I've Got a Dark Alley and a Bad Idea That Says You Should Shut Your Mouth

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Louis rientra nella sua stanza d'hotel con aria stanca, allenta il nodo della cravatta e slaccia i primi due bottoni della camicia bianca, prima di lasciarsi cadere sull'elegante divano della zona relax sbuffando sonoramente.
Ha finito da poco la terza giornata di incontri e non ne può veramente più, fortunatamente la riunione di quel pomeriggio è stata l'ultima cosa che gli è toccato subire, domani se ne tornerà a casa. Non sa se la cosa sia positiva o meno, visto ciò che ha combinato prima di partire, ma ovunque è meglio di stare a San Francisco con suo padre.

Ha passato tre giorni ad ascoltare noiose presentazioni su analisi di mercato e stronzate varie, a prendere appunti su diverse proposte e a sorridere forzatamente a tutti gli uomini importanti che suo padre gli ha presentato.
Non ne può più, se vedesse un altro grafico potrebbe vomitare.

Si passa una mano tra i capelli perfettamente pettinati e li scombina un po', poi toglie tutti i vestiti della parte superiore del corpo, a partire dall'elegante giacca nera, e li lancia per terra a caso, dirigendosi verso l'angolino della stanza dove c'è un piccolo mobiletto con una bottiglia di whiskey. Se ne versa una generosa quantità ed esce sul terrazzo alla fresca aria del tardo pomeriggio con il cellulare in mano, apre di nuovo la chat, per quella che sarà la millesima volta, e fissa quel "ti amo". Ha scritto solo quello, nient'altro, solo "ti amo", solo...

Louis legge e rilegge quelle due parole, le uniche che Harry ha avuto la forza di scrivergli probabilmente, solo due, ma così cariche di significato.
Le interpreta come una richiesta d'aiuto da parte del più piccolo, come se gli dicesse "ti prego torna".
Non ha avuto il coraggio di rispondere perchè si sente così terribilmente in colpa, si sente così piccolo di fronte all'altro e a quello che ha cercato di fare, sono lontani da meno di tre giorni e lui sta già per dare di matto, gli manca terribilmente tanto e non sa cosa fare. Non può tornare e fare finta di non aver detto nulla, non può sparire per sempre, non può tornare e stargli lontano, non ne sarebbe capace. Ha fatto un casino.

È ancora perso tra i suoi pensieri quando il telefono squilla e un numero a lui sconosciuto lampeggia sul display, aggrotta la fronte e risponde.

"Pronto?"

"Louis?" è una ragazza.

"Si, sono io, chi parla?"

"Sono Perrie" merda.

"Oh" poi un pensiero lo colpisce come una pietra lanciata alla massima velocità "Harry sta bene?"

"Fisicamente si, abbastanza" risponde la ragazza con tono duro.

"Oh...ok..." non aggiunge altro, non sa cosa dire, Perrie gli fa un po' paura onestamente.

"Ora mi ascolti" ordina e lui non si sogna nemmeno lontanamente di ribattere "due giorni fa ho parlato con Harry. Mi sono fatta dare il tuo numero da Liam, Niall non voleva che ti chiamassi perchè dice che dovete risolvere la cosa tra di voi, ci ho pensato un po' e alla fine ho deciso che a me non frega un cazzo, volevo dirti che sei un coglione e quindi te lo dico: sei un coglione"

Louis è colpito e affascinato dalla sua schiettezza, si saranno sentiti via skype due o tre volte, ma non si è fatta nessun problema a chiamarlo per dirgli ciò che si merita, perchè se lo merita.

"Chiarito questo punto, ho delle domande da farti e vorrei che tu fossi sincero, puoi farlo?" è glaciale.

"S-si" deglutisce un paio di volte poi prende un respiro profondo "certo"

"Bene" decreta "prima domanda, sei innamorato di lui?"

"Si" risponde Louis convinto.

"Sei innamorato nel senso che ti piace e ci stai bene o nel senso che saresti disposto a seguirlo in capo al mondo pur di vederlo felice, anche a costo di mollare tutto?" chiede diretta, in tono serio e fermo.

Driving Down The 101 | L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora