CAPITOLO 6
CAPODANNOParlarono del più e del meno per tutta la serata, i piatti non smisero mai di riempirsi e ora che erano al dolce Lila credeva di stare scoppiando.
«Tutto ok?» Harry poggiò la sua mano su quella dell'amica, sotto il tavolo. Lila lo guardò abbozzando un sorriso.
«Va tutto bene, sto solo scoppiando» ridacchiò e lui fece lo stesso. Harry le prese la mano velocemente mentre si alzava e tutti, compreso Lila, lo guardarono interrogativi.
«Io e Lil andiamo a fare un giro in giardino per digerire un po', troppo cibo stasera» sghignazzò il ragazzo, mentre costringeva Lila ad alzarsi con lui. In questo momento Lila voleva semplicemente sotterrarsi, tutti avevano visto che stavano parlando fino ad un secondo prima ed era più che sicura che tutti avessero pensato che questa idea fosse venuta a lei. Comunque, sorrise debolmente quando Anne dichiarò di non preoccuparsi e che avrebbe sparecchiato lei, insieme a Gemma. Così i due ragazzi presero i cappotti e, appena fuori dalla casa, Lila sbottò.
«Ma perché hai detto quella cosa? Tutti penseranno che io non sia stata bene!» esclamò alzando le braccia al cielo. Harry la guardò sbigottito, sbuffando poi una risata.
«Non succederà mai,» scosse la testa «la mia famiglia ti ama, non vedranno mai nulla di sbagliato in te» dichiarò fermamente, mentre cingeva le spalle della ragazza con un suo braccio.
«Volevo semplicemente stare un po' con te, senza nessuno intorno» quasi soffiò, poggiando la sua testa a quella di Lila. Quest'ultima sorrise, anche arrossendo un po'... Quando dichiarava quelle cose con quella semplicità, come se fosse una cosa normalissima, a volte il cuore di Lila si stringeva.
«Sono le undici e mezza, tra poco dobbiamo rientrare per festeggiare» ammise la ragazzo prendendogli la mano del braccio che aveva intorno alle sue spalle. Lui non rispose, semplicemente si sedettero sull'altalena che Harry aveva in giardino.
«Come sta tuo padre?» Lila azzardò questa domanda. Da quando Harry le aveva confidato che il padre soffriva di cancro, la vita di Lila era come se fosse cambiata un po'. Iniziò ad apprezzare di più le persone che aveva intorno perché sapeva che la vita dà tutto e ti toglie tutto in solo istante.
«Lo hai visto,» sospirò d'un tratto il ragazzo «è sempre più debole, i medici hanno detto che è questione di tempo» mormorò guardandosi le scarpe. Il cuore di Lila perse improvvisamente un battito, non voleva nemmeno pensare al momento in cui Robin sarebbe andato via, lasciando sola soprattutto Anne. Eppure, Harry era sempre così solare e sorridente... a volte Lila avrebbe voluto dirgli che era doveroso sfogarsi ed era normale sentirsi fragili.
Si arrese e appoggiò la testa sulla sua spalla, mentre lui le stringeva ancora di più le spalle, stringendola a sé.«Io sono qui, tu lo sai» dichiarò Lila dolcemente «non ti lascio».
Il silenzio che proseguì venne interrotto dalla suoneria del cellulare di Harry. Frettolosamente lo tolse dalla tasca, mostrando il nome: Kendall.
Harry guardò velocemente l'amica, così lei si staccò, allontanandosi.«Va bene così, vai pure» disse fermamente, senza alcuna emozione sul volto. Harry le sorrise, visibilmente sollevato, prima di rispondere e correre altrove. La guardò un'ultima volta, stringendosi nelle spalle. Lila decise di entrare dentro, allora.
«Gemma per favore alza un altro po' il volume, non sentiremo il conto alla rovescia così!» Robin esclamò dalla sua poltrona. Loro la chiamavano 'la sedia di Robin' perché era come se ci fosse il suo nome sopra, era dotata di tutti i comforts che solo lui usava effettivamente.
«Mancano due minuti, ma dov'è Harry?» domandò Anne poggiando una mano sulla spalla di Lila. La ragazza boccheggiò per qualche secondo prima di parlare.
«Io— io non lo so, credo stia ancora parlando a telefono» dichiarò mentre dava un'occhiata al giardino. Nessuna traccia di Harry. Gemma le sorrise dolcemente.
«Arriverà» disse semplicemente, mentre Lila annuiva sorridendo debolmente.
«10!» Urlò Robin sempre dalla sedia e con il bicchiere di champagne in mano.
«9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1... Buon anno!!!» il conto alla rovescia finì, tutti in coro urlarono e si augurarono un nuovo anno. Fatto di sorprese, di scommesse, di nuovi amori e vecchie amicizie solidificate.
Lila abbracciò Gemma e Anne, poi corse ad abbracciare Robin, che alla fine le diede un bacio sulla guancia. Quando fece per alzarsi, però, la strattonò e si avvicinò al suo orecchio.«Stai vicina ad Harry, gli servirà» dichiarò quasi con il magone alla gola. Lila crebbe che per qualche manciata di secondi non sentì più niente intorno a sè, nemmeno le grida di Anne e Gemma che cantavano e sorseggiavano dal bicchiere che avevano in mano. Lila lo guardò impietrita, mentre lui le accarezzava la guancia e sorrideva debolmente. Proprio mentre stava per rispondere Harry piombò in salotto, così Robin la lasciò subito andare e lei si raddrizzò come se niente fosse successo.
«Scusatemi— Io, davvero scusatemi» Harry parlò, passandosi una mano tra i capelli. Guardò Lila mentre lei era completamente impassibile. Aveva rinunciato alla sua famiglia per festeggiare il capodanno con lui e invece Harry aveva preferito passarlo con Kendall al telefono. Non si trattava di gelosia, ma di rispetto.
Lila gli alzò il bicchiere in segno di augurio, ma da lontano. Prese velocemente il cellulare e mandò un messaggio di auguri nel gruppo con la sua famiglia, Lila si sentiva terribilmente in colpa per averli lasciati soli a causa di Harry.
«Vieni a ballare un po' Lil, dai!» Anne la trascinò con loro a ballare, nonostante la ragazza non fosse per niente dell'umore adatto. Ma quando guardò Harry capì che non avrebbe dovuto dargli la soddisfazione di stare male per qualcosa che aveva fatto lui, così la ragazza liberò totalmente la mente e si lanciò nell'ennesimo ballo che Anne e Gemma avevano inscenato.
«Grazie di tutto, Anne, siete stati fantastici» Lila l'abbracciò un'ultima volta. Erano quasi le 2:30 e l' indomani alle 13 i due ragazzi avrebbero avuto l'aereo per l'America. Anne fece il piacere a Lila di restare a dormire lì, così che il giorno dopo sarebbero già stati pronti per partire.
«Mi ha fatto piacere averti qui, buonanotte cara» sorrise la ragazza dolcemente. Harry mise una mano dietro la schiena di Lila, accompagnandola di sopra.
«Ascolta Lil, mi dispiace tantissimo per qu—» Harry cercò di scusarsi, ma proprio ora Lila non voleva sentire ragioni.
«No Harry, non mi interessa! Ho rinunciato a stare con la mia famiglia pur di passare il Capodanno con te e farti felice e invece tu sei stato tutto il tempo che dovevamo festeggiare al telefono con Kendall!» Lila cercò di non alzare la voce, sapeva che non era proprio il momento e, in più, non voleva che i genitori di Harry li sentissero litigare.
«Lil, mi dispiace davvero... Abbiamo iniziato a parlare— non lo so, ho semplicemente perso il senso del tempo» dichiarò dispiaciuto «quando ho sentito il conto alla rovescia sono corso subito da voi, è così!» Harry la guardò dritto negli occhi, cercando una determinata luce dentro di essa che sapeva che avrebbe trovato.
«Basta Harry, è tardi e domani abbiamo l'aereo» sbuffò Lila, mentre saliva anche l'ultimo gradino. Harry le sfiorò la mano, costringendola a girarsi.
«Dormi con me» mormorò guardandola dal basso. Lila tirò un respiro, ritirando la mano.
«Buonanotte Harry» disse semplicemente, quando si voltò. Così scomparve, dandogli le spalle, lasciandolo sulle scale nel buio della notte.
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soulmates // hs;
Fanfiction"𝒩𝑒𝓁𝓁'𝒶𝓂𝑜𝓇𝑒 𝓇𝑜𝓂𝒶𝓃𝓉𝒾𝒸𝑜, 𝓅𝑒𝓇 𝒶𝓃𝒾𝓂𝑒 𝑔𝑒𝓂𝑒𝓁𝓁𝑒 𝓈𝒾 𝒾𝓃𝓉𝑒𝓃𝒹𝑜𝓃𝑜 𝒹𝓊𝑒 𝓅𝑒𝓇𝓈𝑜𝓃𝑒 𝒻𝓇𝒶 𝒸𝓊𝒾 𝑒𝓈𝒾𝓈𝓉𝑒 𝓊𝓃𝒶 𝒶𝒻𝒻𝒾𝓃𝒾𝓉à 𝓈𝓅𝒾𝓇𝒾𝓉𝓊𝒶𝓁𝑒 𝑒 𝓈𝑒𝓃𝓉𝒾𝓂𝑒𝓃𝓉𝒶𝓁𝑒 𝓉𝒶𝓁𝓂𝑒𝓃𝓉𝑒 𝓅𝓇𝑜𝒻𝑜𝓃�...