano - come cantante non lo ha mai messo in dubbio dopotutto). "Alla felpa verde" fa, allora, guardando Filippo per un attimo - sorride di più, complice.
Il cantautore si lecca le labbra senza mollare il suo sguardo e sorride divertito. "Ad Einar il folletto."
Duendecillo - quello ride mentre i bicchieri si scontrano nel brindisi e un attimo dopo vengono svuotati alla goccia.
I ragazzi continuano a pizzicare un po' qui e un po' lì nei piatti delle tapas (Filippo ed Einar che si guardano sottecchi), la musica suonata dal vivo e - oh, adesso anche due ballerini che hanno iniziato a ballare la salsa lì, sul piccolo palco.
Einar sorride osservando la loro tecnica, la sensualità, il ritmo - si sente così a casa. "Jo, cómo vanno le tue lezioni de salsa?"
"Benissimo." sorride lui, poi guarda i ballerini. "Vuoi ballare?"
Quello indugia per qualche attimo sul ragazzo e sulla ragazza che stanno ballando, prima di rispondere di sì, ed il sorriso sulla bocca che si allarga. Non fa in tempo ad accettare l'invito di Joele che i due ballerini si avvicinano al tavolo, avendo notato i loro sguardi interessati - Einar stringe la mano che il ragazzo gli sta porgendo e Joele fa lo stesso con quella della ragazza. Si alzano da tavola e, semplicemente, si abbandonano al ballo e alle note caraibiche.
Einar chiude gli occhi lasciandosi assorbire dal ritmo, dalla musica, dal caldo che lo fa sentire di nuovo a Cuba - lascia che le sue mani e quelle del ballerino si incontrino, che i loro passi si intreccino, che i loro corpi si sfreghino uno contro l'altro, si muovano insieme in un perfetto mix di sintonia e sensualità. Sorride, quel sorriso bello e rilassato, quel sorriso che lo fa sentire leggero - leggerissimo.
Nel frattempo Filippo osserva Einar: il modo in cui si muove, quello in cui i propri vestiti gli fasciano il corpo, non lasciando nulla all'immaginazione - deve prendere un respiro profondo e buttare giù il bicchiere di mojito. La sua mente torna per un attimo indietro, a quando i fianchi del cubano si erano mosso in quel modo per insegnargli a twerkare - che scusa di merda che era.
Lorenzo sta guardando Einar e Joele ballare coi due ragazzi, la testa appoggiata alla mano - sono bravi, davvero. Si volta un po' col viso verso Filippo e gli legge tutto in faccia - vorrebbe ridere per l'espressione del cantautore. E sta per dire qualcosa quando una risata riempie il locale: Einar ha piegato la testa all'indietro, ridendo, le gambe leggermente piegate in un movimento di bacino lento - la mano del ballerino che scende giù per la sua schiena.
"È così bello mentre ride." fa il cantautore a bassa voce, sorridendo un po'. È così bello vederlo così felice che quasi - dove cazzo sta mettendo la mano quel coglione?
Il cubano adesso apre gli occhi e fa un altro giro su se stesso: le due coppie si incrociano ed Einar può di nuovo guardare Joele - gli regala un sorrisone. "Tío, le lezioni sono servite" fa e gli mostra la lingua divertito - muove un po' il bacino, la mano posata sulla spalla del ballerino e la ragazza che, invece, sta facendo una giravolta guidata dal bresciano.
Joele ride e poi si ferma, facendo il baciamano alla ballerina.
"Perché non facciamo uno scambio di coppia? Sai, qualcuno sembra aver ingoiato un limone." dice, ché ha notato le espressioni di Filippo e lo hanno stranamente divertito un po'.
Il cubano si volta un po' verso il cantautore - ha le labbra strette, la mandibola contratta. Ma quanto cazzo è bello, anche geloso fino al midollo? "Meglio" è d'accordo, allora, poi guarda il ballerino e: "Gracias, tío" fa con un sorriso e un attimo dopo porta la mano su quella di Joele - gli afferra le dita, iniziando a ballare con lui. "Ay, no eres más un pato mareado" lo prende in giro divertito, poco dopo, che Joele è davvero migliorato - quando era a Cuba, era davvero un tronco.
"Visto? Te l'avevo detto." scherza lui, continuando a ballare fino alla fine del brano.
Filippo sospira e guarda Lorenzo. "È un peccato che tu non sappia ballare."
"È una fortuna che tu non sappia ballare - o in questo momento ti staresti praticamente scopando Mister Cuba davanti a tutti noi" risponde l'amico con mezzo sorriso nervoso - è davvero una fortuna che Filippo non stia ballando con Einar, comunque. Dio, sono così palesi anche solo seduti uno di fronte all'altro....
E non fa in tempo ad aggiungere altro (forse meglio, che quella situazione lo rende nervoso e un po' paranoico - chiunque potrebbe riconoscerli) che Einar e Joele tornano al tavolo ridendo - il cantante appoggia le mani sulle spalle di Filippo e gli posa un bacio tra i capelli, un sorriso esagerato sulla bocca ed il fiato un po' corto.
"Maravilloso" fa, lasciandosi cadere sulla sedia e facendo scivolare piano via le mani (l'anello con la pietra lì, al dito e Lorenzo che di botto lo nota - cazzo) dalle spalle del fidanzato.
Il ventitreenne sorride a quel bacio - un sorriso così sincero che forse gli si vedono anche i pensieri se ci si concentra bene. "Siete stati davvero bravi." commenta, guardando Jo.
Quello ride e alza le spalle. "Ho fatto qualche lezione." risponde, senza sapere che è una cosa che Filippo sa già - ecco che a quest'ultimo torna in mente quella volta in cui il bresciano aveva chiamato, mentre loro...
Filippo butta giù quello che resta del mojito e se ne versa ancora un po'. "Si nota."
"Piensate che Jo era el peggiore bailarino del locale" ride un po' Einar addentando una croqueta (forse ha lo stesso ricordo di Filippo, in testa - lo scansa). "Pues, lui non è che fosse tanto meglio" scherza ancora indicando col mento Filippo e soffocando una risatina.
Il cantautore lo guarda fingendosi offeso. "Scusa? Chiedilo alle persone che avrei potuto rimorchiare anche solo ballandoci." gli dice, divertito.
Vete a la mierda, aveva dovuto dire Einar a quel tizio che si era messo a ballare con Filippo mettendogli le mani sui fianchi - stupida gelosia.
"Certo, come no" fa, invece, umettandosi un po' le labbra con un sorriso. "Non credetegli" scherza ancora e Lorenzo annuisce, forse un po' divertito dalla situazione paradossale che - "Devo dire che sono d'accordo con Einar" ammette, sopreso anche da se stesso. "Anche sul palco sei un po' impedito, bro" rincara la dose rivolgendosi verso il cantautore.
"A proposito di palco -" fa il ventitreenne d'improvviso, intenzionato a cambiare argomento. "- Jo sarei davvero felice se venissi al Forum il cinque, sai?" dice, sincero, perché hanno stranamente legato - sono quasi amici, ecco.
Joele sorride e fa per dire che già lo sapeva, ma poi decide di fingersi sorpreso. "Mi farebbe davvero piacere, sai?" risponde. "Non me lo sarei mai aspettato..."
C'è qualcosa nel mondo in cui lo afferma mentre alza il bicchiere che fa dubitare Filippo della sua spontaneità - si volta con fare accusatorio verso Lorenzo. "Glielo hai detto!" accusa.
Quello scoppia a ridere (finalmente rilassato) ed alza le mani in segno di resa (il cubano che sta sorridendo come uno stupido a quell'invito di Filippo a Joele). "Potrei averglielo accennato, bro" butta lì.
"Che stronzo! Sapevi che volevo dirglielo io." si lamenta l'altro.
"Ma è stato un - un errore, ecco!" ride Lorenzo, adesso rilassato. "Diglielo Jo!" aggiunge appellandosi divertito al bresciano.
Quest'ultimo annuisce, un po' divertito. "Sì, non lo ha fatto apposta." conferma.
Il cantautore scuote il capo. "No, non difenderlo."
Lorenzo ride di più, la mano sullo stomaco ed Einar che si unisce alla sua risata, che adesso si sente leggero - sbalorditivo come stiano ridendo insieme.
"Beh, però non gli ho detto che gli hai riservato un pass" precisa il fotografo. "No aspetta" e finge di ripensarci e di ragionarci su per qualche secondo. "No, no. Gli ho detto proprio del pass" continua, divertito dall'espressione offesa di Filippo.
"Cambio fotografo. È ufficiale." decide, prendendo il cellulare. "Dovrò fare qualche ricerca."
"Lorenzo, vuoi lavorare conmigo?" si intromette Einar con un sorrisetto. "Me ne sirve proprio uno, sai" e ridacchia sotto lo sguardo oltraggiato di Filippo.
"Oh! Vedi, Filo?" esclama Lorenzo alzando il sopracciglio, un sorrisetto divertito. "Ho già un nuovo cliente."
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Champagne || Eiram
FanfictionCONCLUSA - Eiram | Sequel di Cubalibre | 2018 ed Einar vede la sua realtà sgretolarsi e la sua leggerezza andare via. Ma Milano è diversa da Cuba, la vita è diversa - anche Filippo ed Einar sono diversi, adesso. In un viaggio tra flûte di champagne...