Salii sulla metropolitana, e storsi il naso quando un signore con degli enormi baffi mi schiacciò da dietro con la sua enorme pancia da donna incinta.
Sospirai, mettendomi la borsa in spalla e mettendomi il ciuffo dietro l'orecchio.Quando mi spostai i capelli ebbi una visuale migliore, e così mi accorsi di lui.
– Marco Riva che prende la metro come i comuni mortali? – gli chiesi, cercando di non alzare troppo la voce per non farmi sentire da tutti.
Lui sembrò sorpreso di vedermi, e ridacchiò mentre si avvicinava a me. Poggiò la mano vicino alla mia per tenersi, ed io posai un attimo lo sguardo su di essa.– Dove stai andando? – mi chiese, mentre cercava di specchiarsi nel finestrino per controllare se i suoi capelli fossero a posto.
– Da Davide. Ho delle foto fighissime da scattare, oggi. – dissi con un sorriso.
Il capo mi aveva promesso che sarei rimasta di stucco vedendo ciò che avrei dovuto pubblicizzare.– Anche io. Però devo solo discutere con lui di alcune cose, niente shooting per me oggi. – fece spallucce, e ovviamente mantenne quella sua solita espressione snervante.
– Oh, che peccato. E come farà la gente senza la tua ennesima foto in mutande su Instagram? – dissi, facendo finta di esserne addolorata.
– Beh, non ho bisogno di luci professionali o fotografi, se vuoi posso postare una foto allo specchio mentre sono in mutande. – fece di nuovo spallucce, assottigliò gli occhi e fece un sorriso beffardo.
– No grazie. – cercai di far crollare la sua convinzione. Lui ridacchiò, e poi scendemmo dalla metropolitana.
– Comunque non mi hai ancora detto perché non sei venuto in macchina. – dissi, quando arrivammo davanti all'ufficio di Davide.
– Ho portato la macchina a lavare, la riprendo fra qualche ora. – mi spiegò, mentre salivamo le scale dell'antico e maestoso palazzo.
– E perché non hai chiamato Uber? – chiesi allibita, chiedendomi ancora come fosse possibile che il principino avesse preso un mezzo pubblico.
– Perché non mi andava! Ti devo dare spiegazioni anche sul perché abbia scelto il colore di mutande che vedrai nella foto che posterò? – mi chiese, alzando leggermente la voce.
– No, ti prego risparmiamelo. – gli risposi acida.
Ma non si poteva fare una conversazione normale con lui? Gli avevo per caso chiesto di rivelarmi un segreto di Stato?– E tu perché invece non hai preso la macchina? – mi chiese, mentre entrammo in ufficio.
– Perché non sono ricca come te e quindi devo dividere la macchina con Marta. – gli risposi acida, facendogli un sorriso finto.
Almeno quello stava a significare che Marta si sentisse ormai libera e tranquilla di girare per Roma da sola. Sarebbe andata a fare la spesa, era un primo passo.
– Buonasera ragazzi. Ovviamente state litigando, ma almeno vi parlate. – ci disse Davide appena ci vide, mettendosi una mano sul petto in un gesto di sollievo.
– Tesoro, tu vai in camerino, troverai tutti i vestiti e le ragazze pronte per prepararti come al solito. Io ora faccio due chiacchiere con Marco, ma non ci metterò molto. Vi raggiungerò subito. – disse, riferendosi a me e al fotografo.
Ogni volta rimanevo sorpresa dall'attenzione che Davide mi rivolgeva. Aveva tantissimi modelli a cui badare, ma si vedeva che volesse tenere me e Marco proprio sotto la sua ala.Io annuii, lanciai un ultimo sguardo al pallone gonfiato e andai nell'altra stanza.
– Oh, eccola! – mi sorrise Aurora appena mi vide. Io salutai tutte quante e misi seduta sulla mia solita poltrona.
![](https://img.wattpad.com/cover/209794429-288-k435923.jpg)
STAI LEGGENDO
Ad maiora
RomanceSequel di "Odi et amo" "Verso cose più grandi." "Mi misi le mani sulla pancia, a furia di ridere mi mancava il respiro. Marco si sfregò il viso con le mani, scuotendo la testa e guardandomi divertito. - Come cavolo è successo? - chiesi, riferendomi...