Driving Down The 101 | L.S.

Crazy Little Thing Called Love

É da poco passata la mezzanotte quando i due ragazzi aprono la porta della stanza ridendo, già uno appiccicato al corpo dell'altro, con le mani che si cercano, che scavano sotto i leggeri strati di vestiti per avere di più, per sentire  di più.

Harry non fa in tempo a gettare la giacca, che teneva ancora appoggiata al braccio, da qualche parte sul pavimento dell'ingresso, che si trova con la schiena contro il muro e le gambe allacciate al bacino del ragazzo davanti a lui.
Louis fa scontrare immediatamente le loro labbra mentre gli fa scivolare le mani sulla vita.
Lo bacia lentamente, hanno tutto il tempo del mondo ed è tutto per loro, ogni singolo secondo è dedicato a loro, l'uno all'altro.

"Aspetta" ride il riccio sulle labbra dell'altro ad un certo punto, i suoi capelli sono già un casino e la costosa camicia è spiegazzata "mettimi giù".

"Dammi una buona ragione per farlo" controbatte Louis stringendo la presa su di lui, non intende lasciarlo andare qualunque cosa dirà.

Harry gli morde la punta del naso e si dimena un poco "giù" ripete e alla fine ha la meglio essendo più alto dell'altro "ho una sorpresa per te" rivela avviandosi verso la stanza da letto ancheggiando leggermente nei pantaloni stretti al limite del consentito, solo un po', quel tanto che basta per attirare gli occhi blu di Louis verso il basso.

"Una sorpresa?" chiede seguendolo, ovvio che lo segue, "che sorpresa?" si ferma nel mezzo della stanza e toglie le scarpe - finalmente, iniziavano a fare male - poi resta semplicemente in attesa di una risposta. Harry si volta con un sorriso furbo e "mettiti li" indica il letto "seduto...o come vuoi insomma, ma lì" ribadisce "aspettami" scompare in bagno e a Louis viene da ridere mentre si stende sul letto morbido, seppellendo la schiena tra i cuscini, lo aspetterebbe anche per tutta la vita.

"Sei li?" Harry mette fuori la testa, solo la testa, e si assicura che abbia fatto ciò che gli ha detto "puoi chiudere gli occhi amore?" chiede speranzoso, mentre Louis cerca di vedere di più, ma la porta glielo impedisce.

"lo...d'accordo...che stai combinando?" accetta, ma ancora non li chiude, "solo pochi secondi" insiste Harry "per favore". Louis annuisce e lo fa, medita di sbirciare, ma poi cambia idea, non vuole deluderlo.

"Amore posso?" è impaziente, sente dei movimenti e non riesce più a contenere la curiosità, "si...vai" e, merda, non era pronto, non era pronto per questo. Le luci sono spente, ma la stanza è sufficientemente illuminata dai lampioni all'esterno e da quella del bagno, ancora accesa. Harry è in piedi davanti al letto con un piccolo sorriso malizioso a colorargli il viso facendo spuntare subdole le fossette, indossa quella dannata camicia trasparente che già da sola sarebbe sufficiente a fargli perdere completamente il controllo, ma non è da sola, oh no che non lo è. È lunga e arriva poco sopra il bordo inferiore degli slip neri e, merda, davvero Louis non ci può credere perché giusto una decina di centimetri sotto Harry indossa un paio di parigine nere, leggere sulla pelle, trasparenti anch'esse come la camicia, lasciando intravedere il tatuaggio sulla sua coscia, sono bordate di pizzo anch'esso nero. E lui adora le gambe del riccio, passerebbe ore solo a guardarle e ad accarezzarle, e le parigine sono una cosa che lui...una specie di sogno erotico che forse deve avergli accennato una volta, e non crede davvero di farcela, è tutto troppo.

"Cazzo" esala con la voce strozzata "H..." e sul serio non riesce a dire o fare nulla se non far correre gli occhi di fuoco per tutta la lunghezza delle sue magnifiche gambe, Harry se ne sta semplicemente lì in piedi, con lo sguardo sempre più malizioso "sembri così innocente" soffia Louis totalmente in contrasto con quello che in realtà sta pensando "cazzo" ripete.

"Ti piacciono?" chiede Harry soddisfatto.

Louis vuole ridere, si gli piacciono, gli piacciono dannatamente tanto e non ha idea di come farà a resistergli, ma lo farà, deve resistere, vuole guardarlo, baciarlo, venerarlo.