CHAMPAGNE
Sei
La stanza è insonorizzata, sai?
Ottobre
Sono passati dei giorni dal concerto e sembra essere tornato tutto alla normalità tra Joele ed Einar. Sembra, ma non è così.
Il bresciano non può fare a meno di pensare che qualcosa sia nettamente cambiato da quella sera - qualcosa di fondamentale, le cui conseguenze però sono a lento rilascio. C'è una vocina, dentro di lui, che comincia a mettergli su dei dubbi che non lo lasciano andare - prova a mandarli giù, però. Perché se è vero che Einar gli ha mentito è anche vero che sembrava sinceramente dispiaciuto e, Dio, proprio non sa resistergli.
Einar siede sul divano, accanto a lui - non sono accoccolati uno all'altro, sono semplicemente seduti insieme. Condividono uno spazio, condividono i cuscini, condividono il pacchetto di patatine che Einar tiene in mano. Condividono il film che stanno guardando alla TV, l'appartamento, condividono i preparativi per il provino, condividono le chiacchiere in casa - per il resto, non condividono molto altro, ultimamente. Di certo, non condividono non il letto, quello no - da un bel po' di giorni.
"Jo -" chiama con dolcezza voltandosi a guardarlo "- ti va di uscire a cena, domani? Es il mio giorno libre."
Quello lo guarda ed annuisce. "Certo. Dove vorresti andare a mangiare?"
"No sé" fa lui e posa la mano sul suo braccio a giocherellare con il quadrante del suo orologio. Che in realtà la sua è semplicemente voglia di stare un po' con Jo, di mettere ancora un po' le cose in ordine - di essere un pochino romantico.
Joele lo guarda, sorride un po' e gli bacia l'angolo della bocca. "Abbiamo un po' di tempo per pensarci, no?"
"C'è quel posto -" inizia, invece, il cubano appoggiando la testa contro la sua e sentendosi immediatamente meglio (compreso con se stesso, che avverte ancora il senso di colpa schiacciarlo). "Quel posto che ti piace tanto. Quello dove fanno el tiramisù en el vasito" continua, ricordando quanto fosse rimasto entusiasta il fidanzato quando gli era stato servito il dolce in un barattolo di vetro - gli si era disegnato sulla bocca quel sorriso bellissimo.
Il ragazzo gli circonda le spalle con un braccio e lo stringe a sé. "Sì, mi piacerebbe tanto andarci."
E quello ride piano voltandosi un po' col busto - gli posa un bacio sulla spalla, la mano sul suo petto. Da quanto loro non...? Dio, è così frustrante. Einar si sente teso come una corda di violino, sente un bisogno quasi pungente di contatto fisico, di toccare, di fare l'amore che - Dio. Perché si comportano praticamente come due amici?
Joele lo bacia dolcemente con un sorrisetto divertito sulle labbra. "Einarcito pequeñito." lo prende un po' in giro, come era solito fare con Marisol.
"¿Me tomas el pelo?" scherza lui e gli si lascia andare un po' meglio contro il suo corpo, gli occhi socchiusi - gli si struscia appena addosso, la bocca a sfiorare la sua.
"Sì." ammette quello, baciandolo ancora - baciarlo sembra normalizzare le cose e, poi, a lui piace tantissimo farlo.
"Pues, allora domani sera vado da solo a cena fuori" finge di offendersi Einar (sulla bocca un sorriso amplio), scivolando appena appena sotto il corpo del fidanzato, per lasciarsi sovrastare un minimo, per - Dio. Magari.
Joele gli riempie di baci il viso, accarezzandogli i fianchi. "Davvero? E mi lasci qui?" chiede sulle sue labbra, mentre una delle mani gli afferra una gamba, facendogliela piegare intorno alla propria vita.
"Sì" fa, mentre la risata si esaurisce in un bacio più lento e lui torna a socchiudere gli occhi con mezzo sorriso - un sorriso a tratti malizioso. "Piensa, come farai quando entrerò en la escuela di Amici - perché ci entrerò, vero?" mormora, allora, passandogli una mano tra i capelli. "Posso farcela, no?" che continua a chiederselo da settimane, che ci sono giorni in cui gli pare possibile ed altri in cui è assurdo che possano volere uno come lui, lì dentro.
"Ci entrerai, piccolo mio." risponde lui, baciandogli una guancia. "Ed io verrò a trovarti ogni weekend." dice, abbracciandolo.
"Vale" si lascia convincere il cubano - manda via le insicurezze e torna a sorridere. "Ma come farai se vorrai andare a cena fuori en settimana y non avrai la compagnia giusta? La mia, dico" riprende, poi, un po' schiacciato contro il suo petto, che adesso si sente rassicurato dalle sue parole e gli pare di respirare meglio. Deve essere onesto (onesto e col senso di colpa): anche Filippo lo sta sostenendo, sebbene non si vedano dal concerto - si sentono, però. È giusto che anche Filippo lo supporti? O meglio, è giusto (etico, morale, corretto) che Einar si lasci supportare anche da Filippo?
"Chiederò al tuo caro amico Irama." dice Joele, il tono palesemente ironico, pizzicandogli una guancia. "Dici che ci viene a cena con me?"
"Sì, dai" risponde Einar ignorando l'ironia del bresciano (quelle battutine se le merita, dopo la storia del concerto) e buttandola, quindi, sul ridere. "Sei abbastanza divertente, dopotutto" lo prende ancora in giro e gli morde piano la mano. Stringe appena la gamba attorno alla sua vita, che vuole che Joele si concentri su loro due abbracciati sul divano e non su altro - lo fa quasi in una blanda richiesta, in una sorta di proposta: sono qui, guardami.
Quello ormai è abituato a leggere i gesti e le espressioni dell'altro: sa cosa vuole, sa che che vorrebbe fare l'amore, ma... Ma. È da un po' che il bresciano non ne sente la necessità, come se il loro rapporto non ne avesse bisogno, come se potessero fare a meno anche delle poche volte in cui lo fanno. Ed è forse strano, forse troppo platonico per una relazione così seria come la loro, ma... non lo sa.
Quindi, gli sorride, gli dà un bacio e con le mani comincia a pizzicargli i fianchi per farlo ridere.
Einar butta giù quella delusione mista a frustrazione, mentre si rende conto che probabilmente al suo fidanzato sta bene così e che forse anche lui sta bene così, senza contatto fisico, senza - si, va bene anche così, si amano anche in questo modo. Ci amiamo. Ci amiamo.
Allora accenna una risata e si abbandona a quel momento di spensieratezza - un flash, solo un flash ed il ricordo di lui e Filippo, a Cuba. Quella volta che il cantautore gli fece il solletico fino alle lacrime, abbandonati su un letto sfatto che sapeva di loro. Quella volta che, poi, passarono il resto del tempo a fare l'amore.
A fare l'amore.
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Champagne || Eiram
FanfictionCONCLUSA - Eiram | Sequel di Cubalibre | 2018 ed Einar vede la sua realtà sgretolarsi e la sua leggerezza andare via. Ma Milano è diversa da Cuba, la vita è diversa - anche Filippo ed Einar sono diversi, adesso. In un viaggio tra flûte di champagne...