Entrai in camera di Marta con un vassoio pieno di paste che ero andata comprare poco prima. La Marta del futuro mi avrebbe uccisa per averle fatto mangiare tutte quelle calorie, ma speravo che la Marta del presente mi avrebbe fatto un sorriso.
– Wow. – mormorò lei quando si mise a sedere. Sembrava essersi riposata, ma quel rossore che gli percorreva metà del viso, e che presto si sarebbe trasformato in livido, mi faceva rabbrividire.
– Buongiorno. – le sorrisi, sedendomi vicino a lei e porgendole il vassoio.
Fissò i pasticcini e i cornetti per un po', e poi spostò il suo sguardo titubante su di me.– Puoi mangiare tutti quelli che vuoi. Li ho comprati apposta per te. – le sorrisi, sperando di metterle un po' di allegria.
Lei mi sorrise leggermente e prese il cornetto con il cioccolato bianco. In realtà quasi tutto il vassoio era di cose farcite con il cioccolato bianco, perché sapevo quanto le piacesse.
– Marco? – mi chiese con la bocca piena.
– Dorme. – risposi, cercando di non fissare i pasticcini.
Io non ero stata picchiata da nessun fidanzato maniaco per fortuna, quindi niente mi permetteva di sgarrare. Più che altro, sia la Marta del presente che quella del futuro mi avrebbero rimproverato fino alla morte.- Oh, gli era mancata la sua stanzetta? – mi chiese ridacchiando, riferendosi alla stanza degli ospiti che era stata sua.
– No, ha dormito sul divano in realtà. E Spettro è rimasto sdraiato sul tappeto a fargli compagnia. Credo che pensasse che dormire sul divano significava stare più vicino a te. Sai, la stanza degli ospiti è in fondo all'altro corridoio. – ridacchiai, sottolineando però l'affetto che aveva Marco per lei.
Non si era addormentato facilmente, e lo avevo pregato di andarsene in camera, ma non c'era stato verso. Era ancora lì sul divano, con i suoi anfibi ai piedi e il maglione mezzo tirato su per come si era girato rigirato durante la notte.
– Povero Marco. – mormorò scuotendo la testa. Io la guardai interrogativa. Adesso si preoccupava di Marco? Chi se ne frega di Marco!
– Non aveva bisogno di altre preoccupazioni. Hai visto come era ieri? – disse, mettendosi le mani sulle guance per la disperazione.
Fece una smorfia quando si rese conto di avere lo zigomo dolorante. Io sbuffai e le presi le mani nelle mie.– Marta, non devi sentirti in colpa. Per nessun motivo. Ti è successa una cosa orribile, e devi preoccuparti per te stessa. Le persone che ci stanno intorno, se ci voglio bene sul serio, servono proprio a starci vicino in momenti come questo. E lo sai quanto io e Marco ti amiamo, quindi non preoccuparti per lui. Per quanto possa sembrare strano ed incredibile, posso occuparmi io di lui. Ci sono riuscita ieri, ci riuscirò ancora. – cercai di rassicurarla, e lei mi fece un sorriso da bambina.
Il fatto che io volessi prendermi cura del suo amico la rendeva piena di gioia. Almeno ero riuscita fare qualcosa di buono per lei. Prendermi cura di Marco era anche un modo per prendermi cura di Marta, quindi l'avrei fatto.
– Però ora smettiamo di parlare di Marco. Non so perché ma mi sembra che stiamo sempre a parlare di lui. E siccome il principino sta dormendo, siamo solo io e te adesso. Quando si sveglierà ti tempesterà di domande su Tommaso, quindi voglio prima che tu ti sfoghi con me. Voglio che mi racconti, se te la senti. – accarezzai il palmo della sua mano per infonderle forza.
Avevo paura che Marco potesse agitarla con il suo fare forse troppo apprensivo, e con le sue mille domande, così pensavo che avrebbe potuto prima parlarne con me.– Mi dispiace Em. Sono stata una stupida a... - la voce le si strozzò e scoppiò un pianto disperato.
Era questo che volevo evitare a Marco, altrimenti avrei dovuto gestire anche lui e i suoi attacchi di panico.
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Ad maiora
RomanceSequel di "Odi et amo" "Verso cose più grandi." "Mi misi le mani sulla pancia, a furia di ridere mi mancava il respiro. Marco si sfregò il viso con le mani, scuotendo la testa e guardandomi divertito. - Come cavolo è successo? - chiesi, riferendomi...