Arrivammo alla festa, sì un'altra festa di Natale. A quanto pareva, i brand di ogni genere ne organizzavano una prima che iniziassero le vacanze, e Davide voleva che partecipassimo a tutte.
Diceva che ci avrebbe dato visibilità, e che quegli stessi brand avrebbero potuto offrirci un lavoro un giorno.Ad essere sincera, stavo iniziando a stancarmi di tutti quei vestiti glitterati che mi pizzicavano la pelle, dei tacchi altissimi e del sorriso finto che dovevo sfoggiare a tutti i costi.
Mi stavo sempre più addentrando in quel mondo, ma mi sentivo sola, quasi un pesce fuor d'acqua. Senza qualcuno al mio fianco non avrei avuto molto da fare durante quegli eventi. Tutti sembravano conoscersi a vicenda, e non mi ero mai resa conto fino a quel momento di quanto tendessi ad essere timida e forse troppo fredda nei confronti degli altri, a volte.Per questo, quella sera avevo portato Marta con me. Pensavo che le avrebbe fatto bene mettersi un bel vestito scintillante come piaceva a lei, uscire e bere un po'.
– Quindi cercherai di evitarlo per tutta la sera? – mi chiese lei riferendosi a Marco.
– Questo è il piano. – annuii decisa.
Era passato un giorno senza che io e Marco ci fossimo sentiti o visti. Era rimasto tutto fermo alla mia uscita di scena al suon di "non sono un pezzo della tua collezione". Non avevo intenzione di fare il primo passo, sarebbe stato assurdo.
Ero convinta che bisognasse mettere da parte il proprio orgoglio, ammettere i propri errori e farsi avanti per scusarsi, ma stavolta non era il mio turno. Non sapevo sinceramente se Marco ne sarebbe stato capace, ma di certo io non avrei fatto la figura della sottona.
– Lo sai che sarà impossibile? Primo, perché il tuo capo ti strapperà i tuoi adorati capelli, uno ad uno, se non starai insieme a lui almeno per cinque minuti. Secondo, la gente vuole vedervi insieme, e non puoi deludere quelle ragazzine che sognano il principe azzurro con le sembianze di Marco Riva. – disse lei, e l'ultima frase suonò quasi come una richiesta personale, con tanto di faccia da cucciolo.
Io la guardai con le sopracciglia alzate.– Marco Riva è tutto tranne che un principe azzurro. – mormorai, ricordando per un attimo che fosse stata proprio Marta, tempo prima, e definire Andrea Lewis come principe azzurro.
Di certo lui non mi avrebbe cacciata di casa sua in quel modo, anche se al tempo stesso probabilmente non sarei mai finita a letto con lui.
– Uff, siete incredibili, voi due. Non mi avete dato nemmeno il tempo di gioire per la vostra notte da sogno che avete rovinato tutto con... - piagnucolò lei, ed io la interruppi.
– Lui ha rovinato tutto, e sì, in compenso la mattina dopo è stata un incubo. – precisai, puntandole il dito contro.
– Il padre riesce sempre a rovinare tutto, anche involontariamente. – sbuffò lei, assumendo d'un tratto un'espressione turbata.
– Marta, io non ne idea di quello che abbia passato Marco durante la sua vita, so solo le poche cose che mi hai raccontato tu. Lo giustifichi perché sai, perché tu sei stata accanto a lui. Invece io non posso biasimarlo, perché a me non lo permette. Non mi permette di stargli accanto. Quindi non posso perdonare come se niente fosse questo suo comportamento, visto che non so perché abbia reagito così. – scrollai le spalle, cercando di spiegarle il mio punto vista.
– Per quello ha bisogno di tempo, Em. Devi aver capito ormai com'è Marco. Gli ci vuole un po' per sbloccarsi. – mi prese a braccetto, mentre ci facevamo largo tra gli invitati.
– Io però non posso aspettare. Non posso farmi trattare come se fossi la sveltina di una sola notte, mentre lui si decide a fare l'adulto. – dissi, iniziando a spazientirmi. C'era mai stata una volta che Marta avesse difeso me e non il suo amichetto? Ovviamente no.
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Ad maiora
RomanceSequel di "Odi et amo" "Verso cose più grandi." "Mi misi le mani sulla pancia, a furia di ridere mi mancava il respiro. Marco si sfregò il viso con le mani, scuotendo la testa e guardandomi divertito. - Come cavolo è successo? - chiesi, riferendomi...