VENTISETTE

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CHAMPAGNE

Ventisette

Ti ho cercato ovunque


25 Maggio

Tutto ciò che riesce a sentire Einar, in questo momento, è il battito furioso del suo cuore - batte così forte da rimbombargli ovunque, in ogni parte del corpo, in ogni pezzetto d'anima. E, a dire la verità, lui è convinto che tutti possano sentirlo.
Quando, circa un anno fa, ha preso un aereo ed è atterrato a Milano, Einar non avrebbe mai pensato che la sua vita sarebbe stata stravolta in questa maniera: è tutto cambiato - lui è cambiato. Le ultime settimane sono state un stress totale, tanto che a volte ha pensato seriamente di mollare tutto e tornarsene a fare il cameriere, quel cameriere gentile con la passione per la musica: è stato tutto così impegnativo e frenetico che non sa esattamente come sia arrivato fin qui, alla finale. Finale, sì, perché di finale di Amici si tratta. Il suo percorso sta volgendo al termine e, in realtà, lui non avrebbe mai pensato di riuscire ad arrivare fino all'ultima puntata. Sono due o tre settimane che si dice che va bene così, Ein, hai fatto ciò che hai potuto, se esci non è un problema: che non è da tutti, poi, arrivare in Italia, imparare (quasi) l'italiano, mettersi in gioco e provare a fare sempre del proprio meglio, no? Non è da tutti, lui lo sa. Non è da tutti e, se somma allo stress e alla fatica anche la pesantezza che ha provato in tutti questi ultimi mesi. Ecco, allora pensa di potersi dire bravo, che va bene così.
Cosa direbbe papà?, si è chiesto più volte durante tutto il percorso. Papà, saresti orgoglioso di me? Dei miei passi avanti, del modo in cui ho provato a diventare ciò che ho sempre voluto essere? Di come non mi sono sottratto alla fatica, di come sto provando a tornare a sentirmi leggero e felice?
E adesso Einar è qui, no? È nel mezzo dello studio, con un completo blu magnifico (e così costoso, Dio - non ne ha mai avuti di così costosi) che stringe forte la mano della sua compagna di squadra, Giordana. Stoffe blu e rosa che si mischiano, ora che le mani che si stringevano diventano un braccio posato sulle spalle ed uno attorno alla vita: è il momento di sapere chi andrà avanti, chi si batterà per il primo posto - stringe la presa su di lei.
Einar lo sa, che lui ha già fatto tanto. Sa anche che ci sono tante persone orgogliose di lui - sa che ha dato tutto ciò che poteva dare.
Volta un po' il viso a guardare la ragazza, le regala un sorriso pieno d'amore: ha imparato a conoscerla, lentamente, che nessuno dei due è mai stato capace a fidarsi troppo alla prima, che sono di quelle persone che si lasciano andare con calma. E adesso si vogliono bene, si stimano e probabilmente è tutto ciò che importa: un affetto genuino, non dettato dalle circostanze, non dettato dalla presenza continua di telecamere - genuino e basta.
Einar stringe più forte Giordana, le dita serrate attorno al suo fianco. Ce la fai, vorrebbe dirle, ma ha paura di parlare. E poi, il suo cuore batte così forte da fare un rumore assurdo - la sua voce non riuscirebbe a sovrastarlo.
Le carte sullo schermo che girano, girano, girano - girano.
E la sua foto che, questa volta, scivola più indietro di quella di Giordana: è finita, si dice mentre d'impulso abbraccia la ragazza - è contento per lei. Sì, è finita, ma a lui, stranamente, pare un po' l'inizio di tutto.
"Grande" le sussurra all'orecchio, stretto nell'abbraccio. "Grande, grande, grande."
Giordana sente gli occhi inumidirsi, ma prova a mandare giù la sensazione con un sorriso a labbra strette. "Sei stato bravissimo, Einar. Bravissimo." risponde, stringendolo ancora un po' prima di lasciarlo andare: certo, è felice di aver vinto, ma hanno stretto così tanto che - osserva Maria avvicinarsi e scompiglia un po' i capelli di Einar.
Einar guarda la presentatrice, gli occhi blu leggermente lucidi - prende un gran respiro e sorride. "Sì" dice, forse totalmente a caso. "Sì."
La conduttrice fa cenno alla cantante di tornare a posto mentre sorride al cubano.
"Einar." dice e stringe il microfono con entrambe le mani, la cartellina sotto il braccio. "Sei stato davvero bravo: li hai sentiti i giornalisti prima, no?" gli ricorda, allungando una mano per accarezzargli la schiena. "Sei cresciuto tanto, lo hanno visto tutti." lo osserva annuire e tirare su col naso - gli circonda le spalle con un braccio, abbracciandolo a metà. "Sapete, Einar non ha mai dato un problema a nessuno: è sempre stato estremamente educato con tutti, tutti. Non ha mai avuto una parola cattiva per nessuno, anche se ha continuato a darmi del Lei nonostante gli avessi detto che non era necessario." scherza un po' e lo guarda. "Non è vero?"
Quello sorride, forse quasi ride. "Yo - pues, volevo essere gentile" ammette, la gi morbida, che quella è l'educazione che gli ha impartito suo padre prima di ammalarsi - non lo dice, non è necessario: non ha mai voluto impietosire nessuno con il suo passato.
La donna gli sorride e si allontana giusto per prendere il CD del cantante dalle mani di uno degli assistenti di studio. "Prima di salutarti, ricordo che settimana scorsa - era la settimana scorsa, vero? - è uscito il tuo cd." e lo mostra alla telecamera. "Mi dicono che sta andando bene, sai?" dice sorridendogli, poi gli dà dei baci sulle guance a mo' di saluto. "Buona fortuna, Einar."
Il cubano ricambia i baci, poi torna a guardare per un attimo la copertina del suo cd - il suo cd. Non ci può credere. Quando se lo è visto davanti agli occhi, qualche giorno fa, non è riuscito a rendersi conto che fosse il suo, proprio suo suo. "Grazie por tutto - davvero. Yo - gracias. Di cuore" le dice, allora, e si sfiora il cuore col palmo della mano - l'ennesimo applauso.
"Posso - posso salutare Jo?" chiede (un cenno verso il pubblico) dopo che il battito di mani si è esaurito: ha visto Joele nelle prime file nel momento in cui ha messo piede nello studio e, adesso, sente il bisogno impellente di abbracciarlo - Joele che lo ha sempre sostenuto, Joele che lo ha sempre spronato. Joele.
Quella ride un po'. "Certo che puoi, vai." dice, mentre Joele si alza dal proprio posto per raggiungerlo.
"Grazie" fa Einar educatamente e poi si dirige verso il bresciano con passo svelto - forse le gambe gli tremano un po' per tutte quelle emozioni. Mentre azzera le distanze tra di loro, si sfila l'archetto e lo lascia ricadere attorno al collo - allunga le mani verso il ragazzo e lo ingloba in un abbraccio. "Jo."
"Sono così orgoglioso di te." sussurra il bresciano contro il suo orecchio. "Non ne hai idea, Ein."
Il cubano lo stringe più forte per non cedere al pianto che gli si è formato in mezzo al petto - non ora. "Ti voglio bene, Jo. Ti voglio bene - grazie" mormora in risposta. "Gracias por todo lo que hiciste por mi."
"Non ho fatto nulla. Nulla." risponde quello, baciandogli una guancia.
"No - hai fatto tutto" sussurra l'altro e poi dondola un po' con lui, lì, nell'abbraccio - il pubblico che rumoreggia ed un assistente di sala che, poco dopo, tocca la spalla di Einar per avvisarlo di seguirlo dietro le quinte. "Dopo - ci vediamo alla fiesta" promette Einar a Joele.
Il bresciano annuisce e gli sorride, tornando al posto e guardandolo andare via con un sorriso.
Einar raggiunge velocemente il dietro le quinte (mani che lo sfiorano dal pubblico per poterlo salutare e per potersi congratulare - a lui fa ancora così strano) e, una volta lasciatosi il palco alle spalle ("Einar, un commento a caldo" lo bloccano per intervistarlo - solo qualche secondo), prende un grosso respiro - alza lo sguardo, il corpo di ballo che si sta scaldando proprio lì.
Oh. L'esibizione di Filippo - è già ora? È stato così preso che, per un attimo, se ne è dimenticato. Filippo. E nello stomaco gli esplodono (altre) mille farfalle, mentre sorride con aspettativa, mentre lo cerca tra i ballerini - joder, sta a dir poco fremendo all'idea di poterlo rivedere, finalmente loro due da soli, dopo così tanto tempo (Irama ha portato la coppa in studio, all'inizio della puntata - era meraviglioso). Un secondo dopo, però, si trova abbracciato a qualcuno che, no, decisamente non è Filippo.
"Einar!" fa un ballerino con l'accento napoletano ed un sorriso enorme sul viso. "Mi sei mancato, hermanito." dice Umberto, stringendolo forte a sé. Lo ha visto quasi di sfuggita mentre si stava riscaldando per la performance e non ha potuto fare a meno di salutarlo.
Einar ricambia l'abbraccio, le mani posate sulle sue spalle larghe. "Anche tu" ammette e, dopo un'altra stretta, si stacca un po' per dargli un buffetto sulla guancia. "Baili con Irama?" chiede, provando ancora ad individuare Filippo - forse è ancora in camerino.
"Sì!" risponde, entusiasta. "Il nuovo singolo - non posso spoilerare nulla, però."
Il cubano annuisce con un sorriso: sì, ma Filippo dov'è? Joder, vuole vederlo - deve.
"Un minuto all'esibizione" informa un'assistente ed il corpo ballo si movimenta, adrenalinico.
"In bocca al lupo" fa Einar ad Umberto, ma in realtà lo augura a tutti - si appoggia con la schiena contro la parete, nel corridoio, per non essere d'intralcio.
Ed è lì che arriva Filippo: si aggiusta il cappello sulla testa e prende un respiro profondo. Volta la testa per rilassare il collo e vede Einar - Einar che è così bello con quel completo, così elegante e sexy che... Dio.
Amore. Einar lo guarda. Lo guarda o forse gli scava dentro con lo sguardo, gli occhi blu incatenati ai suoi (quella camicia lo fa impazzire, quel cappello lo fa impazzire - lui lo fa impazzire). Profondo, uno sguardo profondissimo. Amore.
"Ciao." mima il cantautore con le labbra, sorridendogli e sperando ricordi ancora il loro ciao. "Guardami."
L'altro annuisce impercettibilmente, poi lo fissa ancora per un attimo - un piccolo sorriso anche sulle sue labbra. "Ciao" fa, pure lui muovendo solo la bocca.
Filippo gli fa l'occhiolino e si infila gli auricolari nelle orecchie - la conduttrice lo annuncia e l'enorme schermo LED si apre, lasciando che lui torni sul palco. Chissà perché è sempre così emozionato (chissà se ad Einar piacerà).
Lo studio esplode in un boato quando Filippo appare sul palco e ne raggiunge il centro: Einar si avvicina al televisore posto lì (non riesce a sbirciare la performance dal vivo, da quel posticino), in mezzo ad altre persone. Quando partono le prime note, un calore piacevole gli si dipana per tutto lo stomaco - deve chiudere gli occhi per un attimo.
"Sono stato troppo crudo - come un taglio con il sale" inizia a cantare Filippo ed un sorriso enorme si disegna sulla bocca del cubano - la sua voce. E allora sta lì, semplicemente, a fissarlo, orgoglioso di lui, del suo percorso, mentre non può fare a meno di contare i minuti che li dividono dal loro incontro - quello da soli. Romantico, sì, ma non lo tocca e bacia da troppo e gli pare di impazzire.
"E sono un arrogante - tutte le volte che eri qui e ti ho messo da parte" canta Irama, il bacino che cerca di seguire la musica armoniosamente, quel sorriso felice sulla bocca. Arrogante, ecco che cosa sei, gli ha sbottato contro Einar, quel giorno in hotel. Esparisci y poi pretendi che io corra da te non appena ti degni de venire qui, ha aggiunto - gli viene da sorridere, adesso, che forse questa canzone è nata anche un po' da quella discussione.
Lo guarda, lo consuma con gli occhi finché la musica non smette di suonare e Irama accoglie l'applauso del pubblico, le parole gentili di Maria. Qualche secondo. Ancora qualche secondo. Einar freme, gli occhi, adesso, puntati sul punto nel quale dovrebbe apparire nuovamente Filippo - freme.
Einar, Einar, Einar: è tutto quello a cui Filippo riesce a pensare tornando nel backstage - si guarda intorno, cercando il suo sguardo e trovandolo quasi subito. Amore, pensa e gli si avvicina con un sorriso contento.
Quello, ancora, lo fissa ed inizia a camminare, dal lato opposto del corridoio, insieme a lui - gli occhi che non riescono a slegarsi. Avanzano, inoltrandosi verso i camerini, in silenzio - o meglio, attorno a loro ci sono voci, persone che parlano, ma loro non sentono niente.
Einar sente l'adrenalina salire, salire, salire: si infila nella stanzetta, dietro a Filippo, dopo essersi guardato vagamente attorno - deserto.
Il cantautore gli è addosso prima che possa dire qualcosa: lo spinge contro la porta e lo bacia come se non si baciassero da millenni (Dio, è così vero), come se il mondo dovesse finire in quell'istante. Gli afferra le mani e le stringe, portandole ai lati della testa dell'altro. "Mi sei mancato da morire, cazzo."
Quello geme, semplicemente - inarca la schiena e ricambia quel bacio senza fiato, gli occhi chiusi. "Tu" riesce solo a dire, il corpo completamente teso sotto di lui.
Filippo struscia il naso contro la sua guancia, lasciandogli un morso proprio lì. "Hai -" e gli bacia il mento. "- hai ascoltato la canzone?"
Einar piega un po' il capo all'indietro lasciandosi baciare piano, un po' ovunque - chiude gli occhi. "Non fare el arrogante" sussurra, a mo' di risposta e quasi lo sgridasse: slega le mani dalla sua presa - le stringe, adesso, sui suoi fianchi. "Estavo distratto" sospira, che anche adesso la sua bocca lo distrae - molto.
L'altro sorride piano e struscia le labbra contro quelle dell'altro in una sorta di tortura. "Cosa ti ha distratto allora?" mormora, guardandolo negli occhi.
Quello geme appena, la schiena che si inarca ancora un po' - la giacca elegante aperta, a mostrare la camicia che gli fascia il petto perfettamente. Allunga una mano a tirare il colletto della camicia del cantautore, a scoprirgli di più la pelle - 6311. "Te."
Filippo ride (bassa e roca) ed infila una mano tra i suoi capelli. "Ho ragione ad essere arrogante, vedi?" scherza e poi lo bacia dolcemente, in pieno contrasto con la tensione che sente.
Einar sospira piano, ricambia il bacio, la mano che scivola sotto la stoffa della camicia rossa - gli accarezza il ventre, mentre il suo stomaco si contrae. "Sei un cazzo de arrogante" e ride un po'.
Il ventitreenne si spinge verso la sua mano, lasciandosi scappare un sospiro tremulo. "Dio, abbiamo più o meno un'ora prima che ti chiamino sul palco per i premi." butta lì, contro le sue labbra.
Quello socchiude gli occhi, le dita che scivolano fin sulla sua schiena - spinge il bacino verso il suo e sospira, sentendolo così teso contro di sé. "Y ahora non posso avere nessun premio?" sussurra impaziente - gli morde la bocca.
"Un premio per non aver ballato con nessuno, dici?" chiede lui con un sorrisetto, baciandolo ancora una volta.
"Por così tanto tiempo" sospira frustrato Einar, lasciandosi premere di più contro la porta - allunga la mano alla cieca, a girare la chiave nella toppa. "Y ahora quiero bailar - toda la noche, papi."
Filippo gli bacia il mento, poi continua giù, verso il collo. "Fosse per me, lo faremmo per tutta l'estate a partire da oggi." geme piano, succhiando appena la pelle intorno al pomo d'Adamo.
"¿Estás prometiendo?" inarca la schiena lui, la mano che scende a palpargli il sedere, forte - piega appena le gambe, per scivolare meglio contro il suo bacino.
", abbiamo così tanto da recuperare." sussurra e gli scosta il colletto della camicia, per baciargli la pelle scoperta.
Abbiamo così tanto da recuperare - mesi, da recuperare. Sono stati così pesanti, per il cubano, gli ultimi mesi senza Filippo, senza i piccoli affetti, in mezzo a gente che non conosceva e con la quale, in parte, nemmeno riusciva a legare - immerso in uno stress misto ad ansia costante. Ma è finita ora, no? È finita, Amici è finito. È finito e - oh.
Il pensiero, mentre sente la bocca dell'altro su di sé, corre al percorso che ha fatto nell'ultimo anno, corre al suo album, alla sua musica, corre a - papà. Se papà fosse qui, si chiede mentre il respiro si spezza, sarebbe orgoglioso di me? Sarebbe contento di ciò che ho conquistato, di chi sono diventato? Sarebbe - Einar si piega leggermente in avanti, nascondendo il viso dietro alla mano, mentre un pianto (nervoso, stressato, malinconico, sollevato) lo coglie.
Le mani del cantautore si posano sulla sua schiena mentre quello lo abbraccia forte, provando a consolarlo, anche se è davvero confuso. "Che succede? Ein?" mormora, baciandogli la testa.
Einar si preme di più la mano sul viso, gli occhi serrati e quelle lacrime che non si fermano: non sa esattamente cosa gli stia succedendo, ma sente il bisogno di lasciarsi andare a quel pianto. Sarebbe orgoglioso di me, mio papà?, continua a girargli in testa - vorrebbe dirlo, ma non riesce ancora. I singhiozzi gli bloccano il respiro.
Filippo resta in silenzio e lo stringe a sé, dondolando un po' e continuando a baciargli i capelli - deve essere la tensione, pensa.
"Mio padre" lascia andare in un sussurro dopo qualche minuto - prova a prendere un respiro profondo, forse un po' spezzato. "Lui - sarebbe fiero di me?" chiede, che forse da solo non riesce a darsi una risposta lucida.
Quello lo stringe forte. "Lui è fiero di te." dice, allora. "Chi non lo sarebbe? Lui è orgoglioso, ne sono certo."
Einar lascia che quella piccola rassicurazione gli entri dentro, che rallenti il pianto, che smetta di farlo tremare - butta giù il resto delle lacrime e cerca di prendere un respiro profondo. Allora si scopre piano il viso, raddrizzando la schiena il giusto per poter guardare il ragazzo negli occhi - i suoi, due pozze blu infinite. "" sussurra e cerca la bocca di Filippo, lentamente, congiungendo le labbra in un bacio calmo, leggero - una mano che si stringe sul suo fianco, l'altra che si intreccia alla sua.
Filippo sospira e gli posa un bacio dietro l'altro sulle labbra. "Il tuo album è bellissimo, non ho ascoltato altro." mormora, strofinando il naso contro il suo.
"Caraculo" gli risponde quello scuotendo un po' la testa, un lieve sorriso sulla bocca ed un altro bacio - ancora uno. Gli pare ancora strano che qualcuno possa ascoltare le sue canzoni - non è abituato. Inspira forte.
Adesso che il pianto è andato scemando, Einar può dire di sentirsi meglio, forse addirittura più leggero: suo padre sarebbe stato orgoglioso di lui e la fine di Amici non è nient'altro che un inizio, ecco sì. Deve pensarla così. C'è Filippo, ora, davanti a lui. Sono lui e Filippo. E basta.
"Tu." fa Il ventitreenne ridendo piano: gli prende il viso tra le mani e lo bacia ancora, dolce dolce, che è così bello fasciato in quel completo.
Quel bacio fa accartocciare piacevolmente lo stomaco del cubano: con le dita scivola fino ai suoi fianchi e lì stringe la presa, le lacrime di poco prima che sono già ricordi salati sulle sue guance. Einar tiene Filippo saldo per la vita e lo fa indietreggiare con decisione, fino al divanetto (chissà perché nei camerini di Irama ci sono sempre i divani?) - lo lascia cadere tra i cuscini e, in un attimo, lo sovrasta col corpo. I baci, adesso, sono famelici, pieni di desiderio - sono morsi.
Filippo geme piano e piega le gambe per farlo scivolare meglio contro il proprio corpo - gli tira un po' i capelli per fargli alzare la testa e mordergli un po' la bocca.
"Joder" sospira quello in un bacio passionale - spinge il bacino contro il suo, le dita che corrono a slacciare il bottone dei jeans, poi la cerniera. Quando la sua mano scivola sotto la biancheria del cantautore, il sospiro di Einar è ancora più pieno - lo accarezza lì, tra le gambe, lentamente, dandosi un ritmo cadenzato. "Bailamos, bailamos, bai -"
Ma l'altro lo zittisce con un bacio, lasciando che un sospiro si perda tra le sue labbra - con le mani prova a slacciargli la camicia, in fretta, ma evitando di rovinarne i bottoni. "Ein." geme contro la sua bocca, spingendosi contro la sua mano. Così, così.
"Te ricordi -" inizia Einar nella sua bocca, la mano che si muove per tutta la lunghezza dell'altro e tanti piccoli sospiri che gli scivolano via dalle labbra. "Te ricordi la leyenda del cubalibre?" sussurra, la voce assurdamente roca. Chissà come, quel ricordo gli torna sempre in mente.
"Come posso dimenticarla?" domanda in un gemito - inarca la schiena e chiude per un attimo gli occhi, il fiato corto. Ricorda perfettamente la volta in cui Einar gli ha raccontato quella storia: il modo in cui lui stesso è quasi morto per mano sua.
Il cubano alza la testa - il colletto della camicia blu un po' stropicciato - e guarda Filippo con un sorriso obliquo sul viso. "Ay, papi" fa, gli occhi velati di desiderio puro. "Allora posso usare mi boca per altro..." lascia cadere lì, la mano che si blocca e le labbra, un attimo dopo, che la sostituiscono - quanto cazzo gli è mancato.
Ecco, il cervello del cantautore si è momentaneamente spento: getta la testa all'indietro e porta entrambe le mani tra i capelli del fidanzato, provando ad allargare di più le gambe. Come avrà fatto a vivere due mesi senza di lui? Cazzo.
Einar è così preso, joder, da quel movimento (che gli è mancato tanto) e dalle dita dell'altro tra i suoi ricci che il resto del mondo non esiste più (Amici? Cos'è?) - allunga una mano ad accarezzare il petto di Filippo, la collanina d'oro che gli scivola tra le dita.
Ed è così preso che nemmeno si rende conto del primo tonfo contro la porta - al secondo, però, sussulta.
"Filo!" fanno dall'esterno, le nocche contro la porta, a bussare ancora. "Filo, cazzo."
Merda. "Lori." dice quello, ansimando appena. "Un attimo!" urla e prova a non entrare nel panico, guardando Einar. "Ora gli apro. Tu prova a..." lo osserva. "... non lo so."
Quello si tira su in piedi (la testa che gira un po' ed una frustrazione tale addosso che potrebbe esplodere - Lorenzo è sempre in mezzo, possibile?) ed allunga la mano per aiutare Filippo ad alzarsi dal divano. "Calma" prova a dirgli sistemandogli un ricciolino all'indietro: Filippo ha le guance rosse, gli occhi verdi torbidi, un velo di sudore che gli scivola giù per il collo ed è sexy da morire - peccato che si veda lontano un miglio che era ad un passo da un orgasmo (uno di quelli... beh).
Lui, invece, ha tutti i vestiti fuori posto e un gran caldo addosso: allora si posiziona davanti allo specchio e si sistema i bottoni della camicia, poi la infila nei pantaloni come riesce, velocemente - aggiusta il colletto.
"Filippo" quasi ringhia Lorenzo.
Filippo deglutisce e si aggiusta la camicia e i pantaloni mentre va ad aprire. "Eccomi, eccomi." dice e controlla che l'altro cantante sia in ordine prima di aprire la porta. "Ehi, Lori. Ti è piaciuta la performance?"
Lorenzo lo squadra dal basso verso l'alto, che Filippo ha un rigonfiamento proprio e la faccia stravolta - lo sguardo frustrato. E lui che è pure andato a prendere dei cazzo di panini. "Coglione del cazzo" lo apostrofa entrando nel camerino e sbattendo la porta, che conosce quell'espressione su Filippo. E, difatti, lì - esattamente come si aspettava dopo aver trovato la porta chiusa a chiave - c'è Einar, appoggiato al tavolo e con un mezzo sorriso imbarazzato sulla bocca (la stoffa tesa tra le gambe, i vestiti stropicciati).
"Ciao" fa il cubano.
"Sì, ciao un cazzo" gli risponde allora il moro, scazzato. Ficca in mano al cantautore un sacchettino con hamburger e patatine: "Ingozzati" gli dice poco gentilmente - fanculo.
"Grazie." risponde il cantautore dopo essersi schiarito la gola: non bastava la frustrazione e tutta quella cazzo di tensione, ci voleva anche Lorenzo incazzato.
"La prossima volta -" inizia quello chinandosi verso l'orecchio dell'amico per non farsi sentire da Einar. "- Già che ci sei, scopatelo in studio - in diretta" sussurra arrabbiato, che non ci può davvero credere che Filippo sia così deficiente, Dio. "Bella performance, comunque" aggiunge, poi, a voce più alta, mentre lo sguardo di Einar cerca quello del fidanzato: non ha capito cosa abbia detto il fotografo, ma certamente nulla di carino - alza un po' l'angolo della bocca abbozzando un sorriso.
Filippo prende un respiro profondo e si passa una mano sul viso. "Grazie." ripete ancora, andando a sedersi.
"Congratulazioni per il terzo posto" dice poi Lorenzo guardando il cubano, il tono incolore.
"Grazie" risponde Einar schiarendosi un po' la voce e rivolgendogli un sorriso appena accennato.
"Dai, mangiate un po' anche voi." fa il cantautore, buttando giù un paio di patatine: è così, in fondo, che affronta lo stress e la frustrazione.
Lorenzo guarda Filippo: gli dispiace essere sempre così stronzo con lui, ma quando quello agisce senza pensare, lui non riesce a non arrabbiarsi. "No, tranquillo, le ho prese per te - lo sai" dice piano.
Quello gli sorride un po' ed alza le spalle, rilassandosi un pochino. "Tu, amore?" domanda, lanciando uno sguardo ad Einar. "Una patatina?"
Amore. Einar sente un piacevole calore dipanarsi per tutto lo stomaco ed un sorriso gli nasce più spontaneo sulla bocca. "No, gracias" fa sistemandosi il polsino della camicia - libre proprio sotto i suoi polpastrelli. "È già uscito el video de Arrogante, niño?" chiede.
"Non ancora." risponde lui, dando un morso all'hamburger. "Ma ho delle foto del backstage sul cellulare, se vuoi vederle."
"Sì" fa il cubano attraversando la stanza ed avvicinandosi a lui. "Dove lo hai - ay, cómo se dice" ci ragiona un po' su, grattandosi la testa mentre la parola spagnola non trova traduzione. "No sé. Fatto? Si dice?"
Filippo annuisce e prende il cellulare, sbloccandolo. "Girato." lo aiuta ed apre la galleria. "A Miami - sai, c'è una zona in cui ci sono alcuni locali cubani." spiega e gli passa il telefono.
"Oh" risponde Einar iniziando a scorrere la galleria delle foto, lentamente, e le osserva tutte, una per una: Filippo sdraiato su una spiaggia, la foto di un tramonto sul mare, un meccanico con le tipiche auto che girano ancora a Cuba, una - ah. Guarda con attenzione quella foto, quella di una ragazza insieme a Filippo sul set: i capelli castani, la pelle bronzea, il fisico minuto, morbido ed un sorriso che - "La bailarina?" domanda indicandola.
Il ventitreenne lancia uno sguardo al cellulare. "Sì." dice e sorride divertito. "Sai, si chiama Jo. Non è divertente?"
"No, non molto" borbotta quello e Lorenzo, che sta seguendo la chiacchierata mantenendo lo sguardo sul proprio telefono, accenna un sorrisetto divertito prima che possa impedirselo.
Filippo alza le spalle e gli bacia una guancia. "Joele lo ha trovato divertente." dice, a mo' di giustificazione. "Mi ha aiutato con la coreografia, sai?"
Il cubano emette uno sbuffo, un sopracciglio un po' alzato. "Qué chica amable, uh" fa e sta per aggiungere un qualche altro commento sarcastico, quando una ragazza dello staff del programma fa capolino dalla porta lasciata aperta.
"Einar" chiama, forse leggermente indispettita. "Ti ho cercato ovunque. Devi venire con me."
"Oh" raddrizza la schiena Einar e consegna il telefono in mano al fidanzato. "Tengo que irme" fa, rivolto a Filippo - prende la giacca che ha posato poco fa e la indossa. "Vale, hasta pronto."
"Ci vediamo dopo." lo saluta quello e lo guarda andar via con un sospiro ed un altro morso al panino.
A quel punto Lorenzo si alza e si avvicina al cantautore: gli passa il braccio sulle spalle, poi posa un bacio sulla sua guancia. L'uscita in scena di Einar lo ha automaticamente rilassato - allunga la mano a rubare il panino di Filippo e dà un bel morso.
"Buono."

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