capitolo 44

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Purtroppo appena mi accomodai in camera feci l'errore di mettere la password del wi-fi e fu allora che tutte le notifiche che fino a poco fa non potevo ricevere mi arrivarono tutte in una sola volta. Fu straziante vedere come i miei stessi amici si dicevano delusi per il mio comportamento; anche Diego mi scrisse che mi vedeva cambiato e tutto ciò non poteva portarmi se non che fare del male alla gente che più amavo.
Tra questi messaggi quelli che mi spezzò fu quello di Gaia, lessi ad alta voce, non so, forse per realizzare meglio:
Buona vacanza, puoi restare pure lì. Tra noi è finita e non azzardarti mai più a rientrare nella mia vita, mai più.
Avevo fatto un casino effettivamente, questa vacanza non stava facendo altro che rovinarmi la vita, o forse no.
Forse era la cosa di cui avevo più bisogno.
Spensi il wi-fi e avevo intenzione di non riaccenderlo mai più fino a quando questo 'periodo di soggiorno' non sarebbe concluso.
Mi buttai sul letto, confuso e frastornato da tutto, avevo fatto una follia e non so se ne ero più così tanto convinto.
Avevo perso amici e ragazza in così poco tempo ma loro dovevano capirmi: non ero tipo da decisioni prese sul momento quindi dovevano capire che qualcosa in me stava cambiando, qualcosa di cui nemmeno io avevo capito il motivo.
Decisi di non pensarci più e di abbandonarmi in un profondo sonno: sognavo cose belle, io e Gaia con in braccio Alex, una miriade di persone e noi, Q4, sul palco, una bella casa...
Tutto come era previsto che andasse, invece il destino è crudele e ti fotte nei momenti più importanti.
Avevo smesso di credere ad ogni cosa bella che mi potesse capitare, speravo in una famiglia con Gaia, quello si, ma ormai avevo mandato tutto a quel paese. Mi meritavo tutta la sofferenza che stavo subendo, e il peggio è che me la sono cercata io, bravo genio,  complimenti.
Mi risvegliai dopo due orette più stanco di prima e decisi di uscire per prendere un po' di aria fresca visto che mi avrebbe fatto soltanto del bene.
Andai in spiaggia e feci una lunga camminata sulla riva della spiaggia con la musica sparata a mille, speravo che tutto quel frastuono ricoprisse tutta la confusione che avevo in testa, ma così non fu, anzi, fu anche peggio.
Pensai a Gaia e a tutto ciò che stavamo vivendo, stava andando tutto bene e io, come un idiota, ho rovinato tutto.
Pensai anche ai miei amici; li immaginavo delusi, forse arrabbiati e avevo rovinato tutto anche con loro.
Forse avevo fatta la scelta sbagliata e sarei dovuto ritornare a casa.

FATE || Lele GiaccariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora