Capitolo 4

217 9 0
                                    

Stavo guardando Grey's Anatomy sul divano, con la testa che penzolava fuori dal bracciolo, come anche il braccio con cui stavo accarezzando Spettro sulla pancia.

Sentii Marta entrare in salotto, e sospirò. Si mise esattamente davanti alla tv, privandomi della bellezza di Jackson Avery. Io alzai gli occhi al cielo, sapendo già cosa stesse per dirmi.

– Em, non puoi scappare al tuo destino. Tu mi hai rotto le scatole per giorni, dicendo di reagire e di riprendermi la mia vita, e ti ringrazio per questo... ma anche tu hai delle questioni da risolvere, direi. – mi disse con fare autoritario, mettendosi le mani sui fianchi.

– Ma io non ho voglia di risolvere le mie questioni. – brontolai, rigirandomi nella coperta in cui ero avvolta da ore.

– Emma Guerra, tu non scappi mai dai problemi. Tu li affronti, e ne esci sempre vincitrice! – esclamò, puntandomi il dito contro.

– Stavolta non ho le forze per farlo. – sbuffai, guardando Spettro come se lui mi avesse potuto salvare dai miei problemi e anche da Marta.

– Oh, avanti! Quante volte dalla fine del liceo hai lasciato i tuoi ragazzi dopo un mese? Hai rotto decine di cuori negli ultimi anni, quindi ormai non deve essere difficile per te. Cosa c'è di diverso stavolta? – mi chiese, sedendosi accanto a me sul divano, e rubandomi un lembo di coperta.

– Ogni volta mi descrivi come una crudele senza scrupoli. Non mi diverto a lasciare i ragazzi che frequento, sai? E soprattutto, non mi metto con loro per gioco. È solo che ogni volta mi rendo conto che la persona in questione non sia giusta per me, che non siamo sulla stessa lunghezza d'onda, o che non mi prenda sul serio. – feci spallucce, posando lo sguardo su Alex Karev, stavolta.

– Ed è successo anche con Andrea. Ma non ti ho mai vista così turbata, sembra quasi che sia lui che debba lasciarti. Sembra quasi che ti costi, lasciarlo andare. È come se preferiresti che ti lasciasse lui. Cos'è che non va? Cosa ti frulla in quella testolina? – mi mise una mano sul capo, e mi scosse, come se potessero uscire i miei pensieri come gli spiccioli dal salvadanaio. Io posai lo sguardo su di lei e poi di nuovo sulla tv.

– Em. – mormorò lei, capendo che ci fosse qualcosa che io non volevo assolutamente rivelare.

– Mmh? – feci finta di niente.

– Ho la sensazione che tu non mi abbia detto tante cose. Sbaglio? – mi chiese, mettendosi a braccia conserte, e guardandomi con un sopracciglio alzato.

– No. – scossi la testa, continuando a guardare dritto di fronte a me.

– Bene, allora me le dici adesso. – disse decisa, spegnendo di colpo la televisione. Io sbuffai, e mi misi dritta, con la schiena appoggiata al divano. Feci una smorfia quando mi resi conto di essere stata delle ore in quella posizione non molto naturale.

– Inizio con la prima allora. Ti prego perdonami, ma ti ho detto una bugia. Non sono andata a letto con Andrea, in realtà. Lui ci ha provato ma io... non mi andava. Sentivo che non era quello che volevo. Quindi non l'abbiamo mai fatto. – sganciai la prima bomba, che forse sarebbe stata quella meno scandalosa per Marta.

– Oh, infatti non avevo mai sentito qualcuno descrivere il sesso con l'aggettivo "divertente". Beh, ci sta che tu non ti sia sentita a tuo agio, hai fatto bene a respingerlo. Ma perché a me hai detto il contrario? Pensavi che ti avrei reputata sfigata se mi avessi detto la verità? – mi chiese, quasi ridacchiando.

Sapevo che non le importasse molto della cosa in sé, ma ovviamente non capiva perché le avessi mentito. Ma visto che con quella conversazione avrei dovuto spiegarle tutto una volta per tutte, sganciai anche le altre bombe.

Ad maioraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora