TRENTATRÈ

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CHAMPAGNE
Trentatré

Ti conosco un po', no?

23 Luglio

Sono le sei di mattina, forse anche un po' più presto - Filippo non lo sa, in realtà. Sa, però, che Einar ha un'intervista stamattina presto e deve provare a svegliarlo.
Dorme così bene, però.
É che la sera prima hanno fatto un po' tardi, hanno cenato tardissimo e poi - poi hanno fatto l'amore sul tavolo della cucina e sul letto. Sono a casa di Filippo, perché era più vicina, perché forse il cantautore ha insistito un po' troppo sulla cosa.
O forse è stato l'altro ad insistere?
Filippo allunga una mano ad accarezzare il sedere dell'altro (steso a pancia in giù e completamente nudo), mentre con la bocca gli sfiora il lobo dell'orecchio. "Amore, svegliati."
Un brivido increspa la pelle di Einar che, di riflesso, cerca di rannicchiarsi un po' di più piegando la gamba e nascondendo le mani sotto il cuscino - schiude appena le labbra in un respiro più profondo. Sta sognando il mare, la spiaggia, il caldo cubano, la villetta dove aveva soggiornato (con) Filippo - chissà perché, da più di un anno a quella parte, ogni volta che riesce ad addormentarsi e dormire davvero, si rifugia in un sogno molto simile a questo.
"Amore, amore, amore" sussurra l'altro, baciandogli la guancia tra una parola e l'altra. "Devi svegliarti, amore."
"Ay - déjame dormir" farfuglia lui ancora immerso nel sogno - si volta su un lato e si nasconde sotto il lenzuolo, la mano aperta sotto la guancia e gli occhi che non ne vogliono sapere di aprirsi.
Filippo gli morde piano una spalla, poi ci posa su dei baci. "Hai l'intervista alla radio" gli ricorda, abbracciandolo.
"Tanto non ci vado" fa quello, che sta iniziando a svegliarsi pian piano - si rannicchia di più.
Il cantautore sorride piano ed appoggia una gamba sul suo fianco. "Neanche se ti faccio un regalo?"
D'improvviso Einar si fa un po' più attento ed apre gli occhi - volta appena il viso per incrociare lo sguardo di Filippo. "Cosa?" chiede, la voce leggermente roca, un sorrisetto furbo sulla bocca. "Me lo succhi?"
Filippo ride e gli dà un bacio. "Sì, se decidi di andare" dice, anche se lo farebbe comunque - inspira profondamente.
"Ah - y non per ricambiare el pompino coi fiocchi che te ho fatto ieri sera?" domanda lui, già particolarmente interessato a quella proposta senza filtri. Non che così l'intervista con Rudy Zerbi diventi più allettante. Anzi.
"Anche" ammette il cantautore, scendendo con la mano ad accarezzargli l'addome. "Accetti?"
"Accetto" fa Einar, quel sorriso obliquo sulla bocca - rimane ancora voltato su un fianco, solo il busto appena voltato verso il corpo di Filippo, quasi volesse lasciarsi conquistare lentamente.
Quello gli dà un bacio sulla guancia, poi sul collo, sulla spalla - le dita che indugiano più giù.
Ed il cubano si apre lentamente, rilassa i muscoli ed inizia a voltarsi a pancia su, anche se non del tutto - lascia andare un respiro più profondo e socchiude gli occhi. "Ay, papi - lo farai proprio cómo piace a me?"
"Come piace a me" lo corregge Filippo, divertito, dandogli un bacio e riprendendo poi il percorso iniziato.
Einar sa bene quale sia la promessa piacevole che si cela dietro a quella frase. Allora lascia andare un sorriso lento e si gira a pancia su anche se con le ginocchia ancora piegate, quasi dovesse ancora farsi convincere per bene - inspira un po' più profondamente.
"Mi fa empazzire quando lo fai - lo sai." sorride allungando la mano ad accarezzare i ricciolini del fidanzato.
La bocca del cantautore scende verso l'ombelico dell'altro, lentamente, sospirando contro la sua pelle. "Così, vero?" domanda.
Quello butta fuori un risolino mischiato ad un sospiro - nega piano con la testa. "Ay - non ancora" fa divertito, il corpo che reagisce alla perfezione a quei baci lenti, il lenzuolo che si gonfia proprio lì, tra le sue gambe, a concretizzare la voglia che ha di Filippo.
Quest'ultimo gli rotola addosso e ride un po', risalendo per baciarlo. "Vediamo se questa volta va bene" dice, spostando il lenzuolo.
Einar stende le gambe e le divarica un po' di più - arriccia la punta delle dita dei piedi e lascia andare un gemito lento. "Quasi" sussurra in risposta.
E Filippo si impegna ad accontentarlo, schiudendo le labbra e lasciandolo perdersi nella sua bocca.
C'è un gemito roco che riempie la stanza e rimbalza tra le pareti: Einar ha appena inarcato la schiena e schiuso le labbra in quel suono di assenso più profondo - gli si spezza il respiro mentre sente la bocca del cantautore scorrere lungo il proprio desiderio, percorrerlo quasi con maestria. Joder, pensa, mentre non può fare altro che alzare il bacino e spingersi di più nella bocca del fidanzato - gli trema la mano per la scossa di piacere che lo pervade.
"Ay, papi - tu boca..." geme estasiato. "Tu jodida boca..."
Quello si prende un attimo per inspirare profondamente, poi riprende a ritmo serrato - proprio come piace all'altro. Per alcuni minuti gli unici suoni nella camera da letto sono quelli dei movimenti di Filippo (abili, rapidi - profondi) e dei gemiti spezzati di Einar.
"Sì - así, papi, así" ansima ancora, gli occhi che faticano a rimanere aperti ed una mano che cerca la testata del letto per aggrapparsi - un singhiozzo. "No te pares" lo prega con voce roca, il corpo completamente teso e le dita che corrono tra i ricciolini di Filippo, lì a guidare il suo movimento ormai splendidamente esperto. "Papi" fa alzando il bacino e spingendosi ancora nella sua bocca. "Estoy para - papi" butta fuori senza fiato, quasi a caso, un velo di sudore sulla fronte. "Para -" e quasi lo avverte che c'è, che è lì lì, che sta per raggiungere il piacere. Che sta per abbandonarsi del tutto a lui.
Filippo alza lo sguardo e lo osserva - ogni minimo cambiamento di espressione, tutti quei suoni meravigliosi che gli escono dalla bocca - ed è quasi tentato di farlo restare a casa da lui, di tenerlo a vita lì con sé.
L'orgasmo che travolge Einar è potentissimo. Lo fa tremare da capo a piedi e tendere come una corda di violino - è sempre stato lo strumento musicale di Filippo, dopotutto. Sai che significa tocar in spagnolo?, gli ha chiesto un giorno a Cuba, poi ha sorriso e gli ha spiegato la polisemia di tocar. Ma adesso Einar trema, una gamba piegata quasi al petto e le dita serrate tra i ricci del cantautore - li tira e geme ancora, ora senza più voce, proprio come ieri sera quando hanno fatto l'amore sul tavolo della cucina.
Quello sorride appena e gli accarezza i fianchi con le mani, aspettando che si calmi, prima di spostarsi e baciargli la coscia.
"Ven" sussurra Einar ancora senza fiato e piacevolmente confuso. Lascia scivolare le dita dai capelli di Filippo alla sua mano, scendendo giù per il collo, la spalla, poi lungo il braccio - intreccia le dita con le sue e lo attira a sé. "Quiero besarte" gli dice ad un soffio dalla sua bocca. "Quiero probarte" continua con tono lascivo - voglio assaggiarti.
Filippo geme piano: struscia il naso contro il suo e lo bacia.
"Así" sussurra lui dentro al bacio, la mano libera che scivola ad accarezzargli il corpo, giù per la schiena, lì fino al sedere - gli dà uno schiaffetto sulla natica ridendo piano, poi gliela palpa. "Sai de me" fa mordendogli la bocca. "Solo di me" precisa.
"Solo te" mormora il cantautore, stendendosi meglio su di lui - gli morde piano un labbro. Einar lo bacia ancora, a lungo, toccandolo ovunque riesca ad arrivare con le mani - chiude gli occhi, totalmente rilassato.
"En che città sarai oggi?" domanda qualche minuto dopo, ora che la voce è tornata quasi limpida e la nebbia del post orgasmo è svanita - non smette di baciarlo, però, tra una parola e l'altra. Tra un respiro e l'altro.
"Non lo so" ammette lui, sorridendo un po' tra un bacio e l'altro. "Voglio restare qui con te, però."
"Yo también" fa quello. "Non vorrei andare alla entrevista con Zerbi" dice pianissimo voltando appena il viso per lasciare finire un bacio sul collo - si umetta le labbra. L'idea dell'incontro con il professore lo agita e infastidisce al contempo.
"Andrà tutto bene - hai visto come si comporta con Giordana, no?" Filippo lo stringe a sé, riempiendogli il viso di baci.
Quello ride per i baci e lo allontana appena da sé - gli morde la punta del naso. "Sì - y no me gusta para nada como si comporta" sbuffa poi, che ha visto Zerbi massacrare Giordana a suon di critiche per tutto l'anno scolastico e ora, invece, farle da amicone. No, non gli piace davvero per niente - lascia andare una smorfia, le dita che danno un pizzicotto al cantautore, proprio sul sedere.
Il cantautore sospira appena e gli morde una guancia. "È sempre un po' ipocrita."
Einar sbuffa ancora. "Ma non sarebbe più bello remanere en casa?" fa. "Con te che me fai i pompini y yo che poi te escopo?"
"Non tentarmi" risponde quello con voce roca, poggiando la fronte contro la sua guancia. "Sai che non mi va di essere quello responsabile."
Lui ride piano, la mano che stringe la presa sul fianco di Filippo fino ad arrossarlo - di alzarsi non se ne parla. "Ma non piensi che sarebbe più divertente?" continua a provocarlo. "Farti mio - todo el día."
Filippo si lascia scappare un lamento e gli dà un bacio. "Fanculo la radio" dice, non riuscendo a resistere nemmeno un po' a quella proposta. "Sai, sei un po' giù di voce..."
Ed Einar ride ancora una volta - scivola con l'indice lungo la linea delle labbra dell'altro, poi dentro alla sua bocca con un sorriso obliquo disegnato sulla propria. Gioca un po' così, muovendosi lentamente, guardandolo dritto negli occhi e trovando Filippo uno spettacolo altamente erotico - sfila piano il dito e scende con la mano fino al quel sedere che ama dalla prima volta che ha potuto sfiorarlo, a Cuba. "Sì - molto giù" annuisce malizioso - lo accarezza lì, tra le natiche, poi scivola delicatamente nel suo calore.
Il cantautore geme piano, un suono basso e graffiato, prima di mordergli piano la bocca. "Giù, giù, giù."
"Ay - te gusta mucho" lo prende in giro lui, malizioso. Quasi trattiene il fiato, però, che Filippo è così caldo, così stretto, così perfetto che gli pare di vedersi girare tutta la stanza attorno. "Mucho."
"Lo sai" fa pianissimo Filippo, che ormai ha chiuso gli occhi ed arricciato il naso. Gli lascia un bacio sul collo, mentre con una mano gli tira appena i capelli.
"Mira - mira qué espectáculo eres" gli sussurra il cubano contro la guancia, il medio che si aggiunge all'indice e scivola più in profondità - inspira forte, che se pensa che Filippo è sempre stato solo ed esclusivamente suo, allora il cuore perde un battito. "Mi espectáculo preferido" mormora ancora stringendo la presa, con l'altra mano, al suo fianco.
Il cantautore inspira profondamente, gli sembra di non fare altro. "Sempre" geme, senza che abbia un vero e proprio senso.
Ed Einar ride di nuovo - una risata lenta, bassa, roca. Gli morde la bocca, gli tira il labbro inferiore tra i denti in un sospiro, il corpo premuto contro il suo. Un attimo dopo, però, scivola lentamente via dal suo calore e rotola fino al bordo del letto dove, ancora magnificamente nudo, si tira su in piedi - piega il capo da un lato guardando un confuso Filippo steso tra le lenzuola ed accenna un'altra risatina. "Pues - avevi detto che dovevo andare all'intervista, no?" lo prende in giro. "Erano i patti, no?"
L'altro lo guarda confuso (gli occhi un po' lucidi) con le labbra un po' imbronciate - con gli angoli della bocca in giù. "No" si lamenta, girandosi per stendersi sulla schiena. "Niente patti."
Einar lascia andare uno sbuffo divertito ed alza appena gli occhi al cielo. "Ah, ora niente patti?" scherza, provando a resistere alla tentazione di buttarsi di nuovo sul letto e fare l'amore per sempre.
Filippo si tira su a sedere e si fa più vicino al bordo del letto. "Non abbiamo mai fatto patti" fa, prendendogli una mano.
"Ah no?" ride lui dandogli uno schiaffetto sul braccio e tirando scherzosamente via la mano - se la posa sul fianco. "Y non eri tu che me avevi detto che me avresti fatto una chupada se avessi deciso de andare alla entrevista?" gli ricorda.
Il cantautore si lamenta un po'. "Anche tu mi hai promesso qualcosa però."
"Sì" annuisce Einar con aria furba. "De andare a fare la entrevista."
Quello sbuffa un po' e mette le mani sui fianchi dell'altro, tirandoselo addosso. "Caraculo."
"Ay - ¿qué haces, niño?" gli ride contro il cubano, il corpo che cozza contro il suo - gli dà una leccata sulla bocca, dispettoso.
Anche Filippo ride, cingendogli la vita con le gambe.
"Faccio proprio el niño."

Champagne || EiramDove le storie prendono vita. Scoprilo ora