CHAMPAGNE
SediciSembri diverso
Mercoledì 16 Gennaio
Einar ha imparato sin da subito a riconoscere le giornate storte: sono quelle che iniziano senza essere davvero finite, quelle che continuano dalla sera prima, quelle che ti trascini addosso per tutta la notte, quelle che non ti fanno chiudere occhio e diventano già il giorno dopo - ecco le giornate storte. Ed Einar sta provando a mettere in atto tutto ciò che ha imparato nella scuola: le lezioni di canto, i consigli per la scrittura, il modo corretto di respirare - ci sta davvero provando. Ma poi ci sono le ore di classe che vanno storte, il professore perennemente scontento, i devi pulire la lingua e togliere tutto lo spagnolo, le notti insonni perse dietro alla composizione di nuovi testi - c'è la frustrazione e poi c'è anche la stanchezza.
Einar vuole a tutti i costi chiudere il testo di questa canzone, vuole riuscire ad incidere il suo inedito, però - però. Però ha paura che non vada bene, che l'italiano sia sporco, che ci siano errori grammaticali e frasi insensate: e allora lui continua a sbatterci la testa. Estoy hecho polvo, ha scritto a Filippo mentre sentiva il sonno premergli sulle palpebre ma l'impossibilità di addormentarsi ben concreta addosso: non gli ha detto di aver passato la notte in bianco a spremersi per finire il testo, ma è sicuro che il suo nuovo partner di ballo lo abbia capito - ci voleva poco, dopotutto.
Adesso il cubano si sta tenendo il capo tra le mani, gli occhi sono bassi e fissi sul quaderno, sulle frasi - più o meno ordinate - scritte a mano: volta la pagina e trova la versione della canzone (canzone - può chiamarla canzone?) scritta in bella - ci dà un'altra occhiata e poi sospira un po'. Non è sicuro di ciò che ha scritto, non è sicuro che funzioni bene nell'insieme, che abbia un senso: sa di aver scritto col cuore, di aver scritto di pancia per buttare meglio fuori tutte le emozioni - sa di averci almeno provato. Ma la canzone, da sola, non si scrive e a lui pare di avere un blocco per completare l'ultimo verso - è come se mancasse qualcosa. Ma cosa? La canzone non si scrive da sola. E lui che sta lì, seduto nel salone del Residence, che ha freddo e forse ancora un po' di fame - la penna ormai abbandonata sul tavolo, la frustrazione che gli stringe lo stomaco. Dopo un po' si decide ad alzare la testa e nota che nel salone, ormai, sono rimasti in pochi, che è quasi ora di ritirarsi in camera: c'è lui, c'è qualche altro e c'è - ah.
Lei. Einar la stima: ha imparato a conoscerla nelle settimane in cui è diventato parte di Amici - a conoscerla e, di conseguenza, a stimarla. Lei non lo ha mai giudicato, anzi è stata una delle poche ad averlo avvicinato senza i soliti pregiudizi (schivando quel raccomandato che gli hanno appiccicato addosso altri). Lui la stima e forse lei potrebbe aiutarlo, no? Potrebbe chiederglielo, no? Allora si tira su in piedi ed afferra il quadernino, poi taglia in obliquo il salone e si avvicina ad un altro divanetto.
"Hola - cioè, ciao" fa con un piccolo sorriso. "Te disturbo?"
Giordana alza lo sguardo dal cellulare e rivolge uno sguardo curioso all'altro, un sorriso appena accennato sulle labbra. "Ciao" lo saluta. "No, no. Nessun disturbo."
"Posso sederme?" fa lui educatamente con un cenno alla poltroncina vuota accanto al divano. Forse ha l'aria un po' buffa col suo quadernino stretto tra le mani e, forse, quella è anche una situazione un po' strana, con lui che sta per chiedere alla cantautrice della squadra opposta se può dargli una mano con una canzone che lui, probabilmente, le canterà contro nelle prossime sfide - aspetta risposta ed accenna anche lui un piccolo sorriso.
"Siediti pure, mica sò la padrona di 'sto spazio" risponde lei, lanciando poi uno sguardo al quadernino - deve chiederle qualcosa?
Einar lascia andare una piccola risata e poi, finalmente, si siede sulla poltrona piegando una gamba sotto l'altra. "So che è estrano, pero - pues, vorrei chiederti un...ay, cómo se dice -" e si gratta un po' la nuca cercando nella testa la parola giusta. "Un conseglio, ecco - si dice così?" fa e poi sbuffa un'altra risatina, provando a sciogliere così l'imbarazzo.
"Un consiglio?" ripete lei, mettendo il cellulare nella tasca della giacca di pelle e rivolgendogli tutta la sua attenzione. "Non sono molto brava a dare consigli, ma ce posso provà."
Lui apre il quaderno e lo posa sul tavolo voltandolo verso la ragazza - il palmo aperto posato sul foglio della versione in bella. "Ho escrito una canzone y vorrei proporla come inedito" premette e poi prende un piccolo respiro più profondo. "Yo quería - cioè, puoi darci un'occhiata?" fa e si gratta di nuovo la testa, imbarazzato. "So che estiamo en due squadre diverse, ma -"
"È in italiano, vero?" domanda, scherzando un po', mentre dà un'occhiata al quaderno.
Einar accenna un mezzo sorriso e scrolla appena le spalle: "Credo de si" ammette ed il sorriso si fa più morbido. "Estò avendo qualche dificultad y comporre en italiano non è facile" le spiega. "Por questo non so se ha senso quello che ho escrito."
Giordana annuisce e prende il quaderno in mano, leggendo il testo con attenzione - annuisce un po' qui e lì. "A me piace" comincia, dopo un po'. Si chiede per un attimo da quanto Einar scriva in italiano perché, a parte qualche parola o frase un po' troppo spagnolizzate, è un buon testo - niente male. "Come la pensavi a livello musicale?"
Quello la guarda, sorpreso che lei non gli abbia già segnalato frasi o errori di ortografia. Allora si appresta a risponderle, che ha le idee ben chiare sul ritmo. "Qualcosa di -" e si muove un po' con la testa e con le braccia - scoppia a ridere. "Sai."
Quella ride, guardandolo. "Sì, anche io la farei un po' ritmata" conferma, ancora divertita. "Ti segno gli errori in italiano?" chiede, che è probabilmente per quello che le ha fatto leggere il testo.
"Ce ne sono muchos vero?" chiede il cubano con una piccola smorfia. "Pero ha senso, no? En general, dico" continua, che è una canzone importante per lui e vorrebbe davvero fosse perfetta.
"È bello chiaro come significato, tranquillo" fa Giordana in tono scherzoso.
"Ah" risponde lui e si gratta di nuovo un po' la testa, il mezzo sorriso di chi è stato beccato in pieno. "Allora - se tu fossi me, lo presenteresti?"
"Perché no?" risponde la cantante ed alza le spalle. "Se ti piace ed è importante per te, dovresti."
Se è importante per te. Einar le regala un sorriso enorme e felice - leggero. "Posso offrirte una sigaretta per ringraziarti?"
Giordana stringe le labbra in un sorriso. "Sì, dai. Anche se non ho fatto nulla"
Lui scrolla le spalle, poi si riprende il quadernino (qualche segno qua e là per le correzioni della ragazza) e lo chiude. "Sei estata gentile con me" le dice invece, evitando di aggiungere a differenza di qualcun altro. "Davvero" precisa e poi torna rapidamente al posto dove era seduto poco prima e si infila la felpa sulla felpa che già indossa - si volta a guardarla e ride piano. "Fa siempre troppo freddo."
Giordana scosse il capo. "È perché non sei mai stato a Londra: lì sì che fa un cazzo di freddo, mica come Roma."
Quello rabbrividisce e fa una smorfia al solo pensiero del gelo londinese e, poi, di riflesso si tira su il cappuccio della felpa e le maniche sui palmi delle mani - freddo.
"Ecco una città che non visiterò mai."

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Champagne || Eiram
Fiksi PenggemarCONCLUSA - Eiram | Sequel di Cubalibre | 2018 ed Einar vede la sua realtà sgretolarsi e la sua leggerezza andare via. Ma Milano è diversa da Cuba, la vita è diversa - anche Filippo ed Einar sono diversi, adesso. In un viaggio tra flûte di champagne...