Capitolo 32

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Erano passati cinque giorni. In quei cinque giorni Harry e il suo team avevano deciso l'uscita del singolo Sign of the Times tra due settimane, e poi l'uscita dell'album tra un mese.

Nel frattempo Lila aveva lunghe sedute di prove per il Reputation Stadium Tour, ma nonostante queste la tenessero impegnata la maggior parte delle volte, l'unica cosa a cui riusciva a pensare era Harry. Si erano sentiti pochissimo, Harry l'aveva chiamata si e no due volte e una di quelle era per annunciarle l'uscita del singolo e poi dell'album. Andrew aveva voluto sapere ovviamente tutti i dettagli e, purtroppo, fu anche presente quando la ragazza scoppiò a piangere a causa dell'indifferenza di Harry. Lila non poteva credere che lui avesse già dimenticato tutto quello che era successo in Jamaica e si diede della stupida per averci creduto anche solo per qualche giorno. Si dava della stupida anche perché ora è lì, nella cucina di casa sua, aspettando l'arrivo del suo migliore amico come se fosse stata una bambina che aspettava il suo giocattolo preferito a Natale.

Aveva finito le prove da un'ora, era tornata a casa per fare una doccia veloce e Harry sarebbe dovuto arrivare da lì a poco. Lila guardò di nuovo l'orologio, segnava le diciotto e cinque minuti. Picchiettò le dita sul tavolo, prendendo il telefono con l'altra e cercando di distrarsi il più possibile.

Sentì il campanello suonare due volte, così balzò dalla sedia per correre verso la porta. La spalancò senza nemmeno chiedere chi fosse, ritrovandosi il volto di Harry che abbozzava il sorriso.

"Sono a casa" mormorò, prima che la ragazza agganciasse le sue braccia intorno al suo collo. Harry abbracciò la ragazza, portandola ancora di più vicino a sé. Inspirò il suo profumo, immergendosi nei suoi capelli e chiudendo gli occhi. Gli mancava, gli era mancata davvero tanto e Harry non riuscì a spiegarsi quelle farfalle nello stomaco che ebbe quando la porta si aprì, rivelando la figura dell'amica.

Quando Lila si staccò, fece entrare Harry a casa per via dei paparazzi che come ogni volta erano pronti per fotografarli. Avevano dato abbastanza spettacolo.

"Mi sei mancato" Lila si fece scappare in un soffio, guardando Harry togliersi la giacca per appenderla all'attaccapanni dell'entrata. Si voltò a guardarla, in silenzio.

"Anche tu mi sei mancata, non sai quanto" Harry sussurrò, incamminandosi verso di lei e portandola a sé. L'abbracciò di nuovo, dandole un bacio tra i capelli. Nessuno dei due aveva avuto atteggiamenti più intimi, che riportavano a quelle sere in Jamaica. Nessuno dei due aveva il coraggio. Lila non voleva soffrire, Harry non avrebbe voluto vederla soffrire quando poi avrebbe dovuto prendere una decisione.

"Vieni, raccontami dell'album" Lila lo prese per mano, trascinandolo sul divano. Sfiorando le sue dita si accorse dell'anello che entrambi portavano. La rosa.

"Hai ancora l'anello" soffiò la ragazza, passando delicatamente un dito sopra di esso.

"Non lo leverei mai, Lila" il ragazzo rispose deciso, e anche con un tono leggermente severo. Guardava la ragazza mentre era seduto comodamente sul divano, con un braccio appoggiato alla parte superiore di esso per circondare le spalle di Lila.

"Cosa ti fa pensare che l'avrei tolto?" Harry parlò di nuovo, accarezzando i capelli della ragazza. Lila stette in silenzio per un po', come diceva ad Harry come si sentiva? Era completamente in imbarazzo.

"È che non ci siamo sentiti per così tanto tempo, pensavo avessi dimenticato tutto" mormorò la ragazza con un filo di voce. Harry la fece alzare dal suo petto, prendendole il viso tra le mani e guardandola negli occhi.

"Ti ho detto che non avrei dimenticato e anche se volessi non ci riuscirei. Sono stato impegnato, abbiamo completato l'album e ho dovuto fare numerosi incontri con il team, non sono stati dei giorni semplici" spiegò il ragazzo, non staccando gli occhi dalla migliore amica. Harry si sentì un totale stronzo, soprattutto perché sapeva di star mentendo. Voleva solo preparare Lila alla sua assenza, voleva solo far tornare tutto come prima.

Lila annuì insicura, credendo alle parole di Harry. Alla fine, si fidava ciecamente di lui, non avrebbe mai mentito, soprattutto a lei. Così si accoccolò di nuovo sul petto di Harry, lasciandosi scappare un respiro.

"Stanotte resti qui?" Domandò d'un tratto, potè sentire il corpo di Harry irrigidirsi, ma non ci fece troppo caso.

"È meglio che torni a casa, devo sistemare alcune cose" ammise tristemente. Harry avrebbe davvero voluto restare con lei, ma sapeva che si sarebbero fatti del male. Lila stette zitta, ma sapeva che qualcosa non stesse andando come pensava. Lasciò stare, godendosi il silenzio e i grattini del suo migliore amico.

"Di questo passo non riuscirò a combinare niente!" Taylor rise, aveva sbagliato per l'ennesima volta la coreografia, costringendo a far fermare tutti e ricominciare.

"Va bene, cinque minuti di pausa perché non ne posso più!" Taylor urlò, afferrando la bottiglia d'acqua da terra.

"Ricordami perché ho voluto ballare in questo tour" lanciò uno sguardo affranto a Lila, che rise di gusto.

"Non stai andando male, devi semplicemente riuscire a coordinare tutto" ammise Lila sinceramente. Taylor scosse la testa, in disaccordo.
Lila cacciò il cellulare dalla borsa per controllare le notifiche. Due chiamate perse da Harry. Corrugò la fronte, Harry sapeva benissimo delle sue prove, quindi perché chiamarla?

Compose il numero velocemente, poggiando il cellulare vicino all'orecchio e aspettando una risposta.

"Pronto?" Harry mormorò. La sua voce era spezzata e Lila se ne accorse subito. Pensò al peggio.

"Harry, che succede?" Domandò preoccupata. Gettò uno sguardo a Taylor ed Andrew che la guardavano incuriositi.

"Io—- io devo partire per Holmes Chapel" mugugnò il ragazzo dall'altro capo del telefono.

"Harry, perché? Che succede?" Lila pose una mano sull'orecchio libero, in modo da poter sentire meglio.

"Mi ha chiamato mia mamma, devo— uhm, dovrei dare l'ultimo saluto a mio padre prima che sia troppo tardi"  e a Lila si gelò il sangue nelle vene.

"Harry, vengo anche io" disse convinta, gettando l'asciugamano nello zaino.

"No, Lila, tu hai le prove e—" cercò di borbottare qualcosa, ma Lila non volle sapere ragioni.

"No Harry, non ti lascerò solo ora. Troverò un modo, solo— solo, per favore aspettami" ordinò prima di attaccare. Guardò Taylor dispiaciuta.

"Il padre di Harry, io—" cercò in qualche modo di far capire la situazione, Lila non aveva mai chiesto un giorno di pausa a lavoro eppure ora si sentiva costretta a farlo.

"Hai tutta questa settimana libera, vai con lui" Taylor parlò dispiaciuta, ponendo una mano sopra la spalla di Lila. La ragazza tirò un sospiro di sollievo, ringraziando Taylor almeno una decina di volte, prima di abbracciarla.

Non poteva lasciare Harry proprio ora. D'altronde, lo aveva promesso a Robin.

A/N: inizia la parte più triste, forse :(

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