Alla fine la mia vacanza 'riparatrice' non aveva riparato proprio a nulla, anzi, aveva solo peggiorato le cose: Gaia mi aveva bloccato dovunque e ogni volta che scrivevo ai ragazzi , loro mi rispondevano in modo molto freddo e distaccato, pure i fan erano delusi, avevo deluso tutti e mi dispiaceva un casino, per tutto quanto.
Preparai la valigia, intenzionato a prendere il primo volo disponibile per Milano, avevo lasciato troppi conti in sospeso per passarmela bene in quel posto afrodisiaco.
Scesi giù per le scale con il mio bagaglio in mano per il check-out e la signora che ormai avevo imparato avere il sorriso sulle labbra, mi accolse e mi disse che le dispiaceva che la mia vacanza fosse durata così poco.
Beh, dispiaceva anche a me.
Completammo il tutto ed entrai nel taxi che mi portò direttamente all'aeroporto; fortunatamente il primo volo disponibile era tra meno di un'oretta e c'erano ancora posti disponibili, così comprai il biglietto e mi misi dietro la lunga coda che aspettava l'arrivo dell'aereo.
Ero agitato, molto, non sapevo cosa dire al mio ritorno; ciò che avevo fatto era ingiustificabile e non aveva nemmeno un senso.
I miei pensieri furono interrotti dal messaggio di una donna che parlava all'autoparlante e avvisava i passeggeri che l'aereo era arrivato e che ci saremmo dovuti dirigere lì con l'autobus.
Mi ritrovai dopo un paio di minuti sul sedile dell'aereo con le mani che sudavano perché tra alcune ore mi sarei dovuto ritrovare davanti ai miei amici a dare delle spiegazioni plausibili che giustificassero la mia follia, ma quella a cui più dovevo delle scuse era sicuramente Gaia: non solo ho tradito la sua fiducia ma l'avevo trattata veramente tanto male.
Non volevo sminuire nessuno col mio gesto, semplicemente volevo pensare più a me stesso, e tutto ciò non aveva dato i suoi frutti, non potevo pretendere di stare in pace con me stesso se prima non avevo chiarito con i miei amici.
Purtroppo credo di essermene reso conto troppo tardi perché avevo la sensazione di aver perso tutto ciò che mi ero costruito in tanti mesi.
Lentamente mi addormentai e mi svegliai solo quando una donna sulla quarantina mi scosse dolcemente il braccio, avvisandomi che eravamo arrivati all'aeroporto.
Cavolo era passato così tanto tempo? Cioè sapevo di aver dormito quasi nulla nei giorni precedenti ma non immaginavo così tanto.
La ringraziai gentilmente e presi il mio bagaglio, mi diressi verso il check-out è solo poco dopo mi ritrovai a Milano.
Mi era mancata quella città.
Chiamai un taxi che mi venne a prendere dopo pochi minuti e mi portò a casa.
Mi bloccai per un po', forse loro non mi volevano nemmeno più.
Tanto vale provare, perciò suonai il campanello