Solo in quel momento capii quanto avevo necessità di lei, mi mancavano la sua dolce voce, i suoi occhi così penetranti, la sua bocca perfetta, le sue mani così morbide, il suo corpo così minuto, insomma, ne avevo un bisogno folle.
Sapevo però che sarebbe stato meglio se io mi fossi trattenuto in camera almeno per oggi, non volevo creare subito più casini di quanti ne avessi già combinati, così respirai e cercai di autocontrollarmi.
La sentivo mentre parlava allegramente e questa cosa da un lato mi spezzava il cuore perché non credevo che si fosse dimenticata di me così tanto facilmente, dall'altro ero felice per lei poiché aveva iniziato a sorridere.
Il cuore mi si spezzò in due quando sentii Diego che le annunciava il mio arrivo, la sua risata si fermò immediatamente e percepivo, anche se in un'altra stanza, il gelo che si era creato.
G:Allora io me ne vado
T:No Gaia, aspetta. Non uscirà per nulla dalla sua camera oggi, te lo assicuro.
G:mi sento a disagio stare nella stessa casa di colui che mi ha fatto passare le pene dell'inferno.
D:Lo so, piccolina, lo so.
La sentii singhiozzare e il mio cuore mi arrivò alla gola, volevo solamente uscire e spiegarle per filo e per segno come mi sentivo, perché lo avevo fatto e di come mi definivo un emerito coglione ad aver fatto una cosa del genere, distruggendo tutti coloro che amavo, soprattutto lei, ma non potevo.
Dovevo stare in silenzio a subire tutte le pugnalate al cuore che stavo ricevendo, questo si chiama karma, no?
E io me lo meritavo da pazzi, mi meritavo tutta la delusione che leggevo negli occhi di Diego, tutta la tristezza che era presente negli occhi di Gian e il quasi disgusto che percepivo da Tanc, ma soprattutto mi meritavo tutta la sofferenza che avevo recato a Gaia.
Dopo un paio di minuti Gaia smise di singhiozzare e avvisò i ragazzi che si sarebbe recata in bagni per rinfrescarsi la faccia a causa delle lacrime; in quel momento ammetto che sarei solo voluto uscire, ma ancora una volta mi autocontrollai e mi risedetti sul letto fissando il vuoto.
Pensai ancora una volta a tutto ciò che avevo fatto: quanto idiota, quanto stupido ero stato.
Non feci altro che immaginarmi come sarebbe stato se non avessi commesso questa follia, forse io e Gaia saremmo stati felici, forse i Q4 avrebbero spaccato più di quanto già facessero prima, ma ormai a cosa serviva disperarsi? A nulla, ma come facevo?
Iniziai a singhiozzare, non ce la facevo più, stavo impazzendo.
Tutto ciò continuò fino a quando non sentii i ragazzi salutare Gaia dandole la buonanotte.
Sarebbe stato bello andare a dormire con lei e tenerla abbracciata ancora un po'.
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