capitolo 15

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Ci dividemmo in due gruppo rispettivamente nella mia macchina e in quella di Diego.
Ci dirigemmo verso la discoteca seguendo le indicazioni di Gian che avevo con me.
Non avevo buoni presentimenti ma comunque cercai di scacciare i brutti pensieri e di caricarmi per la serata.
Gaia era nel sedile affianco al mio e certe volte mi prendeva la mano rassicurandomi, intuiva il fatto che non avevo dei buoni presentimenti.
Arrivammo a destinazione ed entrati, la sala era enorme, con tante luci stroboscopiche di vari colori e c'era tantissima gente.
Ci accomodammo al tavolo che Diego aveva prenotato questo pomeriggio e ordinammo tutti in Vodka Lemon, giusto per partire leggeri.
Dopo due drink iniziavamo tutti ad essere un po' 'felici', l'unica che reggeva bene l'alcool era Chiara.
Tutti decisero di andare a ballare tranne io che optai per stare al tavolo, non ne avevo molta voglia.
Dopo 10 minuti Gaia, venne a 'controllarmi' e chiedermi se volessi andare in pista, ma declinai ancora una volta; avevo un brutto presentimento e meno facevo, meglio era per tutti, così ci rinunciò e andò di nuovo a ballare sotto il mio sguardo severo.
Non volevo che nessuno si allargasse più di tanto, perciò passai tutti quei minuti a controllare se qualcuno si avvicinasse a lei.
Venni distratto da Chiara che mi portò un bicchiere di Tequila, e poi un altro, e poi ancora fino a quando non persi il conto e persi completamente il senso della ragione.
C:Allora, ora dimmi che lei non significa nulla e che è solo un mio rimpiazzo
L:pffff, non ti azzardare
lei iniziò ad avvicinarsi alle mie labbra e io ero completamente steso dall'alcool non capirci nulla e lasciai fare, non avevo completamente forze per allontanarla.
Diego ci vide, allontanò subito Chiara e iniziò ad urlarmi addosso in tutte le lingue di questo mondo e io continuai a non capirci nulla.
Arrivò anche Gaia che mi abbracciò e chiese a Diego di accompagnarci a casa e lui, seppur arrabbiato con me, accettò e la aiutò a trascinarmi in macchina.
Dopo un interminabile silenzio Diego aprì bocca
D:Gaia attenta al tuo ragazzo, fortuna che lo stiamo portando a casa.
La mia ragazza si voltò verso di me con uno sguardo strano e chiese a Diego
G:Scusa Diego, ma in che senso?
D:Nulla, dico solo che stare da solo in un tavolo da ubriachi non è mai una cosa buona. Ora ti aiuto a portarlo dentro.
Entrambi mi aiutarono ad alzarmi dal sedile e a sdraiarmi nel mio letto.
Gaia cercò di mettermi il pigiama e una volta esserci riuscita si cambiò lei.
Era tutto così tranquillo e mai mi sarei aspettato il casino che sarebbe esploso il giorno dopo.

FATE || Lele GiaccariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora