capitolo 36

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G:Perché non me lo hai detto prima?
L:Non volevo apparire come quello che ti stalkera o che non ti lascia stare
G:Sarebbe stato meglio che io lo sapessi
L:Mi dispiace, davvero, però avevo bisogno di sapere come stavi, ero davvero troppo preoccupato
G:sarebbe stato dolce saperlo, no?
L:Credo
G:Vabbeh, è andata, fa lo stesso
L:Scusa ancora, non volevo offenderti
G:Tranquillo dai haha, l'importante è essere qui
L:Giusto
G:Possiamo andare a casa? Mi sento un po' a disagio qui
L:Perché? È successo qualcosa?
G:No tranquillo, andiamo?
L:Certo
Le porsi la mia mano e la afferrò, mi sembrò strano questo suo atteggiamento perché la sua espressione era cambiata improvvisamente.
Pagai il conto e uscimmo, lei iniziò a guardarsi intorno con un'espressione preoccupata e certe volte si girava per vedere se dietro ci fosse qualcuno, qualcuno in particolare.
L:Gaia, devi dirmi qualcosa?
G:No, perché?
L:Ti vedo molto preoccupata
G:No, tranquillo, sto benissimo
L:Se devi dirmi qualcosa, io ci sono
G:Na stai tranquillo, dai. Ho cambiato idea, andiamo a fare un giretto per il centro?
L:Certo
Mi rassegnai, primo o poi me lo avrebbe detto,no?
Le presi la mano e iniziammo a fare alcuni giro per Milano centro, stava andando tutto bene, lei iniziò ad essere più tranquilla. Eravamo in piazza Duomo quando Gaia improvvisamente si fermò, sbarrò gli occhi e iniziò a tremare.
L:Ok, Gaia ora mi devi dire che cosa ti prende
G:Non so, non sto molto bene
Rispose fissando un punto, mi girai seguendo la traiettoria dei suoi occhi e notai una persona che ci stava fissando; un ragazzo più precisamente.
L:Gaia, conosci quel ragazzo lì?
G:Nono, ho solo un po' di male alla testa, ho dormito abbastanza male in treno
L:Non so, sembri strana
Sapevo benissimo che stava succedendo qualcosa e che quel ragazzo non era lì a caso, ma sinceramente non volevo rovinare tutta quella situazione, non la vedevo da mesi e mi era mancata da morire, non volevo perdere nemmeno un secondo, però non nego il fatto che questa cosa mi abbia fatto un po' pensare.
Chi era? E cosa ci faceva lí?
Queste domande mi bombardavano fino a quando Gaia non riprese a parlare
G:Dai andiamo Lele, vorrei stare sola con te
Iniziai a sentirmi a disagio anche io, mi sentivo troppo guardato e ciò mi spinse ad accettare
L:Dai andiamo
Mentre camminavamo la figura di quel ragazzo mi tornava in mente, mi sembrava di conoscerlo o almeno di averlo visto da qualche parte ma non mi veniva in mente nessuno.
Solo il tempo mi avrebbe dato le risposte che cercavo.

FATE || Lele GiaccariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora