Capitolo 15

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CAPITOLO 15ANDREW

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CAPITOLO 15
ANDREW

Lila parcheggiò la macchina proprio davanti all'uscita del grande aeroporto. Si guardò intorno, famiglie che si ricongiungevano, persone in giacca e cravatta che correvano ma di Andrew nessuna traccia.

«Ehy bellezza, quanto ti devo?» Una voce maschile si fece spazio nella macchina, facendo sobbalzare Lila e costringendola a voltarsi verso il sedile del passeggero. Andrew sorrideva, le braccia poggiate sul finestrino abbassato e la testa quasi nella macchina.

«Sei un cretino, Andrew, mi hai fatto prendere un colpo!» Esclamò Lila portandosi una mano sul petto «e poi questa frase non suona così bene, lo sai?»Scherzò, inarcando il sopracciglio. Andrew mosse la mano in modo distratto, prima di aprire la portiera posteriore.

«Hai ragione, non so mai come esprimermi» disse con nonchalance, gettando il borsone sui sedili. Finalmente dopo qualche secondo entrò in macchina, permettendo a Lila di partire.

«Quindi.. non mi hai detto cosa devi fare qui» Lila parlò di nuovo mentre sfrecciavano tra le strade di Londra, alla ricerca di un ristorante messicano.

«In realtà,» Andrew alzò il dito in aria «te l'ho detto, ma probabilmente sei così curiosa che vuoi sapere nel dettaglio» la stuzzicò, e Lila alzò le spalle.

«C'è qualcosa di male nell'essere curiosi?» Domandò la ragazza, sentendosi toccata nel profondo. Andrew rise.

«In realtà no,» ammise «non mi interessa, onestamente» e Lila si stupì per la sua pura sincerità.

«Ho delle carte da mettere in ordine prima che arrivi il tour di Taylor» dichiarò «a proposito, a te è arrivata qualche notizia?» Domandò poi Andrew, voltandosi verso la ragazza, che però scosse la testa.

«Ho controllato la mail qualche ora fa, silenzio stampa» scherzò, facendo cadere il silenzio subito dopo.

«Dio, era davvero piccante» Andrew si lamentò per l'ennesima volta quando uscirono dal ristorante.

«Ti avevo avvisato e tu non hai voluto ascoltarmi» Lila parlò, cercando le chiavi nella borsa «credo che te lo meriti» urlò soddisfatta, mentre velocemente attraversava la strada dove dei fotografi erano intenti a scattarle delle foto.

«Mi spieghi perché ti paparazzano? Insomma, noi ballerini siamo sempre nell'ombra» Andrew domandò curioso, raggiungendo la ragazza che sbuffava una risata.

«Andrew, sono la migliore amica di Harry Styles, ieri sono stata con lui tutto il tempo, credo sia ovvio» Lila rispose, aprendo la portiera. Andrew fece una strana smorfia che la ragazza non riuscì a decifrare.

«Non ti dà fastidio?» Domandò poi, allacciandosi la cintura.

«No, ormai ci sono abituata» sospirò la ragazza «che ci piaccia o no siamo anche noi in quel mondo, anche se non direttamente, ed è grazie a quello se ho conosciuto Harry quindi... quindi mi va bene così» ammise guardando la strada. In effetti era la verità: a Lila andava bene essere paparazzata se questo doveva essere il prezzo da pagare per stare accanto ad Harry.

«Stasera hai in programma qualcosa?» Domandò Andrew quando arrivarono sotto il suo hotel, non distante troppo dalla casa di Lila.

«No—non credo, perché?» Domandò curiosa, aggrottando la fronte.

«Andiamo a fare un giro? Non so, non conosco Londra quindi potresti farmi da guida» scrollò le spalle, cercando nello sguardo di Lila un cenno di assenso.

«E va bene, ma non conosco così bene Londra, quindi andremo a caso» ridacchiò semplicemente mentre Andrew annuiva sorridente. Si salutarono con un bacio sulla guancia, poi il ragazzo scomparì dietro le porte del grande hotel.

Lila sospirò rumorosamente appena entrò in camera, gettando le chiavi sul tavolino dell'entrata. La voglia di uscire la sera non era per niente alta, ma allo stesso tempo non avrebbe voluto restare sul divano a fare zapping per i canali. Ad Harry sarebbe andato bene anche solo questo, pensò la ragazza e si diede della stupida due attimi dopo. Ovviamente ad Harry sarebbe andato bene, insieme avrebbero potuto vivere anche in un cassonetto dell'immondizia e si sarebbero accontentati comunque. Ma ora Harry era con Kendall e Lila doveva sforzarsi di avere voglia per fare un'uscita che in realtà avrebbe preferito evitare.

Aprì l'armadio che presentò davanti agli occhi della ragazza infinite opzioni. Lila non avrebbe voluto vestirsi elegante, ma di certo non avrebbe fatto la figura della sciattona. Sospirò per la seconda volta, provocando ancora più rumore. Si grattò dietro la nuca, pensò che dei jeans strappati con un maglia sopra sarebbero andati più che bene, insieme a dei tacchi a spillo neri che avrebbero reso tutto leggermente più elegante.

La suoneria del cellulare la distrasse dai suoi pensieri riguardo ai vestiti, portandolo all'orecchio e rispondendo senza nemmeno aver visto il nome.

«Pronto?» Rispose seccata, il suo sguardo ancora girovagava per l'armadio.

«Ehy» la voce di Harry si fece spazio nel cellulare, arrivando all'orecchio di Lila, che sorrise istantaneamente.

«Hey» rispose semplicemente «Kendall è andata via?» Domandò poi, era chiaro che lui non stesse chiamando in sua presenza.

«N-no in realtà è di sopra» balbettò Harry, sottovoce.

«Quindi lei non sa che mi stai chiamando» costatò Lila, alzando gli occhi al cielo. Era così ovvio.

«Ascolta, ti ho chiamato per farti uscire con noi stasera» parlò il ragazzo, tutto d'un fiato. Lila inclinò la testa, nonostante Harry non potesse vederla.

«Con voi? E per fare cosa, effettivamente? Guardarvi mentre vi scambiate effusioni?» non sapeva come sentirsi, probabilmente presa in giro. Questa era una follia.

«Che? No! Assolutamente no! Stasera avrei voluto passare del tempo con te ma invece lei è piombata qui e— ascolta, l'ho convinta a farti venire solo per passare del tempo anche con te, ti prego dì di sì» sussurrò ancora una volta, probabilmente per non farsi sentire da Kendall. Lila trovò tutto questo estremamente infantile, così alzò di nuovo gli occhi al cielo.

«Va bene, ma porterò qualcuno con me... non voglio sentirmi a disagio e con voi due succederà sicuramente, prendere o lasciare» minacciò la ragazza fermamente. La risposta arrivò subito.

« Si, si va bene! Allora ci vediamo alle 20:30 al ristorante vicino al Tower Bridge, lo ricordi?» Domandò Harry velocemente, e Lila annuì nonostante lui non potesse vederla.

«Si, lo ricordo» mormorò «allora a dopo, Harry» e riattaccò. La serata si sarebbe fatta sicuramente più interessante, ed ora anche la voglia di uscire era magicamente salita, avrebbe visto Harry e portato in giro Andrew. Lila guardò di nuovo l'armadio, ora avrebbe sicuramente cambiato i suoi vestiti.

soulmates // hs;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora