Io lo guardai dritto negli occhi, sperando di trovare qualcosa che potesse incastrarlo. Qualcosa che mi potesse dare un motivo per dirgli di no.
- Perché adesso? Cosa è successo? Ti è venuta la fata turchina in sogno? - gli chiesi sarcastica, usando quel modo di fare come scudo. Peccato che lui ormai avesse capito quella tattica.
- Ieri, quando te ne sei andata... ho riflettuto su tutto. E ho capito. Non posso lasciarti scappare, Guerra, non dopo ieri. Sei stata capace di tirarmi fuori dalla fossa in cui ero finito, letteralmente. Non ho preso nessuna pasticca grazie a te. - mi fece di nuovo quel sorriso a cui non ero abituata, e cercai di ignorarlo, visto che non stava facendo altro che annebbiarmi la mente.
- Beh, se ti serve una spalla su cui piangere quando hai dei problemi, io ci sono. Ho promesso a Marta che avrei fatto le sue veci, quindi non sarai mai solo. - feci spallucce, come se si fosse trattato solo di quello. Sapevo in realtà che lui mi stesse lanciando un messaggio diverso, ma io preferivo non crederci.
- Non fare finta di non capire, Emma. Non mi serve un'amica, Marta riesce a starmi accanto anche a distanza. E non è la tua spalla su cui piangere che mi interessa. Ho capito finalmente ciò che intendevi. Voglio renderti partecipe della mia vita, di ciò che sono. Di quello che mi rende felice e di quello che mi tormenta. E voglio che tu faccia lo stesso con me. Voglio essere parte della tua vita, completamente. - disse, gesticolando come un matto, come se stesse cercando un modo per farsi capire. Io mi morsi il labbro per nascondere il sorriso speranzoso che mi stava spuntando sul viso. Ma non poteva funzionare, ed io non potevo permettermi di farmi altre illusioni.
- Non è così facile come lo fai sembrare tu. Io e te siamo troppo diversi, e io non voglio assolutamente che tu cambi per me. - dissi, rivelando il pensiero che mi tormentava da sempre. Io e Marco non avremmo fatto parte di quei romanzi rosa dove lei incontrava il cattivo ragazzo e lui cambiava per farla felice. Non era quello il mio ideale di lieto fine.
- è vero, siamo diversi, ma siamo anche molto simili. Ed io non cambierò per te, questo è sicuro. Ma so che sei disposta a prendermi così come sono, arrogante, presuntuoso, vanitoso e problematico. O sbaglio? - puntò i suoi smeraldi su di me, e furono così insistenti che dovetti abbassare lo sguardo. Certo che sarei stata capace di accettarlo così com'era... lo avevo già fatto per tutti quei mesi. Ma così facendo avrei firmato la mia condanna a morte.
Scossi la testa, non riuscendo a guardarlo, né a dargli una risposta.
- Lo so, ci abbiamo provato già una volta e abbiamo fatto un casino... ma io credo che ci sia servito. Ora possiamo scegliere di fare le cose in modo diverso. Riproviamoci, Emma. - insistette ancora, ed io sospirai, sentendomi letteralmente con le spalle al muro. Nel frattempo lui si era avvicinato a me, cercando una qualche forma di contatto, ma io mi scansai e lo sorpassai.
- Puoi portarmi a casa, per favore? - gli dissi con tono piatto. Lui in risposta annuì a testa bassa, ma riuscii ad intravedere la speranza che smise di accendere i suoi occhi.
Ripercorremmo la strada che avevamo fatto, e tornammo alla moto. Mi misi il casco e allacciai le braccia attorno al suo torace, cercando di essere disinvolta e di nascondere il mio corpo che tremava, scosso da mille emozioni contrastanti.
Marco accostò la moto al marciapiede non appena arrivammo di fronte al mio palazzo. Scesi dal veicolo e gli ridiedi il casco. Mi voltai, lasciandomi Marco alle spalle, ma dei ricordi mi investirono come una valanga, proprio come per ricordarmi che lasciarmelo alle spalle fosse impossibile.
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Ad maiora
RomanceSequel di "Odi et amo" "Verso cose più grandi." "Mi misi le mani sulla pancia, a furia di ridere mi mancava il respiro. Marco si sfregò il viso con le mani, scuotendo la testa e guardandomi divertito. - Come cavolo è successo? - chiesi, riferendomi...