capitolo 24

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Passarono così 4 mesi; Gaia era al settimo mese di gravidanza, avevamo già iniziato a fare la cameriera per Alex che sarebbe arrivato a breve, il gruppo stava andando alla grande e io ero felicissimo.
Tutto stava prendendo una piega per il verso giusto e sentivo di star facendo tutto al massimo che potevo dare.
Anche i nostri genitori l'avevano presa alla grande la notizia che sarebbe arrivato presto un nipotino e spesso salivano per venirci a vedere e a controllare che stessimo tutti bene.
Mi ricordo che appena feci vedere l'ecografia del bambino a mia mamma lei si mise a piangere dalla felicità, era raro vederla così e mi faceva piacere il fatto di averla resa orgogliosa.
Certo, Gaia non faceva altro che abbuffarsi di schifezze quando io ero impegnato col gruppo e io non facevo altro che cercarla di farle mantenere una dieta sana; anche il suo umore sbalzava spesso: a volte era nervosa senza un apparente motivo, poi alternava ad essi momenti di felicità incontrollabile.
Mi faceva comunque tenerezza, la consideravo la mia regina e anche se con frequenti sbalzi d'umore, l'arabo di più ogni giorno che passava.
Quel giorno saremmo dovuti andare a controllare che tutto stesse bene ed io ero tranquillissimo, tutte le ecografie erano andate bene e non c'era motivo che potesse esserci qualcosa che non andava.
Entrai fischiettando, mano nella mano con Gaia, salutai la segretaria con cui ormai avevamo fatto anche amicizia e ci dirigemmo nello studio del medico.
Lui ci sorrise e fece accomodare Gaia sul lettino per poi spalmarle quel gel.
Il dottore rimase lì per vari secondi e il suo sorriso scomparve.
Io mi preoccupai e gli chiesi se ci fosse stato qualcosa che non andava.
Dottore: C'è qualcosa che non va, il bambino ha il cordone ombelicale attorno al collo e qualsiasi movimento brusco potrebbe compromettere tutto.
Iniziai a preoccuparmi davvero tanto e Gaia iniziò a piangere, corsi ad abbracciarla e a rassicurarla
L:andrà tutto bene amore mio. Dottore cosa possiamo fare?
Dottore: innanzitutto la madre non deve fare movimenti bruschi è l'unica cosa è stare tranquilli, andrà tutto bene.
Accarezzai la spalla di Gaia e la baciai sulle labbra.
G:Mi dispiace tanto
L:e per cosa, scusa?
G:Per non riuscire a fare nemmeno questo
L:scusa?
G:Ho messo la vita di nostro figlio in rischio
L:Stai zitta, supereremo tutto questo insieme, ancora una volta
Gaia mi fece un sorriso palesemente finto, si stava ancora autoincolpando e non riuscivo a trovare un modo sul come farle cambiare idea.
Dovevo farle capire che lei in realtà era una bravissima madre che non vedeva l'ora di avere tra le braccia il proprio figlio.

FATE || Lele GiaccariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora