Harry apre lentamente un occhio e lo punta verso la finestra per capire all'incirca che ore potrebbero essere, vede il sole oltre persiane bianche e sembra essere già abbastanza alto nel cielo. Richiude l'occhio.Non sa quanto tempo sia passato quando sente un lieve scricchiolio alle sue spalle, qualcuno sta aprendo la porta, probabilmente è suo padre che viene a controllare che non sia morto nel sonno. Fa un piccolo sbuffo e cerca di recuperare le forze per prepararsi ad aprire gli occhi ma uno "sveglia pigrone!" urlato a due centimetri dal suo orecchio lo fa letteralmente balzare in aria con un gridolino.
Si volta di scatto dopo aver contato gli anni che gli restano da vivere e si trova davanti Louis che quasi si rotola in terra dalle risate."Sei completamente cretino?" borbotta senza avere ancora le forze per alzare il tono di voce.
"Hai fatto un salto così" balbetta il più grande tra le risate alzando la mano a circa un metro da terra per fargli capire l'altezza cui è arrivato.
"Louis non è divertente" Harry si mette seduto sul letto e si stropiccia gli occhi con le mani "che ore sono?" si guarda intorno spaesato.
"Mezzogiorno passato" gli comunica Louis regolarizzando il respiro "come si dice...alla sera leoni, al mattino..." ridacchia.
"Senti chi parla" un leggero sospiro esce dalle labbra del ragazzo "insomma, cosa vuoi? Perché mi hai svegliato?"
"Come siamo scorbutici" commenta "ti sei svegliato male?" chiede con un ghigno allusivo.
"Si, per colpa tua" sbuffa il più piccolo scostandosi le coperte di dosso e rivelando il suo fisico asciutto, se non per le adorabili e morbide maniglie dell'amore, coperto solo dai boxer neri "faccio una doccia" dichiara poi.
"Aspetta, volevo dirti una cosa" lo interrompe Louis mordendosi lievemente il labbro inferiore.
"Bè? Dimmi forza" lo incita Harry vedendo che l'altro non accenna a parlare.
"Si...allora, i nostri genitori sono andati a fare shopping, mi hanno chiesto se volevo andare con loro, ma piuttosto che andare a fare compere con mia madre mi faccio strappare tutti i capelli uno ad uno" Harry fa un mezzo sorrisino "quindi, pensavo...oh zitto so che battuta stai per fare e non fa più ridere dal Novantaquattro..." il ragazzo richiude la bocca e alza le braccia in segno di resa "dicevo, potremmo andare al mare a Malibu".
Harry ci pensa su un secondo "ma non è a nord di Los Angeles?"
"Si, quindi?"
"Bè, è lontano, che senso ha andare fino a lì solo per andare al mare?" ragiona il ragazzo.
"Le spiagge sono più belle e poi volevo farti vedere un altro posto..." accenna Louis.
"Che posto?" chiede eccitato Harry.
"II..mmm...no, non te lo dico" dichiara dopo un attimo di esitazione.
"Dai, voglio saperlo" insiste il riccio con tono lamentoso.
"No, fine della discussione, preparati, mangiamo e andiamo" prima di cambiare idea e farsi convincere dal più piccolo gira i tacchi ed esce dalla stanza lasciando Harry irritato con un adorabile broncio in viso.
"Non ci vengo se non me lo dici" dichiara dopo essere entrato in cucina con aria decisa ed essersi seduto su uno degli sgabelli a braccia incrociate e con l'espressione più determinata presente nel suo repertorio.
Ha fatto una doccia veloce - veloce per quanto i suoi standard lo permettano - e ha indossato un costume giallo - si, giallo - e una maglietta bianca."Ti sei vestito da uovo?" Louis osserva tutta la scenetta che ha messo in piedi con un sopracciglio alzato.
Harry guarda i suoi abiti e gli lancia uno sguardo di commiserazione "credo di assomigliare più ad una margheritina" replica con voce angelica facendo scoppiare a ridere l'altro "comunque ho detto che se non mi dici dove andiamo, io non ci vengo"
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Driving Down The 101 | L.S.
FanfictionDalla storia: Il problema è che quella estate, ovvero quei tre mesi di cazzeggio assoluto post-esami in cui avrebbe potuto svagarsi con gli amici, passare le serate vagando tra i pub londinesi, andarsene al mare nel sud dell'Inghilterra o, per dirne...