CHAMPAGNE
TrentaquattroOra voglio solo abbracciarti
23 Luglio
Salutami tanto Filippo quando torni a casa - fischio nelle orecchie.
Salutami tanto Filippo quando torni a casa, gli ha detto Rudy Zerbi mentre Einar gli stringeva la mano per salutarlo. Salutami tanto Filippo e quel sorrisetto obliquo che ha seguito la frase, quel quando torni a casa e l'ex professore che quasi gongolava all'idea di aver finalmente portato allo scoperto la relazione tra Irama ed Einar - l'intimità e la riservatezza della loro coppia esplose nel secondo di una frase. Ed è stato proprio lì che il cubano ha smesso di respirare, che la testa gli è andata totalmente in tilt ed il viso è diventato (ancora più) pallido. Il modo in cui ha reagito - perdendo il fiato e sbiancando - non ha fatto altro che dare la conferma a Zerbi che, in tutta risposta, ha ampliato il sorrisetto e fatto ciao ciao con la mano.
Mal di stomaco, nausea, il respiro spezzato. È così che Einar è uscito dalla sede della radio e si è messo automaticamente in viaggio, quasi dimentico della presenza di Joele che, seppur riluttante, ha dovuto lasciarlo per tornare a lavoro ("Chiamami dopo, Ein - ok?"). Ed il cantante ha finito per ritrovarsi - non sa esattamente come, che la testa ha lavorato da sola e le gambe si sono limitate ad assecondarla - nella città che questa sera ospiterà il concerto di Filippo. È arrivato al palazzetto e Max, riconoscendolo, lo ha accompagnato al camerino dove, gli ha detto, Irama stava pranzando. Non sa come ci sia arrivato o come abbia fatto a non vomitare durante il tragitto o come si sia imposto di continuare a respirare il minimo necessario.
E ora Einar è lì, davanti alla porta chiusa, che ha appena bussato con le mani tremanti ed una nausea tremenda. Rudy Zerbi sa, lui ha sempre saputo, lo ha sempre insinuato. Li ha stanati, li ha beccati, lui - un altro respiro a vuoto e l'espressione spaurita addosso.
È Filippo ad aprire la porta: il sorriso che gli si posa sulle labbra è grande, almeno quanto la sua sorpresa. "Ciao" dice, mentre cerca di mandar giù il boccone che ha in bocca. "Che bella sorpresa" fa e si allunga ad abbracciarlo, troppo felice per notare il viso dell'altro.
Quello si lascia stringere, ma rimane immobile tra le sue braccia: eppure non riesce a calmarsi nemmeno adesso - ci ha sperato, però. Ma i pensieri continuano a martellargli la testa, ad opprimerlo: cosa accadrà ora? Ora che la diretta Instagram ha catturato tutte le sue espressioni durante le insinuazioni, che è stata registrata, condivisa, commentata - quasi gli torna su la colazione al pensiero e serra di più la mandibola. Joder.
"Amore, com'è andata? Sono riuscito a seguire solo i primi minuti" chiede, staccandosi e lasciandolo entrare.
Einar quasi nemmeno lo sente. Mette piede nel camerino e dà un'occhiata attorno: sul tavolino vicino al divanetto ci sono dei piatti di pasta, delle patatine, della birra, della cocacola - gli sale ancor di più la nausea. In un angolo della stanza nota distrattamente Lorenzo al telefono in piedi vicino alla porta del bagno e che gli fa un cenno con la mano ed un piccolo sorriso - il cubano quasi non lo vede, forse nemmeno lo saluta. Torna a voltarsi verso Filippo.
"Cosa?" chiede infilando le mani in tasca - magari l'ansia si placherà, no?
"L'intervista" gli ricorda, tornando a sedersi sul divanetto per mangiare. "Vieni, dimmi."
Intervista - quello rimane in piedi ed inizia a stropicciarsi il viso con le mani, si massaggia le tempie vigorosamente nella vana speranza di calmarsi. Ma la sola parola intervista gli fa fatto ribaltare lo stomaco e spezzare il respiro mentre la nausea gli sale ancora: è forse un attacco di panico, quello? No perché... perché ad Einar pare di non riuscire più né a respirare né ad avere pensieri lineari e razionali - joder, ha la bocca secca e il cuore in gola. "Io -"
Filippo alza il viso dal piatto e lo vede finalmente, vede quanto è strana l'espressione che ha addosso. "È successo qualcosa?" domanda, preoccupato.
Salutami tanto Filippo quando torni a casa rimbomba di nuovo in testa ad Einar insieme al sorriso obliquo del conduttore. "Creo que si" butta fuori allora.
"Cosa? Ha detto qualcosa che non andava?" chiede lui, attirandolo a sé per una mano.
Quello quasi gli cade addosso, ma poi punta i piedi e rimane in piedi - sbatte appena le palpebre per provare a mandare via un po' dell'ansia che gli attanaglia lo stomaco. "De salutarti" risponde con coerenza.
Il cantautore lo guarda, confuso. "Salutarmi? Perché?"
"¡Porque el sabe!" geme a quel punto Einar portandosi le mani tra i capelli ed iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza, leggermente chino in avanti - ha il respiro spezzato da quanto è accelerato. "Siempre - lo ha siempre saputo, lo ha siempre insinuato" continua. "Lui lo sa, lo sa - lo sa y basta" fa ancora, agitato. Ed è in quel momento che Lorenzo decide di interrompere la telefonata e avvicinarsi di più ai due ragazzi - assottiglia gli occhi chiari per capire cosa stia succedendo. Spera vivamente che non stiano iniziando a litigare un'altra volta.
"E allora?" chiede Filippo, non riuscendo a vedere il problema. È solo Rudy, dopotutto, e poi che male c'è se lo sa. "Lo sa e quindi?"
Lo sa e quindi? Einar sente le orecchie fischiare e torna a massaggiarsi con vigore le tempie - oltre all'ansia adesso sente montare una strana rabbia, una rabbia mista ad agitazione. "Lo sa" ripete solo, che forse Filippo non ha recepito il messaggio, no?
"Che problema c'è se qualcuno, che non è ora in questa stanza, sa che stiamo insieme?" fa, perché la cosa comincia ad offenderlo un po'. Amici è finito - non devono più nascondersi.
Quello stringe più forte la presa sulla testa: non lo sa che problema potrebbe esserci, proprio non sa spiegarselo - o forse lo sa, ma in questo momento è troppo agitato ed irrazionale per vedere i propri pensieri lucidamente. E si sente impanicato, agitato, e l'idea che Rudy Zerbi sappia della loro relazione lo manda in confusione. "Lo sai" dice piano, la bocca fastidiosamente secca.
Lo sai - l'altro piega la testa da un lato, mentre continua a girargli in testa la conversazione che stanno avendo. Lo sai. "Certo."
Einar vorrebbe ribattere, vorrebbe formulare dei pensieri razionali e buttarli fuori, vorrebbe spiegare per filo e per segno a Filippo il motivo per il quale essere consapevole che l'ex professore sappia di loro lo ha agitato al punto di non farlo respirare. Eppure non riesce, non trova la risposta - forse non c'è o forse è quel panico che gli fa male alla bocca dello stomaco, che glielo stringe in una morsa e gli mozza il fiato.
Filippo manda giù un sorso di acqua e poi torna a guardarlo, cercando di scacciare via il fastidio. Deve smetterla di partire in quarta ed arrabbiarsi: se lo sono promesso.
"È che non -" comincia, proprio in virtù di quella promessa. "Non capisco il problema. Non lo so, quello che dici che dovrei sapere."
Einar guarda Filippo, gli occhi velati di paura, il petto che si alza e si abbassa disordinatamente - le mani che tremano visibilmente. Ed è a quel punto Lorenzo fa un altro passo avanti e posa il cellulare sul tavolo - il tonfo leggero attira lo sguardo di Einar ed interrompe sia la lunga occhiata tra la coppia sia il silenzio denso che si è formato. Adesso il moro ha modo di poter osservare per bene l'espressione del cubano e, a dirla tutta, non gli pare essere particolarmente rassicurante: forse non lo ha mai visto così stralunato, confuso - da una parte si chiede perché essere così agitato, dall'altra si domanda perché finisca sempre per essere presente quando quei due discutono. Cazzo.
"Filo - dai" dice allora, come a chiedere all'amico di smetterla, di accantonare per qualche minuto l'ennesima battaglia, giusto per far calmare Einar. Che non sarebbe salutare andare avanti ora. Per nessuno dei tre.
Il cantautore alza lo sguardo verso di lui, sospira un po' dopo aver letto il suo sguardo e depone le armi - si strofina il viso con le mani.
Il fotografo, invece, fa un altro passo in avanti e si para davanti ad Einar - gli posa le mani sulle spalle. "Mi guardi?" fa provando ad incrociare i suoi occhi ed abbozzando un sorriso a labbra strette - se gli avessero detto un mese fa che sarebbe diventato così apprensivo nei confronti di Einar, si sarebbe fatto una sana risata (e poi avrebbe mandato a 'fanculo chiunque glielo avesse detto).
"Ti siedi un attimo, per favore?" continua, quasi stesse parlando con un bambino un po' cocciuto. E quello sbatte le palpebre una, due, tre volte provando a mandare via la patina di confusione. "Sì" risponde solo dopo qualche attimo, le mani di Lorenzo ancora ferme sulle sue spalle - si lascia quasi spostare fino ad affondare contro lo schienale del divano.
"E bevi" aggiunge Lorenzo passandogli una bottiglietta d'acqua già aperta - inspira profondamente.
Filippo si schiarisce la gola, mentre osserva Einar bere: sorride involontariamente, nonostante la tensione del momento. "Bevi piano" si raccomanda.
Quello prende un sorso lento, poi reclina il capo all'indietro fino ad appoggiarsi al cuscino - si porta la mano sul ventre e prova a prendere un respiro profondo, uno di quelli che devono gonfiare la pancia.
"Zerbi è sempre stato stronzo" dice a quel punto Lorenzo lasciandosi cadere bracciolo del divano - siede sulla punta, voltato appena col busto per guardare il cubano.
"Sì" conferma Filippo, accarezzando il braccio del fidanzato.
Einar prende un altro respiro profondo, gli occhi chiusi ed una mano che si posa su quella del cantautore - calmati. "È - è el modo en cui lo ha detto" sussurra schiarendosi appena la voce. "Con quel sorriso, quasi regondeandose, no?"
"Divertito?" domanda l'altro, quasi per chiarire, mentre gli stringe la mano ed appoggia la guancia contro il suo braccio.
"No - no sé cómo se dice en italiano" mormora inspirando e poi espirando lentamente - adesso sta iniziando a calmarsi ed io panico sta scemando piano piano.
Filippo gli bacia il braccio, poi una guancia. "Il senso si capisce" lo rassicura.
Lorenzo guarda i due per qualche attimo, mentre una conversazione poco impegnativa e quasi pigra va avanti ed Einar pare iniziare a tranquillizzarsi. Lui rimane lì, in silenzio, ad osservare il modo in cui il cubano adesso appoggia la testa sulla spalla di Filippo e torna a regolarizzare il respiro, poi chiude gli occhi.
"Vado a cercare del gelato - fa caldo" butta lì alzandosi con movimenti misurati (Einar è ancora sul chi va là e non vuole agitarlo) ed avvicinandosi alla porta - afferra le chiavi appese alla serratura e le lancia al cantautore. "Torno tra un po'."
Filippo prende le chiavi al volo ed annuisce. "A dopo. Magari prendi del gelato anche per noi" scherza e, quando l'amico chiude la porta, dà un bacio tra i capelli all'altro. "Scusa" dice, sentendosi stupido.
Quello inspira nuovamente e si rilassa appena appoggiandosi meglio a Filippo - la vista è tornata quasi limpida. "No - no importa."
Lui lo abbraccia, lo stringe forte a sé e sospira. "Ti ha preoccupato davvero tanto la storia di Rudy?"
"Sì" ammette Einar quasi accoccolandosi contro il petto dell'altro con un sospiro stanco. "Era così - lui sapeva tutto ed è estato destabilizzante" fa. "Lo so che per te è una estronzata, eh - pero no lo es para mí."
"Non è una stronzata per me" protesta Filippo, baciandolo tra i capelli. "È che per un attimo ho pensato che non mi importerebbe se qualcuno sapesse di noi. Non avrei alcun problema a dirlo."
Quello si scosta piano, si tira su e si china in avanti nascondendo il viso tra le mani - un altro respiro profondo. "Mi fa paura" ammette in un sussurro. E non comprendere appieno il perché lo fa sentire ancora più frustrato - lo sa, ma non lo riesce a capire del tutto.
"Perché?" fa Filippo. "Hai paura che pensino male?" anche perché lo capirebbe, sì.
Einar lascia scivolare le dita tra i ricci, stringe la presa e serra gli occhi, incapace di trovare una risposta. "Non lo so" fa pianissimo. "Io non - non lo so. De verdad, no sé."
Il cantautore annuisce, gli accarezza la schiena e poi stringe le labbra. "Forse dovremmo pensare a come gestire la cosa" dice, dopo un po' di silenzio. "Ti fa paura essere scoperti?"
"Creo que si" ammette lui a voce bassa, una parte di sé che si sente sconfitta da quella consapevolezza. Lui, lui che è sempre stato libero, che ha sempre voluto cogliere l'attimo, sentirsi leggero - lui. Lui ha paura di venire scoperti.
Filippo si lecca le labbra e gli accarezza la schiena. "Forse dovresti pensare che non c'è nulla da nascondere, no?" dice. "Non c'è nulla che deve essere scoperto, perché non è un segreto."
"¿Pero porqué tú quieres que todos sepan de nuestra relación?" geme un po' frustrato quello - si tira di più i ricciolini e si china leggermente in avanti.
"Non è che lo voglio" spiega lui, continuando la carezza. "È che non mi darebbe fastidio se si venisse a sapere. Non stiamo facendo nulla di male: ci amiamo, no?" dice. "E non sei più ad Amici, quindi non ha grandi conseguenze negative."
"Forse secondo te" risponde Einar senza voltarsi a guardarlo. "Forse secondo te - io sarei comunque el fidanzato de Irama, quello che è arrivato en Italia y ad Amici solo porque raccomandato" dice e torna a massaggiarsi le tempie. "Y poi non sento la necessità che tutti sappiano."
Filippo si sposta leggermente, giusto per scompigliarsi i capelli con le mani. "E allora cosa?" domanda. "Vuoi fingere di conoscermi appena? In pubblico scambiamo due parole e poi ognuno dalla sua parte?"
Il cubano inspira forte, serra gli occhi per un lungo attimo. "Lo abbiamo fatto, no? Y è estato comunque inutile."
"Quindi non dobbiamo più vederci e basta" fa il cantautore. "In pubblico, dico."
A quel punto, Einar volta il viso verso Filippo. Lo fa di scatto, quasi facendosi male al collo per il movimento secco - gli occhi spalancati. "En che senso?" mormora.
"Non apparire agli stessi eventi" fa e si lecca le labbra. "Se ignorarci non è servito e se si venisse a sapere sarebbe peggio..."
"Y quindi piensi che dirlo sarebbe la solución perfecta" conclude per lui il cubano tornando a guardarsi i piedi, la testa di nuovo tra le mani.
Filippo gli passa una mano tra i ricci. "Io dico che fregarcene è la soluzione" dice e sospira. "Non dobbiamo dirlo per forza, voglio solo che non ti spaventi l'idea che qualcuno sappia che stiamo insieme."
Quello non trova una risposta immediata a ciò che sta dicendo il cantautore. Scivola con le dita tra i propri capelli ed incontra la mano di Filippo - la stringe mentre si dondola leggermente in avanti. "Io - yo no sé."
Il cantautore gli dà un bacio sulla nuca. "Va bene, possiamo pensarci dopo" lo rassicura. "Ora voglio solo abbracciarti."
A quelle parole, Einar sente la calma scivolargli addosso - ora voglio solo abbracciarti. Torna a voltarsi, questa volta con calma, per guardare Filippo negli occhi: inspira forte allungando le braccia verso di lui e gliele allaccia attorno alla vita - posa la fronte all'altezza del suo stomaco.
Filippo sorride e gli accarezza la testa. "Sono contento che tu sia venuto da me" dice. "Mi mancavi."
"Mi hai visto estamattina" protesta quello senza una vera e propria convinzione nell'intonazione della voce - quelle parole fanno bene.
"Ma sono passate ore da stamattina" si lamenta l'altro, dondolando un po'.
"Sei un caraculo" mormora Einar finendo per raggomitolarsi sul divano, la testa posata sulle cosce di Filippo. "Siempre caraculo."
"Ramarro marrone" dice Filippo, prendendo una patatina dal piatto.
Quello raccoglie meglio le ginocchia, una mano sotto la guancia e l'altra che accarezza appena il ginocchio del fidanzato - inspira sentendosi nuovamente calmo. "Cállate" borbotta.
"Vuoi mangiare?" domanda l'altro, accarezzandogli i capelli. "Hai fatto colazione?"
Einar si tira su a sedere, poi si alza dal divano. "No, non ho fame" dice e inizia a torturarsi un occhio con l'indice - non ha mai appetito quando si sente stressato.
"Sicuro?" domanda Filippo, osservandolo un po' preoccupato.
"Sì" annuisce lui, poi sbuffa notando l'espressione sul volto del cantautore - la conosce bene. "Y no me mires así, no estoy muriéndome."
"Lo so, lo so" fa quello, tornando poi a mangiare il piatto di pasta lasciato a metà. "Sei andato da solo all'intervista?" chiede, facendo finta di nulla.
"Estava Jo" risponde Einar lasciandosi cadere sulla sedia di fronte al tavolino con un altro sbuffo. "Ma tu lo sapevi - no?" alza un po' l'angolo della bocca in un mezzo sorriso.
Filippo si finge confuso. "Io? Se sapevo qualcosa?" ripete e poi ride.
"Tu se lo has dicho" fa quell'altro muovendo un po' la testa da una parte e poi dall'altra, lentamente (un gemito leggero), che ha male al collo e se lo sente tutto indolenzito. "Gracias comunque" aggiunge, anche se non è sicuro che Filippo possa guardare le foto che le fan hanno scattato a lui e a Jo senza ingelosirsi - allora tace sui dettagli dell'incontro.
"Vieni" dice il cantautore, facendogli segno. "Ti faccio un massaggio."
"No - vieni tu" mugugna un po' quello, ben intenzionato a non alzarsi dalla sedia - si apre l'ultimo bottone della camicia bianca e si gratta un po' la spalla.
Filippo si alza e gli si avvicina. "Ti fa male il collo?" chiede, cominciando a massaggiargli le spalle.
"Sì" geme appena quello piegando il capo in avanti e socchiudendo gli occhi. "Culpa tuya - me hai dormito addosso por toda la noche."
"Però ti piace che ti dorma addosso" dice lui, baciandogli la testa. "Non te ne lamenti così tanto."
Quello dondola la testa da un lato, poi dall'altro - sbuffa una risata roca. "Forse non con te, niño" lo prende in giro.
"Certo" fa Filippo, massaggiandolo meglio. "Facciamo finta sia così."
"Mh" risponde Einar, un sospiro lento mentre si gode quel massaggio lento e piacevole. "Más."
Il cantautore sospira divertito e continua a massaggiare, dandogli dei baci sulla tempia, mentre l'altro si gode le sue mani che si muovono lentamente provando a sciogliere ogni nodo di stress e stanchezza - un sorriso lieve sulla bocca.
Per un po' nella stanza c'è solo silenzio, il fruscio delle dita di Filippo sulla stoffa bianca della camicia: poi Einar sorride più apertamente e, con calma, reclina il capo all'indietro per incontrare gli occhi verdi del fidanzato: ogni volta che lo guarda in questo modo gli torna in mente la notte in cui si sono in incontrati, lo sguardo che aveva addosso Filippo, l'elettricità di quel momento.
"Ciao."
"Ciao" sussurra quello - un bel sorriso sulle labbra.
Il cubano alza le braccia e porta le mani sul viso di Filippo, gli accarezza piano le guance. "Cupido me engañó - me puso trampa cuando tu beso me lanzó" canticchia pianissimo, quasi stancamente.
Filippo gli posa un bacio morbido sulla fronte, poi struscia il naso contro il suo. "Una delle mie canzoni preferite."
"Sei un cazzo de bugiardo" ride appena quello spostando le mani fin sulla nuca del cantautore ed avvicinandogli di più il viso al proprio. "Capito?" e gli morde la bocca lentamente.
Lui ride piano, strofina le labbra contro le sue. "Un cazzo di -" gli dà un bacio a stampo, scherzando.
"- bugiardo" conclude quell'altro per Filippo mantenendogli il labbro inferiore tra i denti - tira appena e sorride.
Filippo si allontana per un attimo dal viso dell'altro: lo osserva e sorride, leccandosi poi le labbra. "Bugiardissimo" mormora e poi lo bacia.
Ecco. È in quell'esatto momento che Einar può sentire i nervi distendersi definitivamente, la calma dipanarsi per tutto il corpo - chiude gli occhi e scivola con la lingua lungo il perimetro della bocca di Filippo, ne ricalca la linea morbida, rimarcata. E sospira lentamente dentro al bacio.
Il cantautore sorride piano contro le sue labbra e lo bacia ancora, portando le mani lungo il collo dell'altro. Un brivido scivola lungo la schiena di Einar e gli fa schiudere le labbra in un gemito lento, il capo ancora inclinato all'indietro in quel bacio profondo - cerca di portare la mano fino sul braccio di Filippo e stringe un po' le dita sulla stoffa della camicia. Lo tira appena fino a fargli fare il giro della sedia e ad averlo parato davanti - raddrizza la testa e sorride attirandolo a sé per farlo sedere sulle proprie ginocchia.
Filippo sorride ed appoggia le braccia sulle sue spalle - fa scontrare la fronte con la sua, prima di riprendere a baciarlo. "Mi piace stare qui."
"En questa città?" scherza quello inseguendo la sua bocca per baciarla, per morderla - stringe la presa sui suoi fianchi, forte, per sentirlo di più.
"Sì" geme piano contro la sua bocca, l'altro, riprendendo a baciarlo. "Proprio qui."
Einar reclina di nuovo la testa all'indietro, le mani adesso che scorrono sulla schiena di Filippo, i palmi ben aperti mentre li struscia sotto la stoffa della camicia, contro la pelle calda. "Joder."
Il cantautore scivola con le labbra lungo la sua mandibola, mentre con le dita gli tira piano qualche ciocca di capelli.
È in quel momento che Lorenzo apre la porta ed entra nella stanza: come aveva previsto, Filippo ha dimenticato di chiudersi a chiave - sospira. E sospira più forte quando vede Einar e Filippo avvinghiati sulla sedia, lì a baciarsi lentamente, le mani uno sul corpo dell'altro. Si schiarisce rumorosamente la voce (la mano libera chiusa a pugno davanti alla bocca) e si chiude la porta alle spalle con un piccolo tonfo. "Ho trovato solo i maxibon" dice, fingendo di non averli appena visti limonare all'interno di un camerino dove sarebbe potuto entrare chiunque. Ignora anche che l'argomento del giorno sia ci hanno scoperti e ho paura.
Filippo lascia un ultimo bacio sulla bocca di Einar, prima di voltarsi verso l'amico. Ma come ha fatto ad entrare? Ah, ha dimenticato di chiudere la porta. "Buoni i maxibon" dice soltanto - la voce roca e bassa.
Lorenzo si lascia cadere sul divanetto semisdraiato, sospira forte alzando appena gli occhi al cielo - è la seconda volta che non si arrabbia per qualche sciocchezza commessa da Filippo riguardo alla questione Einar ed è fiero di sé e del modo in cui sta riuscendo a gestire la situazione. Adesso apre la confezione del suo gelato e lecca la crema dal biscotto ignorando ciò che vede con la coda dell'occhio: Einar sta dando un ultimo bacio a Filippo e, con le mani sui suoi fianchi, lo sta facendo scendere dalle gambe. "C'è anche quello dark" li informa allora indicando con la mano le due confezioni che ha posato sul tavolino.
"Einar non ha fame, quindi dovrò sacrificarmi" scherza Filippo, avvicinandosi al tavolino ed osservando le due opzioni. "O hai cambiato idea?" chiede, facendogli l'occhiolino.
Quello si alza dalla sedia e si stiracchia appena. "No sé" ammette guardando un po' i due gelati. "Solo metà" concede, giusto per far contento Filippo.
Lui apre il gelato al cioccolato fondente e glielo mostra. "Quale parte vuoi?"
"La galleta" fa Einar indicando il biscotto ed avvicinandosi al divanetto. Lì Lorenzo si raddrizza e si siede meglio facendo così spazio al cubano.
Filippo divide le due parti e passa al ragazzo il biscotto. "Prego" dice e poi si siede all'altro lato del fotografo. "Io direi di brindare a Loris per il gelato" fa, alzando la propria parte al cielo.
"Che paraculo che sei, bro" sbuffa divertito il fotografo.
"No, meglio caraculo" lo corregge Einar a bocca piena, che ha già dato un morso al gelato.
"Ah - allora: che caraculo che sei, bro."*
*B
entornati a Milano!
Abbiamo visto gli effetti che le parole di Zerbi hanno avuto su Einar - neanche Felipe ha preso molto bene la cosa.
Per fortuna che c'è Lorenzo!
Cosa pensate accadrà?Vi avvisiamo che il prossimo sarà l'ultimo capitolo.
Fateci sapere se il capitolo vi è piaciuto con una stellina ed un commento - non dimenticate #champagneff su Twitter!
Alla prossima,
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Champagne || Eiram
FanficCONCLUSA - Eiram | Sequel di Cubalibre | 2018 ed Einar vede la sua realtà sgretolarsi e la sua leggerezza andare via. Ma Milano è diversa da Cuba, la vita è diversa - anche Filippo ed Einar sono diversi, adesso. In un viaggio tra flûte di champagne...