Si era fatta sera, ed io e Marta eravamo esauste. Non tanto per il viaggio, piuttosto per la grande abbuffata e le mille domande dei nostri genitori.
Eravamo nella mia vecchia cameretta, dove da ragazzine ci divertivamo a mettere in scena spettacoli teatrali per la scuola.
Quella stanza era sempre stata il covo di mille progetti, e quando Marta se ne andava sembrava fosse scoppiata una bomba, per tutte le cose che lasciavamo in giro.Invece in quel momento sembravamo quasi adulte, mentre eravamo sdraiate l'una accanto all'altra sul mio letto singolo.
Marta faceva su e giù con il dito sullo schermo del suo telefono, scrollando annoiata post su Instagram. Io invece la guardavo pensierosa, indecisa su cosa dirle.– Che c'è? – mi chiese, sentendo il mio sguardo che insisteva su di lei.
Io mi misi sul un fianco, appoggiando il gomito sul letto e il viso sulla mano. Guardai un attimo per aria, come facevo quando non riuscivo ad iniziare un discorso delicato e importante. Non mi succedeva mai con Marta, in realtà, ma il problema "Tommaso" mi sembrava sul serio una bomba tra le mie mani tremanti e sudate, che sarebbe potuta scoppiare da un momento all'altro. Una parola sbagliata, un passo falso, avrebbero potuto tradire le mie buone intenzioni. Dovevo premere i tasti giusti con lei, altrimenti me la sarei davvero messa contro. Ed era l'unica cosa che non doveva succedere.
– Tua madre, prima di pranzo, mi ha fatto delle domande. – iniziai a dire, e lei allora lasciò perdere il telefono.
– Che tipo di domande? – mi chiese, mettendosi di fronte a me, nella mia stessa posizione.
– Mi ha chiesto come stessi. Se fosse tutto a posto. – le risposi, ed il mio tono si faceva sempre più serio e preoccupato.
– E quindi? È normale fare queste domande. – disse con un mezzo sorriso, non capendo quale fosse il punto.
– No, non nel modo in cui me l'ha chiesto. Era preoccupata, c'è qualcosa che la turba. – dissi, cercando di farle capire che forse avrebbe dovuto iniziare a preoccuparsi anche lei.
– Beh, lo sai come è fatta mia madre, c'è sempre qualcosa che la preoccupa. – disse di nuovo con quel tono, troppo tranquillo.
– Marta, è proprio perché conosco tua madre che ti sto dicendo questo. Lei non è stupida, riuscirai anche a nasconderle tante cose, ma lo sente quando c'è qualcosa di importante che tu non lei hai detto. – insistetti, cercando sempre di andarci cauta.
– Senti Em, dimmi quello che pensi e basta. – sbuffò lei, già stufa di quella conversazione.
– Dovresti raccontarle di Tommaso. – dissi ovvia, e lei scosse la testa, decisa.
– Non vedo perché. Non le avevo nemmeno detto di avere un fidanzato, per lei non è cambiato niente. Non sapeva prima della sua esistenza, perché dovrei parlargliene adesso? Con tutto quello che è successo poi... - abbassò lo sguardo, ripercorrendo con la mente gli avvenimenti degli ultimi mesi.
– Invece proprio perché ti è successa una cosa orribile dovresti raccontarle tutto! Qui si tratta anche della tua salute, fisica e mentale. Non è stato solo un ragazzo di passaggio che ti ha spezzato il cuore, rivelandosi non interessato a te, troppo stronzo, troppo stupido o troppo diverso da te come è successo con altri in passato. Questa volta è diverso! Sei stata tenuta in gabbia dalla sua ossessione per te, e ti ha messo le mani addosso. – dissi, bisbigliando l'ultima frase per non farmi sentire da orecchie di troppo.
– Lo so, ma che bisogno c'è di preoccuparla? Sai che le verrebbe un infarto se lo venisse a sapere. – disse, e anche lei aveva ragione.
Sua madre era una tipa ansiosa, e avrebbe mosso mari e monti per farla pagare a Tommaso, se lo avesse saputo.
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Ad maiora
RomanceSequel di "Odi et amo" "Verso cose più grandi." "Mi misi le mani sulla pancia, a furia di ridere mi mancava il respiro. Marco si sfregò il viso con le mani, scuotendo la testa e guardandomi divertito. - Come cavolo è successo? - chiesi, riferendomi...