CHAMPAGNE
DiciassetteBalla solo con me
Sabato 9 Febbraio
Joele ha chiesto ad Einar di raggiungerlo a Brescia: la puntata del sabato di Amici è stata registrata, quindi il cubano ha avuto il sabato libero. Quel sabato, poi, è speciale: mangeranno e poi passeranno la serata sul divano a guardare la finale di Sanremo, tifando per Irama (ovviamente).
È strano quanto leggero il bresciano si senta al pensiero: in fondo, è la prima volta che Einar torna a Brescia da quando si sono lasciati, quindi dovrebbe significare qualcosa. Eppure...
Essere amici per loro è così semplice e naturale, che Joele comprende quanto bene abbiano fatto a finirla lì.
"Sono in stazione." scrive ad Einar, mentre lo aspetta.
Einar scende dal treno proprio in quel momento, con il suo zaino in spalla e la sciarpa tirata fin sul naso - salta l'ultimo scalino e si avvia lungo il binario, verso l'uscita, per andare incontro a Joele. Sarà sicuramente parcheggiato al solito posto, che Joele è uno di quelli piuttosto abitudinari: ha sempre posteggiato nello stesso identico punto sin da quando Einar lavorava ancora al ristorante e, quando era sera tardi ed il bresciano non voleva far tornare a casa a piedi il fidanzato, lo aspettava fuori dalla stazione all'arrivo del treno esattamente nel posto dove Einar è sicuro di trovarlo adesso.
È strano, però, come inizialmente Einar si sia sentito agitato all'idea di rivedere Joele proprio a Brescia, lì dove non torna da quella famosa sera: l'ultima volta che è stato in questa stazione, non riusciva a respirare da quanto piangeva forte - quel sentirsi spaesato, poi... terribile. Adesso, però, a dispetto di ogni ipotesi, è in pace con se stesso: non sa spiegarselo del tutto, ma saranno le novità per la sua carriera, sarà la sfida vinta sabato scorso, sarà la felicità (e la naturalezza) nel rivedere Joele, sarà il sesso di due settimane fa, quello in auto con Filippo (Dio). Sarà, sarà, lui non sa cosa sia precisamente, ma questa leggerezza gli piace tanto.
Esce dalla stazione ("Estoy llegando"), si stringe meglio nella giacca e sale sul marciapiede con un balzo. Leggero - molto leggero, come non si sente da tempo, che è stata un'ottima settimana, dev'essere sincero: le lezioni sono andate piuttosto bene e ha iniziato a passare sopra con più menefreghismo alle battutine dei suoi compagni. E anche se non vede fisicamente Filippo da due settimane (vederlo in TV, su quel fottutissimo palco lo ha destabilizzato in una maniera indescrivibile - positiva, bellissima, meravigliosa), sa va bene così. E poi, sente di essere ad un passo da un altro piccolo traguardo musicale.
Arrivato al parcheggio (non lo sorprende per niente notare che si tratta proprio di quel parcheggio), bussa con le nocche al finestrino, quello dalla parte del conducente, e fa un sorriso enorme mentre un senso di tranquillità e felicità gli cade dolcemente addosso.
Joele abbassa il finestrino e gli sorride. "Oye, muchacho. Vuoi un passaggio?" domanda, ridendo un po'.
Einar ride di riflesso e si sporge a dargli un bacio sulla guancia, le mani appoggiate alla portiera. "Cinquanta toda la notte. Accetti?" scherza.
Il bresciano ride e gli stringe una mano. "Sali e poi decidiamo il prezzo."
"Non me parece un buon affare - per me, dico" fa quello dopo aver raggiunto l'altro lato dell'auto ed essere salito - gli sorride, quel sorriso grande, le rughette attorno alla bocca.
L'altro si allunga ad abbracciarlo. "Come va?" chiede, mettendo in moto. "Ho visto la sfida, sei stato grande" non che avesse avuto dubbi riguardo la sua permanenza nella scuola.
Einar prende un respirone e poi sorride - ancora. "Dici?" e ride un po', che è molto orgoglioso di come ha gestito la tensione di quel momento di sfida. "El esfidante era molto bravo, però" aggiunge, che lo pensa davvero. "Por el resto, estò bene - ho delle novità musicali da raccontarti" ammette, infine, dopo aver allacciato la cintura di sicurezza. "¿Y tú? ¿Qué tal?" chiede, tornando ad alzare gli occhi verso quelli dell'altro.
Novità musicali - Joele mette da parte la curiosità o, almeno, ci prova. "Ho ripreso le lezioni di salsa, sai?"
"Alla fine hai deciso?" fa, contento, che fino a quale giorno fa Joele era ancora in forse. "Allora me farai vedere i tuoi pregressi?" chiede, mentre sente il cellulare vibrare e si impegna a recuperarlo dalla tasca, l'espressione concentrata ("Progressi, Ein", lo corregge Joele). Sul display una notifica da parte di Feli - il sorriso di Einar si amplia mentre sblocca lo schermo per leggere l'intero messaggio: "Sono già in para. Tu come stai?" gli ha scritto e lui si affretta a rispondergli. Che poi, se lo immagina, lì, con una birra mentre cammina avanti e indietro per il camerino con mille paranoie. "Bene. Sono llegado Brescia adesso" invia.
La risposta di Filippo non si fa attendere: "Salutami Jo.".
Joele osserva per un attimo il cantante e sorride. "Irama?"
Irama, Ira - Einar alza la testa a guardarlo e qualcosa gli si stringe nello stomaco: Joele non sa ancora di lui e Filippo e sente che dovrebbe dirglielo. Dovrebbe sì, per sentirsi meglio con se stesso, per mettere a posto quel pezzetto di coscienza che gli pesa sempre un po' di più. Dovrebbe per il semplice motivo che Joele merita la verità.
"Sì, ti saluta" fa, invece. "Dice che está agitato per estasera" precisa, scrivendo sulla tastiera un ti saluta anche lui con uno smile sorridente in fondo alla riga.
"Digli che faremo il tifo per lui e che lo merita. È una canzone bellissima, no?" chiede il bresciano. "Meriterebbe il podio."
Meriterebbe il podio - già. Einar ha pianto la prima volta che ha ascoltato La ragazza con il cuore di latta cantata live da un Irama agitato (e meraviglioso). Si è commosso, cercando asciugarsi gli angoli degli occhi blu e di non farsi notare da nessuno dei presenti, che si erano tutti riuniti nella stanza più grande del Residence per seguire la diretta della prima serata. Ha dovuto prendere un respirone e poi annuire a quei pensare che lui era qui, l'anno scorso pieni di ammirazione e, forse, una punta di invidia.
Einar si è sentito tanto orgoglioso, che Filippo, lui... " - è un grande artista" dice piano e si umetta le labbra, che l'interpretazione, la voce, la poesia di Filippo lo hanno sempre colpito dritto al cuore, aldilà di tutto ciò che c'è stato tra di loro - è qualcosa che va oltre.
Joele annuisce e lancia un'occhiata più avanti nella strada, dove c'era il loro solito bar. "Che ne dici di fermarci a prendere qualcosa al solito posto? Così mi racconti tutto - sai quanto io sia curioso, no?"
Abitudinario, no? "Sì" ride allora il cubano lasciando che Joele cerchi un posteggio poco più in là. "Ma te ricordi di quel giorno in cui mi hai fatto impazzire perché non volevo dirti dove ti avrei portato a cena? A Cuba, dico" fa, mentre l'altro parcheggia a due passi dal bar.
Quello ride - fino a quel giorno si era illuso di conoscere tutti i posti in cui si mangiava bene a L'Avana. "Sai, credevo di aver visitato tutti i posti giusti."
"Solo i posti da turista - turista como tú" lo prende in giro Einar e slaccia la cintura una volta che il motore è spento. "Non i posti da vero cubano" ridacchia e poi guarda dallo specchietto retrovisore per sapere quando aprire la portiera - un attimo dopo scende. Si stiracchia, fa il giro dell'auto e raggiunge Joele - lo fissa per un secondo: il cappotto elegante, la cravatta che spunta da sotto una sciarpa grigia, i pantaloni ben stirati e le scarpe perfette. Sorride, sorride e d'impulso lo abbraccia, lo abbraccia forte.
Joele lo stringe allo stesso modo, per niente a disagio. "Mi sei mancato, tío."
"Tu también, chiquito" mormora premuto contro il suo petto e respira profondamente - si scosta solo dopo qualche attimo, le mani sulle sue spalle ed un sorriso sulla bocca. "Ho una fame incredibile, sai?" ammette iniziando poi a camminare con lui e dandogli una piccola pacca sulla spalla. "E estoy muriendome de freddo" dice, quasi fosse una novità.
"Dai, entriamo." dice l'altro, infilando le mani in tasca. "Che lì dentro c'è di sicuro il riscaldamento acceso." e gli dà un buffetto sulla schiena, prima di precederlo.
Una quindicina di minuti dopo, Einar siede con Joele davanti ad una cioccolata calda e ad un pezzo di torta. Sorride, soddisfatto e felice come un bambino, e si slaccia finalmente la giacca, che il freddo è passato - dà un calcetto all'altro. "La cioccolata de questo posto non la batte nessuno" butta lì pulendosi la bocca.
Joele conferma, alzando la tazza mo' di brindisi. "Quali sono le novità che mi devi raccontare?" chiede dopo poco, quando l'altro è ormai a metà fetta di torta.
Quello si lecca le labbra un attimo, poi posa la tazza sul tavolino e liscia il tovagliolo con le mani. Sto con Filippo, vorrebbe buttare fuori, ma sa che non è né il luogo né il momento adatto. E anche che Filippo è meraviglioso, è fottutamente meraviglioso - vorrebbe aggiungerlo, ma tace. Sorride un po' e piega appena il capo da un lato.
"Tra due settimane presento el mio secondo inedito."
"Davvero?" domanda il bresciano, d'improvviso sorpreso. "Ma è una bellissima notizia! Non posso avere qualche piccolo spoiler?"
Einar ride e scuote appena la testa, ben pronto a tenersi il segreto tutto per sé. "Posso dirti el titolo, se desideri" propone con un sorrisetto. "Y anche che è diversa da Ma tu rimani."
Ma tu rimani è diventata una delle sue canzoni preferite, Joele non ha alcun dubbio che anche questa qui ne farà parte. "Come si chiama?"
"Bene - si intitola Bene" sorride con orgoglio quello e prende un altro sorso di cioccolata calda - bene. "Non vedo l'ora de cantarla en puntata."
Il bresciano sorride e beve anche lui. "Io non vedo l'ora di ascoltarla." risponde e gli allunga un tovagliolino, in modo che si pulisca la guancia. "Riesci sempre a farla finire in posti impensabili."
A quella frase, Einar scoppia a ridere mandando indietro l'imbarazzo mentre ricorda con particolare affetto di una volta, a casa di Jo, con della cioccolata calda e poi. Erano i primi tempi a Brescia, arrivato da Cuba da poco, e le cose tra loro erano ancora... calde.
"Estò zitto, uh?" scherza pulendosi.
Joele lo guarda confuso, poi coglie il riferimento e scoppia a ridere. "Quanto sei stupido." risponde, un po' imbarazzato, pizzicandogli una mano. "Non stavo pensando a quello, sai?"
"Io sì" ribatte il cubano e gli mostra la lingua, divertito. Si sono voluti bene, bene davvero e Einar non rinnega né rimpiange nulla di ciò che è stato, nemmeno la decisione che sono arrivati a prendere - adesso è tutto perfetto, tra di loro, no?
Quello scuote il capo, incredulo. "Sai, sembri cambiato. Non ricordo se te l'ho già detto." perché sembra più felice, più - più leggero.
Einar sorride e pensa, d'impulso, a Filippo ("Sembri diverso, sai?" gli ha detto la settimana scorsa). "Solo - sai, inizialmente le cose qui per me erano... non lo so, diverse. Più difficili. Ora estò facendo la mia musica e mi sento più realizzato, anche se a scuola è ancora tutto complicato. Ma va bene così, no? Devo piensare solo en la mia musica, no?"
Il bresciano sorride e finisce il proprio pezzo di torta. "Finché pensi alla tua musica andrà tutto bene." concorda.
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Champagne || Eiram
FanfictionCONCLUSA - Eiram | Sequel di Cubalibre | 2018 ed Einar vede la sua realtà sgretolarsi e la sua leggerezza andare via. Ma Milano è diversa da Cuba, la vita è diversa - anche Filippo ed Einar sono diversi, adesso. In un viaggio tra flûte di champagne...