Erano passati due giorni da quando mi trovavo nella nuova casa e non avevo fatto altro che dormire. Non mi stavo impegnando ad ambietarmi, non avevo le forze. A differenza di mia madre che aveva sistemato la casa a dovere e l'aveva addornata con foto. Aveva anche già fatto amicizia con le signore del piano, le vecchiette di giù e si era espansa pure nella palazzina di fronte. Infatti si trovava lì a bere un caffè con una sua nuova amica. Non so come ci riusciva ma ero contenta per lei. Almeno lei stava bene e quello mi bastava. Fra qualche giorno avrebbe iniziato a lavorare in un ospedale di Milano ed era molto felice. Era piena di vita e io non potevo che ammirarla e tentare di proteggere questo suo essere.
Mi rotolai ulteriormente e misi la testa sotto il cuscino quando sentì la vibrazione del mio cellulare. Mia madre, non fui sorpresa. Non avevo nessun altro ormai. -Sì?- mi tolsi i capelli dal viso e sentì delle voci femminili di sottofondo. -Amore vieni nel palazzo di fronte al nostro al quarto piano.- mi buttai le mani sul viso e sentì una scarica di nervi attraversarmi il corpo. Avevo già un'idea di cosa volesse fare: presentarmi e io avrei dovuto sorridere e mentire dicendo che mi piace qui. Mi lavai il viso e cercai di ignorare il fatto che sembravo un cadevere. Allacciai un paio di Vans e mi incaminai nella palazzina di fronte. Era identica alla mia. Il portone già aperto e un ascensore funzionante.-Mamma mia ma sei bellissima! Entra cara, piacere sono Carmen!- una signora, Carmen mi accolse con baci e parole dolci e rimasi sorpresa. Feci un sorriso timido perché effettivamente ero a disagio ed in imbarazzo. -Grazie, mille- mia madre mi guardava sorridente e al tavolo della cucina vidi una ragazza bionda che mi osservava incuriosita. Sotto tutti quegli occhi mi sentì le guance bruciare e la tentazione di scappare e rifugiarmi nuovamente nel mio letto. -Lei è mia figlia Martina, voleva conoscerti- strinsi la mano morbida di Martina e sorrisi nuovamente questa volta con più felicità.
La stanza di Martina era grande quanto la mia e arredata in modo moderno. -Hai una bella stanza. Dovrei lavorare anche io un po' sulla mia.- mi misi sul suo letto e lei di fianco a me. -Grazie, di recente l'ho risistemata!- si mise i capelli lunghi dietro le orecchie e continuò a parlare. Mi raccontò di come le piaceva disegnare, del litigio che ha avuto con la sua più cara amica, della voglia di passare un'estate indimenticabile e nominò anche un fratello cantante. -Veramente? Chi scusa- la interrupi nuovamente con un tono acuto. Non ero molto informata sulla scena italiana quindi non riuscivo a pensare neanche ad un nome. Lei rise di buon gusto e si mise una mano di fronte alla bocca e strinse gli occhi. -Non è famosissimo ancora ma è una potenza già. Shiva. Mai sentito?- Aggrotai le soppraciglia e storsi le labbra. - Oddio non mi viene niente in mente- e mi dispiace veramente. -Aspetta che ti faccio sentire una canzone- accese il suo Mac bianco e fece partire una canzone su youtube. Mi avvicinai per vedere meglio "Mon Fre" di Shiva ed Emis Killa. Il nome dell'ultimo lo avevo già sentito e la canzone mi era conosciuta. -Ho capito! L'ho già sentita. È bella.- mi sentii la bocca asciutta quando collegai che non solo avevo già sentito quella canzone ma avevo già visto quel ragazzo la notte che arrivai qui.
Salutammo Carmen e Martina con la promessa di rivederci presto. Non è stato poi così male passare del tempo con una ragazza della mia età e parlare con una persona dopo giorni e giorni di silenzio autoimposto. Ci scambiamo i numeri perché voleva portarmi in giro. Disse inoltre di non farmi ingannare dalla periferia dove ci trovavamo e che il centro mi sarebbe piaciuto molto.Era lunedì mattina e mia madre era a lavoro. Disse che sarebbe tornata nel tardo pomeriggio o almeno credo abbia detto questo, alle sei di mattina non sono molto affidabile.
In pigiama, sul balcone, mi gustavo il caffè zuccherato accompagnato da una sigaretta. Si stava bene quella mattina e forse anche troppo perché alzai lo sguardo e vidi un ragazzo a torso nudo sul balcone di Martina. Fui grata di avere le lenti a contatto in quel momento per riuscire a capire bene di chi si trattasse. Quando incrociò il mio sguardo fui più che certa che fosse il cantante: Shiva. Mantenni il contatto visivo solo perché ero curiosa e pensavo che vista la distanza non si fosse accorto di me. Aveva i ciuffi arricciati e dei pantaloncini rossi. Stava fumando anche lui. Io intenta a guardarlo rimasi con la sigaretta ormai finita in mano e un peso sul petto. Decisi che la cosa migliore era rientrare e così feci.Avevo provato tutto. Avevo visto infiniti episodi di serie tv, avevo tentato di dormire, mi ero lavata, ma continuavo ad annoiarmi. Mamma non riusciva a rientrare per cena e io ero abbandonata a me stessa e alla mia compagnia.
Sono sempre stata una ragazza introversa quindi mi sorpresi quando presi il telefono e mandai un messaggio a Martina. Le chiedevo se avesse voglia di uscire o di vederci. Dopo aver inviato il messaggio mi pentì subito. Forse mi ha dato il numero solo per gentilezza. Magari le stavo addirittura antipatica. Mentre mi contorcevo nella mia paranoia mi arrivò il messaggio di risposta: "scusami cuore ma sto dal mio ragazzo. Stai tranquilla che ti mando della compagnia."
Le mandai un "tranquilla buona serata" e misi via il telefono. Ripresi il telecomando e continuai a cercare del intrattenimento nella mia televisione. La quete che regnava nella casa fu spezzata dal suono inaspettato del campanello. Ad essere sincera fui spaesata per qualche istante visto che era la prima volta che lo sentivo. -Chi è?- chiesi con voce alta -Andrea- una voce rauca maschile mi rispose e mi sentì i brividi salirmi sulla schiena. -Chi?- mi sentivo disorientata, non conoscevo nessuno lì, figuriamoci un Andrea. -Il fratello di Martina, mi ha mandato lei- sentì una risatina e poi una risposta che mi fece fermare il cuore per un secondo per poi riprendersi ma ad una velocità innaturale. Quel ragazzo era giù a casa mia. Martina lo aveva mandato. Mi sentivo le guance rosse. Aprì il portone e lo feci salire. Avevo pochi minuti per darmi una sistemata. Sciolsi i capelli e ci passai la spazzola. Non potevo fare altro visto il tempo e guardandomi allo specchio mi si strinse lo stomaco. Proprio oggi dovevo stare in tuta e dovevo avere una faccia orrenda.
Sento bussare e facendo un profondo respiro apro.
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