Harry si guarda allo specchio alzando un sopracciglio, non può scendere in quelle condizioni.
Per prima cosa ha un grandissimo mal di testa, forse non avrebbe dovuto bere tutto quello champagne, e per seconda cosa ha dormito male, non sa bene il perché, ma si è svegliato di colpo più di una volta mettendoci poi molto tempo per addormentarsi di nuovo.
Quindi il suo riflesso gli mostra due profonde occhiaie scure, i capelli sono arruffati e sparati in tutte le direzioni come un piccolo leoncino e, come se non bastasse, ha un colorito alquanto pallido.Si dirige nel suo bagno personale e cerca di darsi una sistemata, per quanto possibile, si lava la faccia con acqua fredda e si lega i capelli in modo da farli sembrare più ordinati.
Alla fine il risultato non è del tutto terrificante, ha visto di meglio, ma forse non spaventerà l'intera famiglia.
Indossa un semplice paio di jeans e una maglietta bianca e scende verso la sala da pranzo, da dove proviene un ottimo profumino."Buongiorno" mormora con voce leggermente roca, seduta al tavolo c'è solo la nonna di Louis, intenta a gustare una ricca colazione.
"Buongiorno tesoro, come ti senti? Stai meglio?" chiede subito premurosa, mentre si preoccupa di versargli un bicchiere di succo.
"Uhm si, sto bene" risponde confuso, non capendo a cosa si riferisca la donna.
"leri sera Louis è sceso a salutare gli ospiti dicendo che ti eri sentito poco bene e per questo siete spariti" dice socchiudendo gli occhi con fare inquisitore.
Cazzo, se almeno Louis l'avesse avvertito avrebbe potuto fingere meglio.
"Oh si si, ma non era nulla di che, sto bene ora" evita di scendere nei dettagli, non sapendo bene cosa ha raccontato il fratellastro.
"Bene, ottimo" esclama la donna per nulla convinta della sua risposta "allora quello che ti ci vuole è una bella colazione" e così dicendo, gli riempie il piatto di pancakes su cui versa una generosa quantità di cioccolato "li ho fatti io, avanti mangia"
Harry non pensava di avere così tanta fame fino a quando non addenta il primo boccone di pancake, è davvero buonissimo e in breve tempo ripulisce completamente il piatto.
"Uhm sa per caso dov'è Lou, signora?" chiede ad un certo punto, non avendolo visto, né sentito dalla sera prima.
"Oh certo, è nel maneggio" Harry spalanca gli occhi, ovviamente hanno anche un maneggio, come ha potuto non pensarci?
"Raggiungilo lì, devi solo attraversare il prato e lo vedi sulla destra, poi più tardi pranzeremo insieme e credo che Lou voglia partire subito dopo, per non arrivare a casa troppo tardi" spiega la donna, lui ringrazia e segue le indicazioni che gli ha fornito.
É una mattinata calda, ma non limpidissima, c'è una leggera foschia che ricopre tutti i prati circostanti, conferendo al paesaggio un'aria piuttosto tetra.
O almeno questo è ciò che percepisce Harry, probabilmente anche a causa della stanchezza.
Cammina per il prato inspirando l'aria pura e guardandosi intorno alla ricerca del maneggio di cui parlava Camille, ad un certo punto scorge un piccolo casolare immerso negli alberi, lo raggiunge ed entra camminando piano. Vede subito una fila di cancelletti con alcuni cavalli al loro interno, poco più avanti c'è Louis che sta sellando un bel cavallo scuro."Lou" dice a bassa voce.
"Ehi buongiorno, non volevo svegliarti prima, vieni" gli sorride continuando ad accarezzare il muso dell'animale "ti presento Fulmine"
"Che nome originale" ridacchia il più piccolo "bè, ciao Fulmine" lo accarezza a sua volta.
"Ehi avevo undici anni, mi sembrava il nome più figo della terra" si difende "invece quello è Tuono" indica un altro cavallo, dal manto più chiaro e la criniera bionda.
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Driving Down The 101 | L.S.
FanfictionDalla storia: Il problema è che quella estate, ovvero quei tre mesi di cazzeggio assoluto post-esami in cui avrebbe potuto svagarsi con gli amici, passare le serate vagando tra i pub londinesi, andarsene al mare nel sud dell'Inghilterra o, per dirne...