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Quando mi svegliai era decisamente tardi per alzarsi, per pranzare o per sentirsi in colpa. Mi sentivo la bocca asciutta e non avevo la solita bottiglia d'acqua vicino al letto quindi dovetti togliere le calde coperte di dosso, mettere i piedi scalzi sul pavimento freddo e fare forza sulle braccia per sollevarmi. Mi sentivo stanca, eppure era più il tempo che dormivo che quello in cui ero cosciente. La casa come al solito era vuota. Mia madre era a lavoro, una pena autoimposta. Era la sua passione da sempre, ogni tanto mi raccontava come già da quando era incinta di me studiava per la laurea. Ammiravo ciò che faceva ma non riuscivo ad appassionarmi a quel mondo, e sinceramente neanche mi sforzavo. Ero ancora confusa sul mio futuro ma cercavo di non dare peso alle aspettative degli altri e alla fretta che mi veniva data. Sapevo solo che avrei voluto fare qualcosa che mi piaceva da matti, che sarei riuscita a fare ad occhi chiusi e che mai mi sarebbe pesato. E l'unica cosa che si avvicinava a questi standard era la moda. Solo che la praticavo come hobby, facevo degli abiti quando avevo ispirazione ma non avevo nessuna speranza a fare di ciò un lavoro. Ma non mi demoralizzavo. Avevo ancora tempo. Forse.
Presi una sigaretta dal mio pacchetto e mi riempí una tazzina di caffè freddo. Andai sul balcone e guardai intorno. Nonostante ero arrivata lì con l'intento di odiare il posto, dovevo proprio dire che non era niente male. Le palazzine con l'aspetto vissuto, il piazzale con bambini e ragazzini che correvano e giocavano facendo baldoria. I miei due nuovi amici. Automaticamente, pensando a loro, portai lo sguardo sul loro balcone ma non c'era nessuno. Guardai giù e non vidi l'auto di Andrea parcheggiata. Si sarà già svegliato? Pensai incuriosita. Mi ricordai di ieri sera e sorrisi senza volerlo. Era proprio fantastico. Mi faceva sentire sempre bene, al sicuro e come se fossi abbastanza. Presi il telefono e notai che mi aveva lasciato con il visualizzato. Un po' mi ferí l'orgoglio ma mi dissi che non ero di certo una che dava peso a cose così superficiali come un messaggio senza risposta. Lui era un ragazzo impegnato, forse era dovuto correre in studio. Più tardi passerá sicuramente da me, mi dissi.

Dopo due squilli la voce allegra di Martina mi rispose al cellulare: -Amore mio!- riuscivo a percepire il suo sorriso attraverso la telefonata. -Marti, dimmi che non sei impegnata.- il mio tono era implorante. -Quanto culo puoi avere? Il mio ragazzo ha appena rimandato l'appuntamento quindi sono tutta tua.- iniziai a saltellare felice. -Vieni da me.-

Quando aprì la porta la figura femminile di Martina si fece spazio nello spazio di casa mia. I capelli lunghi e biondi oscillavano sulle sue spalle e i suoi occhi chiari mi trasmettevano affetto mentre erano puntati nei miei scuri. -Margot, cuore.- mi diede un abbraccio forte e io ricambiai con la stessa forza. Non so perché sentivo il bisogno di tutto quel affetto. Ci sedemmo in camera mia, sul mio letto, avvolte nelle coperte. -Ieri Andrea mi ha portata in studio e mi è piaciuto molto.- la informai mentre eravamo accoccolate una all'altra. -Ho visto la storia. Passate molto tempo insieme eh?- mi fermai a pensarci e dovevo proprio dire di sì. -È sbagliato?- non avevo il coraggio di guardarla mentre attendevo la risposta. -Io non voglio che stai male perché ci tengo a te Margot, ma Andrea è pur sempre un ragazzo e nonostante sia bravo ha comunque dei comportamenti  di merda come gli altri.- quella fu la prima volta che la sentì usare un tono così serio. -Mi ha dato un mezzo bacio sulle labbra.- sussurai mentre guardavo persa un punto della stanza. Lei fece un verso sorpreso e si mise a sedere e mi prese le mani. -Ehi tesoro non fare così. Non volevo spaventarti. Solo dirti di stare attenta. Magari ne parlo un po' con lui quando torna.- disse in un modo così dolce che mi ricordò quello che usava mia madre quando mi facevo male. -Quando torna?- non capivo. -Sì, non te lo ha detto? È partito per il tour, dovrebbe tornare fra una settimana e qualcosa.- nei suoi occhi passò una nuvola di dispiacere. Era evidente che non ne sapessi nulla. Che se ne era andato senza dirmi niente e lasciandomi con troppa confusione e troppe emozioni addosso. Senza volerlo e totalmente fuori dal mio controllo delle lacrime mi rigarono le guance e il petto fu travolto da delle fitte. Solo quello ci mancava. -Oh la mia Margot.- e inizió a consolarmi come la brava amica che si era rivelata. - Ce la faremo, non è niente. Tornerá presto vedrai.- e le sue braccia mi cullarono mentre io piansi per tante cose, ma tutte riguardanti Andrea.

Mi legai i capelli in una cipolla in cima alla testa e versai l'acqua bollente nella tazza. Ero in vena di un thè caldo per far pace con il mio corpo. Avevo un viso più malmeso del solito e una vergogna accanita più che mai. Non avevo nessun diritto a star male per lui. Non ero nient'altro che un'amica, se così potevo essere definita. Lui stava lavorando. Non aveva di certo il tempo per pensare a me. Anche se erano passati quattro giorni, non significava niente. Aveva di meglio da fare.
Mamma fu sorpresa di trovarmi a casa quando rientró. Aveva la divisa azzurra da infermiera da sotto il cappotto e un sorriso caldo che solo lei riusciva a fare. -Tesoro sei malata?- e mi mise una mano sulla fronte. -No, sono solo un po'giù.- e continuai a sorseggiare quel thè. -Sì vede. Cuciniamo qualcosa insieme così ti riprendi?- disse battendo le mani. Non mi capacitavo di come riuscisse ad essere così piena di energie dopo una giornata intera di lavoro.

Un'altra giornata era terminata e come da rituale diedi una controllata ai social. I miei vecchi amici se la stavano spassando, ormai erano andati avanti anche senza di me. Andrea postava storie di lui sul palco circondato da migliaia di fan. Ero contenta per lui nonostante mi sentissi ferita. Martina era con il suo ragazzo. E io pur volendo mettere una storia non ero nelle condizioni.
Continuai a perdere tempo su quel social succhia tempo fin quando non mi scontrai con una foto che mi fece letteralmente fermare il cuore. Era Andrea. Con una ragazza. Pochi minuti fa. Era una pagina che riportava gossip delle celebrità italiane. "Il rapper milanese, Shiva, avvistato backstage, dopo la performance a Venezia, con una brunetta sexy. Alcuni testimoni affermano di averli visti lasciare il locale insieme."
Sentì come se un black-out mi avesse colpita. Pensai alle parole di Martina e allora capì.
Era solo un ragazzo. Non capiva. O forse ero io che fino ad allora avevo capito tutto male.

Cuci i miei tagli -ShivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora