Il sorriso incredulo di Marta illuminava la mia cucina attraverso lo schermo. Si era coperta il viso con le mani e aveva iniziato a lanciare gridolini di gioia.
- Non posso crederci. Non si può mai stare tranquilli con voi due, eh? - scosse la testa ridendo, ed io la seguii.
- Non dirlo a me. Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da Marco, soprattutto ora. - le dissi, senza togliermi quel sorriso da ebete dalla faccia.
- Eppure gli hai detto di sì. - mi guardò con occhi pieni di dolcezza, e anche molta curiosità. Io annuii, pensando a quello che era successo il giorno precedente.
Avevo detto "okay". Avevo fatto crollare di nuovo le mie mura, ero uscita di nuovo dal mio guscio per lui. Mi ero buttata di nuovo nella lava rovente che era Marco Riva. Speravo solo di non bruciarmi e di aver imparato a giocare con il fuoco.
- Sei innamorata di lui? Insomma... so che Marco è molto di più di ciò che è stato Andrea. Quindi... è amore? - mi chiese la mia amica, sperando di capirci qualcosa di più.
Io sbiancai, e feci rimbalzare lo sguardo da una parte all'altra della stanza. Aggrottai le sopracciglia con fare pensieroso, poi sbuffai.- Non lo so, Marta. Credo che sia ancora troppo presto per dirlo, io e Marco abbiamo bisogno di tempo. - mormorai, accarezzando Spettro che intanto si era avvinato a me a aveva appoggiato il muso sulle mie gambe.
- Io credo invece che lo sappiate già. Probabilmente Marco non si era mai innamorato sul serio prima d'ora, quindi è normale che si senta un po' spaesato. Ma sappiamo tutti e tre che quello che c'è tra voi è nato tantissimo tempo fa. - disse lei con fin troppa sicurezza.
Era per caso diventata improvvisamente una psicologa o un'esperta in amore? Sapevo che Marta ci credesse fino infondo, anche perché aveva bisogno di farlo. Aveva bisogno di un esempio, di una prova che l'amore vero esistesse e che potesse vincere su ogni cosa. Che potesse migliorare le cose, e le persone.
Aveva bisogno di non perdere fiducia nell'amore, visto che l'esperienza che aveva avuto con Tommaso le aveva fatto perdere tutto. Marta doveva aggrapparsi a qualcosa, e speravo che io e Marco non l'avremmo delusa.- Ah, sì? E come fai a saperlo? Lo dicevi anche quando siamo stati insieme per quelle poche settimane a dicembre, e poi ti sei dovuta ricredere, visto che tra noi non ha funzionato. - le dissi, mettendomi a braccia conserte.
Lei alzò gli occhi al cielo, come se stesse parlando con un muro.- Em, io vedo mille cose che vuoi due non vedete, ricordatelo. Ho sempre pensato che tu fossi presa da Marco, e non da Andrea. Hai cercato per un mese intero di distrarti, di sperare di essere innamorata di quel ragazzo a dir poco perfetto, solo perché sarebbe stato più facile, più sicuro. Marco è una mina vagante, lo so, ma hai sempre scelto lui. Emma, parliamoci chiaro: non hai fatto l'amore con Andrea perché non era con lui che volevi farlo. Non sei andata in America con lui e non hai approfittato della sua grande proposta perché non era con lui che volevi stare in futuro. - disse, facendosi molto seria.
Io la guardai storta attraverso lo schermo del telefono, rimanendo in silenzio, perché non potevo non darle ragione. Proprio in quel momento qualcuno suonò al campanello.- Ma chi è di sabato mattina? Va bene, vai... comunque, non importa quello che è successo prima. Forse non serve dare nomi ai sentimenti... quello che mi interessa è che siate felici, tutti e due. Sei felice? - mi chiese, guardandomi con un velo di tristezza. Sicuramente avrebbe voluto essere a casa con me, in quel momento.
Io mi alzai dalla sedia, per andare ad aprire, ma le sorrisi annuendo. Ero felice.- Em, stavolta andrà bene. - mi disse lei con un sorriso luminoso, prima che chiudessi la chiamata. Io sospirai e andai ad aprire.
- Buongiorno! Beh? Non mi fai entrare? - mi chiese Marco con il suo sorriso smagliante.
Io rimasi pietrificata sulla soglia della porta, spostando lo sguardo da lui alla piccola palla di pelo che teneva in braccio. Perché diavolo Marco avevo un minuscolo golden retriever in braccio?
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Ad maiora
RomanceSequel di "Odi et amo" "Verso cose più grandi." "Mi misi le mani sulla pancia, a furia di ridere mi mancava il respiro. Marco si sfregò il viso con le mani, scuotendo la testa e guardandomi divertito. - Come cavolo è successo? - chiesi, riferendomi...