capitolo 8

2.1K 79 2
                                    

Per poco non mi sentii svenire.
Gaia stava tornando, questo significava che avrei potuto avere un'altra possibilità.
Pensai a questo per tutto il pomeriggio, per tutta la sera e restai sveglio tutta la notte a pensare: sarà cambiata almeno un po'? E se scoprissi che è fidanzata?
Tutte queste paranoie mi fecero fare i peggio film mentali, tuttavia avrei veramente voluto che si realizzassero.
Appena suonò la sveglia io balzai in piedi con il miglior sorriso che potessi sfoggiare, ero troppo felice.
Eleonora arrivò in cucina sbadigliando e subito mi accanii contro di lei
L:A che ora viene Gaia?
E:Che ore sono?
L:Le 9:17.
In quel momento la vidi sbiancare.
E:CAZZOOO!!! Arriva tra 20 minuti
Sbiancammo entrambi, non so se ero pronto psicologicamente, cioè sì, mi ero torturato per due mesi interi, ma non pensavo così, ora.
Eleonora corse in bagno a prepararsi e io corsi nella mia camera a fare lo stesso; tempo 5 minuti e fummo entrambi sulla soglia della porta.
Respiravo a fatica e non facevo altro che dondolare avanti e indietro a modi psicopatico.
Eleonora se ne accorse e mi rimproverò dicendomi di 'essere meno inquietante'
Ok, potevo impegnarmi ad esserlo meno.
Arrivammo alla stazione e nemmeno il tempo di entrare che subito un paio di ragazzine mi chiesero una foto e un autografo; dopo 5 minuti la gente si allontanò lasciandomi solo in quella nube di ansia.
Gaia sarebbe arrivata dopo 5 minuti e stavo tremando come una foglia, Eleonora, ancora una volta, lo notò e mi rassicurò
E:Le manchi, tranquillo
*Eh speriamo*
Arrivò il treno e io mi sentii morire lentamente.
Scese.
Giuro su Dio che era più bella di quanto me la ricordassi.
Eleonora le corse incontro e si abbracciarono, facendo girare gran parte della gente; ridacchiai alla scena, erano così dolci.
Finalmente dopo due minuti di rotolamento si alzarono e appena mi vide mi abbracciò.
Cristo quell'abbraccio.
Mi era mancata così tanto.
Era bellissima.
Lei cercò di staccarsi, ma mi sentivo così bene che la trattenni ancora per qualche secondo.
G:Lele, anche tu mi sei mancato dai, ma ora staccati
Aspettai ancora 10 secondi prima di lasciarla e immediatamente sentii un vuoto in me.
Ci dirigemmo verso la macchina e durante tutto il percorso la fissai mentre parlava con la sua amica, a costo di sembrare uno stalker.
Arrivammo a casa e appena mise piede dentro tutto i ragazzi le si lanciarono contro e la stritolarono in un abbraccio di gruppo.
Mi sembrava di sognare, era tornata e ora nessuno me l'avrebbe portata via, nemmeno quell'idiota di Tancredi che le stava fissando il sedere.
Lo fulminai e lui lo notò alzando le mani in segno di resa.
T:Hai ragione bro, è tua.
Mia...

FATE || Lele GiaccariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora